ALTA VELOCITA’, ORA IL PD UMBRO SPINGE PER CHIUSI. E VENERDI’ TORNA A RIUNIRSI IL TAVOLO TECNICO
PERUGIA -Il consigliere regionale ed ex segretario Giacomo Leonelli ha presentato un’interrogazione per sapere quali siano gli intendimenti della Giunta regionale in merito all’ipotesi della fermata dell’Alta Velocità nella città di Chiusi. Secondo Leonelli, una o più fermate di treni ad alta velocità a Chiusi rappresenterebbe infatti “una soluzione per migliorare i collegamenti della zona ovest della regione sia verso Nord che verso il Sud del Paese”.
“Nella sede del Provveditorato Opere Pubbliche della Regione Toscana – fa rilevare Giacomo Leonelli – negli ultimi mesi si è riunito più volte il tavolo tecnico deputato a prendere una decisione riguardo alla fermata di treni ad alta velocità alla stazione di Chiusi. Di ciò potrebbero sicuramente beneficiare molti cittadini umbri residenti nei territori limitrofi alla città di Chiusi. Si pensi al territorio del Trasimeno e dell’Orvietano e non solo”. E l’interrogazione arriva a due giorni da una nuova riunione del suddetto tavolo tecnico, prevista per venerdì 13 alle ore 10,00. Potrebbe essere addirittura la riunione decisiva.
Leonelli sottolinea tra l’altro che “l’avvio sperimentale della fermata del Frecciarossa promosso dalla Regione Umbria da Perugia a Torino ha riscosso un successo anche oltre le aspettative in termini di numero di passeggeri e di prenotazioni sia all’andata che al ritorno. Tali ulteriori fermate rappresenterebbero un’altra importante opportunità di collegamento della nostra Regione con il resto del Paese, anche tenuto conto del fatto che sarebbero un’ottima occasione per l’ammodernamento/riqualificazione della viabilità interna di collegamento”. E con ciò l’ex segretario regionale Pd dimessosi dopo la batosta elettorale del 4 marzo, lascia intendere che la fermata a Chiusi dell’alta velocità, dovrebbe essere accompagnata da interventi migliorativi della viabilità stradale, cosa più volte sollecitata dallo stesso Pd del Trasimeno, della Valnestore, dell’Orvietano. Un anno fa circa fu il sottosegretario Bocci a rilanciarne la necessità.
“La fermata – conclude Giacomo Leonelli – sarebbe collocata al confine della nostra regione e nella tratta di collegamento tra Roma e Firenze; conseguentemente i benefici per l’Umbria sarebbero importanti sia in termini di sviluppo, grazie alle migliori opportunità di collegamento tanto verso il Sud quanto verso il Nord del Paese, sia in termini di maggiore attrattività turistica di un comprensorio tra i più interessanti in quanto a bellezza paesaggistica del centro Italia”. In particolare l’Umbria guarda al nodo di Chiusi come ad una possibilità di collegamento veloce verso Roma (circa 90 minuti). Ma anche una opzione veloce verso Perugia e Assisi, per una grande area del sud Italia, particolarmente quella della fascia tirrenica, da sempre attratta dai territori dell’Umbria, in particolare per il turismo religioso. C’è inoltre l’opzione aggiunta verso il Nord (Milano e Venezia) per buona parte del territorio regionale, particolarmente se si guarda all’area del Trasimeno e dell’Orvietano.
Il sindaco di Chiusi Bettollini trova dunque un prezioso alleato nella battaglia che sta portando avanti nel “tavolo tecnico” con Trenitalia. E la presa di posizione di Leonelli è salutata con favore e soddisfazione anche dagli amministratori locali e da molti dirigenti Pd dell’area di confine, da Città della Pieve a Castiglione del Lago, da Fabro a Panicale e Piegaro, perfino a Marsciano (che da Chiusi dista 50 km) e con un collegamento stradale più efficace e meno problematico del tratto attuale di Pievaiola che da Pietrafitta porta a Piegaro e Città della Pieve vedrebbe avvicinarsi non poco l’aggancio alla linea ferroviaria veloce. In sostanza una o più fermate dei Frecciarossa a Chiusi potrebbero diventare anche il volano e la molla per “avvicinare” a Chiusi anche il capoluogo umbro e viceversa con una migliore viabilità stradale. Due piccioni con una fava. Entrambe le realtà, quella umbra e quella toscana ne trarrebbero vantaggio.
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Leonelli finalmente batte un colpo, un po’ in ritardo, ma come recita un vecchio proverbio: “meglio tardi che mai”. L’ex segretario regionale del PD vede nella stazione di Chiusi, una opportunità per togliere dall’isolamento storico la città di Perugia e anche tutta la sua rete d’imprese industriali, soprattutto ora che il Freccia Rossa si fermerà gratuitamente, al contrario della fermata di Perugia che la Regione sta pagando, unico caso in tutta Italia. Erano gli anni 60, quando il povero Maschiella, iniziò una sua battaglia affinché la ferrovia che da Perugia portava a Tavernelle, potesse proseguire fino a Chiusi. Un progetto peraltro contemplato dalle stesse ferrovie quando realizzarono il primo tratto. Poi come si sa, le classi dirigenti di tutti gli schieramenti, che si sono succedute in Umbria, hanno avuto in comune una caratteristica: quella di galleggiare sull’esistente, soprattutto in fatto di infrastrutture ferroviarie. La Perugia Chiusi, poteva scatenare campanilismi, risentimenti da parte di altri territori, quindi quell’idea fu lasciata cadere nell’oblio. Condannando così all’isolamento la città di Perugia. Leonelli nella sua presa di posizione in favore di Chiusi come fermata utile di tanta parte del territorio perugino, però non specifica in che modo intende collegare il capoluogo umbro al nodo infrastrutturale di Chiusi. Lasciare le attuali mulattiere vorrebbe dire seguitare a sognare Chiusi. Ritengo invece, che quel progetto di metropolitana di superfice della Perugia Chiusi, andrebbe ripescato e costruirci attorno una battaglia politica unitaria affinché venga realizzato. Sarebbe un argomento interessante per la prossima campagna elettorale regionale, che se scartato, non si vede all’orizzonte con quali argomenti i candidati alla guida della Regione, si possano presentare in Val Nestore.