SINALUNGA: ADDIO A IDRIO BUI, IL GREGARIO DI COPPI

giovedì 15th, dicembre 2022 / 12:24
SINALUNGA: ADDIO A IDRIO BUI, IL GREGARIO DI COPPI
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SINALUNGA – Il ciclismo eroico perde uno dei suoi ultimi protagonisti. Questa mattina nella sua Sinalunga è morto Idrio Bui, ciclista professionista negli anno ’50 e ’60, gregario sì, ma cercato spesso dai big. Fu infatti fedele scudiero di Fausto Coppi e di Anquetil e contribuì con i suoi muscoli e la sua sagacia tattica ai loro successi. Nel ’61 aiutò Arnaldo Pambianco a vincere il Giro d’Italia.

Bui aveva 90 anni. Passò professionista nel 1957 e terminò la carriera nel ’64, a 32 anni, dopo una caduta al Giro di Lombardia.

Nel 2009 Bui partecipò al Forum nazionale della stampa locale autogestita, Cronache Italiane, promosso da Primapagina a Città della Pieve, insieme ad un altro campione dei suoi tempi, Franco Balmamion.

Nell’occasione Bui raccontò la vita da gregario, il rapporto di amicizia e stima con Coppi che lo volle con sé alla Fides, non appena divenne professionista, quello un po’ più difficile con Anquetil e con lo spagnolo Bahamontes, grandissimo scalatore, che in una tappa del Giro, lo prese a calci e colpi di pompa (quella della bicicletta) sulla testa perché in corsa gli aveva portato dell’acqua e non una birra fresca…  Raccontò di come allora i campioni fossero serviti e riveriti e appena finita la gara venivano massaggiati e rifocillati in comodi alberghi, mentre loro, i gregari, portatori d’acqua, dovevano lavarsi i piedi alle fontanelle per strada. Raccontò il freddo delle tappe di montagna sulle Alpi, le cadute, le fughe fatte solo per andare a rifornirsi di acqua (e birra) in qualche bar lungo la strada, in attesa che arrivasse il capitano per passargliela…Balmamion che era un capitano e vinse due Giri d’Italia consecutivi nel 1962 e ’63 (senza vincere una tappa) confermò tutto… Tra i due venne fuori un “duetto” da far invidia a Tognazzi-Vianello. Un grande racconto di sport in presa diretta.

Bui non ha vinto molto in carriera, qualche corsa da dilettante sì (la Coppa Sabatini per esempio, nel ’56), da professionista poche:  la Coppa Cicogna nel ’58 e una tappa al Giro di Sicilia nel ’60. Ha partecipato a 6 giri d’Italia, a 6 Milano-Sanremo e 5 Giri di Lombardia, le due “classiche” italiane. Miglior piazzamento, 10° posto al Lombardia e 11° alla Sanremo nel ’62. Ma il suo mestiere sui pedali non era quello di vincere. Faceva il gregario, e lo faceva molto bene

Dopo aver lasciato il ciclismo come corridore, Idrio Bui è rimasto sempre un appassionato e ha continuato a seguire le corse in Toscana e non solo. Non ha mai appeso la bici al chiodo: nel 2009, quando venne a Cronache Italiane, aveva 77 anni, e ancora faceva – raccontò – più di 50 km al giorno in sella al suo “cavallino a due ruote”, che però era una bella bici nuova, di quelle moderne, non quel ferrovecchio su cui correva nei primi anni ’60 con Coppi, Anquetil e Bahamontes… Con quella, se mai, ci faceva L’Eroica…

Ti sia lieve la terra caro Idrio.

M.L.

 

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