CHIUSI, 25 APRILE: INAUGURATA LA STELE A MEMORIA DI GARIBALDINI E PARTIGIANI
IL COMUNE DA’ FINALMENTE ATTUAZIONE AD UNA PROPOSTA AVANZATA DA QUESTO GIORNALE, FATTA PROPRIA DALL’ANPI
CHIUSI – Come in mille altre città e paesi d’Italia anche a Chiusi si è celebrato ieri il 25 Aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, il Natale laico della Repubblica italiana, nata sì un anno dopo, con il referendum del 1946, ma il realtà fondata di fatto con il patto e la lotta antifascista, culminata con la liberazione di Milano, appunto il 25 aprile del 1945. Il sindaco Sonnini, accompagnato dalla banda e da una delegazione dell’ANPI ha deposto come sempre corone d’alloro ai monumenti ai caduti (combattenti e civili) nelle frazioni, a Chiusi Scalo e a Chiusi Città. L’Anpi ha proiettato un video sui “martiri” chiusini, visibile anche su facebook.
La celebrazione del 25 aprile ha visto anche un altro importante momento: presso il cimitero comunale a Chiusi Città è stata “scoperta” e inaugurata una stele “in onore e memoria dei combattenti per l’unità d’Italia e i caduti per riconquistarne la libertà”. Cioè in onore e memoria dei garibaldini che fecero il Risorgimento e dei partigiani che sacrificarono la vita nella guerra di liberazione. La scritta, sotto i simboli di ANPI e Comue di Chiusi ricorda anche i colori della bandiera: “il bianco, la purezza delle idee; il verde, la perpetua fioritura della speranza; il rosso, la passione e il sangue dei martiri e degli eroi”.
L’Amministrazione Sonnini ha dato dunque attuazione ad una proposta avanzata proprio da Primapagina nel 2016 e poi fatta propria dall’Anpi nel 2017, ma per un motivo o per l’altro rimasta finora lettera morta. Come giornale siamo felici di questo piccolo atto di memoria, che ritenevamo opportuno e di ciò ringraziamo di cuore il sindaco Sonnini e l’amministrazione comunale. Siamo felici che la proposta sia stata accolta e finalmente realizzata nella sua interezza, cioè mettendo insieme garibadini e partigiani, perché sia gli uni che gli altri rappresentano l’anelito di libertà della meglio gioventù chiusina, quella dell’800 e quella che aveva 20 anni nel ’43-45, ragazzi che in due epoche diverse imbracciarono le armi per una causa giusta.
Siamo felici che tra i giovani partigiani caduti, tutti tra i 21 e i 29 anni, figurino anche Pietro Guazzini e Joseph Kluczinji, “il polacco”. Il primo, fucilato da partigiani di Tito in Jugoslavia, nonostante facesse parte di una divisione italiana che dopo l’8 settembre ’43 si era già unita alla resistenza, contro i tedeschi (il sottotenente Guazzini e altri ufficiali italiani furono fucilati perché si rifiutarono di consegnare, per umana pietà, un “centurione” delle camicie nere, tale Mario Capurso, imboscato tra di loro); Kluczinji, il polacco invece fu fucilato dai partigiani della Brigata Simar, suoi stessi compagni, nei pressi di Sarteano, su ordine del Colonnello Silvio Marenco, con l’accusa di aver fatto azioni sconsiderate e “intelligenza con il nemico”, quando in realtà forse era avvenuto il contrario.
Quei due nomi, insieme a quelli di Ermanno Baldetti, Dino Morelli, Mario Morgantini, ci sembrano un giusto riconoscimento a due combattenti coraggiosi e sfortunati, uccisi – diciamo così – dal “fuoco amico”, ma non per errore, quanto per l’assurdità, la brutalità e le semplificazioni che ogni guerra si porta dietro. Verità questa che emerge drammaticamente anche adesso, con la guerra in Ucraina.
La stele che ricorda insieme i garibaldini e i partigiani chiusini, diventa da oggi un “luogo della memoria”, un punto cardinale della città dove ogni cittadino potrà soffermarsi a riflettere, a pensare anche a cosa vuol dire “resistenza”, “guerra patriottica”, “occupazione di un Paese da parte dell’esercito di un altro”, cosa significhi oggi il termine “partigiano” o “volontario in armi”… D’ora in avanti anche le celebrazioni avranno un punto preciso in cui deporre un fiore.
Personalmente, come direttore di primapagina, sono soddisfatto non solo per il fatto di vedere realizzata una proposta avanzata da questo giornale, ma anche perché della vicenda amara di Pietro Guazzini avevo scritto in un articolo del 2017, mentre della storia di Joseph Kluczinji, detto il Polacco, così come delle storie un po’ più lontane di Ascanio Dei, avvocato, polemista, anteclericale della sinistra radicale, consigliere comunale morto suicida per uno scandalo di cui aveva colpe minime, e di un giovane garibaldino chiusino finito in America a dare la caccia a Jesse James, mi sono occupato nel libro “Voce del verbo tradire” uscito un anno fa…
Il garibaldino finito in America non figura tra i nomi scritti sulla lapide (non se ne conosce il cognome e non si sa neanche con certezza se la storia sia vera), ma Felice Toppi, che invece c’è, potrebbe essere l’amico e compagno con cui combatté in Sicilia durante la spedizione dei Mille…
Marco Lorenzoni
Una domanda vorrei porre ed è la seguente: i nominativi di quei garibaldini che figurano sula lapide sono tutti relativi a coloro che sono morti durante le guerre per il risorgimento d’italia oppure sono di coloro che erano appartenuti alle formazioni garibaldine e che sono morti nel proprio letto ? Forse ho poco presente la storia di Chiusi e delle persone che sono appartenute alle formazioni garibaldine ma a me risulta che fossero molti di più i nominativi (almeno una ventina a cominciare dalle foto che ho in archivio) mentre nella lapide figurano solo cinque nomi ed appunto no sò se sono morti in battaglia oppure no dal momento che vengono accostati agli altri nomi dei martiri partigiani e civili. Questa è una domanda alla quale lo stesso Comune dovrebbe rispondere poichè è in grado di conoscerne la storia se non altro a cominciare dalla consultazione dell’anagrafe.Ho detto questo poichè oggi è invalso un modo di essere e di dare pubblicità ad ogni cosa e di non ritenere che possa essere utile e doveroso risalire alla verità oggettiva e quindi nella normalità non si ha nè il tempo nè la volontà di effettuare almeno una seria rilevazione e ricerca pertinente fatta proprio per amore di verità storica e da questa deducendone le distinzioni,ma si tende ad accoppiare fatti e persone accomunandole sotto ogni diverso riferimendo facendolo diventare anche comune l’uno all’altro, vicissitudini comprese anche a distanza di tempo notevole.Per quanto mi riguarda i nomi di almeno 18 garibaldini di Chiusi ce li ho nel mio archivio ma nessuno me ne ha chiesto la consultazione,cosa questa già evidenziata e comunicata in passato(qualche anno fa proprio da parte mia sul tuo giornale).Immagino che chi abbia deciso di scrivere quei nomi abbia con certezza stabilito che appartengano a cittadini di Chiusi morti in battaglia ed allora reputo giusto che figurino in quella lapide, ma se fossero nominativi che sono deceduti nel proprio letto non mi sembrerebbe giusto che i loro nomi appaiano accanto a chi ha dato la vita per un ideale,qualunque esso sia.Una cosa è la deferenza un altra
è commemorare le persone per la loro appartenenza a filoni politici e/o culturali. Ho consultato anche l’attendibile Don Bersotti prima di scrivere questo, ma nel suo libro ”Storia di Chiusi” parla beninteso di Garibaldi ma non di garibaldini di Chiusi e quindi chiedo se tali nomi abbiano fatto parte di coloro che partecipando alle gesta garibaldine abbiano versato il proprio sangue o meno. Se ci fosse qualcuno che mi possa dare una risposta su tale tema attendo fiducioso la sue delucidazioni.Grazie. Carlo Sacco.
I garibaldini sono morti tutti a Chiusi: alcuni nel ‘900 (Felice Toppi nel 1932, come si legge nella foto della sua tomba); Ascanio Dei morì suicida per lo scandalo della Banca Cecchini nel 1891. Giuseppe Fei fu tra i fondatori del Psi nel 1892…
Bella iniziativa che condivido pienamente. Grazie Prima Pagina Chiusi
E quindi questo vorrebbe dire che per i cittadini di Chiusi,anche a futura memoria, solo questi 5 nominativi garibaldini sono degni di nota mentre almeno gli altri13 che non figurano sono scomparsi dalla storia,mai esistiti ? Se fosse così,-ma sembra che non ci sia altra spiegazione-ritengo che sia questo il modo di modificare oggettivamente la storia ed i fatti che sono avvenuti. Se la mia fosse solo polemica come si potrebbe pensare allora mi cheto…ma talvolta davvero dico che verrebbe voglia di chiedere a chi decida queste cose fatte in questo modo di poter vedere almeno la licenza elementare.Credo che sarebbe una richiesta del tutto consona. Un altro chiarimento : ma la stele inaugurata contiene anche le spoglie o le ceneri di uno di quei partigiani i cui nomi sono scritti nella lapide e che sono state translate? E se cosi fosse chi è ?
No, la stele non contiene ceneri o spoglie… Non sono state fatte traslazioni di salme… é un “monumento” a memoria, unico e unitario, e simbolico, che favorisce il ricordo e le celebrazioni rispetto alle singole tombe sparse qua e là nel cimitero… I Garibaldini credo siano quelli di cui esiste la sepoltura con il richiamo all’appartenenza alle camicie rosse, nel cimitero di Chiusi… I partigiani sono i “caduti”, non sono riportati i nomi dei combattenti morti successivamente alla guerra. Ma il sindaco saprà essere più preciso.