GALLERIA PERICOLOSA E A RISCHIO SULLA FOLIGNO-CIVITANOVA: 10 INDAGATI PER FRODE E ATTENTATO ALLA SICUREZZA DEI TRASPORTI PUBBLICI

giovedì 21st, marzo 2019 / 12:18
in Cronaca
GALLERIA PERICOLOSA E A RISCHIO SULLA FOLIGNO-CIVITANOVA: 10 INDAGATI PER FRODE E ATTENTATO ALLA SICUREZZA DEI TRASPORTI PUBBLICI
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PERUGIA – Raggiungere il mare Adriatico dalla parti di Civitanova Marche è una “volata”. Da Foligno sono meno di 100 km, tutta superstrada. Meno di un’ora anche con una Panda. Una goduria, rispetto al percorso precedente che doveva valicare l’Appennino a Colfiorito. Ora una serie quasi infinita di gallerie rende tutto molto più facile. Ma… è di ieri la notizia che quelle gallerie, peraltro molte situate in zona particolarmente sismica, non sarebbero state realizzate a regola d’arte. Una in particolare, quella de La Franca sarebbe stata costruita con «rivestimento definitivo con un sottospessore pari o superiore a 5 cm rispetto a quello previsto dal contratto (50 cm) sul 23 per cento della lunghezza della canna nord e su 32,25 per cento della canna sud». E ciò ne compromette la stabilità e la sicurezza. Per questo motivo il sostituto procuratore Michela Petrini ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone, per frode in fornitura pubblica e attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici. Tra gli indagati anche Carlo Ferroni presidente del Cda di Grandi lavori Fincosit.

L’inizio dell’indagine risale al 2015 e prese avvio da un servizio della trasmissione Report  che raccolse la testimonianza di un operaio il quale denunciava proprio la non conformità dei lavori nel tunnel della Foligno-Civitanova, allora non ancora inaugurata.

La Società Quadrlatero Spa, committente dell’opera si è costituita parte civile.

Oltre che per Ferroni di Grandi lavori Fincosit,  il sostituto Petrini ha chiesto il rinvio a giudizio anche per i due direttori tecnici tecnica di cantiere che si sono avvicendati, Renato Petrucci ed Ernesto Tedeschi; il direttore tecnico e membro del Cda Vincenzo Costantino; il geometra e capo cantiere Antonio Palazzo e l’assistente di cantiere Fabrizio Di Placido. Stesse imputazioni anche per Massimo De Iasi della società Dimms, che fece i controlli sullo spessore dei rivestimenti tra marzo e giugno 2013, e Giovanna Cassani che ha redatto la relazione seguita ai controlli col georadar e finita nel mirino della procura, perché «nonostante le immagini delle indagini fatte col georadar evidenziassero sottospessori profondi ed estesi, veniva attestata soltanto la presenza di sottospessori di modesta entità (centimetrici) che non presentavano alcuna valenza strutturale per l’opera».

Secondo l’accusa gli otto avrebbero «violato fraudolentemente i contratti, celando la non conformità dell’opera alla committente e omettendo di realizzare ogni necessario intervento strutturale correttivo prima di venire a conoscenza del procedimento penale» ossia il 29 maggio 2015. In questo senso per il sostituto Petrini gli otto hanno «compromesso la sicurezza della galleria, ponendo in pericolo anche la sicurezza dei trasporti pubblici» fino all’inaugurazione del tracciato avvenuta il 28 luglio 2016 e con molto ritardo, proprio a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri.

Davanti al gup si difendono anche Giorgio Mazzi e Vito Alfonso Gamberale, che si sono succeduti alla Grandi lavori Fincosit come rappresentanti legali: per loro la pubblica accusa chiede il processo per un’altra storia: gestione di rifiuti non autorizzata, reato di cui devono rispondere anche Ferroni e Petrucci.

Durante le indagini condotte dall’Arma, con l’intervento del Ros, sono stati trovati 200 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi nell’area di cantiere di Sostino (Foligno) e pure fanghi prodotti da trattamenti delle acque reflue industriali rinvenuti all’interno della vasca di decantazione. Tutta roba che  non avrebbe dovuto trovarsi lì.

(fonte Umbria 24.it)

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