CHIUSI, UN QUESTIONARIO DEL COMUNE SULLA MOBILITA’ SOSTENIBILE. ECCO LE CRITICITA’ E LE NOSTRE PROPOSTE

martedì 09th, aprile 2024 / 12:30
CHIUSI, UN QUESTIONARIO DEL COMUNE SULLA MOBILITA’ SOSTENIBILE. ECCO LE CRITICITA’ E LE NOSTRE PROPOSTE
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CHIUSI – Nei giorni scorsi, poco prima di Pasqua, il Comune di Chiusi ha diffuso un sondaggio con il quale chiede ai cittadini risposte e indicazioni sul tema del traffico e della mobilità. Passaggio propedeutico (“step fondamentale” lo definisce) per la stesura del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Tra le domande poste alcune riguardano le abitudini dei cittadini sull’uso dell’auto, della bici o dei mezzi pubblici, altre le criticità (quale è l’incrocio più pericoloso, per esempio), altre ancora le possibili soluzioni (posteggi, piste ciclabili, percorsi dedicati, Ztl ecc.)

Ogni iniziativa che vada nella direzione della “democrazia partecipata” e dell’ascolto della cittadinanza a nostro parere va bene ed è benvenuta. Riteniamo che su un tema di questo genere il Comune, inteso come Amministrazione Comunale, quindi come organo espressione di una maggioranza politica, dovrebbe avere non solo ben presente il quadro della situazione, ma anche una sua “visione” e un “progetto di città”, al di là delle sollecitazioni, delle indicazioni  richieste della gente,

Su queste colonne il tema è stato tante volte affrontato e sono state via via sollecitate delle soluzioni, in qualche caso sono state fatte anche proposte piuttosto precise. Rispondendo pubblicamente al questionario, ne ricapitoliamo alcune.

Quanto alle criticità, la più urgente in quanto situazione non più sostenibile per molti  motivi (sicurezza stradale e degli edifici, rumore, inquinamento ecc.) è senza dubbio quella dei TIR e vari mezzi pesanti che attraversano l’abitato per raggiungere la fabbrica delle traversine ferroviarie Lodovichi Spa. La questione più volte sollevata anche con petizioni, lettere aperte dei cittadini e articoli di stampa, riguarda in particolare via Manzoni e via Cassia Aurelia, con l’incrocio tra queste due strade e via Michelangelo Buonarroti (in prossimità dell’ex passaggio a livello per intenderci) spesso “ingorgato”e con ossido di carbonio alle stelle. E’ una questione ormai annosa. Pluridecenale. La strade sono un colabrodo, i palazzi tremano, gli abitanti non ne possono più. Attraversare la strada sulle strisce davanti alla Chiesa è una lotteria. Anche per i camionisti – costretti spesso a manovre complicate – non è una passeggiata. Una soluzione concordata tra Comune e impresa va trovata. Quale potrebbe essere? una strada di accesso ai piazzali dedicata, dal cavalcaferrovia, oppure l’utilizzo di un braccio ferroviario che consenta carico e scarico da vagoni su rotaia. E magari un’area per l’arrivo e lo scarico dei TIR ubicata altrove. Il famoso Centro Intermodale Merci, per esempio… Di sicuro così non può continuare, 80 mezzi pesanti al giorno in mezzo all’abitato NON SONO una situazione SOSTENIBILE.

Per rendere più sostenibile la mobilità interna all’abitato dello Scalo abbiamo proposto a varie riprese due cose: 1) la chiusura al traffico, in certi  giorni certe ore di via Leonardo da Vinci, cosa sperimentata con successo tra la fie degli anni ’80 e i primi ’90, facendo del “corso” della cittadina, una sorta di isola pedonale-commerciale, tanto più che adesso c’è pure la rinnovata Piazza Garibaldi a fare da salotto; 2) la creazione di “piste ciclabili urbane” per collegare i punti più frequentati: Piazza Garibaldi e la Chiesa, la stazione e Piazza XXVI Giugno, le scuole elementari e i giardini pubblici, il centro medico… Nel 2021 sembrava che le piste ciclabili urbane fossero entrate nell’agenda del comune… Poi il tema è scomparso dai radar. Noi ne parlavamo già nel 2017…

Ovvio che per fare la zona blu e le piste ciclabili, si dovrebbe rinunciare ad un buon numero di posteggi. Quindi servirebbero soluzioni alternative, non lontanissime dal centro oppure in aree più lontane, ma servite da mezzi pubblici navetta. Una soluzione potrebbe essere quella di raddoppiare o triplicare i posti auto in alcuni parcheggi esistenti, realizzando dei posteggi multipiano come ce ne sono tanti in tutte le città, comprese le città storiche e giustamente “intoccabili” (vedi Perugia).

Siamo per la “zona blu” (traffico chiuso) allo Scalo, e ovviamente anche nel centro storico. I centri storici debbono essere liberi dalle auto il più possibile. Però servono posteggi accessibili e comodi. O serviti da mezzi e impianti di “risalita”… Chiusi città da questo punto di vista qualche problema ce l’ha. I posteggi più grandi non sono comodi. E infatti adesso molti si arrangiano posteggiando ovunque. Anche in piazza Duomo.

A Chiusi il servizio pubblico urbano (bus) esiste da tempi immemorabili. Da più di 40 anni. Ma la gente non ha l’abitudine di utilizzarlo. Forse servirebbe una grande campagna informativa e di sensibilizzazione, una mappa dettagliata dei percorsi, delle fermate e degli orari, ma anche mezzi più piccoli con cadenze più ravvicinate. Una campagna del genere potrebbe anche favorire il flusso tra Chiusi Scalo e le varie frazioni e il centro storico, dove trovare il posteggio è sempre piuttosto complicato. Per servizio bus urbano si intende quello interno all’abitato, ma anche per il cimitero, il lago, i due palasport, lo stadio… Deve passare e affermarsi l’idea che il mezzo pubblico non è solo per chi non ha la macchina o nessuno in famiglia che ne ha una, ma per tutti e muoversi con il mezzo pubblico deve essere la normalità, non una scocciatura. La gente però per utilizzare il mezzo pubblico deve trovarci convenienza in termini di tempo, di tranquillità e anche di soldi. In questo senso il lavoro da fare è tanto. Anche in senso culturale. Ma non solo. Il problema dei tempi, della accessiblità e del costo va analizzato bene e a fondo.

Siamo dell’idea che vadano incentivate e potenziate le “buone pratiche” anche da parte dei bambini e de ragazzi, che poi cresceranno con una cultura della mobilità diversa. Per cui ben venga il “Piedibus” o il “bicibus” per andare a scuola e da scuola a casa tutti insieme. Si inquina di meno e si socializza.

Ben vengano anche i punti di bike sharing (noleggio e scambio delle biciclette), cosa interessante anche per i turisti che arrivano in treno.

Per quanto riguarda la sicurezza stradale, a Montallese il problema è stato risolto con una serie infinita di semafori e dossi, via Oslavia a Chiusi Scalo invece resta un punto critico nonostante i dossi e il semaforo all’altezza delle scuole elementari. Idem via Mazzini.

Insieme al problema sicurezza, c’è anche un problema di “decoro” e quindi di immagine: le strade sfasciate, la segnaletica improbabile e spesso rovinata, i posteggi di acceso alla città che appaiono come luoghi infernali (vedi quello in prossimità dell’ex passaggio a livello, lato Umbria) costituiscono un pessimo biglietto da visita per chi arriva. Su questo aspetto uno sforzo per una manutenzione migliore e per offrire un’immagine migliore di Chiusi crediamo debba essere fatto.

Quello delle convenzioni per la gestione dei posteggi blu a pagamento nei centri urbani e di quelli coperti con i panneli fotovoltaici è un altro aspetto su cui, secondo noi, ci sarebbe molto da discutere e prima si fa e meglio è.

m.l.

 

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