Eatsa, il fast-food completamente automatizzato all’insegna dell’alimentazione sana. Benvenuti nel futuro della ristorazione

giovedì 12th, gennaio 2017 / 16:02
Eatsa, il fast-food completamente automatizzato all’insegna dell’alimentazione sana. Benvenuti nel futuro della ristorazione
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Il fast food completamente automatizzato Eatsa  nasce con l’obiettivo di democratizzare il cibo offrendo a tutti l’accesso ad un’alimentazione sana

Cancellate l’equazione dieta mediterranea uguale alimentazione sana.  Scordatevi il sottile piacere del piatto servito a tavola al ristorante. Scordatevi pure di chiedere consigli sulla specialità del giorno al cameriere o di chiacchierare con il proprietario del ristorante su come e quando sono sparite le mezze stagioni. O di fare i complimenti al cuoco a fine pasto. O un qualunque contatto umano tra chi prepara il cibo, chi lo serve e chi lo consuma.

eatsa ingressoIl futuro della ristorazione si chiama Eatsa, è vegetariano, predilige la quinoa ed è completamente automatizzato. Sissignori. Niente interazione umana tra cliente e dipendente.  Anzi, niente dipendenti proprio. Da Eatsa si entra, si ordina il piatto su un Ipad disposto su colonnina, si fa la fila davanti ad una serie di cubi vetrati. Quando appare il vostro nome, il vetro diventa nero (significa che il piatto è in preparazione), poi compare una finestrina che invita a picchiettare due volte sul vetro e voilà, il pranzo è servito.

Eatsa è una catena di fast-food statunitense, con, al momento, due ristoranti, uno a San Francisco e uno a Los Angeles, aperti nel 2015. Il primo fast-food completamente automatizzato, come dichiarano con certo orgoglio i fondatori  – Scott Drummond e Tim Young, guru del software, in collaborazione con David Friedberg ex-dirigente Google – di cui uno fissato con la quinoa, cereale ad alto contenuto proteico. Per inciso, in controtendenza con la dieta all’ingrasso di molti(ssimi) statunitensi, i californiani in generale sono agguerriti praticanti dell’ alimentazione corretta. Abbondano i vegani, i vegetariani che però mangiano pesce e quelli che invece no, i gluten free anche se non sono allergici al glutine ma non si sa mai, quelli che latte e derivati per carità e anche quelli che se non è insalata è veleno . Ma comunque.

Conformemente alla fissa per la quinoa, il menu consiste in una varietà di piatti a base del supercereale, cui si possono abbinare a scelta funghi, mais, guacamole, formaggio, uova, noci, cipolle, patate arrosto, pomodori etc.

L’obiettivo, sostengono entusiasti i fondatori, è quello di democratizzare il cibo estendendo a tutti l’accesso ad un’alimentazione sana, i cui ingredienti rigorosamente bio, effettivamente, costicchiano. Una missione dunque, non un business. Fanno parte della missione alcuni Umani: uno o due assistenti che aiutano con l’uso delle varie macchine (  l’Ipad, i cubi di vetro, etc.) dei locali e i cuochi che preparano i piatti, almeno secondo quanto fa trapelare Travis Jones, responsabile delle operazioni culinarie. Per l’esattezza, tre cuochi per ristorante, che operano dietro porte chiuse. Lavoratori invisibili, un po’ come quelli portati alla luce in “Amazonie” da Jean Baptiste Malet.

Eatsa Ny InternoE a proposito di lavoro. Contrariamente a quanto si possa pensare, e cioè che la sostituzione degli Umani con le macchine riduca le opportunità di impiego per i primi, gli entusiasti fondatori sostengono che no, anzi. Eatsa apre un nuovo, prolifico mondo a progettisti tecno, programmatori software e…coltivatori di quinoa (di sicuro più contenti dei produttori di olio di palma). Certo. Il progresso non distrugge, semmai crea.

E insomma, l’apparato così pensato permette di produrre cibo in tempi brevissimi (ogni ordine è smaltito tra i 90 secondi e i tre minuti) e a costi contenuti. Il che, a sua volta, permette di offrire i piatti a partire da 6.95 dollari ( 6.60 euro) molto democratici Mai la democrazia ebbe un costo così irrisorio.

A occhio e croce, in Italia un Eatsa non andrebbe oltre Roma e Milano mentre negli Stati Uniti pare che l’idea abbia avuto successo, tanto che è prevista l’apertura di altri dieci ristoranti. Se questo sia dovuto alla novità, ai prezzi bassi o a meglio una quinoa oggi che un McDonald’s di ieri, lo scopriremo solo vivendo, e piluccando quinoa

Elda Cannarsa

Fonti: Forbes, Business Insider U.K.
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