IL “CASO CHIUSI”, IL SEGRETARIO PD DI SIENA ANDREA VALENTI RISPONDE A PRIMAPAGINA

martedì 26th, gennaio 2021 / 16:12
IL “CASO CHIUSI”, IL SEGRETARIO PD DI SIENA ANDREA VALENTI RISPONDE A PRIMAPAGINA
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SIENA – Alle domande, specie se poste con cortesia, è sempre bene rispondere. Soprattutto se a fare una domanda è un organismo di stampa.
Rispondo quindi con piacere alla domanda che il giornalista Marco Lorenzoni mi pone nel suo articolo su Prima Pagina.
Lorenzoni cita un mio post di ieri, dove esprimevo (ed esprimo) forte perplessità sul percorso politico che ha portato alla crisi di governo e alle dimissioni che il Presidente del Conte ha consegnato stamani nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Non condivido, e proverò a spiegare perché, il parallelismo che Lorenzoni fa tra la crisi di governo nazionale e la “crisi” che viene riportata su Chiusi. Un confronto che, secondo me, non sta in piedi da diversi punti di vista.
Il primo, e più evidente, è che a Chiusi non c’è nessuna crisi di governo. C’è una discussione politica in corso, che è ben altra cosa. Nessuno ha fatto mancare la fiducia in Consiglio Comunale al sindaco Bettollini, neanche dopo i noti fatti di agosto (sui quali tornerò). La scadenza verso la quale si sta avviando l’amministrazione comunale di Chiusi non è una scadenza anticipata, è una normale fine di un mandato amministrativo. Ed è normale, che alla fine di un mandato e in vista di un rinnovo di una amministrazione, si apra una discussione politica. Ed è altrettanto normale che questa discussione si apra nel partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico.
Come è normale che i temi siano quelli che sempre sono trattati in vista di una scadenza amministrativa: una valutazione dell’ amministrazione uscente, una base programmatica per l’amministrazione futura (un programma di governo con il quale presentarsi ai cittadini in pratica), la scelta di chi potrebbero essere i compagni di viaggio (la questione delle alleanze) e naturalmente chi può guidare questo percorso.
Su questi temi il Partito Democratico di Chiusi, lo scorso sabato, ha fatto un’operazione trasparente: ha consultato gli iscritti. A me sembra un percorso ineccepibile. Sarà compito degli organismi del PD chiusino dare evidenza dell’ esito delle consultazioni (in realtà, mentre scrivo, mi hanno segnalato un post del sindaco Bettollini, che riporta i dati della consultazione – fra l’altro frutto di un colloquio privato tra lui e il Responsabile Provinciale Enti locali

Alessio Pianigiani

– non ancora validati negli dagli organismi).

Ma alcune considerazioni politiche sono necessarie. Si parla di una guerra nel PD. A me sembra esagerato, ma anche se fosse, per fare una guerra bisogna essere come minimo in due.
Se tutto nasce dal mio post su Facebook del 2 agosto, ma dubito che un post sia sufficiente a scatenare una guerra, di quel post vanno analizzati gli antefatti e le conseguenze.
Quello che ho scritto il 2 agosto è la reazione ad un articolo che riporta una dichiarazione di Bettollini.
Titolo: Valenti ha fallito, ora è sfiduciato.
Si parla, naturalmente, di elezioni regionali. Mi si accusa di voler rifare i DS e si usano termini sprezzanti verso la lista che il PD ha candidato alle Regionali, composta da “5 anonimi e un consigliere uscente”. Insomma, sarei sfiduciato. Opinione legittima, ma alla quale non posso non rispondere. Dopo di me, fra l’altro, hanno parlato i fatti, cioè gli elettori. Due degli anonimi, nello specifico anonime cioè, sono state elette consigliere regionali. Non sono anonime, hanno un nome e cognome, Anna Paris ed Elena Rosignoli, l’ uscente è oggi Assessore alla Sanità.
Il Partito Democratico esprime oggi in Regione Toscana due consigliere e un assessore. Non credo sia mai successo prima.
Questo potrà non essere merito mio, non sono così presuntuoso, ma evidentemente quella lista non era proprio una lista di raccattati.
Dopo il mio post, Bettollini esce dal PD. Almeno che non si vogliano interpretare in modo fantasioso le parole che a me sembrano inequivocabili “Lascio il PD”. Non mi sospendo, prendo una pausa di riflessione, mi metto a sedere da una parte. Lascio. Ha un solo significato. Correttamente, Bettollini mi ha anche comunicato la sua indicazione per scritto.
Quindi, sinceramente, questo balletto sul fatto che sia ancora iscritto, non lo sia, la validità delle tessere e tutto il resto mi sembra un ragionare di niente.
Un Partito è tante cose. E’ impegno, passione, militanza. Una cosa sicuramente non è. Non è un autobus dal quale si sale e si scende. Le porte sono sempre aperte, in entrata e in uscita, ma alcuni requisiti minimi vanno rispettati. Il primo, sembra anche banale dirlo, è votarlo.
Bettollini, in un post pubblico, ha invitato alle ultime regionali a votare il solo candidato Eugenio Giani e a non dare il voto di lista al PD. E’ una scelta legittima, ma incompatibile con l’ appartenenza al PD. Probabilmente, ma questa è una mia congettura, non pensava ad un risultato così importante per il PD Senese, una così vasta rappresentanza amministrativa in Regione, tenendosi le mani libere per poi eventualmente rivendicare una debacle che, nei fatti non c’è stata. Succede a tutti di sbagliare previsione, a me per primo.
Chiusi sta vivendo una situazione complicata, come tutto il nostro paese. Ma non è aperta nessuna crisi, è aperto un confronto politico sul futuro amministrativo della città. Una pandemia che tutti stiamo soffrendo, benchè coincida con una scadenza amministrativa, non giustificherebbe la mancanza di una riflessione che un Partito ha il dovere di compiere, essendo tra le sue funzioni.
E se si apre un confronto politico, immancabilmente ci sono posizioni che confliggono. La difficoltà sta nel trovare una sintesi, ma la politica è prevalentemente questo.
Una cosa sicuramente emerge con forza alla consultazione di sabato: la necessità di costruire un’alleanza ampia, che compatti e rafforzi il campo del centrosinistra. Ho sempre trovato riduttiva la vocazione maggioritaria del PD, oggi poi mi sembra smentita dai fatti e dagli assetti.
Ho piena fiducia nel gruppo dirigente del Partito Democratico di Chiusi, che non ha aperto alcuna crisi ma intrapreso un percorso naturale e necessario. Far esprimere gli iscritti è un atto di democrazia dovuta, e sono certo che la avranno esercitata in piena coscienza e tenendo conto di tutte le variabili che Lorenzoni giustamente riporta.
Io di certo non ho esercitato alcun tipo di influenza sulla loro decisione, non è nei miei diritti e a dire il vero neanche nei miei poteri (ricordo, un po’ per scherzo un po’ per amore di statistica, che al congresso che mi ha eletto segretario provinciale a Chiusi, dove il congresso si svolse ben due volte, presi un misero 19%, e mi andò comunque meglio di quando, nella fase del congresso nazionale, feci due uscite per rappresentare la mozione di Andrea Orlando: un voto a Montallese e un voto a Chiusi Città). Ma una cosa la ribadisco. Il fatto che io non apprezzi Bettollini e che Bettollini non apprezzi me, come riportato dall’ articolo, vero o non vero, non c’entra niente. La politica non si fa con i risentimenti, figuriamoci con i sentimenti.
Ringrazio quindi il giornalista per la domanda, spero di aver risposto in modo esauriente, e lo ringrazio anche per un articolo che a suo tempo, nella citata fase congressuale, scrisse su di me. Quello scritto mi è molto caro.
Andrea Valenti
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