TOSCANA, IN AUMENTO LE INFILTRAZIONI DELLE MAFIE. E NON SOLO SULLA COSTA. GLI APPETITI DELLE COSCHE SUI CANTIERI PNRR

giovedì 20th, ottobre 2022 / 16:23
TOSCANA, IN AUMENTO LE INFILTRAZIONI DELLE MAFIE. E NON SOLO SULLA COSTA. GLI APPETITI DELLE COSCHE SUI CANTIERI PNRR
0 Flares 0 Flares ×

“Traffico di droga, riciclaggio, smaltimento illecito di rifiuti e usura per un “fatturato” stimato di oltre 17 miliardi di euro. Camorra e ’ndrangheta, le due organizzazioni che hanno esteso in Toscana i loro tentacoli. E ci sono preoccupanti segnali anche di un ritorno della mafia siciliana», a delineare questo quadro poco incoraggiante è Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto che da sempre si occupa di contrasto alle infiltrazioni malavitose. Calleri aggiunge: «La Toscana rischia un’invasione»

Non è ancora un vero radicamento, ma nemmeno più una presenza pulviscolare. Le organizzazioni criminali continuano a prediligere una struttura “fluida” in Toscana, ma con una forte spinta, alla stabilizzazione, come sottolineato anche nell’ultimo rapporto sui “fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana” elaborato dalla Regione e dalla Scuola Normale di Pisa. Tutto ciò con  “tentativi di colonizzazione che trovano terreno fertile nelle sacche di marginalizzazione etnica ed economica e modelli organizzativi che cercano nelle crisi, prima quella legata alla pandemia e adesso quella collegata all’emergenza energetica, inedite opportunità di radicamento”.

Ciò che emerge anche dall’ultimo rapporto della DIA – continua Calleri – è che mentre si conferma la presenza di camorra e ‘ndrangheta, si assiste anche ad un ritorno della mafia siciliana, che sembrava scomparsa dalla regione.

Quanto alle zone toscane più ambite dalla criminalità organizzata, il presidente della Fondazione Caponnetto spiega: «Un tempo era solo la costa, ora tutta la regione. La costa è sempre un punto primario degli interessi delle organizzazioni criminali (il porto di Livorno è ormai in linea con quello di Gioia Tauro), ma il rischio di penetrazione è alto ovunque. La mafia si adatta al territorio e quindi in Toscana tende ad essere meno visibile. Ci sono però segnali in controtendenza e i continui fuochi d’artificio che si sentono in varie città della Toscana sono ormai un segnale di un cambio della presenza criminale sul territorio».

I soldi del Pnrr: sono ovviamente un’opportunità per l’Italia, ma anche un possibile, ghiotto, boccone per le mafie. Che puntano ad accaparrarsi appalti. «È un’occasione, non solo in Toscana, per le organizzazioni criminali che sono già attrezzate con i loro tecnici e pronte a fare cassa» dice Calleri senza troppi peli sulla lingua.

La criminalità organizzata non è solo italiana. In Toscana esiste una presenza straniera? La risposta di Calleri è «Sì. Ci sono diverse mafie straniere: albanese, nigeriana e cinese, dedite soprattutto al traffico di droga e alla prostituzione. Si tratta però di organizzazioni che stanno evolvendo. Spesso, anche in sinergia con gruppi italiani. Ci sono ad esempio gruppi misti albanesi-calabresi. L’integrazione che non esiste nella società esiste tra i mafiosi».Qualche esempio: «il controllo della manodopera nel comparto vitivinicolo sarebbe appannaggio di caporali albanesi, poi rumeni e moldavi; nell’olivicoltura ci sono caporali pachistani e turchi», dice ancora Calleri.

Dagli anni ’80 hanno via via operato in Toscana personaggi come Luigi Cardiello, cugino di Francesco Schiavone del Clan dei Casalesi, quello che fece scoprire la terra dei fuochi in Campania; Cardiello era detto “Re Mida”, per una frase: “Noi appena tocchiamo la monnezza la facciamo diventare oro”. Oppure come Carmelo  Musumeci il re delle bische della Versilia, condannato per omicidio, e Pippo Messina e Marco Palma, che invece finirono ammazzati nel 1989. Oppure ancora cone Peppe o’ Biondo (Giuseppe Di Girolamo) appartenente alla Nuova Camorra Organizzata, attivo a Follonica, con altri esponenti vicini ai Casalesi e anche ai Casamonica di Roma che avrebbero svolto attività di riciclaggio nella ristorazione…

Quando si parla di grandi opere e di cantieri che possono stimolare appetiti, come potrebbe essere quello per la stazione in linea per l’alta velocità a Rigutino, Farneta o Montallese-Tre Berte (Salcheto) è bene tenere a mente che gli appetiti maggiori li hanno proprio le organizzazioni criminali, le quali hanno anche tecnici e contabili capaci di districarsi alla perfezione nei meandri della burocrazia, delle autorizzazioni…

Secondo il presidente della Fondazione Caponnetto la Toscana (come altre regioni) non ha avuto gli anticorpi che forse pensava di avere e mentre le forze dell’ordinehanno sempre lavorato alacremente per contrastare le infiltrazioni delle mafie, la politica non è stata sempre attenta e vigile, solo adesso sembra cominciare a porsi il problema, ma molto timidamente.

M.L.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Mail YouTube