CHIUSI SCALO: IN VISTA MODIFICHE ALLA VIABILITA’, MA… PERCHE’ NON PENSARE AD UNA PISTA CICLABILE URBANA?
CHIUSI – L’imminente e annunciato taglio dei pini di via Oslavia nel tratto tra Piazza XXVI Giugno e la rotonda della Fontina, con rifacimento e sistamazione della strada, che è forse la più transitata del comune, mediante ralizzazione di marciapiedi, posteggi, rotatoria e senso unico a scendere, ha scatenato un certo dibattito sui social (tra pro e contro il sacrificio dei pini, ma anche più in generale sulla cura del verde e la manutenzione delle strade). Dopo via Oslavia anche Piazza Garibaldi, sempre allo Scalo, dovrebbe subire una nuova ristrutturazione, dopo quella fatta nel 2000: si prevede l’abbattimento del muro di cinta, l’eliminazione delle dune di terra e, forse, anche il taglio o la rimozione degli alberi. Di alcuni alberi, almeno.
E anche questa ipotesi desta qualche perplessità. Anche se oggettivamente quella specie di Fort Alamo, pensato 17 anni fa per salvaguardare l’incolumità dei bambini che vi passavano ore a giocare, adesso, con il centro cittadino quasi completamente spopolato, ha perso la funzione originaria e rimane uno spazio poco utilizzabile e poco utilizzato. Ma in ogni caso abbastanza verde. Il taglio o l’espianto degli aceri che a loro volta sostituirono i vecchi pini cambierebbe oggettivamente l’aspetto e il clima del cuore della cittadina.
Ecco, a fronte di queste imminenti novità (via Oslavia e Piazza Garibaldi) viene da chiedersi se non sia il caso di introdurne anche un’altra che cambierebbe davvero le abitudini (e forse anche la qualità) di vita dei chiusini della Stazione. Ci riferiamo ad una pista ciclabile urbana, da realizzarsi a lato strada, al posto degli attuali posteggi. Magari sacrificando, laddove necessario, quelle aiole con cordolo di travertino alto 30 centimetri (quindi pericoloso) e sempre più asfittiche e secche… Pensiamo ad un percorso ciclabile che potrebbe collegare la piazza della stazione ferroviaria con Piazza XXVI Giugno, i giardini pubblici, la scuola elementare.
Naturalmente i posteggi a lato strada che verrebbero eliminati dovrebbero essere sostituiti con posti auto in altre zone, non lontane dal centro. Magari pensando a qualche posteggio multipiano… La pista ciclabile urbana potrebbe essere non solo un segnale di innovazione e sensibilità verso l’ambiente e la salute dei cittadini, ma anche un primo passo per liberare il centro dalle auto. Esperimento quest’ultimo che fu tentato in via Leonardo da Vinci alla fine degli anni ’80 e poi abbandonato per le pressioni dei commercianti che non sono mai stati favorevoli alla chiusura del centro alle auto, temendo di perdere la clientela di passaggio e quella che arriva da altri paesi.
Attualmente però, nostante si tratti di posteggi blu a pagamento, gli stalli risultano quasi sempre occupati, con scarsissima possibilità di rotazione. Quindi la funzione di garantire spazi di sosta per la clientela dei negozi va a farsi friggere. Chiusi Scalo in passato ha vissuto epoche di grande vitalità commerciale e produttiva, perché a differenza di altri paesi dei dintorni, più statici, era la realtà più coraggiosa, più innovativa, più avanzata. Per recuperare centralità e vitalità dovrà inventarsi qualcosa di nuovo, di più moderno e al passo con le tendenze in voga in tutta Europa. Ma perché a Zurigo, a Monaco di Baviera, a Strasburgo ma anche a Trento e Bolzano che sono anche più fredde di Chiusi si può andare in bicicletta invece che in auto nel centro della città e a Chiusi no? Ormai le piste urbane ci sono anche a Firenze, o a Foligno, a Terni come a Città di Castello e a Castiglione del Lago… e in tutte le città di mare, pianeggianti come Chiusi scalo…
La proposta dei percorsi ciclabili urbani era contenuta anche nel programma dei Podemos, che vi individuavano anche un fattore di promozione turistica. Noi pensiamo che sarebbero soprattutto un fattore di salute per le strade e per i cittadini residenti che si abiturebbero a lasciare a macchina a casa e a pedalare per andare a scuola, a fare la spesa o dal dottore…
Da queste colonne la proposta l’avevamo già avanzata. Più volte. E adesso ci permettiamo di risegnalarla a Bettollini & C., proprio nel momento in cui si accingono a modificare la viabilità e anche l’aspetto di comparti importanti dell’abitato. Potrebbe essere un tema da porre in discussione con la cittadinanza e con gli stessi operatori commerciali e artigianali i quali dovranno prima o poi abituarsi all’idea che da nessuna parte ormai è pensabile arrivare con la macchina davanti ai negozi, salvo carico e scarico, laddove necessario.
Insomma noi pensiamo che una Chiusi Scalo con un verde più curato, con più musica nei locali, con eventi diffusi, con le strade libere dalle auto e la gente che pedala e passeggia e si riappropria degli spazi della città, sarebbe un’altra Chiusi Scalo. Più moderna e avanzata, ma anche più simile a quella che era nel 1965 o giù di lì…
chiusi, Juri Bettollini, Possiamo