CHIUSI, CASCINA PULITA DA MONTALLESE ALLA ZONA INDUSTRIALE DELLE BIFFE. L’AZIENDA TRATTA E SMALTISCE RIFIUTI AGRICOLI
CHIUSI – In un articolo di ieri parlavamo dei “camin che fumano” di due aziende insalubri operanti a Chiusi Scalo: la Metalzinco a sud e la Lodovichi a nord dell’abitato. Ce n’è un’altra nel territorio comunale che risponde al nome di Cascina Pulita ed è un impianto per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti provenienti da attività agricole. E’ situata nei pressi di Montallese, anzi più precisamente al quadrivio dei 4 Poderi, in un ex capannone agricolo. I rifiuti che tratta sono olii esausti, fusti e contenitori di fertilizzanti e ammendanti, imballaggi plastici e cartacei di sementi e mangimi, stracci, batterie, agrofarmaci scaduti ecc… Insomma tutto ciò che una azienda agricola o zootecnica usa e poi deve smaltire.
L’impianto di Montallese che è gestito da un gruppo che ha sede a Borgaro Torinese e opera in diverse regioni d’Italia, suscitò qualche preoccupazione nel 2012 dopo che una alluvione aveva allagato buona parte della Valdichiana, compresa la zona vicina a Montallese e ai 4 Poderi. Si pensò – e lo scrivemmo anche noi – che in casi del genere un impianto in cui si trovano stoccate o “in lavorazione” tonnellate di rifiuti potesse rappresentare un rischio, una sorta di “bomba ecologica” ad orologeria… La ditta spiegò che tutto veniva fatto secondo le norme e di lì a poco comune e Provincia realizzarono anche delle opere idrauliche di salvaguardia, come una grande vasca di espansione e contenimento delle acque del fosso Gragnano (uno degli affluenti del Lago di Chiusi) e anche quelle opere hanno reso la situazione più tranquilla.
Ma la preoccupazione era anche data dalla presenza di un impianto industriale di quel tipo in piena zona agricola e non in apposita area industriale, per di più a ridosso di una strada molto trafficata come la 326.
Adesso però l’impianto di Cascina Pulita Srl di Montallese, potrebbe cambiare indirizzo. Anzi con tutta probabilità lo cambierà a breve. L’azienda ha infatti acquistato all’asta giudiziaria i capannoni ex Nigi Agricoltura, nella zona industriale delle Biffe a Chiusi Scalo. E non li ha acquistati per fare una mera speculazione immobiliare, quanto piuttosto per trasferirvi l’impianto attualmente operante a Montallese. In qualche modo l’azienda piemontese andrà così a sanare una anomalia, trasferendo una attività industriale laddove deve stare, cioè in una zona industriale, da una zona agricola indubbiamente inadatta e impropria.
E’ ovvio altresì che la norma di Piano recentemente approvata dal Consiglio Comunale che vieta l’insediamento di aziende insalubri che trattino rifiuti, in questo caso non vale, perché non si tratterebbe di un nuovo insediamento, ma di un semplice trasferimento di sede nell’ambito dello stesso comune e di ditta già esistente.
Il complesso Cascina Pulita verrà dunque a trovarsi a poca distanza dalla zincheria Metalzinco e dal depuratore ex Bioecologia ora Acea, che si trova nell’area dell’ex Centro Carni a acquistata dalla Multiutility romana.
E’ indubbio che rispetto alla attuale location a Montallese, quella della zona industriale sarebbe (sarà) una ubicazione più idonea, più “vocata” alle attività produttive.
Ma non è escluso che si alzi comunque qualche voce di protesta e di preoccupazione, perché come diceva Totò, “è la somma che fa il totale” e nella zona industriale delle Biffe sarebbero tre le aziende insalubri di prima classe, di cui due per il trattamento di rifiuti, più altre aziende metalmeccaniche e carrozzerie comunque a rischio di emissioni… Inoltre c’è sempre l’area acquistata da Acea da riempire (se non sarà il carbonizzatore, qualcosa Acea ci dovrà e vorrà costruire).
Vedremo. Qualche mugugno a Chiusi Scalo già si sente. Ma protestare per l’arrivo di Cascina Pulita alle Biffe senza aver mai detto una parola su quella presenza a Montallese, evidenzierebbe i sintomi della solita sindrome NIMBY (not in my back yard, non nel mio giardino). O più semplicemente sintomi di miopia e strabismo accompagnati da disturbi dell’olfatto come è successo con la paura (giustificata) per l’impianto Acea e i silenzi (ingiustficati) e l’assuefazione ai fumi delle aziende insalubri presenti da decenni.
m.l.
L’operazione che ha fatto Cascina Pulita è lecita, hanno acquistato a un area all’asta dal tribunale che non si preoccupa di quanto sia impattante l’attività che si dovrà andare ad insediare ma solamente che il tutto sia svolto secondo quanto indicato dal codice civile.
la madre di tutte le domande è che visione ha l’amministrazione per quell’area? C’è da preoccuparsi? Sicuramente. Sull’esistente non ci si può fare nulla, sul far rispettare le norme, certo. Se tutte le aziende insalubri rispettassero le norme saremmo al sicuro? Non è detto. Le aziende che rispettano le norme non buttano fuori aria pulita, ma emissioni che contengono inquinanti in percentuali inferiori a limiti tabellari previsti dalla norma. Ma la somma non fa il totale, come continui a ripetere. In ambito di inquinamento ambientale è la combinazione di più elementi inquinanti che potrebbero nel tempo e nello spazio portare a quote di inquinamento che crescono con valori esponenziali.
Come al solito articolo da ventriloquo. Nessuno ha mai detto niente su quell’insediamento? Vada l’articolista a vedere i numerosi post pubblicati nel settembre 2011 e le decine di commenti a quei post. Ci furono ritardi nel far vedere la documentazione e dovetti ricorrere al difensore civico regionale. Evidentemente la memoria c’è quando fa comodo.
Post su chiusiblog ovviamente.
la data di riferimento è il 2012 e non il 2011. Chiedo scusa
Ricordo gli articoli d Chiusiblog. Anche primapagina ne scrisse parecchio (il giornale era ancora di carta) nel 2012 e poi anche successivamente quando si tornò a parlare di temi ambientali in relazione ala vicenda nichel. Ma da allora – sono passati 8 anni – “nessuno ne ha più parlato” neanche in relazione ad altri temi ambientali. Noi compresi…
La ferita per il mancato, per ora, insediamento di Acea a qualcuno ancora brucia di brutto.
Ricordo gli articoli d Chiusiblog. Anche primapagina ne scrisse parecchio (il giornale era ancora di carta) nel 2012 e poi anche successivamente quando si tornò a parlare di temi ambientali in relazione alla vicenda nichel. Ma da allora – sono passati 8 anni – “nessuno ne ha più parlato” neanche in relazione ad altri temi ambientali. Noi compresi… E compresi molti di quelli che hanno, legittimamente, agitato le acque su altre questioni. Adesso ne parliamo di nuovo. E forse una riflessione generale sulle aziende insalubri e sull’aria, l’acqua e la terra di questo territorio – in vista delle elezioni amministrative del 2021 – sarà opportuno farla. Quanto alla norma di Prg che vieta gli impianti isalubrti per trattamento rifiuti, è vero che la Regione potrebbe avere l’ultima parola, magari per questioni di “emergenza o necessità”, ma è altresì molto difficile che la Regione possa disattendere o ignorare una norma che essa stessa ha approvato. Poi se la Regione cambia bandiera non si sa mai…
Se ci fai avere gli articoli di Primapagina su Cascina Pulita saranno utili per una documentazione completa. Che non se ne sia più parlato non è vero. In occasione di una delibera regionale su una variante al PIT ne ho accennato recentemente. Ovviamente se il tema non interessava la popolazione di Montallese chi se ne poteva interessare? Ma si sa in sindaco è di Montallese e tutto va bene.
La ricerca va fatta nell’archivio cartaceo, ma si può fare. Qui c’è un accenno: https://www.primapaginachiusi.it/2020/09/chiusi-cascina-pulita-da-montallese-alla-zona-industriale-delle-biffe-lazienda-tratta-smaltisce-rifiuti-agricoli/; qui di seguito altri accenni: https://www.primapaginachiusi.it/2017/12/chiusi-acea-al-centro-carni-rischio-miglioramento-della-situazione-attuale/; https://www.primapaginachiusi.it/2016/03/cosi-sarebbe-primapagina-il-nemico-numero-uno-dei-5-stelle/…
Riguardo all’acquisto effettuato da Cascina Pulita non sono riuscita a trovare sul web alcuna comunicazione ufficiale ne’ i documenti del bando d’asta e/o l’atto di aggiudicazione; non desidero, comunque, mettere in dubbio che sussista, una fondatezza documentale, debitamente consultata, dell’avvenuta aggiudicazione e che su questa si basi la pubblicazione dell’articolo.
La partecipazione ad un’asta giudiziaria richiede il rispetto di talune procedure. Innanzi tutto bisogna visionare nella cancelleria del tribunale o presso il professionista incaricato o su internet, i relativi documenti, tra cui l’avviso di vendita, il prezzo base, la perizia di stima, redatta da un tecnico nominato dal giudice, che contiene una dettagliata descrizione dell’immobile, i dati catastali, la planimetria, lo stato di fatto, le eventuali irregolarità e la loro sanabilità, i vincoli, le servitù, i debiti e se l’immobile è libero od occupato, cui fanno seguito tutti gli atti successivi di partecipazione , fino all’ aggiudicazione ed al decreto di trasferimento del bene all’ aggiudicatario con l’ingiunzione al debitore e al custode giudiziario di rilasciare l’immobile.
Pertanto, considerato quanto sopra, condivido quanto espresso nel commento del Sig. Baessato e cioè che l’avvenuto acquisto da parte di Cascina Pulita, costituisca un’operazione pienamente lecita anche se , aggiungo , ad oggi , almeno per me, documentalmente non nota.
Ciò che però suscita la mia curiosità non è tanto la visione del futuro , che a questo punto mi apparirebbe delineata, quanto la verifica di un passato recente e cioè del come si è arrivati a tal punto e la differenza che può esistere tra forma , sostanza e relative dichiarazioni.
Si seguita a parlare di “capannoni ex Nigi Agricoltura” , continuando ad evocare una realtà non più esistente dal 2008 e volutamente ignorando i fatti accaduti nel corso degli anni successivi che hanno sicuramente inciso profondamente nell’ attuale realtà locale.