ESTATE ’75, UN GRANDE EVENTO MUSICALE A SALCI, QUANDO ANCORA MUSICA, CULTURA E POLITICA CERCAVANO DI PARLARE LA STESSA LINGUA

lunedì 29th, maggio 2017 / 17:53
ESTATE ’75, UN GRANDE EVENTO MUSICALE A SALCI, QUANDO ANCORA MUSICA, CULTURA E POLITICA CERCAVANO DI PARLARE LA STESSA LINGUA
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CITTA’ DELLA PIEVE . Da qualche giorno circolano su Facebook le foto di un evento che ebbe luogo molti anni fa. Esattamente il 30 e 31 agosto del 1975. Era una bella estate e tirava un vento nuovo, il Pci aveva appena vinto le elezioni amministrative e conquistato città come Roma, Napoli, Torino, Firenze… Era il momento dei nuovi sindaci: Giulio Carlo Argan, Maurizio Valenzi, Diego Novelli, Elio Gabbuggiani, sembrava che la politica potesse finalmente scrollarsi di dosso il vecchiume e sposare la cultura… Il solo fatto di vedere uno storico dell’arte, sui cui libri avevamo tutti studiato al liceo, diventare sindaco della Capitale sembrò un segnale inequivocabile…

E in quel clima si svolse l’evento cui accennavo all’inizio. Che però si svolse non in una delle grandi città conquistate dai comunisti, ma in un borgo sperduto e già all’epoca praticamente disabitato: Salci, frazione di Città della Pieve quasi una enclave in terra ternana. Un po’ come il festival della poesia a Castelporziano..  E se a Castelporziano c’erano i poeti maledetti della Beat Generation e quelli dell’Italia post boom che aveva già sperimentato la crisi petrolifera e le domeniche a piedi o sui pattini, senza auto, a Salci nella due giorni dell’agosto ’75 si trovarono sul palco stelle di prima grandezza del panorama musicale italiano: Rino Gaetano, Eugenio Finardi, Lucio Dalla, Gabriella Ferri e due jazzisti come Antonello Salis e Mario Schiano. Ecco, io c’ero. ma ne avevo quasi smarrito il ricordo. Che invece le foto hanno fatto subito tornare nitido…

“Le due giornate – ci ricorda Gianni Fanfano che fu uno dei promotori, sulla sua pagina fb – furono organizzate dal Pci di Città della Pieve in collaborazione con Gino Galli, che era anche un vignettista che collaborava all’Unità e a varie pubblicazioni in egida Pci, e da Filippo Bianchi per la parte musicale e artistica”…

La manifestazione – racconta ancora Fanfano – mise sotto i riflettori Salci per alcune settimane, prima, drante e dopo l’evento, e precedette di qualche mese la presentazione da parte di una società svizzero/americana di un progetto di villaggio turistico privato, che presupponeva una grande variante per la ristrutturazione del borgo e per la nuova cubatura che doveva essere realizzata intorno. Il progetto suscitò un grande dibattito a livello politico locale e regionale. Il Comune e la Regione proposero dei vincoli, soprattutto di uso pubblico di alcuni servizi. Poi alla fine tutto abortì per disaccordi fra i proprietari del terreno e del borgo (Perrini) e la società promotrice (Samep). E tutto fu avocato presso l’ambasciata italiana a Parigi”.

Ci fu un certo afflusso di gente alla due giorni musicale di Salci. E inutile dire che il “popolo” del Pci, sia quello locale che quello delle metropoli, non era per niente convinto di quel progetto e quindi metteva in guardia gli amministratori locali dall’imbarcarsi in una operazione che veniva vista come una svendita del patrimonio storico, architettonico e culturale a favore del capitale privato, peraltro straniero, e di una speculazione…

Naturalmene con il tempo la Variante passò. E il progetto di ristrutturazione del borgo fortificato di Salci, cominciò a predere forma, con tanto di finanziamento da parte della Comunità Europea. Solo che alla fine degli anni ’80, dopo i primi interventi di recupero di alcuni edifici, rimasti anch’essi incompiuti, tutto si fermò e Salci rimase più desolata e disabitata di prima. Con in più le ferite inferte con i recuperi abortiti…

Da qualche anno una nuova associazione pievese si sta dando da fare per ricreare attenzione intorno all’antico borgo, che nel suo genere è una “perla” e che fino agli ann i ’50, prima della fine della mezzadria e quindi dello spopolamento delle campagne, contava più di 1.000 abitanti. Per qualche anno vi ha abitato una famiglia, poi solo il prete… Oggi non ci abita nessuno e il tempo e l’abbandono rischiano di produrre danni non più riparabili.

Difficile ipotizzare oggi, con i festival che subiscono tagli o chiudono i battenti (si pensi a Trasimeno Blues, con la data pievese saltata nel 2016 o al Festiva Orizzonti di Chiusi saltato del tutto per quanto riguarda l’edizione 2017), un nuovo grande concerto con star di pari valore da riproporre a Salci, ammesso che ci si possa entrare dentro con palchi, cavi elettrici, riflettori, amplificatori e quant’altro…

Quelle erano altre stagioni e, a segnalare il passare el tempo, la constatazione triste che alcuni degli artisti che erano sul palco di Salci in quell’estate del ’75 non ci sono più (Gabriella Ferri, Rino Gaetano, Lucio Dalla, Mario Schiano).

Però, a guardare quelle foto viene una certa nostalgia. Non fosse altro per il clima che si respirava e che adesso non si respira più…

Marco Lorenzoni

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