PIU’ GENTE DEL SOLITO PER IL 25 APRILE. BUON SEGNO. MA DELLA GUERRA SI PARLA POCO…

PIU’ GENTE DEL SOLITO PER IL 25 APRILE. BUON SEGNO. MA DELLA GUERRA SI PARLA POCO…
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CHIUSI – Si è vista più gente del solito, questa mattina alle manifestazioni per il 25 aprile. Almeno più degli ultimi anni, quelli segnati dal covid e dall’inizio della guerra in Ucraina.

Più gente ovunque, anche nella zona, non solo nelle grandi città: a Montepulciano per esempio, a Sarteano, sul Monte Pausillo, dove operò la Brigata Risorgimento, attiva nella zona del Trasimeno-Pievese, a Cetona, a Chianciano di dove c’è stata anche una bella iniziativa con la banda “Bonaventura Somma” e anche a Chiusi. Le foto postate sui social parlano da sole. Motivo? la liberazione anche dal Covid? forse. I neofascisti al governo del Paese? più probabile. 

Gonfaloni dei comuni, sindaci con la fascia, assessori e consiglieri comunali, l’Anpi con le sue bandiere e i suoi fazzoletti al collo, Carabinieri, Polizia e Guarda di Finanza sull’attenti a fare il saluto solenne versione militare. Non solo perché sono le forze dell’Ordine della Repubblica, ma perché la Resistenza la fecero anche loro, lasciando sul campo morti e feriti. Presenza importante e significativa.

A Chiusi non si son viste le due liste di opposizione, ma gli altri c’erano tutti: i consiglieri della maggioranza, i Podemos in massa, esponenti del Pd, del Psi, della vecchia Dc… Anche un bel po’ di giovani e questo è un bel segnale. C’erano gli assessori della giunta precedente Andrea Micheletti e Sara Marchini, che aveva la delega alla “memoria”. C’era ovviamente, come sempre anche la banda, diretta dal maestro Roberto Fabietti che ha accompagnato la deposizione delle corone ai monumenti e i discorsi del sindaco e del presidente Anpi Fausto Pacchieri con le note del’Inno nazionale e di Bella Ciao…

Nei loro interventi Gianluca Sonnini e Fausto Pacchieri non  hanno fatto sconti a chi anche dai vertici delle istituzioni nazionali ha provato, anche negli ultimi giorni a sminuire il significato del 25 Aprile e della Resistenza, tentando di riscrivere la storia. Hanno entrambi ribadito come la Resistenza sia stata non solo un aiuto militare agli alleati, ma anche un movimento di popolo che ha riscattato l’Italia dalla vergogna del fascismo, creando le basi per passare dalla dittatura alla democrazia, dalla monarchia alla Repubblica. E tutto ciò è scritto nella Costituzione che dalla Resistenza è nata.

Discorsi forti e appassionati sulla necessità di mantenere viva e attiva la memoria e l’antifascismo come stella polare. Sonnini ha fatto riferimento all’aspirazione alla pace, alle troppe guerre che stanno insanguinando il mondo, ha citato quelle in Yemen, Siria, Sudan e anche quella in Ucraina, senza però andare oltre un generico anelito pacifista… Né il sindaco, né il presidente Anpi hanno affrontato il tema dell’invio di armi alla resistenza ucraina, nessuno dei due ha detto se sia giusto o no continuare a inviarle, se la resistenza ucraina sia o meno paragonabile a quella dei partigiani italiani del 1943-45, se le svastiche, giustamente stigmatizzate quando compaiono in qualche piazza o stadio italiano, vanno invece bene se a sventolarle sono i “resistenti ucraini” armati dall’Europa e anche dall’Italia, che secondo la sua Costituzione “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”…

Comprendiamo l’aplomb istituzionale, ci mancherebbe altro, ci pensano già La Russa e Salvini a gettare sul tavolo argomenti “divisivi” (sbagliati, peraltro), ma noi qualche cenno in più alla guerra in corso in Europa, perché l’Ucraina e la Russia sono geograficamente in Europa, lo avremmo fatto. Così come, parlando della Resistenza, avremmo sì ricordato, come è stato giustamente fatto, cosa fu l’attentato di via Rasella a Roma, ma avremmo anche accennato agli episodi di resistenza verificatisi a Chiusi.

Il sindaco e il presidente Anpi hanno parlato, davanti alla stazione ferroviaria, sotto due lapidi, una che ricorda le vittime civili del bombardamento del 21 novembre ’43 e l’altra che ricorda il passaggio dei treni carichi di deportati, destinazione campi di sterminio… Bene, alcuni di quei vagoni piombati furono aperti da ferrovieri di stanza a Chiusi, per liberare quei poveracci. Azione di resistenza alla barbarie e di umana pietà, come dissero i protagonisti, che non hanno mai voluto essere nominati, per pudore, per non vantarsi, perché “facemmo solo quello che in quel momento si doveva fare”, dissero.

La seconda lapide è stata scoperta un anno fa. Quest’anno quell’azione “di resistenza”, non necessariamente partigiana, ma civile, l’avremmo ricordata. Perché il luogo lo richiedeva e perché quei giovani che erano in piazza avrebbero capito più chiaramente cosa fu la “resistenza” e come si arrivò al 25 aprile… Ci si arrivò con i ragazzi come loro, alcuni neanche ventenni, che presero il fucile e andarono in montagna – qui da noi, sul Cetona, in Valdorcia, sulle colline intorno a Chiusi – ma anche con atti di eroismo individuale, di resistenza umana, prima che politica e armata. Esattamente uguale a quella dei contadini, degli artigiani, di altri ferrovieri che nascondevano i partigiani, i soldati sbandati, li rifocillavano, davano loro dei vestiti, gli indicavano la strada per raggiungere le postazioni dei combattenti…

Questa non è polemica, intendiamoci. Sono solo dettagli che ci permettiamo di sollevare, per amicizia e vicinanza, come facemmo l’anno scorso quando l’Anpi evitò di parlare della guerra in Ucraina alla Festa della Costituzione, tenutasi intorno al 2 giugno. Una falla a nostro avviso imperdonabile.

Ultima nota, anzi due: 1) bello vedere turisti stranieri applaudire convintamente il sindaco e la banda; 2) capita spesso di veder passare una macchina con lo stereo a palla in mezzo al paese, magari con una musica martellante… Stamattina appena sciolta la manifestazione a Chiusi Scalo, è passata una Golf con lo stereo a palla che però invece della musica martellante mandava Bella Ciao in spagnolo: esta es la historia de un guerrillero muerto por la libertad…

m.l.

 

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