50 ANNI FA L’INAUGURAZIONE DELL’AUTOSTRADA, ECCO COME L’ITALIA SI ACCORCIO’

martedì 21st, ottobre 2014 / 16:01
50 ANNI FA L’INAUGURAZIONE DELL’AUTOSTRADA, ECCO COME L’ITALIA SI ACCORCIO’
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CHIUSI – Stasera e domani su Rai 1 una fiction con Ennio Fantastichini, racconta e celebra una storia, anzi un’opera pubblica che ha cambiato l’Italia. La fiction si intitola “La strada dritta” e parla dell’Autostrada del Sole, il cui ultimo tratto fu inaugurato esattamente 50 anni fa, il 4 ottobre del 1964. Quell’ultimo tratto erano i 40 km tra Orvieto e Chiusi.

La costruzione dell’Autostrada era cominciata 8 anni prima, il 19 maggio 1956. Doveva coprire esattamente 755 km da Milano a Napoli con 113 viadotti, 572 cavalcavia, 38 gallerie, 57 raccordi e caselli. I lavori partirono contemporaneamente da nord e da sud, per finire  nel punto più centrale. autostrada 3

Nel libello “Gazzosa, rivoluzione e rock & roll” del 2011 (edizioni Del Bucchia), il direttore di Primapagina Marco Lorenzoni racconta così quel fatidico inizio di una nuova Italia, più unita, più vicina, più veloce. E racconta anche come quiel 4 ottobre cambiò anche la vita della gente di questo territorio:

Il 4 ottobre all’epoca era festa. La festa del patrono d’Italia. San Francesco. Era anche una giornata speciale, perché era il primo giorno di festa dopo l’inizio della scuola. Che allora era fissato al 1 ottobre. L’estate durava di più nei primi anni ’60. E il 4 ottobre 1964 fu un giorno ancor più speciale. Da quel giorno infatti si poteva andare da Milano a Napoli in auto, su un’unica strada, larga, diritta. Dove le macchine andavano solo in un senso. Cioè andavano in tutti e due i sensi, ma su carreggiate separate. Divise da un’aiola.

Insomma, su quella strada non si potevano fare scontri frontali. Mica poco. Una striscia d’asfalto che collegava tutta l’Italia… Beh, tutta tutta no. Mezza diciamo. Perché da Napoli in giù, anche se non sembra ce n’è altrettanta.

Il 4 ottobre 1964 fu inaugurata l’Autostrada del Sole. I lavori erano cominciati nel 1956. Da nord verso sud e da sud verso nord. Alla fine era rimasto solo un piccolo tratto,una quarantina di chilometri, proprio nel mezzo.I l tratto Chiusi-Orvieto. Fu quello l’ultimo tassello dell’Autostrada del Sole. autostrada 2

Quel giorno del ’64, questo territorio,questa nostra cittadina dal passato glorioso, ma dal presente piuttosto incerto entrò di nuovo nella storia e anche nei notiziari della Settimana Incom.

Prima dell’Autostrada, per andare che so, a Bologna, a Parma o a Rimini si doveva passare per per i valichi dell’Appennino: la Futa, i Mandrioli, la Cisa… E per andare a Milano si doveva percorrere la via Emilia che già allora sembrava vicino al west…

Per andare a Roma si percorreva la Cassia, prendendola sottoCelle sul Rigo oppure la Statale 71 per Città della Pieve, Ficulle, Orviet fino a Montefiascone, poi da lì la Cassia o la Sabina… Erano viaggi interminabili. Soprattutto per i camionisti.

C’erano bar e ristorantini diventati famosi, sul percorso, perché tutti si fermavano lì… Al passo della Futa c’è un bar che ha ancora alla parete una fotografia in bianco e nero autografata. Nella foto c’è Fausto Coppi, con la maglia della Bianchi tutta sudata e la faccia sporca e stravolta appoggiato al bancone davanti ad un boccale di birra… Non c’è scritto e non si è mai saputo se quella birra, il campionissimo se la concesse mentre era in fuga con 15 minuti di vantaggio, oppure se vi affogò l’amarezza per una delle sue memorabili “cotte”.

Beh, in quel baretto sulla Futa ci si fermava sempre Pietrino Santoni, detto “Babirri” che trasportava legnami, maiali e qualsiasi altra cosa col suo Om Leoncino blu. Pietrino… Tanto “ino” non era, perché pesava 120 chili ed era anche un personaggio sopra le righe, burlone, sfacciato, spregiudicato. Uno di quei personaggi da film con Tognazzi o Aldo Fabrizi. Sempre in bolletta, ma capaci di comprasi una Ferrari… Era l’Italia del “sorpasso”, della “Voglia matta”… L’Italia che scopriva l’Autostrada, e che con l’Autostrada si accorciò d’un colpo.

Mi ricordo che la domenica, la gente andava al Ponte sulla strada di Cetona a veder passare le macchine sull’autostrada. Era uno spettacolo. L’Italia che si metteva in viaggio con le ‘600 comprate a rate e le millecento bicolore… I più “audaci” si avventuravano anche sull’Autostrada. Fino a Bettolle. Per fermarsi però al “Pavesi”. Il primo autogrill. E anche il primo supermercato, mai visto prima da queste parti. Guardare e non toccare, però. Sempre stato caro il Pavesi. Al massimo un caffè o un Cynar (il palloncino non c’era, allora).
E poi di nuovo a casa, con il transistor all’orecchio (l’autoradio ce l’avevano in pochi) per sentire le partite. E il babbo alla guida che domanda: che fa la Fiorentina?

(* Testo tratto da “Gazzosa, rivoluzione e rock & roll” di Marco Lorenzoni, edizioni Del Bucchia, Lucca, 2011)

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