LA GUERRA IN UCRAINA E LA GUERRA SANGUINOSA DELLE SPARATORIE DI MASSA NEGLI USA. IERI IN TEXAS PIU’ DI 20 MORTI.

mercoledì 25th, maggio 2022 / 18:08
LA GUERRA IN UCRAINA E LA GUERRA SANGUINOSA DELLE SPARATORIE DI MASSA NEGLI USA. IERI IN TEXAS PIU’ DI 20 MORTI.
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Uno dei motivi che più ci fa odiare la guerra è che in guerra oltre ai soldati muoiono anche i civili e tra i civili anche i bambini. Giusto indignarsi per i bambini, le donne, gli anziani morti in Ucraina dal 24 febbraio ad oggi per i bombardamenti, gli attacchi missilistici e le azioni casa per casa dell’esercito russo. Alla data del 25 aprile, esattamente un mese fa, secondo l’agenzia Interfax Ukraine erano 3.818 le vittime civili confermate in Ucraina, di cui 215  i bambini. Oltre 4mila i feriti, di cui 391 bambini. Una cifra spaventosa  e, ovviamente, incompleta. Con un altro mese di guerra quanti saranno i  morti e i feriti? E quanti ancora si conteranno se la guerra continuerà ancora a lungo?

Il ministro russo Shoigu ha dichiarato in una intervista, due giorni fa, che Mosca sta «deliberatamente rallentando la guerra in Ucraina per permettere l’evacuazione della popolazione civile, attraverso appositi corridoi umanitari». Interi reparti militari ucraini, oltre quelli del Battaglione Azov che erano dentro l’acciaieria Azovstal a Mariupol, si sarebbero arresi e consegnati ai russi, l’ufficiale di uno di questi ha letto un messaggio al comandante in capo, cioè a Zelensky, in cui spiega le ragioni della resa. Una è quella di non causare altre morti inutili… La notizia è di ieri, anche se i media occidentali l’hanno bellamente sorvolata. Sui social circolano video sia di fonte russa che di fonte ucraina.

Non è stato possibile invece, per nessuna testata giornalistica, sorvolare su un’altra guerra non dichiarata, che non conosce tregua. Una guerra sanguinosa che sta facendo centinaia di vittime innocenti, anche tra i bambini, e stavolta non a causa dell’Orso Russo o dei fanatici resistenti ucraini. E nemmeno dei talebani o del terrorismo internazionale. Una guerra frutto di una cultura diffusa e della facilità con cui qualsiasi cittadino può acquistare armi d’assalto, costruirsi un arsenale e decidere di fare una strage. Per il gusto di sparare, per frustrazione, per motivi razziali o per inclinazione alla violenza, magari condita con elucubrazioni suprematiste, nazionaliste e spesso nazistoidi… Parliamo di una guerra in atto nel più grande Paese democratico del mondo: The United States of America.

L’ultimo episodio di questa guerra è avvenuto ieri in Texas, dove un 18enne ha fatto fuoco in un complesso scolastico facendo 21 morti, quasi tutti (19) bambini. Prima di sparare nella scuola e di essere a sua volta ucciso dalla polizia il giovane aveva colpito con un’arma da fuoco l’anziana nonna, rimasta ferita e adesso in pericolo di vita.

Solo 10 giorni fa a Buffalo nel nord dello Stato di New York un altro 18enne è entrato in supermercato con un fucile da guerra e ha cominciato a sparare riprendendo la scena con una telecamera montata sul casco che trasmetteva in streaming: 10 morti (tutti di colore) e 3 feriti gravi… Appurata poi la matrice razzista.

Dall’inizio del 2022 a metà del mese di maggio 2022 negli Usa ci sono stati 198 attacchi armati, con una media di circa 10 a settimana. I dati provengono dal Gun Violence Archive, organizzazione indipendente di raccolta dati. Il gruppo definisce una “sparatoria di massa” qualunque episodio in cui vengano uccise con armi da fuoco quattro o più persone. Ogni attacco con 4 o più morti può considerarsi strage. Secondo questo criterio il Gun Violence Archive ha registrato nel 2021 ben 693 stragi: significa che ogni giorno dell’anno, sabati e domeniche comprese, negli Usa ci sono state quasi 2 stragi. Nel 2020 sono state 611 e altre 417 nel 2019. Anche la tendenza è a crescere.

La strage di Buffalo è stata compiuta con un fucile d’assalto XM-15, stesso modello di arma usato nell’assalto alla scuola elementare di Newtown in Connecticut, avvenuto il 14 dicembre del 2012: 26 vittime, autore un ventenne con il cognome italiano: Adam Lanza.  Dopo quell’episodio e un lungo processo, nel febbraio di quest’anno la Remington Arms casa produttrice dell’XM-15 si è accordata con le famiglie delle vittime per un risarcimento di 73 milioni di dollari. ciò in quanto la sessa azienda è stata ritenuta responsabile di una sparatoria di massa negli Usa…

L’osservatorio  Guns Violence Archive, cita anche le stragi con più vittime compiute negli Stati Uniti:  al primo posto c’è la terribile strage del primo ottobre 2017, compiuta durante un concerto a Las Vegas dal 64enne Stephen Paddock con 23 armi da fuoco. L’uomo prima di togliersi la vita, uccise 58 persone. La seconda è la strage di Orlando con 49 morti, avvenuta nel 2016. Gli assalti più cruenti sono avvenuti tra il 2007 e il 2018. Il maggior numero di episodi si è verificato in Texas, il grande stato “sudista”…

Il presidente Joe Biden ha dichiarato contrito di essere stanco e che “è arrivato il momento di agire e affrontare la lobby delle armi”.  Lo disse anche Obama, con Biden vice, ma senza alcun successo.

Le stragi nel frattempo sono continuate e negli Usa acquistare un’arma, anche un fucile da guerra, è tutt’ora molto facile. Né Repubblicani, né Democratici vi hanno mai messo mano. Le lacrime di Biden sembrano lacrime di coccodrillo. E non perché è il principale fautore dell’invio di armi agli ucraini, ma perché sul fronte interno i Dem avrebbero potuto fare e non hanno fatto.

E’ una cultura quelle delle armi che per gli americani è quasi un’ossesione. Quasi tutti tengono un’arma in casa, spesso più d’una. E’ un retaggio che viene da lontano e affonda le radici nell’individualismo esasperato e nel razzismo mai sopito del tutto da un lato e dall’altro nella vocazione a farsi giustizia da soli e nel mito fondativo degli Stati Uniti, quello della frontiera, del Far West che fu una storia fatta di sogni, ma anche di sopraffazioni, violenze, processi sommari, costruita a colpi di Colt e di Winchester.

Su molte questioni gli States sono o possono rappresentare un modello (la giustizia, la stampa, il rispetto delle leggi fiscali, la musica, il cinema, l’innovazione tecnologica) su altre no. Questa storia delle armi in mano a chiunque ne fa uno dei paesi più pericolosi e più violenti al mondo, un modello negativo da cui stare alla larga. E noi, nel nostro piccolo, lo dicevamo anche quando in Italia si facevano petizioni per la legittima difesa e per il diritto di sparare ai ladri o presunti tali…

m.l. 

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