EMPOLI: TUNISINO DI 32 ANNI MUORE DURANTE CONTROLLO DI POLIZIA, ERA LEGATO E AMMANETTATO
Si è parlato molto nei giorni scorsi del video postato dal Ministro Bonafede sull’arrivo del terrorista Cesare Battisti e le fasi successive (viaggio in aereo, arrivo in carcere, rito delle impronte digitali… ) e giustamente è stato fatto notare che un detenuto, dal momento in cui entra in custodia dello Stato ha diritto a non essere messo alla gogna, e nessuna nimmagine può essere dffusa. Avete mai visto foto di Riina o altri mafiosi arrestati mentre si apprestano a lasciare le proprie impronte digitali? No. Diciamo che nel caso di Battisti la propaganda ha avuto la meglio sul diritto e sulla legge. Ma come c’è la malasanità c’è anche la malagiustizia, la malapolitica, la malapolizia… E potrebbe essere un altro caso di… “malapolizia”, quello di un tunisino morto durante un controllo a Empoli, ieri sera.
Un altro caso simile a quelli di Aldrovandi, Bianzino, Cucchi, Magherini…
Sì, perché il tunisino sarebbe morto per un malore, dentro un “money transfer”, mentre era a terra “contenuto dagli agenti”. In base a quanto emerso dai primi accertamenti l’uomo avrebbe avuto le manette ai polsi e i piedi stretti assieme da un cordino che gli agenti erano stati costretti ad applicargli per evitare che scalciasse.
La dinamica ricorda quella della morte di Riccardo Magherini, il giovane ex calciatore morto in strada nel 2014, mentre tre carabinieri che lo avevano fermato lo tenevano fermo e prono sull’asfalto, perché era in preda a “delirio eccitatorio”… (carabinieri poi assolti).
Il Pm titolare delle indagini sul caso di ha ascoltato sia gli agenti, sia il personale sanitario chiamato sul posto dagli stessi poliziotti.
Immediato – e forse precipitoso – il commento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini il quale ha espresso “totale e pieno sostegno ai poliziotti”. I quali poliziotti, secondo Salvini “a Empoli sono stati aggrediti, malmenati, morsi Purtroppo un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false, è stato colto da arresto cardiaco nonostante gli immediati soccorsi medici. Tragica fatalità. Però se un soggetto violento viene ammanettato penso che la Polizia faccia solo il suo dovere”.
Il Ministro dunque non ha il minimo dubbio. Ha già emesso la sua sentenza.
Il tunisino deceduto si chiamava Arafet Arfaoui e aveva 32 anni. Voleva trasferire del denaro, 20 euro, ma il titolare del negozio di money transfer, un cittadino indiano, temendo che la banconota fosse falsa, ha rifiutato il servizio. Da lì è nata una discussione e il commerciante ha chiesto l’intervento di una volante della polizia. Durante il controllo il nordafricano, piuttosto agitato agitato, ha mostrato i documenti, poi è scappato fuori dal locale entrando in una macelleria adiacente. Gli agenti l’hanno raggiunto e hanno cercato di calmarlo, ma lui è corso di nuovo fuori ed è ritornato dentro al money transfer. “Qui, dopo un breve parapiglia – si legge nella cronaca di Repubblica – i due poliziotti l’hanno ammanettato a terra e poi, visti i tentativi di liberarsi, hanno chiesto al titolare una corda per legargli le caviglie e impedirgli di scalciare. L’uomo è rimasto per diversi minuti a terra, ammanettato: secondo le prime testimonianze, gli agenti non avrebbero esercitato pressione sul suo corpo e si sarebbero limitati a contenere i suoi tentativi di divincolarsi. Sul posto è arrivata una dottoressa del 118 per sedarlo, ma pochi minuti più tardi l’uomo ha accusato un malore e ha perso conoscenza. I tentativi di rianimarlo sono andati avanti per circa un’ora, senza risultati. Gli accertamenti sono condotti dalla squadra mobile di Firenze e proseguono per incrociare le testimonianze con le immagini delle telecamere del negozio, che avrebbero ripreso tutte le fasi del fermo”.
Si tratta di stabilire se il malore che ha causato il decesso è avvenuto per lo stato di alterazione pregresso del giovane tunisino oppure alle “maniere” usate dai poliziotti. E se quelle “maniere” sono state consone alla situazione o un po’ fuori ordinanza.
Purtroppo di casi di maniere fuori ordinanza sono piene le cronache. I casi citati in precedenza sono lì a dimostrarlo. Poi ce ne sono anche altri, finiti magari non in tragedia, ma sempre gravi, come lo stupro di due giovani americane da parte di due carabinieri in servizio, a Firenze. E ci sono i casi in cui poliziotti o carabinieri hanno sparato a un’auto in fuga, uccidendo delle persone, come successo qualche mese fa a Ponte Felcino in provincia di Perugia. Gli agenti preposti al controllo del territorio fanno una lavoraccio. Rischiano anche la vita e debbono poter avere la possibilità di agire e di difendersi. E’ quando ciò avviene andando oltre il lecito che lo Stato subisce un colpo durissimo. Che ciò sia successo più volte è fuori di ogni dubbio. Il caso di Empoli è tutto da verificare. Ma la sicumera ostentata dal ministro Salvini ci sembra, in questa fase, un po’ eccessiva. Un po’ oltre il lecito, diciamo. Come il video su Battisti.