CONTE, DI MAIO E SALVINI A PALAZZO CHIGI. E’ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO O IL GOVERNO DELLA PAURA?

venerdì 01st, giugno 2018 / 18:17
CONTE, DI MAIO E SALVINI A PALAZZO CHIGI. E’ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO O IL GOVERNO DELLA PAURA?
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La Valdichiana e la Provincia di Siena avevano puntato molto sulla candidatura di Pier Carlo Padoan, ministro uscente all’economia, alle ultime elezioni.  Il Pd sperava nell’effetto “il nostro uomo all’Avana”, per assicurarsi consensi. Padoan è stato eletto. Ma non sarà più lui il ministro all’economia. L’impero è caduto e sono arrivati i barbari. Come quando scesero gli Unni e i Visigoti e più tardi i lanzichenecchi di carlo V… Il termine barbaro non sembri dispregiativo, è semplicemente per dire quelli che facevano i riti pagani alla sorgente del Dio Po, quelli con la camicia verde e l’elmo con le corna, come Obelix… Quelli che solo poco tempo fa gridavano “Padania libera!” e “Roma Ladrona”  o… “Vesuvio lavali col fuoco” riferito ai napoletani. Sono arrivati i barbari, appunto, ma insieme ai napoletani che a loro volta dicevano “mai con i leghisti”. Oggi parte il primo governo giallo verde, che qualcuno ha già definito, non senza qualche ragione, Giallo-verde-nero, perché una certa cultura fascistoide di fondo ce l’ha. Almeno in alcuni suoi elementi. Lo definiscono i contraenti del “contratto”, il Governo del Cambiamento. E in effetti tutti e due hanno cambiato parecchie volte posizione, e anche parecchie posizioni. Dicevano “Via l’Italia dell’Euro” e ora rassicurano che l’Italexit non è in agenda. Volevano Savona ministro all’economia a tutti i costi poi si sono accontentati di metterlo ai rapporti con la UE… Hanno gridato per anni, entrambi, Lega e 5 Stelle, contro i governi tecnici e hanno imbarcato un presidente del Consiglio tecnico e nei ministeri chiave altri tecnici che peraltro erano già stati nei governi con Berlusconi, Monti e Letta… Hanno minacciato l’impeachment per il capo dello Stato, ritrattando 24 ore dopo con una capriola degna di acrobati da medaglia d’oro alle Olimpiadi.  Insomma un festival delle capriole e delle piroette. Dicono che è il governo voluto dagli italiani con il voto, e anche questo non è vero, perché Lega e 5 Stelle si sono presentati su schieramenti contrapposti, in alternativa tra loro. nessuno il 4 marzo ha votato per vederli governare insieme…  Né loro lo avevano paventato.

Non solo, entrambi hanno fatto campagna elettorale e hanno insistito in questi 90 giorni di estenuante trattativa, a volte ai limiti delle comiche, su misure di redistribuzione del reddito, in effetti attese dagli italiani da tempo. E il neo ministro all’economia Tria, prima di mettere la firma sul decreto di nomina, già dice che la Flat Tax potrebbe essere finanziata con l’aumento dell’Iva al 25%. Il che vorrebbe dire far pagare a tutti, e soprattutto ai meno abbienti, la riduzione delle tasse ai ricchi. Il contrario insomma di Robin Hood. Roba che nemmeno Berlusconi, che ha sempre avuto come obiettivo principale quello di pagare meno tasse per sé e per le sue aziende (oltre quello di salvare il culo dai processi) si era sognato di fare quando è stato a Palazzo Chigi.

Poi c’è chi dice che per a prima volta dal 1994 nel Governo non ci sarà nemmeno un inquisito o un indagato, sbandierando ciò che dovrebbe essere un elemento di normalità come u evento eccezionale. Ma anche questo è vero in parte perché Savona qualche problemino giudiziario con il Mose di Venezia, per esempio lo ha avuto…  Ma sono quisquilie.

Il problema vero è che dopo Minniti, che è quello dell’accordo con la Libia sui migranti, al Ministero dell’Interno ci sarà Salvini. Cioè uno che gli immigrati li vorrebbe deportare (lo ha detto più volte), che voleva spianare i campi rom con la ruspa, uno che ha applaudito i poliziotti artefici della macelleria alla caserma Diaz a Genova nel 2001, che ha insultato Ilaria Cucchi, prendendo le difese di chi ha ammazzato suo fratello, mentre era sotto custodia dello Stato… Il Problema è che nel governo ci sarà l’avvocato Giulia Bongiorno, che difese Andreotti ed è entrata in politica con Fini e Alleanza nazionale ed è chiaramente una figura di estrema destra. Ci sarà come ministro alle politiche per la famiglia tale Roberto Fontana, uno che gridava che i Gay vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo. Uno che si è battuto contro l’applicazione di una legge dello Stato come la 194, sull’interruzione volontaria di gravidanza… Insomma un oscurantista omofobo… Poi ci sarà la deputata Giulia Grillo dei 5 Stelle, un ministro della salute contraria all’obbligo dei vaccini…. Roba da far tremare i polsi.

La Lega ha fortemente voluto e ottenuto il Ministero per l’Agricoltura, quello che sta a cuore e deve tutelare i produttori di latte e gli allevatori padani. Leghista della prima  Centinaio si è distinto per alcune battaglie in particolare, quella contro lo ius soli per la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia, e quella per la “legittima difesa”. Più pistole per tutti, per sparare ai ladri, ai rapinatori…  Così presentava la proposta di legge in materia da lui firmata: “La nostra è l’unica legge che rende la difesa domiciliare sempre legittima, che tutela il domicilio rendendolo sacro e inviolabile, che garantisce e tutela il cittadino onesto che si difende nella propria abitazione. Con la nostra legge infatti il cittadino che si difende e reagisce da una aggressione in casa o sul luogo di lavoro, esercita sempre un diritto e non commette mai un reato e non potrà mai essere messo sotto processo. Si voti immediatamente la legge della Lega, senza se e senza ma. Perché la difesa deve essere sempre legittima”.

Salvini, Fontana, Giulia Grillo e Centinaio a Palazzo Chigi. Per le cose che hanno sempre detto, più che il Governo del cambiamento sembra il governo della paura.

Come faranno a convivere nell’esecutivo personaggi di questo tipo, con gente come Alfonso Bonafede, dei 5 Stelle, avvocato difensore dei no Tav del Mugello spesso impegnato in battaglie civili e ambientaliste è uno degli interrogativi. Ma complessivamente il nascente governo Conte con Di Maio e Salvini come angeli custodi (o commissari politici a latere), presenta tratti politici di marcatamente di destra, e la predominanza dei ministri 5 Stelle sui leghisti non è di per sé garanzia di riequilibrio. Scorrendo le biografie e le poche notizie sulle iniziative e posizioni politiche dei vari ministri, si nota come siano presenti figure preoccupanti per chi abbia una storia, una cultura di fondo, delle aspettative di sinistra. Questo governo, inutile girarci intorno, appare, almeno sulla carta come il più poliziesco, il più giustizialista, il più oscurantista su certi temi civili e sociali e il più omofobo e razzista che ci sia mai stato.

Anche sull’Europa si presenta contraddittorio, tra posizioni più che euroscettiche e rassicurazioni che sembrano dettate però solo dalla paura di scatenare reazioni inconsulte dei mercati e degli altri Paesi.  Anche in questo governo ci sono dei “professori”, figura leghisti e pentastellati hanno sempre vituperato. E ci sono ragazzi alle prime armi, forse al primo lavoro vero. Come Di Maio Ministro del Lavoro. Toccherà a lui gestire il rapporto coi sindacati e con le imprese e tavoli complicati come quello dell’Ilva di Taranto. Lì si parrà la nobilitate di Giggino, che finora tanto lineare non è stato. Vedremo come se la caverà. E se se la caverà… Certo dirigere i giochi al Tavolo dell’Ilva non è come andare a recitare il solito ritornello dalla Gruber o a Porta a Porta… Nè tantomeno come fare un comizietto davanti a militanti di stretta osservanza e irreggimentati.

Ad occhio e croce, dal nostro punto di vista, non è un buon governo. E chi dice, aspettiamo a dare giudizi, mettiamoli alla prova, lasciamoli lavorare, non ci convince. Anche di Berlusconi e Renzi in molti dicevano “lasciamolo lavorare” e si è visto come è andata a finire e cosa hanno combinato, prima l’unoi, poi l’altro.

Meglio dunque tenere la guardia alta fin dall’inizio. Il fatto che l’accordo Lega-5 Stelle (con la Meloni pronta ad astenersi) abbia messo all’angolo Berlusconi, sfasciando il centro destra è l’unico aspetto positivo, al momento (sempre dal nostro punto di vista) ed è anche vero che di alternative su piazza ce n’erano e ce ne sono poche. L’implosione del Pd e la crisi di sistema della sinistra nel suo complesso non basta però a giustificare un atteggiamento benevolo verso il nuovo esecutivo giallo verde o giallo-verde-nero. Anzi dovrebbe stimolare una riflessione immediata e profonda a sinistra, dovrebbe dare il via ad un processo di ricostruzione, come dopo un terremoto o una guerra, ripartendo dalle cose più solide, dalle fondamenta del pensiero laico e progressista. Il Pd renziano non esiste più. E’ ormai un cadavere ambulante. Renzi è già in cerca di nuove soluzioni per sé, più che per la sinistra, che è roba che non gli appartiene e forse non gli interessa. Servirà un ripensamento generale, una operazione alla Corbyn con la quale riallacciare il rapporto con un popolo smarrito e disperso, rimasto senza rappresentanza. Riparire dalle basi più solide, vuol dire fare perno non sulla vecchia nomenclatura ormai consunta e screditata, ma su figure riconosciute e riconoscibili per le battaglie che hanno fatto, per il pensiero che esprimono, vuol dire dare credito a chi in prima linea, cioè nelle amministrazioni locali, nei territori, nelle associazioni si è distinto per posizioni coraggiose, per capacità di autocritica, per efficacia nell’azione di governo o di guida politica…

La nascita del governo lega-5 Stelle scongiura l’ipotesi di elezioni a breve, quindi ci sarà un po’ di tempo a disposizione. Quel poco che resta della sinistra non sprechi questo tempo e provi a rimettersi in moto, mettendo da parte i cocci, i calcinacci e le macerie. E le posizioni precostituite o le rendite di posizione (che con i numeri attuali sono esigue, ormai).  Provi a ricominciare a ragionare, cercando parole e temi che uniscano più che dividere. Poi si vedrà. Del resto se è vero come è vero che i 5 Stelle hanno preso molti voti dall’elettorato di sinistra, la prova del governo insieme a Salvini, alla Bongiorno, a Fontana e Centinaio potrebbe anche far saltare il banco. E aprire voragini oggi inimmaginabili…

Chi immaginava che Renzi sarebbe finito così 4 anni fa?

m.l.

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