CHIUSI: VIOLENZA SESSUALE E PROSTITUZIONE, SCARCERATI CON OBBLIGO DI FIRMA DUE DEGLI ACCUSATI. NESSUNA RESTRIZIONE PER LA MAESTRA
CHIUSI – Sono stati prima inviati ai domiciliari e poi scarcerati i due uomini, un pensionato e un dipendente comunale, accusati rispettivamente di violenza sessale su una giovane disabile vicina di casa e di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per entrambi però è stato disposto l’obbligo di firma presso la Polizia Giudiziaria e il divieto di avvicinarsi alle parti offese. Revocati i domiciliari anche alla maestra, compagna del pensionato, accusata anche lei di concorso in violenza sessuale. Nel suo caso niente obbligo di firma. La sua posizione a questo punto sembra più defilata.
Martedì si sono svolti l’incidente probatorio per il dipendente comunale e l’udienza preliminare a porte chiuse nella quale è stato chiesto alla ragazza, presunta vittima di attenzioni e violenza sessuale, di riscostruire gli episodi di cui sarebbe stata involontaria protagonista.
Il pensionato G.P. e l’impiegato comunale A.M. sono dunque liberi di muoversi, anche fuori delle proprie abitazioni, nel rispetto delle restrizioni imposte. La maestra N.S. non ha restrizioni da osservare. Se per quest’ultima il quadro accusatorio sembra in qualche modo affievolirsi, per gli altri due i capi di accusa restano ancora in piedi.
La scarcerazione e la revoca dei domiciliari non significa di per sé estraneità ai fatti o innocenza conclamata. La fase delle indagini è ancora in corso, si dovrà attenderne la conclusione, per capire cosa realmente è successo. Anzi bisognerà attendere il processo, se ci sarà. Vedremo se il Giudice deciderà per il rinvio a giudizio o per l’archiviazione del caso. Anzi dei casi, perché i filoni di inchiesta sono due, quello della presunta violenza sessuale sulla giovane disabile a carico dei due conviventi e quello del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione a carico del dipendente comunale, che avrebbe svolto tale attività anche nel suo ufficio in Comune. Tanto che, con la conferenza stampa di martedì scorso, il sindaco di Chiusi Bettollini ha annunciato che in caso di rinvio a giudizio il Comune potrebbe costituirsi parte civile contro l’imputato, per il danno d’immagine subito dall’Ente. Alcuni elementi emersi dalle cronache fanno pensare ad un qualche legame tra le due vicende, ma anche questa circostanza non è ancora emersa chiaramente ed è tutta da verificare.
Come abbiamo scritto fin dal primo momento entrambe le vicende presentano aspetti delicati e complessi, per la vulnerabilità psicologica, fisica e – nel caso della prostituzione – pure economica delle presunte vittime, ma anche per le condizioni personali e la situazione sociale delle persone accusate. Secondo l’ordinamento giuridico italiano, fino a prova contraria, nessuno è colpevole. Ma nello stesso tempo nessuno è innocente solo perché insospettabile o conosciuto come persona per bene.
Di casi di cronaca, con accuse pesanti e infamanti e arresti, che si sono rivelati delle bufale o si sono sgonfiati se ne contano a decine. In molti di essi le accuse si sono dimostrate infondate o i colpevoli erano altri. Sta alla giustizia appurare la verità. Con riscontri, prove, testimonianze. Ci vuole tempo. Gli accusati stessi dovranno avere pazienza. Così come la cittadinanza che è comprensibilmente scossa da questa duplice vicenda. In questo caso le indagini hanno preso il via un anno fa. Gli inquirenti hanno già lavorato parecchio, ma non hanno ancora finito.