COMPROMESSO DRAGHI-PD-M5S: PASSA ANCHE AL SENATO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI. MA IN 6 ANNI. E C’E’ CHI PROPONE L’ABOLIZIONE DELLA… ZETA (LA RUSSIA TREMA)

giovedì 31st, marzo 2022 / 19:23
COMPROMESSO DRAGHI-PD-M5S: PASSA ANCHE AL SENATO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI. MA IN 6 ANNI. E C’E’ CHI PROPONE L’ABOLIZIONE DELLA… ZETA (LA RUSSIA TREMA)
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Il Senato ha appena approvato oggi il disegno di legge n. 2562 di conversione del decreto-legge 25 febbraio n. 14, recante “disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina”. La votazione, nominale con appello, è avvenuta sul testo approvato dalla Camera dei Deputati il 16 marzo, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.  Quindi passa anche al Senato sia l’invio di armi alla resistenza ucraina, sia l’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, così come richiesto a suo tempo dalla Nato.

Il disegno di legge è stato approvato con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuto, su un totale di 249 presenti (su 321 seggi). Il fronte del no si è mostrato poco compatto. Tra i 5 Stelle che nei giorni scorsi avevano espresso perplessità e contrarietà all’aumento della spesa militare, così come per Forza Italia, si sono registrate diverse assenze, ma nel complesso i partiti si sono allineati alla decisione dell’esecutivo, scongiurando una spaccatura della maggioranza e quindi una crisi di Governo.

Il disegno di legge approvato dal Senato prevede nello specifico “la partecipazione di personale militare italiano al potenziamento di dispositivi della NATO sul fianco Est dell’Alleanza fino al 30 settembre 2022”, la cessione di mezzi ed equipaggiamenti militari all’Ucraina a titolo gratuito e l’aumento delle spese militari, presentato tramite ordine del giorno lo scorso 16 marzo. L’ultima misura comporta l’allineamento all’accordo informale NATO del 2006 e quindi all’incremento degli investimenti nel settore fino alla soglia del 2% del PIL ogni anno. Ponendo la questione di fiducia il Governo ha evitato la rottura della maggioranza da parte dei 5 Stelle che si sono trovati obbligati al voto favorevole, ma formalmente non sull’odg presentato il 16 marzo dalla Lega. In ogni caso l’aumento delle spese militari fino al 2 per cento del PIL dovrà avvenire entro il 2028, e non più entro il 2024 come era previsto inizialmente dall’ordine del giorno approvato alla Camera. Le resistenze del M5s hanno dunque portato ad un dilazionamento nel tempo. La spesa militare sarà incrementata sì di 13 miliardi di euro, ma in 6 anni, non da qui a due anni appena. Questo il compromesso raggiunto tra Draghi, il ministro della difesa Guerini (Pd) e Giuseppe Conte.

Il diario di guerra propone altre due notizia: la prima è che Putin ha firmato un decreto che prevede che da domani le forniture di gas russo i “paesi ostili” le paghino in rubli. Altrimenti chiude il rubinetto. Poi, siccome pecunia non olet, Putin ha fatto capire a Draghi e Sholtz che gli hanno telefonato, che avranno la possibilità di pagare anche in euro e dollari, aprendo un conto presso Gazprombank — banca russa esente dalle sanzioni — che provvederà poi a convertire i fondi in valuta russa. Una scappatoia che pare sia stata dettata anche dalle resistenze di alcuni ministri e dalla governatrice della Banca centrale Russa Nabiullina…

L’altra notizia è che una deputata europea del Pd, Alessandra Moretti, ha proposto di vietare l’uso della “Z”, come segno di protesta verso la Russia che come è noto ha contrassegnato con la Z i suoi mezzi militari impegnati nella guerra in Ucraina…

I social e alcuni giornali si sono scatenati contro la malcapitata Moretti, qualcuno ha cominciato a scrivere articoli usando la S al posto della Z, altri si sono chiesti come faranno adesso i fan di Zorro o come si comporteranno i cronisti sportivi quando si troveranno a citare i nomi di Zaytsev, Zelinsky, Zaniolo o i presentatori di concerti e trasmissioni Tv, nel caso in cui si trovassero a presentare Renato Zero, Zucchero o Nina Zilli…  Qualcuno si è anche domandato, per la verità, come la prenderebbero Putin e i russi una “sanzione” così drastica e decisiva. Qualcun altro invece ha ipotizzato reazioni scomposte anche da parte del presidente dell’Ucraina, che guarda caso si chiama Zelensky… Con la guerra in atto non c’è molto da ridere e da scherzare. Anche l’ironia può diventare urticante. Ne siamo consapevoli. Ma la prima domanda che sorge spontanea, a proposito della proposta di Alessandra Moretti, è un’altra (anzi sono due): 1) ma questa bella signora prende 15 mila euro al mese per dire ‘ste cazzate? 2) gli amici, compagni e conoscenti che militano nel Pd, non hanno alcun imbarazzo a trovarsi “intruppati” con esponenti di partito di questa fatta?

Già ritrovarsi a dover sostenere – o ingoiare ob torto collo – l’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, non deve essere facile, e forse un po’ di mal di stomaco lo procura, ma dover difendere anche una deputata a Strasburgo che propone l’abolizione della Z per far paura a Putin e ai mercenari ceceni, non può essere come bere un bicchier d’acqua…  Nei panni di persone che conosciamo bene come Andrea Micheletti, Simone Agostinelli, Claudio Del Re, Gianluca Sonnini, Marcello Fallarino, Francesco Landi, Giancarlo Pagliai, Marco Cannoni, Daniela Masci, Agnese Carletti tutti esponenti e dirigenti Pd nella zona, qualche domandina su chi il Pd ha imbarcato e messo pure ai posti di comando ce la faremmo. Altro che democristianizzazione del partito… qui siamo già oltre. Siamo “più ortre” come dice Nino Manfredi al compagno fumoso e parolaio partito per la tangente in C’eravamo tanto amati… Do you remember?

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