DAL 15 AL 18 OTTOBRE LA DEMOLIZIONE DELL’AUTOGRILL DI MONTEPULCIANO SULLA A1. SCOMPARE UN SIMBOLO DELL’ITALIA DEL BOOM
MONTEPULCIANO – Sarà demolito l’autogrill a ponte sulla A1 all’altezza di Montepulciano. a demolizione avverrà tra le ore 21,00 del 15 e le ore 6,00 dell 18 ottobre prossimi. In due giorni e tre notti di lavoro l’autogrill, uno dei “simboli” dell’Italia del boom economico, sparirà. Ea chiuso dal 2018, per problemi strutturali, rilevati dopo le verifiche seguite al crollo del Ponte Morandi a Genova.
Il Prefetto di Siena, Maria Forte, ha presieduto ieri una riunione del Comitato Operativo per la Viabilità Provinciale (C.O.V.) per un esame congiunto delle misure da intraprendere per garantire il flusso di traffico e la sicurezza.
I lavori prevedono la deviazione del traffico autostradale di entrambi i sensi di marcia all’interno del piazzale dell’Area di Servizio Autostrade. Le autorità preposte seguiranno attentamente l’intervento in tutti i passaggi, monitorando in modo costante i flussi di traffico – che non subirà interruzioni ma nella zona interessata sarà convogliato in un’unica corsia – ed elaboreranno un accurato piano di viabilità alternativa da utilizzarsi in caso di criticità.
Alla riunione hanno preso parte i rappresentanti della Prefettura di Arezzo, della Questura di Siena, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Siena, del Compartimento Polizia Stradale della Regione Toscana, del Centro Operativo Polizia Stradale di Firenze, della Sezione Polizia Stradale di Siena e di Arezzo, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siena, della Provincia di Siena, del Corpo di Polizia Provinciale di Siena, di A.N.A.S. Spa di Firenze, della Società Autostrade per l’Italia, della TIEMME Spa, dei Comuni di Montepulciano, di Chiusi, dell’Unione Comuni Valdichiana Senese e della Centrale Operativa 118.
Di autogrill a ponte sulle autostrade italiane ce ne sono 14, 12 li realizzò la società Pavesi, due dalla catena Motta. Sulla A1 sono famosi, oltre quello d Montepulciano, anche quelli di Cantagallo (Prato), dell’area Chianti Est vicino a Firenze, di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), tutti progettati dall’architetto Angelo Bianchetti, negli anni ’60, durante o poco dopo l’apertura Autostrada del Sole, avvenuta nel 1964. L’autogrill di Montepulciano fu costruito e aperto nel 1967. Come gli altri “Pavesi” e “Motta” è stato poi rilevato dalla Società “Autogrill”. Sarà il primo ad essere demolito.
Con la demolizione dell’Autogrill scomparirà, come dicevamo, uno dei simboli del boom, e anche il primo “megastore” moderno comparso in Valdichiana. La gente nei primi anni prendeva l’autostrada apposta a Chiusi, a Bettolle, a Fabro o a Monte San Savino proprio per andare “a prendere un caffè al Pavesi”. Giusto un caffè, o qualche cianfrusaglia, perché i prodotti in vendita erano già carissimi anche allora. Però quella sorta di supermercato ante litteram sospeso a cavallo dell’autostrada era una novità assoluta, una cosa mai vista prima in un territorio ancora agricolo e dove il commercio era ancora quello dei piccoli negozi di quartiere, dove ti vendevano la pasta sfusa nelle buste di carta… L’autogrill Pavesi era l’emblema della modernità, un colosso di vetro e acciaio che aveva un sapore futurista ed era lì, su quella striscia d’asfalto che accorciò di colpo le distanze ed era anch’essa sinonimo di velocità, di futuro, di un’Italia che si metteva alle spalle le macerie e cominciava a correre, a spostarsi. Il primo supermercato, coi carrelli, dove si poteva trovare di tutto, dagli alimentari ai casalinghi, alla frutta e verdura, alla carne, ai quaderni nella zona fu aperto a Chiusi Scalo, ma era il 1968. Un anno dopo l’autogrill… Quando il babbo, che magari faceva il rappresentante e l’autostrada la doveva prendere con la 600 o la 128, per lavoro, ti portava a casa un pallone con lo stemma della tua squadra del cuore, comprato al Pavesi, era festa grande, anche se era un pallone da due soldi che si bucava alla prima partitella…
Quando, dal 18 ottobre, quel colosso di vetro e acciaio non ci sarà più, ci mancherà. Perché ormai faceva parte del paesaggio ed era anche un luogo della memoria. Ogni volta che ci passavi sotto, una istantanea su un’Italia che aveva voglia di viaggiare, di muoversi, di correre. Certo, se c’era il rischio che cadesse, meglio così. Meglio evitarlo quel rischio, ci passa un sacco di gente lì sotto. Però rimarrà la cicatrice.
m.l.
Pensate ,gli italiani si sono pagati un autostrada !
I politici di allora dissero che dopo trent’anni sarebbe stata gratis !
Invece l’hanno ” regalata ” ai Benetton che ne ricavano un miliardo all’ anno e gli italiani pagano ancora il pedaggio,caro,e pagano anche la manutenzione !
In stati più avanzati,esempio la Svizzera,paghi 35 euro l’anno e ne usufruisci quanto ti pare !
In alcuni stati paghi l’assicurazione sulla patente di guida e puoi guidare le auto,PROPRIE,che vuoi. Vi sembra giusto che uno, avendo due auto, debba pagare due assicurazioni come se avesse due culi per guidarle contemporaneamente ?
E si davvero, verrà demolito uno dei simboli del boom economico. Personalmente ogni volta che facevo quel tratto autostradale, mi fermavo a prendere un caffè. Non so perché, ma era un rito che mi piaceva. Una volta poi, mi imbattei in una truffa, documentai tutto e aiutai la Polizia ad arrestare gli imbroglioni. Non posso per ovvie ragioni entrare nei dettagli. Insomma che presto non si potrà più vedere quel “simbolo” dell’Italia rinata, non si potrà più fare tappa a quel grande bar sopraelevato, mi dispiace un bel po’.
Dal tuo articolo Niccolò traspare che popolo siano gli italiani,gente di corta memoria, asserviti alla gestione di un potere fatto e costituito dall’intreccio di clientelismo e di corta memoria ed anche di cemento che tiene insieme l’ignoranza politica ed il disinteresse a non dover reagire.Questa la sostanza.Quando parli di ciò che dissero i governi che in 35 anni le autostrade si sarebbero ripagate da sole e’ stata questa una menzogna plateale e purtuttavia hai mai sentito qualcuno che abbia sfiduciato quei governi ? I governi sono stati costituiti e sono stati sfiduciati solo per le motivazioni e variazioni degli equilibri politici fatti per la famelicità dei piccoli partiti e soprattutto da quella rete di relazioni e di modo di concepire la politica che usava il partito di maggioranza relativa per tenersi le redini sicure in mano dando anche quando era necessario i ministeri ai piccoli partiti che gli assicuravano coalizioni necessarie per tenere il proprio generale equilibrio che era quello che fondamentalmente interessava. C’è qualche analogia con la politica odierna a tutto questo anche nel nostro piccolo paese ? Nel piccolo ci stà il grande e viceversa,ma gli italiani -questo lo si deve dire- hanno la memoria corta e sono sensibili alle sirene del momento.Un coacervo di buone intenzioni sulla carta ma che quando prendono forma o si apprestano a prenderla, scattano gli appetiti,le prebende, le lotte intestine ed anche i comportamenti mafiosi per i quali ci si adegua dietro prezzolamento di prebende e carriere. Non è cambiato nulla Niccolò,le ragioni di fondo sempre quelle sono: una pasta che le altre nazioni europee guardano con distacco ed anche talvolta con disgusto.
L’autogrill di Montepulciano ha rappresentato un periodo che hanno solo conosciuto le persone della nostra età e che adesso sono anziani e fra poco non ci sarà più.Resterà il ricordo, il ricordo di quegli anni anche della costruzione di quella lingua d’asfalto che passava sotto quando con gli scooters si entrava di soppiatto dai passaggi fatti nelle reti nell’autostrada in costruzione e si facevano le corse e le gare fra vespe e lambrette.L’ultimo pezzo ad essere aperto al traffico fu quello del tratto Chiusi-Valdichiana ed il giorno dell’apertura ricordo che due compaesani ubriachi entrarno in austostrada con una Fiat 500 Giardinetta,una utilitaria che poi nel tempo sarebbe diventata ”mitica” ed ubriachi fradici tutti e due sbagliarono entrata e percorsero tutto il tratto a senso contrario facendo lo slalom in mezzo alle macchine che provenivano nella giusta direzione e che suonavano i clacson ;roba che se l’avessero fatta oggi sarebbero a giuocare a scacchi col sole in qualche ”collegio”.L’uno diceva all’altro:”ma perchè ti salutano tutti ?”…e l’altro rispondeva:”perchè mi conoscono,ho un esercizio pubblico e sono persona conosciuta ,lo senti come mi suonano i clacson per salutarmi ?”.L’ebrezza della prova dell’autostrada continuò fino al casello di Valdichiana poi per fortuna non si sà come, imboccarono la via giusta della loro corsia per il ritorno a Chiusi.
No, Carlo, l’ultimo tratto dell’A1 ad entrare in funzione fu quello tra Chiusi e Orvieto. La costruzione avvenne infatti partendo da nord (Milano) e da Sud (Napoli)…I 40 km tra Chiusi e Orvieto furono gli ultimi ad essere realizzati e aperti al traffico. L’inaugirazione avvenne il 4 ottobre 1964. https://www.primapaginachiusi.it/2014/10/50-anni-fa-linaugurazione-dellautostrada-ecco-litalia-si-accorcio/
Ne prendo nota per la cronaca della tua correzione. A me sembrava il tratto Chiusi-Valdichiana e non lo metto in dubbio se dici del tratto Chiusi-Orvieto. Da quella data sono passati ben 57 anni e non un giorno e la memoria può essere fallace di certo ma sul fatto delle gare fra Vespe e Lambrette fra i gareggianti c’era anche il sottoscritto con il mezzo preso a prestito Vespa o Lambretta che fosse, anche se non ho mai posseduto uno scooter sino a quando non ho lavorato, tranne qualche amico che oggi purtroppo manca all’appello come Roberto Bellucci, Roberto Bertoldi, Francesco Belmonte ed altri, ma potrebbero confermare altri che sono tutt’ora vivi e vegeti e che probabilmente-anzi come dici tu senz’altro-trattavasi del tratto Chiusi-Orvieto.Le reti che fiancheggiavano l’autostrada erano un colabrodo e passava di tutto all’epoca. Anzi, dirò dipiù che quando non esisteva la distribuzione automatica del biglietto all’entrata c’era gente(notoriamente adulta e quindi più grandi di noi) che per far incazzare il casellante e magari se doveva recarsi a Roma, chiedeva verbalmente alla persona che distribuiva i biglietti all’ingresso in autostrada : ” buon giorno, per favore mi dia un biglietto per Roma e pago subito perchè all’uscita non mi si dica che non ho pagato”.Allorchè la persona con santa pazienza diceva che si doveva pagare all’uscita ma questi insisteva nel voler pagare subito, e dietro di lui una coda di auto che suonavano i clacson spazientiti ed il casellante impazziva per la discussione che stava avvenendo e perchè il passaggio non si liberava da questa persona che faceva ”teatro” appositamente.tali scene duravano perfino un quarto d’ora. Era diversa anche la concezione del tempo perso anche per tali cazzate…ma qualcuno lo faceva ed erano le ”macchiette” di Chiusi i cui nomi all’epoca conoscevano tutti.Un altro mondo….Oggi chiamerebbero i carabinieri e ti porterebbero via col cellulare,che non è il telefono ma quello con le ruote, e ti farebbero il TSO.