IL “CASO CHIUSI”, IL SEGRETARIO PD DI SIENA ANDREA VALENTI RISPONDE A PRIMAPAGINA

SIENA – Alle domande, specie se poste con cortesia, è sempre bene rispondere. Soprattutto se a fare una domanda è un organismo di stampa.
Rispondo quindi con piacere alla domanda che il giornalista Marco Lorenzoni mi pone nel suo articolo su Prima Pagina.
Lorenzoni cita un mio post di ieri, dove esprimevo (ed esprimo) forte perplessità sul percorso politico che ha portato alla crisi di governo e alle dimissioni che il Presidente del Conte ha consegnato stamani nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Non condivido, e proverò a spiegare perché, il parallelismo che Lorenzoni fa tra la crisi di governo nazionale e la “crisi” che viene riportata su Chiusi. Un confronto che, secondo me, non sta in piedi da diversi punti di vista.
Il primo, e più evidente, è che a Chiusi non c’è nessuna crisi di governo. C’è una discussione politica in corso, che è ben altra cosa. Nessuno ha fatto mancare la fiducia in Consiglio Comunale al sindaco Bettollini, neanche dopo i noti fatti di agosto (sui quali tornerò). La scadenza verso la quale si sta avviando l’amministrazione comunale di Chiusi non è una scadenza anticipata, è una normale fine di un mandato amministrativo. Ed è normale, che alla fine di un mandato e in vista di un rinnovo di una amministrazione, si apra una discussione politica. Ed è altrettanto normale che questa discussione si apra nel partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico.
Come è normale che i temi siano quelli che sempre sono trattati in vista di una scadenza amministrativa: una valutazione dell’ amministrazione uscente, una base programmatica per l’amministrazione futura (un programma di governo con il quale presentarsi ai cittadini in pratica), la scelta di chi potrebbero essere i compagni di viaggio (la questione delle alleanze) e naturalmente chi può guidare questo percorso.
Su questi temi il Partito Democratico di Chiusi, lo scorso sabato, ha fatto un’operazione trasparente: ha consultato gli iscritti. A me sembra un percorso ineccepibile. Sarà compito degli organismi del PD chiusino dare evidenza dell’ esito delle consultazioni (in realtà, mentre scrivo, mi hanno segnalato un post del sindaco Bettollini, che riporta i dati della consultazione – fra l’altro frutto di un colloquio privato tra lui e il Responsabile Provinciale Enti locali
Alessio Pianigiani
– non ancora validati negli dagli organismi).
Ma alcune considerazioni politiche sono necessarie. Si parla di una guerra nel PD. A me sembra esagerato, ma anche se fosse, per fare una guerra bisogna essere come minimo in due.
Se tutto nasce dal mio post su Facebook del 2 agosto, ma dubito che un post sia sufficiente a scatenare una guerra, di quel post vanno analizzati gli antefatti e le conseguenze.
Quello che ho scritto il 2 agosto è la reazione ad un articolo che riporta una dichiarazione di Bettollini.
Titolo: Valenti ha fallito, ora è sfiduciato.
Si parla, naturalmente, di elezioni regionali. Mi si accusa di voler rifare i DS e si usano termini sprezzanti verso la lista che il PD ha candidato alle Regionali, composta da “5 anonimi e un consigliere uscente”. Insomma, sarei sfiduciato. Opinione legittima, ma alla quale non posso non rispondere. Dopo di me, fra l’altro, hanno parlato i fatti, cioè gli elettori. Due degli anonimi, nello specifico anonime cioè, sono state elette consigliere regionali. Non sono anonime, hanno un nome e cognome, Anna Paris ed Elena Rosignoli, l’ uscente è oggi Assessore alla Sanità.
Il Partito Democratico esprime oggi in Regione Toscana due consigliere e un assessore. Non credo sia mai successo prima.
Questo potrà non essere merito mio, non sono così presuntuoso, ma evidentemente quella lista non era proprio una lista di raccattati.
Dopo il mio post, Bettollini esce dal PD. Almeno che non si vogliano interpretare in modo fantasioso le parole che a me sembrano inequivocabili “Lascio il PD”. Non mi sospendo, prendo una pausa di riflessione, mi metto a sedere da una parte. Lascio. Ha un solo significato. Correttamente, Bettollini mi ha anche comunicato la sua indicazione per scritto.
Quindi, sinceramente, questo balletto sul fatto che sia ancora iscritto, non lo sia, la validità delle tessere e tutto il resto mi sembra un ragionare di niente.
Un Partito è tante cose. E’ impegno, passione, militanza. Una cosa sicuramente non è. Non è un autobus dal quale si sale e si scende. Le porte sono sempre aperte, in entrata e in uscita, ma alcuni requisiti minimi vanno rispettati. Il primo, sembra anche banale dirlo, è votarlo.
Bettollini, in un post pubblico, ha invitato alle ultime regionali a votare il solo candidato Eugenio Giani e a non dare il voto di lista al PD. E’ una scelta legittima, ma incompatibile con l’ appartenenza al PD. Probabilmente, ma questa è una mia congettura, non pensava ad un risultato così importante per il PD Senese, una così vasta rappresentanza amministrativa in Regione, tenendosi le mani libere per poi eventualmente rivendicare una debacle che, nei fatti non c’è stata. Succede a tutti di sbagliare previsione, a me per primo.
Chiusi sta vivendo una situazione complicata, come tutto il nostro paese. Ma non è aperta nessuna crisi, è aperto un confronto politico sul futuro amministrativo della città. Una pandemia che tutti stiamo soffrendo, benchè coincida con una scadenza amministrativa, non giustificherebbe la mancanza di una riflessione che un Partito ha il dovere di compiere, essendo tra le sue funzioni.
E se si apre un confronto politico, immancabilmente ci sono posizioni che confliggono. La difficoltà sta nel trovare una sintesi, ma la politica è prevalentemente questo.
Una cosa sicuramente emerge con forza alla consultazione di sabato: la necessità di costruire un’alleanza ampia, che compatti e rafforzi il campo del centrosinistra. Ho sempre trovato riduttiva la vocazione maggioritaria del PD, oggi poi mi sembra smentita dai fatti e dagli assetti.
Ho piena fiducia nel gruppo dirigente del Partito Democratico di Chiusi, che non ha aperto alcuna crisi ma intrapreso un percorso naturale e necessario. Far esprimere gli iscritti è un atto di democrazia dovuta, e sono certo che la avranno esercitata in piena coscienza e tenendo conto di tutte le variabili che Lorenzoni giustamente riporta.
Io di certo non ho esercitato alcun tipo di influenza sulla loro decisione, non è nei miei diritti e a dire il vero neanche nei miei poteri (ricordo, un po’ per scherzo un po’ per amore di statistica, che al congresso che mi ha eletto segretario provinciale a Chiusi, dove il congresso si svolse ben due volte, presi un misero 19%, e mi andò comunque meglio di quando, nella fase del congresso nazionale, feci due uscite per rappresentare la mozione di Andrea Orlando: un voto a Montallese e un voto a Chiusi Città). Ma una cosa la ribadisco. Il fatto che io non apprezzi Bettollini e che Bettollini non apprezzi me, come riportato dall’ articolo, vero o non vero, non c’entra niente. La politica non si fa con i risentimenti, figuriamoci con i sentimenti.
Ringrazio quindi il giornalista per la domanda, spero di aver risposto in modo esauriente, e lo ringrazio anche per un articolo che a suo tempo, nella citata fase congressuale, scrisse su di me. Quello scritto mi è molto caro.
Andrea Valenti
No, segretario, a Chiusi il Pd, partito di maggioranza, la crisi l’ha aperta eccome. Non ha solo avviato una discussione politica al proprio interno. Il sindaco non lo ha sfiduciato in consiglio, ma nei fatti. E il gruppo dirigente ha compiuto un suicidio, perché dopo le regionali, che hanno dato il peggior risultato della storia, il gruppo dirigente del Pd invece di cercare di ricompattarsi ha continuato pervicacemente in una battaglia personale contro Bettollini, fuori dagli organismi preposti, peraltro. E il partito lo ha letteralmente spaccato in due. La riprova sta nella conclusione della consultazione di sabato scorso, che avrebbe dato come esito il 52% degli interpellati contrari ala riconferma di Bettollini, il che vuol dire che c’è un 48% su una posizione diversa. Più quelli che non sono stati chiamati alla consultazione perché per protesta non hanno rinnovato la tessera 2020… Già con i numeri delle regionali il Pd non ha la vittoria elettorale in tasca, se si presenterà diviso e lacerato al voto, è più facile che ne esca sconfitto che vincitore, qualunque sia l’avversario. Di fatto il Pd ha operato una rottura del quadro politico esistente, come ha fatto Renzi con Conte, esponendosi al rischio di una debacle epocale e esponendo la città di Chiusi al rischio di passare in mano alla destra o ad una eventuale lista improvvisata, con le conseguenze che penso tu possa immaginare. Contenti voi contenti tutti. Ma, caro segretario, la situazione è questa. D’altra parte non siamo più ai tempi del Pci e del centralismo democratico, quando anche la minoranza si uniformava alla linea della maggioranza, nella politica di oggi, chi non è d’accordo non si uniforma, ma fa la lista contro, o fa la fronda e ti fa perdere le elezioni. E’ successo a Città della Pieve nel 2019. Da Chiusi sono meno di 10 km… Forse dovresti venire più spesso a Chiusi e non solo per prendere il treno… Saluti e grazie della risposta.
Caro Marco, il problema fondamentale è sempre quello: che bisognerebbe chiedersi ”PER QUALE POLITICA”! E’ inutile anche che te lo faccia presente, lo sai benissimo ! Le tue reali spiegazioni a Valenti non mi sembra che tengano conto nel giudizio di merito di ciò che ho scritto in lettere maiuscole.Senza rientrare nel ”vangato” perchè è già stata fatta una tiritela lunga e lunghissima,la fotografia della situazione questa è.E la definizione tua sui rischi che il PD corre, è se pur veritiera,quasi un affermare che la responsabilità politica per la quale si è arrivati a tutto questo stia da una parte sola: quella del partito ! Cosa vera questa-e come non riconoscerlo ? Ma secondo te è tutto qui? No davvero ! E secondo moltissimi altri che sono intervenuti sui media in questi mesi-ma si va oltre i mesi- si è cercato sempre di sorvolare sulla limitatezza di come lo stesso Sindaco abbia affrontato certe questioni,fino ad arrivare alle contestazioni su Acea che secondo me è stata la pillola che ha fatto traboccare il vaso.E non è tutto, perchè da parte del complesso mediatico quando è stato possibile si è sorvolato con cognizione di causa senza volersi VOLUTAMENTE render conto della limitatezza dell’azione politica che è in auge da tanto tempo.Il risultato questo è.Se un partito ha prodotto tutto questo non ti viene in mente che ha una stratificazione di uomini insufficienti a cui non stanno a cuore le sorti nè del loro partito nè quelle di Chiusi ? Qualsiasi osservatore che guardi la situazione dall’esterno si accorgerebbe che l’inadeguatezza la faccia da padrone a cominciare dalla maggioranza che non è quella silenziosa di De Carolis che dicevo col sarcasmo negli altri interventi, ma proprio silenziosa nel senso di silente, che si è adeguata a tutto in questi anni e che mai ha alzato la manina perchè fosse emerso un minimo di pensiero divergente su diversi argomenti che hanno portato le opposizioni e che doveva esprimere il lavoro ed anche il contrasto normale delle idee.Mai ! Allora di quale qualità siano queste persone che non si sono rese conto di tutto questo e che per giunta a livello civico e politco non hanno mai dissentito ma automaticamente come un rullo compressore hanno sempre approvato tutto quello che il convento passava? E’ questa la credibilità di un partito che stabilisca e ponga le persone in quei ruoli ? E’ mai possibile che persone anche se facenti parte della stessa maggioranza e quindi portanti una visione comune ed omogenea, non abbiano trovato nulla a che ridire su quanto la giunta affrontava e si sono sempre adeguati a ciò che lo stesso Sindaco proferiva? Me lo chiedo da semplice osservatore esterno e cittadino della strada. Il Sindaco quindi era volutamente o meno” il partito” e questo è quanto è apparso alla gente.E’ un errore politico sia del Partito sia del Sindaco non ti sembra? Non ti sembra che in tal caso allo stesso Sindaco gli sia stata affibbiata una veste di referenza che non dovesse avere e la gente ed i militanti o quanto resta di questi non potesse scambiare il partito identificandosi invece col Sindaco? Perchè queste cose non sono mai state dette? Si sarebbe visto che le situazioni che si personalizzavano al punto che avrebbero finito con produrre attriti, lotte, lotte intestine, poi alla fine il conto arriva e non è che l’oste-e cioè gli organismi provinciali soprattutto ed intercomunali- che ha portato il conto a tavola fosse ubriaco, l’oste si è basato nel suo giudizio verso il sindaco a seconda di quanto si è prodotto nell’osteria. E non poteva essere diversa la cosa, o no ? Le maggioranze in politica si perdono così e si sfilacciano così, ed è inevitabile che vinca il logoramento, ma dipende dalle persone tutto questo, o no ? Ed allora ”PER QUALE POLITICA” vedi che è la domanda che bisognerebbe farsi e se non la si risolve tale domanda si è in balia del mare ! Questo è il risultato, senza poi tener conto degli errori che lo stesso Sindaco nella sua intervista -senza nominare quali-(ma sono ormai oggetto di dibattito da mesi) ha riconosciuto con un aria mesta ed incredula che il partito dopo le iniziative che lui stesso ha preso lo avesse sfiduciato.Sinceramente Marco tutto questo a me sembra il minimo.Ma se non si vuol rispondere alla domanda di quelle lettere in maiuscolo che ho scritto sopra vuol dire che si vive volutamente nella nebbia sapendolo che così sia e si faccia salti e giravolte per evitare il senso profondo che la domanda pone.Ma infatti il risultato non può che essere quello che la fotografia della situazione faccia vedere.Negli altri interventi precedenti che ho fatto sul tuo giornale ho espresso anche il parere tutto personale ben inteso che un uscita a tutto questo possa essere non la riproposizione del ” deja vu” che tu proponevi, ma una nuova composizione di una reggenza di natura civica che abbracci più largamente le diverse espressioni ed esigenze delle quali Chiusi ha strettamente bisogno e che veda non solo le opposizioni ma anche lo stesso elettorato del PD che è stanco di tutta questa solfa e che possa convergere in un rassemblement-chiamiamolo così-di natura appunto ”civica” proprio per togliere di torno-letteralmente ed effettivamente-coloro che Chiusi l’hanno ridotta in tale stato in cui si trova, sia dal punto di vista economico sia da quello sociale ed anche morale.Ed il Covid non deve essere preso a pretesto per non fare tale passo, perchè si dice che nelle difficoltà che andremo ad incontrare non possa mancare una guida.Certamente che non deve mancare ma è’ strumentale un tale discorso, strumentale a portare acqua a coloro che ormai sono strumenti stonati e che per quanto e come hanno prodotto non possono essere accordati.L’orchestra suonerebbe nella maniera che Chiusi non se lo possa permettere. Ed alla fine sarebbe l’unico modo per iniziare a risalire la china.
https://www.primapaginachiusi.it/2021/01/chiusi-il-suicidio-kafkiano-del-pd/#comment-72456