E’ MORTO ALBERTO ASOR ROSA, INTELLETTUALE DI SINISTRA CHE AMAVA LA VALDORCIA

mercoledì 21st, dicembre 2022 / 19:05
E’ MORTO ALBERTO ASOR ROSA, INTELLETTUALE DI SINISTRA CHE AMAVA LA VALDORCIA
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È morto a 89 anni, in una clinica romana dove era ricoverato, Alberto Asor Rosa, storico della letteratura e saggista italiano: era nato a Roma nel 1933. Professore di letteratura italiana alla Sapienza di Roma, deputato del PCI e membro della Direzione Nazionale del Pds è stato uno dei grandi studiosi della letteratura e del rapporto tra letteratura e ideologie politiche. Per la generazione di studenti di liceo degli anni ’70 è stato insieme a Carlo Salinari e Natalino Sapegno uno dei punti di riferimento riguardo alla letteratura italiana. E uno dei più profondi “analisti” del rapporto tra la sinistra intellettuale e il proletariato e dei mutamenti antropologici avvenuti dal dopoguerra al giorno d’oggi passando per gli anni del boom economico. Il libro “Scrittori e popolo” in questo senso è un saggio puntuale e illuminante.

Ha diretto la Letteratura italiana Einaudi (1982-91), Per più di 50 anni ha insegnato alla Sapienza di Roma, Alla storia della letteratura ha dedicato la sua esistenza: da quella ideata negli anni Settanta per la Nuova Italia alla Storia europea della letteratura italiana (Einaudi, 2009): in mezzo la direzione della grande opera intitolata Letteratura Italiana pubblicata in 20 volumi tra il 1982 e il 2000 e la collaborazione con la Letteratura italiana Laterza, diretta da Carlo Muscetta. Si è cimentato anche con la narrativa e l’autobiografia con test come L’alba di un mondo nuovo (2002), Storie di animali e altri viventi (2005) e Assunta e Alessandro (2010), una storia dei suoi genitori…Oppure “I racconti dell’errore” (2013) e Amori sospesi (2017). Nel 2019 ha pubblicato un saggio su Machiavelli, intitolato “Resoconto di una disfatta“, titolo che sembra attagliarsi anche all’attualità…

Alberto Asor Rosa è stato anche uno degli intellettuali romani che dagli anni ’70 in poi, scelsero la zona del sud senese come buen retiro, Molti optarono per Cetona (gran parte dei fondatori di Repubblica), qualcuno per San Casciano Bagni, qualcun altro per la vicina Città della Pieve in Umbria… Lui scelse Pienza, anzi più precisamente un podere nei pressi di Monticchiello. Da lì condusse anche alcune battaglie ambientali, salvo poi trovarsi contromano, quando finì al centro di una polemica per aver chiuso arbitrariamente, a detta di alcuni concittadini, una strada di campagna… Fu proprio Asor Rosa, dalle colonne di Repubblica, a scatenare il putiferio mediatico sulle famigerate “villette di Monticchiello” nel 2006, una lottizzazione contestatissima che vedeva coinvolti anche alcuni amministratori locali e sulla quale lo stesso Teatro Povero non riuscì a trarre conclusioni, come su altre questioni, tanto era spinosa…

Per la verità, quella vicenda della lottizzazione “aia del popolo” a Monticchiello, prima di Repubblica (circa 7 mesi prima) l’aveva tirata fuori primapagina, con un articolo di Fabio Pellegrini, in cui si parlava anche della strada chiusa da Asor Rosa… ma l’impatto mediatico di Repubblica fu, ovviamente diverso…

Alberto Asor Rosa negli anni ha seguito il Teatro Povero, grandissimo esperimento culturale e antropologico, e la gestazione del Parco Artistico e Naturale della Valdorcia, poi diventato Patrimonio Unesco… Ha partecipato, più di altri suoi colleghi, alla vita e alle discussioni politiche del territorio a Pienza e Monticchiello, pur rimanendo sempre piuttosto distaccato, però… Adesso anche lui non verrà più in Valdorcia. Un altro grande testimone del ‘900 che ha scandagliato la produzione letteraria italiana mettendola in fila ad uso dei lettori (non solo di studenti e studiosi) lascia il campo. Alla soglia dei 90 anni può capitare, è nell’ordine delle cose possibili, ma il vuoto che lascia è grande.

 

Nella foto (Controradio): Alberto Asor Rosa

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