I SINDACI DELLA VALDICHIANA IN SENATO PER LA SIENA-CHIUSI E PER LE FERMATE DEL FRECCIAROSSA
Si è svolto ieri presso il Senato della Repubblica, un incontro tra i Sindaci di Montepulciano, Torrita di Siena, Rapolano Terme, Asciano, Sinalunga e Chiusi con i senatori del gruppo del PD. L’incontro fa seguito all’invio di un documento da parte dei sindaci della provincia di Siena a tutti i parlamentari della Commissione trasporti e infrastrutture per richiamare l’attenzione sulle urgenze infrastrutturali che riguardano il territorio di Siena, Crete Senesi e Valdichiana. In particolare la linea Siena-Chiusi.
I sindaci, che sono quelli dei comuni con stazione lungo la Siena-Chiusi, nel corso dell’incontro hanno voluto rappresentare “la necessità di concreti e tempestivi interventi sulle infrastrutture e sui servizi ferroviari e stradali delle aree interne della Toscana del sud” ed hanno chiesto esplicitamente che “siano previste nuove fermate dell’alta velocità, nelle stazioni di Chiusi-Chianciano Terme e Arezzo, in modo tale da consentire anche ai cittadini dei centri minori di poter usufruire di migliori servizi”.
L’incontro si è concentrato su un progetto di modernizzazione della linea Chiusi-Siena ad oggi all’attenzione di un tavolo di lavoro della Regione Toscana a cui partecipano Rfi, Trenitalia e i Comuni interessati e che nei prossimi mesi sarà messo a disposizione di portatori di interesse e istituzioni.
L’iniziativa segue di pochi giorni l’occupazione simbolica dei binari, sempre da parte dei sindaci, alla stazione di Torrita di Siena, fatta per lo stesso motivo, cioè per chiedere servizi ferroviari e infastrutture più efficienti e adeguate, in risposta alle legittime istanze e aspettative della popolazione del territorio. Secondo i sindaci il tema può apparire locale, ma è invece nazionale, perché attiene al diritto all’equità infastrutturale nelle aree interne. Da parte dei senatori Pd è stato assicurato il massimo supporto alle loro richieste attraverso atti parlamentari specifici e stanziamento di risorse adeguate. All’incontro hanno partecipato il senatore Michele Fina della Commissione Trasporti del Senato e il senatore Silvio Franceschelli, eletto nel collegio senese. Che al termine del coloquio hanno così commentato:
“È stato un incontro molto utile ad inquadrare le legittime aspettative del territorio e le azioni parlamentari conseguenti i sindaci hanno le idee chiare su come rilanciare il servizio ferroviario delle aree interne e su quale sia il miglior progetto di ammodernamento della importante strada ferrata Chiusi-Siena. Daremo tutto il supporto alle loro richieste, certi di trovare condivisione e supporto anche dei parlamentari del territorio del centrodestra per ottenere risultati positivi in favore delle comunità locali”.
Come accennato in precedenza, tra le richieste portate dai sindaci in Senato, c’è anche quella di ripristinare le fermate del Frecciarossa alla stazione di Chiusi-Chianciano Terme, cancellate nel 2023 e magari aumentarle di numero. Nei 4 anni in cui la fermata è stata in funzione questa era considerata “turistica” e prevista da giugno alla fine delle festività natalizie. Quindi intorno al 10 giugno, con l’entrata in vigore dell’orario estivo, sapremo se questo obiettivo minimo sarà stato raggiunto oppure no. Magari a breve, dopo l’incontro coi senatori Pd, servirà un summit con il Ministro. Perché le decisioni non le prendono e opposizioni.
Nelle dichiarazioni e nei comunicati diffusi sia dai senatori presenti che dai sindaci sulle pagine social dei vari comuni, non vi è cenno alcuno alla fantomatica “stazione in linea Media Etruria” per l’alta velocità, mentre c’è una rivendicazione delle fermate alla stazione di Chiusi e ad Arezzo. Che sarebbe – anche se nessuno lo dice – la famosa “opzione zero” del Protocolo d’Intesa umbro-toscano del 2015. Importante anche il richiamo che i sindaci fanno al necessario ammodernamento e adeguamento dell’intera rete dei servizi ferroviari e della rete stradale nel sud senese e della Toscana. Noi aggiungiamo anche i collegamenti con la vicina Umbria.
Una stazione di Chiusi-Chianciano Terme potenziata e servita anche dall’AV (come lo è stata dal 2019 al 2022) e ben collegata via treno con Siena e via strada con Perugia e di conseguenza con le aree del Trasimeno e della Valnestore sarebbe non solo una risposta al diritto all’equità infrastruturale, ma anche un valore aggiunto per l’economia e per il turismo. Sarebbe la stazione di servizio per quelle che sono le due città medievali più importanti d’Italia (Siena e Perugia), peraltro anche le due città dei santi patroni della nazione Santa Caterina e San Francesco e punto di riferimento geograficamente e e fiscamente vicino al Lago Trasimeno da un lato, alla celebratissima Val d’Orcia dall’altro, a Montepulciano e Città della Pieve, Cortona e Orvieto tutte raggiungibili in auto o in treno in pochi minuti. Siamo convinti – e lo abbiamo scritto fno alla noia – che una linea Siena-Chiusi adeguata e potenziata potrebbe fungere da metropolitana di superficie, almeno nel tratto Sinalunga-Montepulciano-Chiusi, sia a scopo turistico, compreso il turismo lento basato sul binomio treno-bici, sia a servizio dell’Ospedale di Nottola, liberando la SR 326 di buona parte del traffico veicolare. Oggi è una strada molto congestionata.
M.L.
Nelle foto: in alto l’incontro con i senatori Fina e Franceschelli. Sotto i sindaci Angiolini, Zacchei, Starnini, Grazi e Sonnini, rispettivamente di Montepulciano, Sinalunga, Rapolano, Torrita di Siena e Chiusi.
riflessione:ma i senatori erano al corrente delle valutazioni tecniche ed economiche a favore della Stazione in Creti espresse dal comitato delegato del RFI?,altresì lacunosa l’assenza di siena e mi sembra di. chianciano: quanto al resto: di metropolitana di superficie e collegamento con nottola se ne parla da tempo(rassicurazione dei politici dell’epoca ad Ospedale attivo ovvero-casello autostradale-bypass acquaviva)ma solo fumose o promesse elettorali e quindi tutti in fila a recitare un meaculpa; infine capitolo compensazioni attivate e poi ritirate sarebbe opportuno un chiarimento.Saluti
LBusato
Chiediglielo
la nostra ormai vecchissima proposta di utilizzare la Chiusi-Siena nel tratto Chiusi-Montepulciano-Sinalunga come metropolitana di superficie anche ad uso dell’ospedale di Nottola (per utenti, operatori e visitatori) prevedeva ovviamente una “navetta” bus dalla stazione di Montepulciano all’ospedale (5 minuti). Per operatori ASl ambulanze e mezzi sanitari si proponeva l’apertura di un “varco” dedicato dell’A1 laddove sorge l’autogrill. Il quale varco avrebbe anche potuto diventare una uscita intermedia tra Chiusi-Chianciano e Valdichiana, utile anche per il turismo versante Montepulciano e versante Trasimeno-Castiglione del Lago. Ci furono all’epoca segnali di condivisione della proposta da parte della Cgil e di altri soggetti, ma sostanzialmente la politica e le istituzioni locali, credo anche per motivi legati a gelosie campanilistiche, non hanno mai spinto in tale direzione faxcendo per lo più orecchi da mercante. Del resto quando fu realizzato l’ospedale unico della Valdichiana il progetto prevedeva l’adeguamento della viabilità di accesso alla struttura, compresa una variante alla SR 326 che evitasse l’attraversamento di Acquaviva, cosa mai fatta. E sono passati 24 anni. L’ospedale di Nottola è in funzione dall’anno 2000.
ottima puntualizzazione e pochi sanno sulla pregressa esistenza di un braccio ferroviario che partiva da montepulciano stazione,lambiva l’area di nottola per poi arrivare a montepulciano nell’area ex consorzio prospiciente all’ex ospedale e poi dismesso per motivazioni ignote. saluti
LBusato
era la ferrovia di Fontago, che dal centro storico arrivava a Montepulciano Stazione (che prima si chiamava Fontago, appunto). Era a scatamento ridotto e rimase in funzione dal 1917 al 1927.
grato per il dettaglio storico ma le motivazione della soppressione ? inquinamento ambientale? predilezione per un collegamento stradale in direzione anche verso chianciano?:saluti.LBusato
Mah… nel 1927 l’inquinamento non era percepito come un problema (e probabilmente non lo era). Le motivazioni credo siano state di tipo economico, legate forse alla fine della Grande Guerra e alla politica del regime fortemente condizionata dagli agrari, molto presenti in Valdichiana.