UN SONDAGGIO DI PRIMAPAGINA: ARTE, VINO, PAESAGGIO, EVENTI… QUAL E’ LA MOLLA PIU’ EFFICACE PER IL DECOLLO DEL TURISMO?
La zona di competenza di primapagina è storicamente quella che sta a cavallo tra la Valdichiana senese, il Trasimeno e l’Orvietano. Questa era l’area di diffusione del giornale quando usciva nelle edicole. Adesso che è solo on line, il discorso è un po’ diverso. E Primapagina fortunatamente ha anche molti lettori nelle città più vicine (Siena e Perugia), ma anche in altre parti d’Italia, adesso basta un clic per leggere il nostro giornale, e si può fare anche da Roma, Milano o dall’America… In ogni caso il bacino di utenza principale resta quello “storico”, ovvero la Valdichiana, la zona del Trasimeno e l’ovietano. Una zona che dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico è certamente tra le più “fotografate” e celebrate di tutta la penisola. Pochi altri territori possono vantare una così forte concentrazione di centri storici di grande pregio, costellati di vestigia archeologiche, di cattedrali, chiese, abbazie, catacombe e luoghi di culto di assoluto valore. Il tutto in mezzo ad un paesaggio ricco anche di risorse ambientali come laghi, fonti e stabilimenti termali, piste ciclabili, percorsi storici (si pensi alla via Romea o alla Francigena) e terra di sapori e saperi antichi: dall’olio, al vino, ad una gastronomia che mixa la tradizione toscana con quella umbra.
Diciamo che questo territorio è pieno di città e paesi a forte vocazione turistica. Ma non tutte le città o i paesi vivono questa opportunità in egual misura. E anche a distanza di pochissimi chilometri le differenze appaiono abissali. Alcune località sono decollate e volano con numeri da città top: vedi Montepulciano, che ha visto un vero e proprio boom negli ultimi 10 anni. O Orvieto che ha una tradizione più antica. Pienza, nonostante le piccole dimensioni, è anch’essa un “gioiello” molto ricercato e apprezzato. Per un certo periodo sembrava volare anche Città della Pieve, adesso è un po’ in calo… Ogni città o paese punta su ciò che ha, naturalmente. Ed è chiaro che se hai un lago balneabile è più facile intercettare un certo tipo di turismo che è diverso da quello che invece cerca magari luoghi d’arte. Contano molto la posizione, il clima, l’accessibilità, ma anche la qualità del luogo dal punto di vista architettonico (Montepulciano e Pienza), così come conta avere qualche concittadino illustre del passato (il Perugino a Città della Pieve, per dire…), e conta molto la promozione, quella diretta fatta dai comuni, dalle pro loco, dalle associazioni e quella indiretta che arriva da film, fiction e serie Tv che diffondono l’immagine di un luogo a livello nazionale e anche internazionale: si pensi all’effetto “Carabinieri” su Città della Pieve nei primi anni 2000 o ai Medici per Montepulciano o San Quirico d’Orcia, ma anche a film come “Under the tuscan sun”, “Twilight”, o “Il paziente inglese” per Pienza e Montepulciano…
Ma una molla che attualmente sembra più efficace di altre è senza dubbio quella della gastronomia e in particolare del vino. Nel successo di Montepulciano ad esempio il Vino Nobile ha forse una parte più importante del Poliziano… Orvieto ha il Duomo, certamente, ma anche l’Orvieto Classico incide. Così come a Cortona la bistecca di chianina se la gioca con il Signorelli…
Poi ci sono paesi che avrebbero molte carte da giocare, ma stentano ad entrare nei circuiti turistici: Chiusi ad esempio ha gli etruschi, un museo nazionale, ma ha anche le catacombe paleocristiane e una cattedrale molto importante, una delle prime della Toscana, ha il lago e il “pesce di lago” come eccellenza gastronomica, ma non ha un marchio noto nel mondo come può essere il vino Nobile di Montepulciano e quindi fa fatica. Insegue…
Per capire un po’ di più qual è la percezione della gente del fenomeno turistico nella zona, lanciamo sulla home page di questo sito, un rapido sondaggio. La domanda in sostanza è “quale è secondo te la molla più efficace per promuovere e far decollare il turismo”? Sotto alla domanda proponiamo 7 possibili risposte: 1)le vestigia archeologiche e i musei; 2) le chiese, le cattedrali e i luoghi religiosi; 3) il paesaggio e le risorse naturali; 4) la qualità architettonica e le risorse artistiche; 5) gli eventi culturali e di richiamo come le feste popolari, fiere e mercatini, concerti e festival, sport; 6) film, serie Tv e spot pubblicitari; 7) il vino e la gastronomia…
Per votare basta cliccare sulla risposta prescelta. E’ facilissimo. Tra un mese tireremo le somme. Nessuna pretesa di trovare la ricetta magica. Ma almeno di avere un quadro più chiaro circa l’opinione dei lettori sul tema, questo sì… Votate!
Da chiusino che vive ormai fuori dalla città, a me sembra che Chiusi non abbia un’identità precisa. Manca un disegno complessivo che proponga al visitatore qualcosa di esclusivo.
Una volta tanto sono d’accordo con te Lele, ma a pensarci bene ed a voler essere polemici qualcosa di esclusivo c’ è a Chiusi e riveste un carattere tutto toscano a raffronto del territorio umbro circonvicino ed è una cosa che viene da lontano che in se’ha del negativo e del positivo come esiste in tutte le cose.Questa cosa che non è facilmente identificabile a prima vista ma che può essere nota solo a coloro che in passato hanno abitato Chiusi, che sono di una certa età e che hanno fruito in gioventù della natura delle gente del luogo e che forse solo loro possono vedere,apprezzare o giudicare negativamente.
Questa cosa io la identificherei con un aggettivo che forse è quello che più si avvicina ed è la “supponenza”.Forse è la reminiscenza nascosta di una “grandeur” di un tempo ormai perduto e che ha segnato lo spirito degli abitanti, essendo stata Chiusi al centro di un territorio dove esistevano e convivevano cultura, campagna ed anche un grande legame con le città.Traffico e presenza di gente e di economia produttiva, punto di riferimento dove la gente ha sempre trovato cio’ che cercava, dai prodotti manifatturieri, alla piccola industria,all ‘amministrazione degli spostamenti della gente stessa.Insomma un punto di riferimento continuo ed in più personaggi variegati che vissuti a contatto con tale ambiente erano divenuti nel tempo punti di riferimento come all’intorno difficilmente si potevano trovare.Oggi tutto è cambiato e ci sono voluti 30 anni per capire che una apertura al mondo non c’è stata ma bensì una chiusura che ha rappresentato un mezzo perché si affermasse una politica ed una cultura che in primis ha cercato di galleggiare e che nulla produceva,poi con la società globalizzata ed il restringimento dei contatti esterni( Problema ferroviario, Chianciano Terme in pratica chiuso,Problema economico,penetrazione silente mafiosa esterna sul territorio, termine fisico esistenziale di una piccola categoria imprenditoriale ed anche di artigiani come fascia generazionale, ed anche altro)abbiamo assistito a quello che è diventato l’affermarsi di un deserto spettrale,al quale la politica ha rivelato tutta la sua impotenza a dare risposte proprio perché quella fatta da uomini espressione di tale politica è stata solo una politica clientelare tesa a portare avanti i propri personali problemi che si intrecciavano con quelli degli amici degli amici.Il ruolo bancario non è stato secondario per il decadimento occorso.Ed allora se le teste sono state quelle che sono state vuol dire che quello che è mancato a Chiusi sono stati i fondamentali di una cultura di governo che anche oggi e soprattutto oggi continuano ad esistere in chi l’amministra.Tutto questa materia dentro tale secchio fa si’ che diventa impotenza allo stato puro il fatto di tentare di rimestarla in tale secchio ed estrarre solo quello che può essere la subalternità velenosa ai principi che governano l’economia generale di una nazione come è l’Italia.E quella che ho definito prima come”supponenza” è il risultato di una chiusura ed un modo univoco che a tutto questo conduce la popolazione e la sua cultura: isolamento ed impotenza alla permeabilità velenosa di un mondo esterno in declino,con il pensiero fisso a dover usare gli stessi schemi di giudizio obsoleti che una politica stantia propone di usare per interpretare il mondo che corre più veloce degli schemi interpretativi ma allo stesso tempo il ritenersi all’altezza della situazione, all’altezza di governare la quotidianità.Tutto questo equivale a ritenersi quasi al centro del mondo mentre non si è nemmeno periferia.A dimostrazione di questo discorso è il fatto che la modificazione e l’influenza della forza che modifica le cose anche a Chiusi viene da fuori e non è partorita da dentro la comunità sia nel bene che’ nel male.La comunita’ si modifica ma lo fa’ con ritardo e con una volontà non propria ma che ne risente soprattutto dall’esterno.E la “supponenza” è il modo “piccolo” di ritenersi autori e decisionisti del proprio tempo ed anche del proprio sviluppo- o sottosviluppo-che sia.
Questo articolo e il sondaggio annesso (si può votare sulla home page del sito) non riguardano solo Chiusi, ma tutto il territorio. E se si parla si “supponenza”, certamente c’è stata, ma anche questa non solo a Chiusi. Si pensi a Chianciano ad esempio. Ora, a parte Montepulciano, che vola turisticamente parlando, e Orvieto e Cortona che sono realtà consolidate e più grandi, per il resto, ogni paese compresi Chiusi e Chianciano, le “nobili decadute”, e pure Pienza e Città della Pieve che dopo qualche anno di vero e proprio boom, adesso vivono una fase di riflusso e di calo, cerca una nuova “identità” e una sua specifica centralità. Oggi non è facile, perché il terreno perduto è parecchio. Ma qualcosa si muove. E in un’ottica di area. Mi pare una buona cosa: https://www.primapaginachiusi.it/2018/12/pacchetto-turistico-di-area-rendere-appetibile-la-fermata-del-frecciarossa-chiusi/
Caro Marco, il questionario è perfetto nella sua integrità, se costringi a scegliere una sola risposta, lo butti fuori strada. Ti assicuro che tutti i turisti (parlo degli stranieri) vengono nella nostra zona per poter trovare tutte e 7 le” molle” del tuo questionario. Difficile capire quella trainante. Il Problema è che salvo lodevoli eccezioni le amministrazioni stentano a capire che queste sono molle indispensabili al progresso economico della zona…e si trastullano sul nulla!
X Marco Lorenzoni. Non posso osservare il contrario di quanto dici perché certe discrasie non sono state e non sono comuni solo a Chiusi ma ci sono stati anche dei segnali che hanno privilegiato paesi del circondario ed anche in maniera stabile e continuativa quali Cetona,San Casciano dei Bagni , Pienza e chiaramente ormai l’affermazione di Montepulciano sullo scacchiere dell’apertura alla fruizione dei patrimoni è una realtà. In questo diciamo pure che anche la “natura” abbia fatto il suo corso ponendo tali località al centro di un interesse diffuso ma come succede in molti casi un percorso lo fa’ la natura ed un altro lo fa’ l’uomo è guarda caso l’uomo lo fa’ sempre partendo da quello che ha sotto i capelli.A questo punto occorre fare penso anche delle distinzioni perché gli uomini non sono uguali bensì perseguono vie diverse per l’affermazione delle politiche per le quali sono stati demandati.I risultati si vedono e si vedono anche sulla valorizzzazione del patrimonio che ognuno ha in casa propria ed appunto come dicevamo prima occorre prendere atto che tutti hanno il cervello ma qualcuno di questi come si dice dalle nostre parti c’è l’ha per tenere in caldo i capelli.Ed il problema di fare squadra come dici tu sarà pure un aspetto da valutare ma bisognerà prendere atto che su questo terreno “ è molto tempo che stiamo valutando”ed il mondo cambia, cambiano i flussi delle persone, cambiano gli interessi, cambiano le modalità e gli approcci a tali interessida parte del mondo che ci circonda e che è in continua evoluzione.Che mi ricordi io, avevo i calzoni corti. Quando si diceva che il grande patrimonio degli etruschi che avevamo non era valorizzato ma la politica su 5ale tema cosa ha fatto? Io direi che sia stata totalmente latitante e che nelle iniziative prese della valorizzazione di tale patrimonio non abbia investito un bel nulla.Oggi occorre prendere atto che non ci sono alternative e su tale tema dell’investimento nel patrimonio culturale non ci sono mezze misure e purtroppo se mancano i soldi manca tutto ma i soldi devono essere anche applicati alle idee e purtroppo mancano anche queste. Allora, senza sconfinare in accuse e contro-accuse potremo dire che la politica per come è stata condotta, immaginata ed applicata su tale tema ha reso sterile ogni cosa? Ebbene è proprio così e mentre-come si dice-si discute “Sagunto viene espugnata”. E viene anche espugnata da configurazioni di paesi simili e paralleli al nostro, contenitori di ricchezze e storia come lo siamo noi.Ecco perché anche vorrei stimolare la riflessione su quanto asserivo nel precedente intervento e cioè che se qualcosa debba cambiare nello sviluppo e nella valorizzazione del patrimonio,tutto questo dipenderà più dai cambiamenti generali ed esterni a Chiusi che’ da Chiusi stessa.Fare squadra può essere una idea positiva ma non senz’altro la sola a cui potersi affidare ed anzi spesso in tale divenire gli accorpamenti delle forze mettono in campo anche condizioni di rischio che esplodano conflittualità e che una direzione privilegi l’uno a scapito dell’altro.Ecco perché io vedo soprattutto che possa essere il motore solo una condizione che è quella di poter contare solo sulle proprie forze ed investire i soldi in un unico modo, avendo il coraggio di sfrondareun intrico di rami secchi che sono stati piantati nel tempo solo per avere riscontro elettorale e pubblicitario alla politica di un solo partito che fra l’altro si è dimostrato anche incapace di governarla, perdendosi in mille rivoli, smarrendo gli scopi ma soprattutto non credendo a quello che faceva e spesso martorizzando le persone e mortificandone le potenzialità, facendo intravedere loro le possibilità future della fruizione di iniziative e patrimoni che poi sono risultati. Ani ed improduttivi.Un piccolo esempio che per interesse personale ho potuto seguire: ma l’associazione dei flashati non è che per caso si sia avvitata attorno a se stessa e resa asfittica? Eppure il materiale umano non mancava ed era materiale anche di discreto livello.Altri paese circonvicini, in quel campo il materiale umano
e produttivo non l’avevano ma se l’avessero avuto di certo non se lo sarebbero lasciato sfuggire.Chiusi invece no.Ma lo vogliamo capire alla fine che le questioni su tali materie sono solo due ?: le teste ed i soldi ! E se io disperdo i soldi in mille rivoli per destinarli a scopi di mantenimento dei bacini elettorali in questa situazione dove versa l’Italia non si perora nessuno dei due interessi, ne’ il bacino elettorale(che diminuisce costantemente nonostante le “vitamine ricostituenti”) ne’ il bacino culturale! Certo Montepulciano da questo punto di vista ha destinato alla cultura più di 500.000 euro a partire da due anni or sono e Chiusi non se lo può permettere questo ma se pensiamo a quanti soldi sono stati gettat8 dalla finestra per opere incompiute e che hanno assorbito in quest8 ultimi anni fiumi di denaro,allora probabilmente sarebbero stati molti di più i visitatori, gli interessati a fruire del nostr9 patrimonio, che non sono solo gli Etruschi (anche questo fatto dovrà essere ridimensionato proprio per concezione errata nei prossimi anni a venire) poiché la civiltà etrusca per quanto importante ed interessante possa essere non riveste che’ una importanza minima ad altri tipi di culture se paragonata a quella romana, egiziana, islamica ecc.e quindi anche se fa parte inscindibile del territorio tale cultura non dovrebbe essere la sola ad essere valorizzata.Quei fiumi di denaro che si diceva prima sono passati sul nostro territorio e cosa hanno prodotto se non l’asfissia culturale e la desolazione della vitalità di un paese? Ed allora è inutile insistere se una genia di politici abbia prodotto questo e ci si sforzi col dire che non bisogna essere ingenerosi col nostro paese.Sono loro i primi ad essere stati ingenerosi e non è propaganda, è la verità oggettiva che dice questo.E secondo me se ne può uscire non proteggendoli ed allisciandoli o sforzarsi per farli riciclare ma cambiando aria nelle stanze dove per decadi sono stati ed affidare la cultura ed i suoi processi alle persone più giovani e più all’altezza che credo ce ne sarebbero per merito e per conoscenza dei problemi. Ed aria nuova soprattutto nei confronti di coloro che si sono sempre posti come riferimento nell’assistenza e nella difesa dei diritti umani ma che invece come si vede spesso-tranne poche eccezioni di carattere personale- hanno sempre perorato il loro scopo storico di conservare il vecchio e di aumentare la loro dotazione di capitale finanziario ed umano all’interno delle istituzioni sia quelle storiche da loro fondate sia di essere presenti in quelle laiche dello stato e della sua organizzazione per condizionarle all’insaputa dei nuovi boccaloni patentati con l’etichetta di sinistra ma che indirettamente spesso anche a loro stessa insaputa proposti alla funzione pubblica.E come si fa allora a pensare ad una cultura amministrativa e fattibile che debba essere nuova e diversa che abbia altri indirizzi se non possa seguire a tutto questo un bel lavaggio con uno sgrassante di rimozione di quelli tosti ?
Da milanese che viene spesso a Chiusi dico che prima di tutto occorre spirito di accoglienza, desiderio di trattare bene gli ospiti e voglia di impegnarsi in prima persona per mostrar loro e raccontare le cose belle e interessanti di questi luoghi. Penso che tutte le “molle” che sono state indicate siano valide, ma devono stare tutte insieme, non si può sceglierne solo una; poi a Chiusi manca sicuramente una buona struttura ricettiva e voglia di investire da parte dei privati, per esempio sugli affitti brevi. Personalmente credo che si dovrebbe incoraggiare di più il turismo religioso, perchè le catacombe, il Duomo e le altre chiese di Chiusi meritano di essere valorizzate. Infine mi appoggerei senza remore al Touring Club Italiano (di cui sono socio e volontario) che ha concesso la Bandiera Arancione(riconoscimento importante ma poco pubblicizzato dal Comune) e che è all’avanguardia nel settore del turismo sostenibile; sicuramente qualche idea ce l’hanno.
Luca Pedroli
la prima cosa sarebbe poter avere collegamenti ferroviari veloci da roma e firenze, e conseguenti collegamenti tipo tour brevi con piccoli pulmini che colleghino con frequenze di un’ ora i vdiversi meravigliosi centri della val di chiana e orvietano sia sul lato toscana che umbria.