ITALIA: “LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO”. O AI POPULISTI?
Si parla molto nelle cronache politiche e nei talk show televisivi, di derive populiste, atteggiamenti populustici, movimenti e partiti populisti, leaders populisti… Ma che significa di preciso? Il dizionario Treccani al termine populismo recita: 1) “Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto dell’800 e l’inizio del ‘900; si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba, e la realizzazione di una specie di socialismo rurale basato sulla comunità rurale russa, in antitesi alla società industriale occidentale. 2) Per estensione:atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi.
Sempre il dizionario Treccani ci dice che più recentemente il termine populismo è stato accostato al movimento creato in Argentina da Juan Domingo Peron (peronismo), che si caratterizzò per il rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che potevano così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione…
Quindi da una accezione inizialmente socialisteggiante e quindi “di sinistra”, con il peronismo il termine populismo assume anche una connotazione diversa: di destra. Cioè il capo carismatico che solletica la pancia del popolo, per fare però gli interessi della borghesia e del capitale… Cosa non molto diversa da ciò che successe in Italia 30 anni prima con Mussolini e il fascismo…
A guardar bene, oggi sembra sia in atto una corsa a chi è più populista. Non solo in America Latina dove i leader carismatici, ma spesso contraddittori, sono una costante. Anche in Europa e in Italia. Nel nostro Paese negli anni della “prima repubblica” cioè dalla promulgazione della Costituzione fino al disfacimento dei partiti storici avvenuto all’inizio degli anni ’90, il populismo è stato una variabile assolutamente minoritaria, praticamente inesistente. E gli stessi leaders carismatici tendevano, tutti, da Togliatti a De Gasperi, da Nenni a Berlinguer, fino a Craxi e Almirante ad esaltare il partito come soggetto collettivo, il senso dello Stato, la comunità…
Craxi ruppe per primo qualche schema consolidato, giocò molto sul carisma e su una presunta “modernità” rispetto alla grisaglia democristiana e all’ortodossia comunista, ma neanche lui può definisrsi un populista.
Ma il populismo è la prima deriva in tempi di crisi e di “vacatio” della politica. Così dopo il terremoto Mani Pulite e la fine della Dc e del Psi, con il Pci che cominciava la mutazione genetica cambiando nome, simboli e bandiere, la prima vera forza populista è la Lega Nord. E il primo leader populista Umberto Bossi. Utile certamente alla borghesia del nord, soprattutto della fascia prealpina, per scardinare definitivamente sindacati e partiti tradizionali, ma troppo ruspante Bossi perché possa essere lui la figura su cui puntare per il governo nazionale… E allora ecco che nel ’94 spunta il “Cavaliere nero“, il grande imprenditore ghe pensi mi, che prima appoggia l’allora fascista Fini nella corsa al Campidoglio, poi si mette in proprio, e sfruttando la concomitaza dei mondiali di calcio, fonda Forza Italia e vince le elezioni… E’ il trionfo del populismo. L’antipolitica che va al governo. Berlusconi è il prodotto dell’Italia di quegli anni, lo specchio degli italiani. Parla e straparla come loro. E gli italiani si immedesimano in lui sperando di fare, con Berlusconi al governo, gli stessi soldi che ha fatto lui. Naturalmente è un’illusione. Ma dura parecchio. La sinistra gli contrappone di volta in volta figure meno carismatiche: Occhetto, Rutelli, Prodi, alla fine Veltroni… L’unico che vince è Prodi. Gli altri perdono. Sempre.
Ma anche Berlusconi, pur essendo un grande imprenditore, ricchissimo, non è del tutto omogeneo e organico alla razza padrona italiana. E’ un parvenu. Uno che gioca in proprio. E che non si fa problemi a flirtare con Putin o con Gheddafi, cosa che non piace per niente all’establishment europeo… Nel frattempo invecchia, cade in una serie infinita di gaffe tali da mettere a rischio la sicurezza nazionale, si circonda di “nani e ballerine” che lo spolpano e lo rendono ricattabile. Anche il Milan non vince più come un tempo…
La destra che aveva sdoganato e riportato in auge si sfalda, quanto e più della sinistra che sembra un paese terremotato.
Ma quel suo modo di parlare alla pancia degli italiani è un patrimonio che non va gettato al vento: ci pensano Salvini, nuovo leader della Lega, più ruspante di Bossi (nel senso che vorrebbe spianare tutto, soprattutto campi rom e campi profughi con le ruspe) e l’ex fascista Giorgia Meloni che spera e prova a proporsi come la Le Pen italiana… Ma entrambi (Salvini e Meloni) non sono Berlusconi. Non ne hanno la forza, i soldi, il carisma. Ma il gioco al ribasso in politica lo sanno fare. Spostano il tiro, Salvini soprattutto, verso le pulsioni più materiali, più egoiste e pure razziste degli italiani. In questo senso sono populisti. Come la Le Pen.
Ma da qualche anno c’è, in Italia, qualcuno più populista di loro. Qualcuno che parla più o meno la stessa lingua, fa del carisma personale l’arma principale, solletica sempre lo stomaco più del cervello della gente, si pone come alternativa alla politica paludata e inconcludente, alle caste, e alle ideologie, che dichiara superate…
Si tratta di Beppe Grillo e Matteo Renzi. Due facce della stessa medaglia.
In precedenza il centro sinistra ha provato a contrapporre a Berlusconi figure tradizionali e ha perso. Con Renzi ha avuto l’ilusione di poter finalmente tornare a vincere. E pazienza se le idee della sinistra scompaiono dall’agenda. Renzi, come suo tempo Bossi, poi Berlusconi, è lo specchio del tempo. La figura che serve ad un certo potere per continuare a fare i propri affari. Senza troppi intralci, come potrebbero essere i sindacati. Renzi, la cui stagione, visto l’esito del referendum del 4 dicembre, potrebbe essere già finita, senza esser mai passato dal vaglio elettorale, è la ricetta populista del centro sinistra (sempre più centro e sempre meno sinistra) per rispondere al populismo di Salvini, della Meloni, di un improbabile, ma redivivo Berlusconi. E soprattutto la risposta populista del Pd al populismo di Grillo e dei 5 Stelle. Che anche negli slogan, come la Lega dei primordi, battono in particolare sulla loro “diversità” dalla casta, sul tasto dei soldi, e sulla fine delle ideologie e delle appartenenze… Perché in un mondo e in una politica senza bandiere riconoscibili, è più facile che vinca chi urla più forte, chi riesce a parlare più degli altri il linguaggio trito della “ggente” comune, sempre più incattivita, chiusa in se stessa, impaurita…
E così il populista centrista ed ex democristiano Renzi che ha fatto di tutto per far andar via dal Pd quelli che gli contendevano la leadeship, si barrica dentro e disegna un Pd a sua immagine e somiglianza, fatto di soli fedelissimi. E a modo loro, molti dei fedelissimi di Renzi sono anch’essi populisti. Magari a loro insaputa. Blandire le associazioni, cercare l’applauso con inaugurazioni a raffica di marciapiaedi, casine dell’acqua e panchine; assecondare sempre e comunque le spinte di specifici settori economici, di società sportive o volontaristiche, dare un’immagine di sè come il sindaco che fa le cose e non fa politica (nel senso antico) è populismo. Ci riflettano Bettollini e i suoi fratelli con la fascia tricolore sparsi in queste terre…
Non è reato, il populismo (e Dario Fo diceva che populismo vuol dire che qualcuno, prima, ha sbagliato). Ma è una politica che ha dato spesso frutti avvelenati.
Del resto, il contraltare di Renzi e del Pd è anch’egli un populista: Beppe Grillo ha trasformato in movimento politico di massa una Srl commerciale, dove gli eletti devono firmare contratti come i co.co.co, dove si diventa dirigenti per diritto societario e successione ereditaria… Dove chi non è d’accordo o non piace al titolare della Srl, viene sbattuto fuori o non candidato anche se ha vinto le “primarie” interne… Ma sono i toni, le invettive, il lessico di Grillo e dei grillini, la loro idiosincrasia per i sindacati, a evocare più Peron o la Le Pen che non Moro o Berlinguer. E nemmeno Capanna..
Insomma il film politico italiano del momento vede 4-5 populisti nel ruolo dei 4-5 maggiori protagonisti. Un po’ come in Francia dove si salva solo Hamon, l’unico che prova a fare il Bernie Sanders…Gli altri sembrano tutti della stessa pasta.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Così recita l’articolo 1 della Costituzione.
La sovranità appartiene al popolo. O ai populisti?
m.l.
Beppe Grillo, Matteo Renzi, Matteo Salvini, populismo
Ci sarebbe da risponderti che quella che hai fatto è una analisi esatta e che condivido.Ed infatti è così, per quello che hai scritto.Hai tralasciato un fatto però, che è quello sostanziale, e che in una ottica di sinistra è l’analisi permanente di una situazione economico, sociale, amministrata da una cosetta che si chiama Capitalismo e che oggi ci si vergogna di chiamarlo tale poichè loi chiamiamo mercato, con tutte le conseguenze culturali ed interpretative. Non un cenno a questo ed alla reazione che hanno avuto i movimenti che definisci ”populisti” e lo sono senz’altro,verso uno stato inefficiente e permanentemente occupato da una classe politica per motivi di proprio interesse, altro che la sovranità che appartiene al popolo, è l’esatto contrario in maniera soft per cercare di dare il meno possibile di scossoni che possano rappresentare un pericolo per i reggenti.Le analisi caro Marco vanno fatte tenendo presente tutto e di non dare assodato nulla.Renzi infatti che è Democristiano e non di sinistra, ha fatto intese del Nazareno con Berlusconi e continua a parlare di sinistra governando con Alfano ed adesso per interposta persona nominata Gentiloni,sua continuazione naturale, altro ex Democristiano,con tutto uno stuolo di democristiani al seguito.Quindi mi sembra che di sinistra poco e nulla, più nulla che poco.A tale situazione le inefficenze dello stato governato da questi signori che hanno fatto la lotta a Berlusconi,hanno finito per governare assieme ai suoi ex rami (Alfano e qualche esponente di ex DC di destra),Verdini ecc ecc. Di fronte a tale spettacolo, se populismo si può chiamare quello di Grillo e quello di Salvini, mi sembra che una gran parte della responsabilità di averlo fatto sorgere nella gente e farla reattiva e farle ingrossare le file del populismo a 5 Stelle sia stata in primis quella loro,cioè di chi ha governato; mi sembrerebbe che la lettura di quello che hai detto, come al solito, sia incompleta. Il populismo esiste certamente , ma chi è il più ”populista del re”? Ammesso che ”populismo”,quello che vede tutto schierato contro l’establishment e lo si capisce il perchè, oggi sia un vocabolo foriero di negatività? Se non si illumina tutto il panorama si finisce per raccogliere forze che servono a validare la fonte di tutto questo, non si esce dalla palude, ed inevitabilmente si fanno gli interessi dell’establishment.Guarda caso il primo partito politico che critica in maniera spasmodica ogni giorno il populismo è proprio il PD insieme ai suoi alleati di governo,che prima facevano parte quest’ultimi dell’asse con Berlusconi, compreso Lega. Ma non a caso è così, e perchè lo sà benissimo che una parte cospiqua di votanti per l’odierno PD che culturalmente sono spinti contro Grillo and Co.non sono più di sinistra e che in qualche modo hanno plaudito al renzismo.Quindi Marco, come vedi, la causa e l’effetto spesso coincidono.E non si può vituperare l’effetto senza far luce sulla causa che l’ha prodotto.Proprio da sinistra te lo dico.Se invece si dimentica o si faccia finta di dimenticarlo tale fatto,si fanno gli interessi di coloro a cui conviene che la cosa sia intesa così. Ed oggi tutto serve, anche misure millimetriche per pesare sulla bilancia, i cui pesi e le cui molle sono calibrate al mantenimento dello status quo.Lo sà bene quel partito e quando è al dunque sferra il colpo,non credere che teme possa essere battuto dal ” populismo” delle urne.Conosce molto bene l’Italia a cominciare dal pasto quotidiano che viene elargito nei luoghi più svariati per far pensare al popolo ciò che interessi. Ed allora bisogna vedere chi sia ”più populista del re”.Da sinistra occorre sempre chiedersi senza giri di parole”cui prodest” e caro Marco ” prodest” alla società siffatta,che funziona col mercato, alias capitalismo.La storia non fà i salti ma quando si finisce per imboccare una strada che porta alla crescente miseria economica e non succede nulla, nè nella variazione di ripartizione della ricchezza ma anzi nella politica internazionale si assiste alle operazioni di forza e gli si dà il consenso non opponendosi,allora vedrai che presto o tardi le conseguenze arrivano.Ora stanno arrivando per la Corea del Nord, domani per la Siria, dopodomani per l’Iran, e forse anche per l’Europa schierata con Trump che si guarda bene da opporsi alla sua politica.Quello è populismo ed il mondo attuale ha una direzione costante tesa al ”fascismo” ammantato da libertà, libertà di fare quello che conviene ai gruppi al vertice eletti dai sudditi in santa libertà.Ti fanno vedere che i discorsi, i bei discorsi rimangono tali, i fatti invece vanno avanti, e sono fatti che si ritorcono contro la maggioranza della gente.Se non è populismo la causa che produce questo dimmi cos’è. Una volta la sinistra voleva cambiare il mondo, adesso è il mondo ad aver cambiato la sinistra. Allora mi dirai per adesso non c’è una strada, ma ci vorrebbe una bella faccia ad insinuare che è la sinistra che ha sbagliato visione delle cose.Secondo tale tesi che tanto mpiace al PD nostrano, è la socialdemocrazia che permette la libertà ed a tale modello si prende l’europa del Nord.Tanto di più errato non esiste.Per decadi intere dal dopoguerra ad oggi si è allisciato il mercato come unica fonte di benessere e di felicità, al punto da essere invidiati da altri popoli che oggi migrano per la guerra da noi scatenata, ed ancora il nostro governo impavidamente insiste a perorare la teoria dell’assistenza contro il terrorismo non spiegando che è stata la nostra azione decennale che col colonialismo vecchio ed attuale( perchè l’attuale esiste in misura marcatamente sfruttatrice e vessatoria degli stati) ha provocato la fame, la guerra e la miseria in casa di altri. Poi è populista Grillo and Co…..perchè è antidemocratico a far decidere una Srl su chi debba venir eletto oppure no.Ma ci si rende conto dell’inganno al quale siamo sottoposti, al quale sono sottoposte milioni di persone per bene che votano l’establishment più per paura che per convinzione? Ed allora per favore è bene discutere sulle cose senz’altro, per sviscerarne le motivazioni e le ragioni, ma la propaganda quella becera a cui siamo sottoposti giornalmente dai media, occorre iniziare a trattarla come si deve.Di questo hanno paura.
In casa di chi governa per il consenso estorto culturalmente e mafiosamente, questa è la paura più grande, perchè il provvedimento dopo questa e quando questa non servirà, è l’azione militare di repressione, interna ed internazionale.Questo ci dice la storia, non Carlo Sacco.Quindi le cose occorrerebbe spiegarle nel senso giusto, dal momento che le sai anche te e non parlarne a frammenti, perchè anche se si dicono cose giuste, quando ci sono i frammenti portati all’evidenza,di solito la gente viene convogliata dall’altra parte.Dove si vuole che vada.
Tempo fa, giorni addietro, dissi a proposito della lunghezza dei miei interventi, forse più sarcasticamente che altro :” capisco e mi adeguo”. Sembra che non mi sia adeguato e chiedo scusa, ma talvolta anche se non sempre non è davvero facile sciorinare le idee in una misura consona ad una veloce lettura.Questo non deriva solo dalla mia ben presente prolissità nello scrivere, ma per rispondere a pezzi di verità inoppugnabili, ma che sempre ”pezzi sono” credo che sia bene non tacere.Ma non per sciocco controbattere ed apparire bastian contrari ad ogni piè sospinto, ma proprio perchè le cose debbono essere condiderate tutte con il loro peso.Credo che sia l’unico modo per chiarire una verità che oggi è soffocata non tanto dalla presenza dei media e di cosa riportano ma proprio dall’irrequietezza mentale della gente che dimostra di non poter sopportare il leggere ed il capire le questioni.E quell’irrequitezza è la chiave per l’establishment che porta le persone all’autofottitura ed all’infelicità,ed alla accettazione imbelle a non più voler trasformare le cose.
Vero, ma il problema Carlo è sempre la notizia in se, cioè se è vera o falsa, mai chi la racconta o come viene raccontata. Questo è aspetto secondario… Non si può dire che la gente non legge, non ragiona, e poi dare la colpa ai media…Se non legge o legge poco non può essere influenzata dai media. La gente legge poco e spesso si ferma ai titoli o alle figure. E magari commenta ad minchiam senza aver letto (sui social è prassi consolidata e diffusissima), questo è il nodo e anche la spiegazione del perché proliferino i populismi, che sono la versione sbrigativa della politica… Poi Carlo, siccome la gete legge poco, sempre meglio scrivere in modo più conciso possibile. Se no salta… Questo vale per te, per me e per tutti.
Dicendo questo, secondo me , dici una mezza verità, per il semplice motivo che così facendo alla fine si certifica che quello che pensi o faccia la gente o come si comporti debba essere il segno giusto.Questo non è vero e non perchè tu hai sempre detto ”ma si può fare a meno della gente”? Io ti rispondo, no, non si può fare a meno, ma la gente-quella gente di cui parliamo- va indirizzata e gli va fatto vedere che quando sbaglia,avrebbe anche il modo di fare diversamente. In sintesi tornando al ” poulismo”, guarda caso chi è schierato col potere e col sistema dice e propaga che sia una negatività, ma sono coloro che governano che danno l’indirizzo principale e se la gente reagisce e diventa qualunquista e populista,si deve principalmente al tipo di cultura, anche quella politica, che il sistema propaga e difende.Quindi il populismo oggi, quello moderno, ha delle ragioni profonde ad essere schierato e lavorare contro tale sistema, ma dico che dovrebbe anche guardarsi intorno per non fare l’interesse di tale sistema.Pensi te che nel caso delle discrasie dei 5 stelle che hanno all’interno-e ce le hanno senz ‘altro- il PD li attacchi perchè sono populisti? Lo dice, per metterli indifficoltà, ma lo dice soprattutto perchè hanno capito che rappresentano un pericolo per loro e per il sistema del quale si avvalgono.In pratica e poi la finisco:secondo te chi è più giusto fra i due: chi ha governato fino ad oggi con i ruicisultati che vedamo oppure chi li critica e spinge per un sincero cambiamento anche con tutte le incertezze che potrebbe portare? Le responsabilità dell’attuale situazione non sono senz’altro paritarie, ed è chiaro che chi comanda faccia tutto e le inventi di tutte per non farsi scalzare,mentre chi vuole cambiare aborrisca i patti col sistema che ha creato tutto questo.Ed allora vedi che il contenuto di ”populista” fo,poichè è tale sistema che comprende tutto quanto vediamo intorno a noi a cominciare dal recinto del sistema di ragionare, e tale situazione è più corretto applicarla a coloro che hanno dato il loro consenso a tale sistema.Sono loro più populisti del re ! Ricordati di Mussolini a Piazza Venezia quando proclamò la guerra ed il popolo che lo esaltava ed esaltava la guerra. Quel popolo a milioni pensi che in fondo sia proprio tanto diverso da quello di oggi e che le sue reazioni possano essere diverse? Io lo spererei,ma la firma non ce la metto.Non c’è nulla di più populista che il sistema che difende se stesso !
Non amo particolarmente i sindacati, ma da Mussolini in poi tutti i “populisti” hanno fatto di tutto per denigrarlo, attaccarli, renderli inoffensivi: da Craxi a Berlusconi a Renzi e Grillo… Io a pelle sto coi sindacati… E mi puzza assai chi li vede come il fumo negli occhi, da qualunque parte provenga… E qui la chiudo. Buona Pasqua…
Anch’io a pelle stò coi sindacati ma il sistema si è appropriato anche di loro.Non dimenticare che in tempi caldi nel dopoguerra sono stati creati con le valige piene di dollari i sindacati delle aziende ed i nomi è inutile che te li dica io, li sai anche te)e ed oggi quel retaggio continua e non si è disperso.Quindi andiamoci molto con le pinze, poichè spesso sotto l’egida dei sindacati è passato anche una parte del malcostume politico del sistema italiano.Sono stato un iscritto anch’io per decenni ed anch’io per decenni ho fatto manifestazioni, ma oggi guarda a cosa si sono ridotti.Non mi dirai che si nutrono della stessa credibilità di prima.Almeno una parte,mentre un altra piccola parte è rimasta con i fondamentali a posto e credo possa impartire lezioni anche in casa propria.Parlavo della FIOM se non ci fossimo capiti.Grazie per la Buona Pasqua ma come ben sai per me è una domenica come tutte le altre.Più di pregare sventolando l’ulivo una volta all’anno ci sarebbe bisogno di altro dentro le teste della gente, e non è ”generico” come dici te.Ma riconosco che facile non ,le parole rimangono parole, i fatti sono i fatti con quello che sta succedendo intorno.