CHIUSI: IL PD CHIUDE CON BETTOLLINI, MA LA PARTITA VERA COMINCIA ADESSO

martedì 26th, gennaio 2021 / 16:04
CHIUSI:  IL PD CHIUDE CON BETTOLLINI, MA LA PARTITA VERA COMINCIA ADESSO
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CHIUSI – Il Pd ha deciso. Lo ha reso noto il sindaco Bettollini (non il Pd). La consultazione ad personam di sabato scorso ha dato questo esito: il 52% degli interpellati (circa 120 persone, ovvero la metà degli scritti) si sarebbe infatti espresso per la NON RICONFERMA del sindaco uscente come candidato alle prossime comunali.”Il valore della democrazia per me è un punto fermo ed indiscutibile. Il partito democratico sceglie così di aprire la crisi a Chiusi. Non giudico ma rispetto la decisione che hanno assunto. Nelle prossime ore, tempo di sistemare alcune questioni, poi renderò noto le mie decisioni conseguenti” scrive Bettollini, che dunque accetta il verdetto, ma non dice che si farà da parte.

Bettollini dice che la comunicazione dell’esito della consultazione gliel’ha dato il responsabile provinciale del Pd senese Alessio Pianigiani che ha partecipato all’iniziativa. E quindi sulla questione c’è anche il timbro ufficiale.  Solo che la consultazione degli iscritti, che tra l’altro ha escluso gli iscritti che non hanno rinnovato la tessera per protesta, non era l’organo deputato a decidere. Organo che sarebbe l’assemblea dell’Unione comunale che nessuno ha mai convocato.  Ma questi sono dettagli ormai ininfluenti. In quanto – al di là dei cavilli procedurali e delle evidenti forzature fatte dal gruppo dirigente – il Pd ha deciso che di non ricandidare Bettollini, aprendo di fatto una crisi di governo, come ha fatto Renzi con Conte. Almeno adesso c’è un elemento di chiarezza in più. Il campo è sgombro da congetture e dubbi. Il Pd ha deciso. Ma ha fatto harakiri, suicidandosi sul campo di battaglia, prima che la battaglia cominciasse.

Ha infatti aperto una crisi politica senza precedenti (altre volte a Chiusi è successo che la legislatura comunale finisse in modo turbolento, ma mai per una sorta di colpo distato interno) in mezzo ad una pandemia e in un clima di emergenza; 2) lo ha fatto senza aver preparato e ufficializzato una qualche alternativa; 3) lo ha fatto utilizzando una procedura fuori dalle regole statutarie del partito di maggioranza e senza passare per gli organi preposti. Addirittura con il dubbio che è quasi certezza di aver escluso dalla consultazione, scientificamente, figure considerate scomode.

Tutte cose che in politica si chiamano “colpi di mano”. Ma, detto questo, il Pd chiusino si è autocandidato all’estinzione. Ha infatti ratificato una decisione presa fuori dagli organismi preposti e sulla base del 52% della metà degli iscritti (che sarebbe il 26% del corpo del partito), si è messo oggettivamente in contraddizione rispetto alla linea del Pd nazionale che in relazione alla crisi del governo Conte parla di irresponsabilità e di inaffidabilità di chi l’ha provocata. Non solo, così facendo si espone anche al rischio di una lista alternativa capeggiata da Bettollini che potrebbe strappargli il Comune o comunque farglielo perdere a vantaggio della destra. Per il Pd la debacle è quasi certa, comunque vada.  E aver ridotto il partito ad un campo di battaglia è già la fotografia di una sconfitta.

Che farà adesso il sindaco Bettollini? La comunicazione di Alessio Pianigiani equivale di fatto ad una mozione di sfiducia. Il 52% del partito di maggioranza non vuole Bettollini sindaco. E dunque Bettolini non può far altro che presentarsi dimissionario in consiglio Comunale. Ma il gruppo consiliare che solo una settimana fa chiedeva al Pd “un percorso per la ricandidatura del sindaco uscente” che farà? voterà contro? difficile a meno che non voglia fare una figura di merda in mondovisione. E se il Gruppo di maggioranza al contrario confermerà la fiducia e respingerà la dimissioni del sindaco, a fare la figura di merda sarà il Pd, artefice di una crisi al buio, senza motivo e senza alternativa, solo per vendette e rivincite tra correnti.

Poi, come lui stesso ha dichiarato, si vedrà se Bettollini vorrà dare battaglia con una sua lista personale, sostenuta da una “alleanza di responsabili”, contendendo al Pd anche la rappresentanza politica del centro sinistra, oppure si ritirerà in buon ordine. Conoscendolo questa seconda ipotesi sembra poco probabile.

L’impressione è che il Pd abbia provato a mettere in maniera maldestra la parola fine su questa vicenda, ma in realtà, la partita non finisce qui. Piuttosto comincia adesso. E sarà tutta un’altra partita…

M.L.

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