INFILTRAZIONI MAFIOSE: CHIUSI, SALTA L’APPALTO PER IL COMPLETAMENTO DEL PALASPORT
CHIUSI – Che la Toscana, la vicina Umbria e anche, nello specifico la Province di Siena e di Perugia fossero da tempo “terra di conquista” da parte di organizzazioni malavitose è cosa nota da anni. Che le infiltrazioni mafiose (‘Ndrangheta, Camorra e Cosa Nostra) siano piuttosto frequenti anche nell’economia locale idem. Dopo i recenti arresti avvenuti in Umbria nell’ambito di una grande operazione anti ‘Ndrangheta, arrivano conferme inquietanti anche riguardo al senese. L’allarme lo ha lanciato direttamente il prefetto di Siena che in una lettera inviata al La Nazione parla di alcuni casi precisi. Uno riguarda anche il Comune di Chiusi e uno il capoluogo. A darne ulteriore notizia anche il sindaco di Chiusi e l’assessore Micheletti con due rispettivi post sui loro profili facebook.
“La prefettura di Vibo Valentia ha infatti emesso, pochi giorni fa, una interdittiva antimafia alla ditta che aveva vinto l’appalto ed aveva iniziato le opere per il completamento dei lavori del nostro Palasport poiché sussistevano elementi oggettivi che suffragavano l’esistenza di infiltrazioni mafiose”, scrive Bettollini, il quale poi prosegue: “Per tale risultato vorrei dapprima ringraziare la locale arma dei carabinieri che, in collaborazione con i nostri uffici ed il Prefetto di Siena, ha condotto una efficace attività investigativa che ha permesso poi alla prefettura di Vibo di emettere l’Interdittiva. Come Comune di Chiusi, ieri mattina, sentito ed informato il Prefetto, abbiamo proceduto al recesso immediato del contratto di appalto come disposto dalla legge”.
La notizia è preoccupante per due motivi: il primo è ovviamente quello delle infiltrazioni mafiose. Ovvero il fatto che questo territorio non ne sia immune. Il secondo è che la vicenda interrompe l’iter dei lavori e ne ritarderà l’esecuzione. Lo ammette anche il sindaco che scrive: “Questo era il cantiere più importante per il quale era prevista l’inaugurazione entro l’estate e l’utilizzo della struttura per l’anno europeo della sport. Ora dovremo dare corso ad un nuovo appalto ed inevitabilmente si allungheranno i tempi previsti”. Ma Bettollini rassicura: “Noi non molliamo di un centimetro soprattutto contro le avversità e l’opera la vogliamo vedere terminata quanto prima”.
Gli fa eco l’assessore Micheletti: “Una notizia inaspettata e improvvisa, che ha causato una sorta di shock. Non avremmo mai immaginato di poter essere terreno di conquista per infiltrazioni di stampo mafioso. credevamo di vivere in una sorta di eden, immuni da fatti criminosi di tale portata. Credo che sia la prima volta infatti che il nostro Comune sia coinvolto da eventi di questo genere. I nostri uffici comunali ne sono stati ovviamente emotivamente colpiti ma hanno avuto la prontezza di produrre atti immediati per la rescissione del contratto con la ditta coinvolta.
Adesso i lavori in corso per la realizzazione del nuovo Palasport in località Pania, subiranno un inevitabile stop. Si dovrà scorrere la graduatoria per individuare la nuova ditta, verificarne i requisiti, firmare il contratto e riaprire il cantiere il prima possibile.
Saranno settimane e mesi impegnativi, ma sono certo che sapremo superare anche questa insidia”.
Il sindaco fa anche alcune considerazioni: “il nostro non è un territorio in cui questi fatti si verificano con regolarità, ma le nostre istituzioni sono state subito pronte ed attente a proteggere le nostre comunità dal tentativo di radicamento di attività malavitose, dimostrando controllo scrupoloso su tutto ciò che accade intorno a noi. A tutte le istituzioni civili e militari va il nostro plauso e ringraziamento”. La seconda considerazione è di carattere politico: “l’evidenza è comunque che le modifiche, apportate dai vari governi che si sono susseguiti, al codice degli appalti non funzionano : il risultato è che le aziende del posto hanno sempre meno probabilità di vincere appalti in ragione di una libera concorrenza, ma i tentativi di infiltrazione mafiosa non sono stati arginati. Così è! Su questi temi servirebbero maggiori poteri ai Sindaci. Spero che qualcuno se ne renda conto prima o poi”.
Ecco, Bettollini getta sul tavolo un altro tema che potrebbe essere uno dei temi caldi della campagna elettorale per le regionali, ormai alle porte.
Quanto alle infiltrazione malavitose nel territorio, va ricordato che poco più di un anno fa, il 23 novembre 2018, lo stesso sindaco Bettolini, con una diretta facebook a sorpresa annunciò l’avvio della procedura per acquisire un grande complesso immobiliare ristrutturato negli anni ’90 e inutilizzato per realizzarvi un progetto sociale. Beh, quell’immobile situato in loc. Molino Astrone, tra Chiusi e Cetona, era stato sequestrato nel 2010 ad un ex senatore del Polo delle Libertà, già sindaco di Afragola, finito sotto inchiesta per traffici illeciti con la criminalità organizzata. Insomma qualche avvisaglia c’era già stata.
Dopo quella diretta di Bettollini, su queste colonne scrivevamo: “Il sindaco di Chiusi ci ha forse voluto dire che la battaglia per la legalità non è una esclusiva dei 5 Stelle o dell’attuale governo e che Chiusi è pronta a fare la sua parte. La vicenda invece conferma che questo territorio non è immune da infiltrazioni malavitose e da operazioni di riciclaggio ammantate da investimenti di gente facoltosa a cui piace il paesaggio toscano. L’isola felice è da un pezzo che non esiste più. Di certe presenze “dubbie” a Chianciano, Chiusi e dintorni parlavano già la relazione della Commissione parlamentare antimafia del 1992 e le relazioni del Procuratore Piero Luigi Vigna… Primapagina organizzò un convegno sul tema presso la Taverna del terziere S. Angelo a Chiusi. Bettollini no, che era giovane, ma qualcun altro forse se ne ricorderà…”.
M.L.
Un annuncio alla vigilia di in izio anno quando i giornali non escono. Comunque le infiltrazioni indicate dal Prefetto riguardano Siene e Chiusi. Quando si dice il primato.
Meglio do “quando c’era lui”
Paolo, la notiza è uscita su la Nazione (lettera del prefetto) e poi su primapagina che sono due giornali. E su primapagina sono riportati i post del sindaco e di un assessore di Chiusi, quindi non mi pare che nessuno abbia voluto dare la notizia in un momento di solenzio mediatico, se è questo che volevi dire…
Dal Blog di Repubblica del 28/10/2017 (parliamo di due anni fa non del secolo scorso) : “Si chiama Domenico, ma nelle chat si firmava Cocco, Mommo, Mimmo, Solocoraggio, Longobardo, Juan, Ali Baba, Franco, Aiaiai. La sua base operativa era Roma, lo snodo logistico Ibiza, ma si è fatto notare anche a Duisburg in Germania, come in Olanda, Spagna e Inghilterra, oltre che in diversi Paesi del Sud America. Frequentava e per i magistrati “usava” noti colletti bianchi, incluso un “tizio toscano” con cui avrebbe progettato il trasferimento di “un’ingente somma di denaro liquido” forse grazie a “un personaggio legato all’ambasciata del Congo”.
Il suo destino, raccontato da L’Espresso, si sarebbe incrociato anche con i presunti scheletri nell’armadio di un manager che ha poi avuto molto a che fare con il Tap, il gasdotto che dovrebbe passare per gli uliveti pugliesi.
Quando Cosimo Damiano Tassone è stato arrestato era uno dei più importanti narcos italiani, per la procura di Roma capo indiscusso di una cellula di ‘ndrangheta che avrebbe trafficato centinaia di chili di cocaina destinati alle piazze romane e ne avrebbe lavato i proventi grazie a promotori finanziari, manager e diplomatici stranieri.”
Quando Tassone sospetta che alcuni mediatori, non gli avrebbero consegnato parte di una somma che aveva investito, la voce di Tassone si fa grossa. La reazione del calabrese è violenta, e per far comprendere con chi stavano lavorando spiega ad un suo complice: «Digli che se non mi portano altri 622 mila dollari, il primo che gli strappo la testa è lui ». Al suo uomo fidato Tassone ricorda di riferire agli svizzeri che: «Noi non siamo imprenditori, e se pensa di farla franca ha sbagliato persone».
Per il prosieguo della storia : http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/03/31/news/tap-ecco-gli-affari-sporchi-degli-uomini-dietro-il-gasdotto-in-puglia-1.298603
Nicola Gratteri : “ In Calabria restano solo le briciole: lì non è conveniente investire e renderebbe visibile una ricchezza sospetta. Comprano da Roma in su. Ed è presente in tanti Paesi d’Europa, dalla Germania alla Svizzera, e all’estero, in Canada, in Australia”
Chi sia il “tizio toscano” ormai è fatto noto , comunque abbiamo una targa all’ingresso di Chiusi che lo “richiama” …….come possiamo continuare a “cadere dalle nuvole”?
Per Rossella: ma quella targa a cui si fa accenno è normale che non sia stata rimossa ? Se la memoria non mi tradisce mi sembra che qualche anno fà da diverse parti arrivò l’invito a farlo. O mi sbaglio ?
Non so di preciso a quale targa si riferisca Rossella Rosati, se è quella che penso, della quale da queste colonne chiedemmo la rimozione, è ancora al suo posto. E non è normale che sia lì, per più di un motivo.
Cosa impedisce di pubblicare dove sta la targa e il suo testo? Fate partecipi anche i disinformati come me.
Già fatto, 4 anni fa: https://www.primapaginachiusi.it/2015/09/broker-chiancianese-coinvolto-e-indagato-maxi-traffico-di-cocaina-riciclaggio-diu-denaro-sporco-era-stato-anche-esponente-di-forza-italia-presidente-del-lyons-club/
https://www.primapaginachiusi.it/2015/09/il-broker-indagato-traffico-di-droga-riciclaggio-quella-targa-ricordo-ra-rimuovere-il-lions-club-di-chiusi-non-era-dei-nostri/
Immagino sia questo
codesta è la richiesta di rimozione della targa. La notizia cui fa riferimento Rossella Rosati è quella contenuta e linkata nel commento precedente (è del settembre 2015).