GIANI ELOGIA CHIUSI, MA AMMETTE: “I VACCINI ARRIVANO COL CONTAGOCCE”. LO SCREENING E I CONTAGI DI CONFINE…
CHIUSI – Ieri si è chiuso lo screening di massa, in piazza XXVI Giugno. Chi non ha potuto fare il tampone, per varie ragioni, potrà provvedere lo stesso, nei prossimi giorni, a Chianciano. Il Comune ha messo a disposizione un numero di telefono e un addetto per la prenotazione (fino a sabato mattina).
Il tampone è dello stesso tipo di quello fatto in questi giorni al “campo base”, quindi di identica attendibilità. Una buona cosa.
Intanto fino ad ora (mancano i dati degli ultimi due giorni) lo screening ha permesso di individuare 22 casi positivi asintomatici, più 12 “a bassa carica virale” per i quali è previsto un nuovo tampone. Dall’ultimo report del sindaco (11 febbraio) si apprende però che solo 10 dei casi positivi riscontrati sono chiusini residenti. Gli altri sono persone che lavorano o studiano a Chiusi, ma abitano altrove. Con molta probabilità nei comuni confinanti, in particolare, si presume, Città della Pieve. Giovedì sera, infatti il sindaco pievese Risini ha comunicato la rilevazione di 7 nuovi casi nel suo territorio, per un totale di 77. A Chiusi siamo a 103. Sempre all’11 febbraio.
Lo screening di massa a Chiusi sta dimostrando come il virus circoli molto e non stia troppo a sottilizzare sui confini comunali e regionali. E conferma che Chiusi è una realtà più esposta di altre in quanto da sempre “porto di mare” e luogo di scambio e interazione coi territori circostanti.
Per questo forse è stata anche una delle prime località ad essere aggredita dalle varianti del Covid. E per questo ha ragione il sindaco a insistere sulla necessità che al tampone di massa, segua la vaccinazione di massa. Perché un territorio attaccato in questa misura è a maggior rischio ed è come una categoria o una fascia di popolazione a maggior rischio. Una vaccinazione di massa, dopo il tracciamento, a Chiusi permetterebbe di mettere in sicurezza la città e di conseguenza anche le realtà vicine. Sperimentando un modello che gli scienziati e i politici potrebbero studiare per tararlo e proporlo altrove.
Con la carenza delle dosi di vaccino una cosa del genere è oggettivamente difficile da realizzare, ma non impossibile. E sarebbe decisiva. Sono virologi ed esperti ad affermarlo, non solo Bettollini. Tra questi ultimi per esempio Francesco Menichetti, direttore di Malattie Infettive al Cisanello di Pisa, una delle eccellenze sanitarie italiane.
E la grande attenzione mediatica che Chiusi ha registrato nei giorni dello screening, con servizi su tutte le trasmissioni di punta delle varie reti dimostra che a Chiusi si sta giocando una partita contro il covid che va ben oltre il confine comunale e può rappresentare un punto di svolta a livello nazionale. Tra l’altro in Toscana è già ricominciata la vaccinazione degli under 55 di alcune categorie (insegnanti, forze dell’ordine, lavoratori di servizi essenziali…) e da lunedì comincerà la vaccinazione degli over 80, presso gli ambulatori dei medici di base e a domicilio. Lo hanno ricordato anche l’assessore regionale Bezzini e il Presidente della Regione Giani, scesi a Chiusi ieri, per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato all’operazione Territori Sicuri.
Giani non ha nascosto le difficoltà legate alla quantità delle dosi disponibili, ma ha confermato, nel suo discorso, la validità della proposta. L’importante in ogni caso è vaccinare più persone possibile e prima possibile. Ma operazioni “a campione” come quella proposta da Bettollini a Chiusi potrebbero essere utili, appunto come modello, non solo come risposta immediata ad uno specifico territorio. Vedremo.
Giani intanto ieri a Chiusi, davanti ai medici e sanitari ai volontari delle varie associazioni, al vescovo e ai dirigenti della Asl Toscana Sud Est, ha avuto parole di stima e di apprezzamento per la città, per la popolazione, per la Asl e per il sindaco, che “con autorevolezza si è preso le sue responsabilità e con la zona rossa ha consentito a Chiusi di fare argine al contagio, anche rispetto alla regione confinante”.
Un bell’endorsement per Bettollini da parte del governatore, che quando venne a chiudere la campagna elettorale regionale a Chiusi, nel settembre scorso, sapendo della diatriba tra sindaco e Pd, non lo citò nemmeno di striscio…
Grazie anche a questa operazione che Giani ha definito “speciale”, Chiusi adesso non è in fondo alla Toscana, ma un po’ più al centro della Regione e delle attenzioni regionali, verrebbe da dire.
Sulla fine dell’epidemia, invece Giani è stato sincero. “Vediamo la luce in fondo al tunnel, ma siamo ancora dentro al tunnel, servirà il sole di giugno, e soprattutto serviranno le cure, che però non arriveranno prima di maggio (gli anticorpi monoclonali ) e i Vaccini che stanno arrivando, ma col contagocce e a singhiozzo, ha detto. “La Toscana ha già vaccinato 200 mila persone. Ha una potenzialità e una organizzazione pronta per somministrare 100 mila dosi al giorno, ma adesso ne somministriamo 5.000, perché non abbiamo dosi disponibili”, ha detto Giani, facendo propria l’esortazione del Direttore generale della Asl D’Urso, per il quale “i vaccini non debbono rimanere nei frigoriferi, vanno somministrati prima possibile e a più persone possibile”. Questo è il mantra.
Con il caso-Chiusi e con l’operazione messa in campo a Chiusi, nelle modalità e con i risultati che ha dato, si è affermato anche in un certo qual modo anche il “modello toscano” di risposta sanitaria, che è fortunatamente diverso da quello di altre regioni. L’Umbria per esempio sta precipitando in una situazione di emergenza nell’emergenza e di colore rosso cupo.
Sui social, più d’uno, a livello locale, soprattutto nell’area delle opposizioni, sta lanciando siluri contro il sindaco chiusino Bettolini reo di aver utilizzato la pandemia e la sovraesposizione televisiva per fare campagna elettorale.
La cosa francamente stride. Con una città impegnata ad arginare una emergenza sanitaria, che sta cercando di ottenere il vaccino a tutti subito, per uscire dal tunnel e ripartire in sicurezza, leggere commenti o post che vedono la cosa solo come un tentativo di Bettolini di lucrare un po’ di visibilità per rifarsi un’immagine è deprimente. Come se le troupe di Report, Unomattina, Piazzapulita , di tutti i Tg e perfino di Radiopopolare stessero parlando di Chiusi perché li ha cercate o chiamate Bettollini… sarebbe potentissimo. Più di Draghi o quantomeno alla pari, diciamo, visto il dispiegamento di forze che si è visto a Città della Pieve quando i media hanno scoperto che il neo presidente del consiglio ha una casetta nel paese di Risini…
Per carità, fare opposizione e criticare è legittimo, ci mancherebbe altro, ma.. a nessuno degli “antiBetto” viene il dubbio che i media mainstream si interessino di Chiusi, perché qui la situazione è grave e pericolosa e perché a Chiusi è stato messo in campo un modello di risposta che può cambiare lo scenario? I media erano presenti in forze anche nel bergamasco quando i camion dell’esercito portavano via le bare nel marzo scorso… Troppa gente ha poca memoria e ha anche poca dimestichezza con i media, non sa cioè come funzionano. Tra questa gente ci sono anche diversi esponenti di partito, purtroppo.
Nella foto: Il presidente Giani con il sindaco Bettollini e il Vescovo Manetti suo compagno di liceo a Firenze.