VILLASTRADA E CHIUSI: “LO STRANIERO” SUPERA LA PROVA. NON ERA FACILE PERCHE’ LA STORIA E’ CONTROVERSA
- CHIUSI – In questi giorni in tutto il territorio a cavallo tra Valdichiana e Trasimeno si è celebrato l’80° anniversario della liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel giugno del 1944. A costi indicibili in termini di vite umane, edifici distrutti o danneggiati, lacerazioni emotive e della convivenza civile… Ci sono state ovunque – da Sarteano a Chiusi, da Città della Pieve a Montepulciano, da Torrita di Siena a Chianciano, da Castiglione del Lago a Sinalunga – iniziative varie: mostre, incontri, trekking, deposizione di corone nei luoghi in cui si combatté o caddero soldati, civili e partigiani… Tra le iniziative di cui sopra anche il reading “Lo straniero. Il polacco deve morire” allestito da Primapagina come contributo del giornale alle celebrazioni e presentato martedì 25 a Villastrada e giovedì 27 a Chiusi. Due serate andate benissimo, per presenzaa di pubblico e apprezzamenti. Abbiamo aspettato un paio di giorni a commentare l’evento, questo per vedere se qualcuno non avesse gradito, se fossero emerse delle polemiche che ci potevano anche stare.
Come abbiamo scritto negli articoli di presentazione, la vicenda raccontata è controversa. E’ una storiaccia, di quelle che lasciano ferite e macchie indelebili, una storia non edificante, dentro la bella storia della Resistenza. Qualcuno avrebbe potuto non gradire.
E’ facile parlare e raccontare dei partigiani torturati, impiccati ai lampioni con il cartello “banditen” al collo, fucilati dalle SS naziste o dai repubblichini, facile parlare e raccontare dei partigian e militari caduti in combattimento. Le parole vengono da sole… Il difficile viene quando devi o vuoi raccontare di partigiani fucilati da altri partigiani. Per di più da partigiani del tuo territorio, persone che hai conosciuto e che nella memoria collettiva della zona sono degli eroi…
Ebbene, con Alessandro Lanzani voce narrante e Riccardo “Dello” Dell’Orfano alla fisarmonica e chitarra abbiamo provato a raccontare la vicenda di Joseph Klucine, detto Il Polacco (perché era polacco), disertore della Wermacht poi partigiano sul Monte Cetona, fucilato dai partigiani, suoi compagni di guerriglia, il 6 giugno del ’44 nei pressi della cartiera di Sarteano, per dissapori con il comandante della Brigata, colonnello Silvio Marenco. La prova è stata superata sia martedì 25 a Villastrada, sia giovedì a Chiusi.
Applausi a scena aperta, qualche lacrimone di commozione, abbracci e richieste di portare il reading anche altrove… perché le storie vanno raccontate tutte, anche quelle brutte, scomode, urticanti… La memoria non è solo rose e fiori e cose belle. La memoria è anche dolore. E macerie, anche interiori. La memoria è anche sangue e merda. Perché la guerra è sempre sangue e merda e macerie, da che mondo è mondo. Era così ai tempi degli etruschi e dei romani, era così nel ‘500 quando Ascanio Della corgna tentò di mettere a ferro e fuoco questo territorio, era così in quel giugno piovoso del ’44 con gli Alleati che avanzavano da sud e i tedeschi in ritirata che facevano stragi di civili per coprirsi la fuga, spalleggiati dai fascisti di Salò…
La vicenda del Polacco, pagina nerissima della resistenza nella zona tra Chiusi, Monte Cetona e Valdorcia, è solo un episodio. Che secondo noi però andava e va raccontato per un giusto risarcimento a quel ragazzone venuto a morire in questa terra a 27 anni, come tanti miti del rock. Ovvio che anche lui non avesse tutte le ragioni, che forse fece delle cazzate, come è ovvio che il Colonnello Marenco avesse dei timori più che giustificati circa possibili rappresaglie che avrebbero potuto avere esiti drammatici come a Roma dopo via Rasella o a Civitella in Valdichiana… Che la storia sia controversa è un fatto. E questo nello spettacolo emerge piuttosto chiaramente. Ci fa molto piacere che sia a Villastrada che a Chiusi il pubblico numeroso e attento abbia apprezzato sia la prova attoriale-musicale dei due performers che la chiave di lettura proposta dal testo. Alla vigilia eravamo un po’ preoccupati. Adesso, dopo le prime due uscite, molto meno. E ci fa piacere che altri comuni, altre associazioni del territorio ci abbiano chiesto di riproporre “Lo straniero” in altre piazze, in altri contesti… Se possibile lo faremo molto volentieri.
In tempi in cui la guerra è tornata prepotentemente alla ribalta ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e in diverse parti del mondo, proporre una “ballata per un disertore” può essere un segnale, non solo un tributo alla memoria. Grazie al Comune di Chiusi e all’Anpi che ci hanno sostenuto, al Bar Burini di Villastrada che ci ha ospitati e a tutti i cittadini che hanno partecipato. Al Cimitero di Chiusi dal 2022 c’è una stele con i nomi dei garibaldini e dei partigiani chiusini caduti, tra i nomi di questi ultimi c’è anche quello di Joseph Klucine detto il Polacco. Chi può ci lasci un fiore… Noi, il nostro fiore del partigiano lo abbiamo lasciato…
m.l.
A
E questo è il fiore…