27 ARRESTI E SEQUESTRI PER 10 MILIONI DI EURO: DURO COLPO ALLA ‘NDRANGHETA IN UMBRIA

giovedì 12th, dicembre 2019 / 15:50
in Cronaca
27 ARRESTI E SEQUESTRI PER 10 MILIONI DI EURO: DURO COLPO ALLA ‘NDRANGHETA IN UMBRIA
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PERUGIA – Ventisette arresti e sequestri per 10 milioni di euro. E’ questo per ora l’esito di una operazione di polizia per stroncare la presenza della ‘Ndrangheta in Umbria. Non solo l’Emilia Romagna. la Lombardia e la Toscana, anche la piccola regione nel centro geografico della penisola è evidentemente entrata nel  mirino delle cosche calabresi. La polizia di Stato, sotto la direzione delle procure distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria, dirette dai procuratori Nicola Gratteri e Giovanni Bombardieri, ha eseguito i provvedimenti restrittivi nei confronti di appartenenti alle cosche Trapasso e Mannolo di San Leonardo di Cutro e Commisso di Siderno e ha sequestrato beni per un valore di circa 10 milioni di euro. Due le operazioni, denominate Infectio e Core business, che disvelano le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Umbria.  La prima, Infectio, è della Dda di Catanzaro e ha portato all’emissione da parte del gip catanzarese di 23 misure cautelari (20 in carcere e 3 ai domiciliari) nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, minacce, violenza privata, ma anche associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario. Nello specifico, l’indagine, approfondendo quanto emerso già in una operazione dello scorso maggio, ha portato alla luce la perdurante operatività delle cosche in territorio umbro, dove, attraverso stabili collegamenti con la casa madre, avevano impiantato un lucroso traffico di stupefacenti, anche con la complicità di trafficanti albanesi.

Non solo.  Le cosche avrebbero messo le mani anche negli appalti  e nella politica, minando con attività estorsive, la libera concorrenza nella esecuzione di lavori edili, nonché attivandosi a favore di soggetti candidati alle elezioni amministrative locali.

L’inquinamento del tessuto economico da parte di sodalizi criminali – secondo ciò che emerge dall’inchiesta – sarebbe avvenuto attraverso società intestate a prestanome o soggetti inesistenti, in grado di offrire prodotti illeciti, in primis fatture per operazione inesistenti, o truffe ai danni di banche e complesse operazioni di riciclaggio del denaro di provenienza illecita. In questo quadro sono state sequestrate numerose società con sede in Umbria, Lazio e Lombardia attraverso le quali l’organizzazione criminale realizzava i citati reati economico finanziari.

In una intercettazione, emergono pure minacce di atti di violenza: «Sono andato in ufficio e gli ho detto: come si permettono di mandare a Ellera a fare lavori. Non ci sono andati! Se no domani mattina provate il piombo se andate là».

Con l’operazione Core business, le squadre mobili di Reggio Calabria e Perugia, hanno consentito di accertare la perdurante attività del sodalizio dei Commisso di Siderno avviate a partire dal 2015, allorquando il leader, dopo un lungo periodo di detenzione, si stabilì a Perugia, in località Casa del Diavolo, per scontare gli arresti domiciliari che gli permise di riallacciare i contatti con altri esponenti di spicco del sodalizio, come il referente imprenditoriale in Umbria della famiglia Crupi, Antonio Rodà. Proprio con Rodà, lo storico leader affrontava la problematica legata alla salvaguardia dei beni da probabili provvedimenti dell’autorità giudiziaria, inviava messaggi ad altri sodali di Siderno e individuava terreni nella zona di Perugia da destinare a vigneti per la produzione di vino da commercializzare in Canada. Scoperto dagli inquirenti anche un sistema per occultare le reali proprietà delle famiglie ndranghetiste in centro Italia. Coinvolta anche una società in provincia di Arezzo già oggetto di sequestro preventivo…

L’operazione di questi giorni ha portato al sequestro preventivo della totalità delle quote e dell’intero patrimonio aziendale di undici società, tra cui 4 umbre. Una di Norcia, una di Torgiano, una di Marsciano e una di Corciano. Le altre di Roma, Milano e Latina.  Sigilli anche per nove auto.

Insomma elementi incontrovertibili che certificano la presenza della ‘Ndrangheta in Umbria: Corciano, Torgiano, Marsciano, Norcia, nessuna area della regione sembra esserne immune…Ma come si vede l’infiltrazione sistematica avviene anche in aree non sempre sotto i riflettori. Aree periferiche o di “seconda e terza fascia”, dove, per forza di cose anche i controlli sono minori rispetto a zone più vivaci sia economicamente che socialmente.  Si parla di centri tra i 7 e i 20 mila abitanti… e tutti abbastanza fuori circuito. Anche in una regione piccola come l’Umbria, Torgiano, Marsciano, Corciano e Norcia non sono Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello o Spoleto… sono località a minore impatto. Anche questo crediamo sia un elemento di valutazione da tenere presente…  Nessuna zona può ritenersi più un’isola felice o a tenuta stagna…

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