VALNESTORE: DISCUSSIONE ACCESA SULL’AMPLIAMENTO DELLA VETRERIA PIEGARESE

giovedì 18th, luglio 2019 / 10:41
VALNESTORE: DISCUSSIONE ACCESA SULL’AMPLIAMENTO DELLA VETRERIA PIEGARESE
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Un’assemblea assai partecipata, come non se ne vedevano da anni quella che si è tenuta martedì sera a Tavernelle. Annunciato come un confronto sui temi ambientali, l’iniziativa ha focalizzato l’attenzione soprattutto sui progetti della Vetereria Cooperativa Piegarese, colosso nazionale del settore e azienda più importante del territorio. Il confronto da tempo aperto sulla Vetreria Cooperativa Piegarese, che in Val Nestore rappresenta così tanti interessi, non poteva andare diversamente.
L’iniziativa promossa da Cittadinanzattiva Umbria e Legambiente Umbria, trae origine da sollecitazioni di iscritti locali alle due associazioni, che temono ripercussioni “ambientali” . La vetreria ha infatti in programma la costruzione di un nuovo impianto industriale per la produzione di vetro. Cosa che sta suscitando, come era prevedibile, discussioni e confronti anche accesi nell’opinione pubblica.  Alla fine tutti i protagonisti della serata,  come ha sottolineato il sindaco di Panicale Giulio Cherubini, si sono dichiarati soddisfatti per il confronto pacato e civile che ne è scaturito.
La nuova vetreria dunque non sostituirà il vecchio impianto che seguiterà, pur con tutti gli adeguamenti normativi, molti dei quali già attuati o in via di attuazione a fondere vetro. Così come va sottolineato che in questi ultimi anni l’Euro Recuperi, è divenuto uno degli impianti più grandi d’Europa.
Un po’ di nervosismo a raccontarla tutta, si è avvertito da parte di alcuni personaggi che nel passato recente avevano messo in atto la strategia della “Terra dei fuochi”, poi miseramente fallita. Si sono sentiti scavalcati forse per una presunta lesa maestà.
Di certo il confronto che è scaturito all’assemblea, tra ARPA, Regione dell’Umbria e Amministrazioni locali con i cittadini, ha chiarito alcuni aspetti come quello del controllo pubblico sulle emissioni e smascherato alcune leggende metropolitane che ad arte da tempo vengono alimentate, come quella che il primo progetto della nuova vetreria, sarebbe stato bocciato perché pericolosissimo per l’ambiente. “Non ci sono progetti vecchi e nuovi. C’è un solo progetto quello presentato a marzo 2019 dalla VCP. Nessuna bocciatura, la VCP deve seguire il percorso della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), come previsto dale norme vigenti!”
Così ha specificato l’ingegnere Sandro Costantini responsabile dell’iter procedurale alla Regione Umbria.
Un primo progetto fu presentato circa un anno fa. Un piano di investimenti per una nuova vetreria attraverso il quale la VCP chiese se il nuovo impianto doveva passare per il Piano di Valutazione o sarebbe divenuto operativo subito. Le risposte degli Enti di controllo preposti, chiarirono che bisognava passare per la Valutazione poiché il nuovo sito produttivo era di medio grandi dimensioni  e perché le vetrerie come le acciaierie devono seguire questo percorso.  “Ora – ha precisato l’ingegner Costantini della Regione Umbria, colui che dovrà apporre la firma al progetto – stiamo ognuno per le proprie competenze, apportando tutte quelle osservazioni tecnologiche, affinché tutto sia realizzato per il bene di tutti”. Affermando che “L’impatto zero non esiste, esistono progetti per la produzione di beni che sempre più con l’apporto delle tecnologie, dovranno risultare compatibili con l’ambiente”.  Il tecnico ha spiegato inoltre che “l’investimento prevede un Piano Ambientale che si integra con l’apporto di altri esami e autorizzazioni, in un unico percorso, dentro al quale confluiranno le valutazioni di ARPA e della USL e di molti altri”. Lo stesso Costantini ha fatto sapere che “dalla cittadinanza sono giunte fino ad oggi almeno quattro  osservazioni”. Ora – ha affermato l’ingegnere – la VCP ha trenta giorni di tempo per rispondere. Se non lo farà il percorso si chiude”.
Dunque il “NO” senza motivazioni non può essere praticato, così come il “SI” avrà dei vincoli senza il rispetto dei quali, non sarà possibile nessun nuovo insediamento. Quindi, basta con le ideologie negazioniste a priori e i SI acritici. I giudizi viziati dalle ideologie non saranno più accettati.  Da parte dell’ingegnere Cristina Simoncini dell’ARPA, responsabile procedimento VIA, si precisa che fino a ora sono stati fatti tutti gli atti previsti dalle normative, per garantire quanto più possibile l’interesse comune, sotto il profilo ambientale e della salute.
Un modo di pensare questo, che dovrebbe rasserenare gli animi dei dirigenti stessi della VCP. Certo le richieste di adeguamento ulteriore di tecnologie e soprattutto di ristrutturazioni del vecchio impianto, costruito in anni in cui i vincoli erano ben diversi dagli attuali, dovranno trovare una disponibilità da parte degli Enti di controllo preposti, nel dilazionare i tempi. Questo è quello che si percepisce, parlando con quelli della VCP.
“Non possiamo spaccare la comunità della vallata tra Vetreria si, vetreria no”, queste le parole d’esordio dell’intervento della ex consigliera comunale Patrizia Rossi. “La procedura del VIA è una opportunità di confronto, che dobbiamo saper cogliere”. Poi parole dure e polemiche nei confronti dell’azienda:  “la Vetreria come azienda, per la sua storia sul territorio, avrebbe dovuto mettere in campo un progetto fortemente innovativo, avanzato. Non aspettare i suggerimenti degli Enti preposti”. Infine una frecciata all’Amministratore delegato Gallo per la sua assenza all’assemblea pubblica: “Non un bel segnale” .
L’Ingegnere Quirini incaricato dai Comuni di studiare il progetto precisa che i poteri delle amministrazioni comunali sono assai limitati. “Rumori, urbanistica, aspetti sanitari”, questo il loro campo di azione. “Il nuovo impianto – ha affermato – sarà alimentato da materie prime e da materie di recupero. Sarà un sito produttivo assai inferiore all’esistente e il progetto prevede le migliori tecnologie disponibili oggi. Il nuovo stabilimento sarà fornito di impianto di controllo 24 ore su 24…”.
Dall’assemblea è venuta forte la richiesta che ci sia un controllo pubblico, di facile accesso da parte dei cittadini. E su questo ha assicurato il sindaco Cherubini, le Amministrazioni hanno già espresso la loro volontà perché ciò sia fatto.
Un intervento da scontro frontale invece, quello fatto da Riccardo Testa, rappresentante dell’Associazione ambientalista di Città della Pieve “Il Riccio”.  Un intervento teso a dimostrare che tutta l’attività del genere umano produce inquinamento. Una sorta di comizio sulla paura collettiva.  Rispolverando un po’ tutte le vecchie polemiche  sulla Centrale di Pietrafitta, ha parlato di tumori in misura maggiore che altrove, ma senza fornire un solo dato. A questo proposito vale la pena ricordare come il Corriere dell’Umbria, dopo che per anni ha gridato alla “Terra dei Fuochi” in Val Nestore, nei giorni scorsi ha dedicato una pagina intera a questa fenomenologia sanitaria nelle varie zone dell’Umbria. Il territorio della Val Nestore, nemmeno viene citato.  L’ecologista Testa ha insomma prefigurato sciagure legate allo sviluppo industriale…  Solo che a un certo punto del suo intervento, gli ha squillato il cellulare. Dunque anche lui per vivere, ha bisogno delle antenne, dell’industria e delle centrali, come tutti i comuni mortali.
Qualcuno, nel corso dell’assemblea ha sottolineato invece un aspetto non secondario: quello della viabilità che da tempo, nonostante la Variante alla Pievaiola, in Valnestore non è più sufficiente e il nuovo impianto della VCP potrebbe peggiorare la situazione.
Controllo pubblico delle emissioni e minor impatto possibile, ha chiesto anche Augusto Peltristo consigliere di opposizione del centro destra piegarese.
La grande assente, se così si può dire, è stata la politica. Da parte di nessun partito è stato fatto giungere un comunicato o una presa di posizione. Silenzio. Un altro segno anche questo dei tempi che stiamo vivendo. E non è buon segno, perché al di là delle preoccupazioni sulle ricadute ambientali, il progetto della Vetreria e il recente accordo tra Enel e Comuni, fanno intravedere spiragli di una ripresa degli investimenti e dell’economia produttiva, in una zona che è stata una delle più produttive dell’Umbria e però, negli ultimi 20 anni ha assistito ad uno stillicidio di chiusure, delocalizzazioni, fallimenti con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Certo, anche la Vetreria avrebbe potuto partecipare. E certo, se per le pressioni e le paure della gente l’azienda dovesse tirare i remi in barca e magari decidere di delocalizzare l’impianto e farlo altrove, per la zona non sarebbe una vittoria.
Come abbiamo scritto in apertura, l’iniziativa tenutasi a Tavernelle era organizzata da associazioni, non da partiti o istituzioni, ma se la politica non fa nemmeno lo sforzo di ascoltare offre una pessima immagine e dimostra grave inadeguatezza.  In questo caso i cittadini si sono mostrati più avanti di chi alle elezioni li rappresenta.
Renato Casaioli
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