MOIANO, ADDIO ALLA CASA DEI POPOLI (EX SEDE DI RIFONDAZIONE). UN ALTRO LUOGO SIMBOLO DELLA SINISTRA CHIUDE I BATTENTI

MOIANO – La crisi e la frantumazione della sinistra si vede da tante cose, anche da fatti apparentemente secondari. A Moiano, luogo simbolo della sinistra prima socialista, poi comunista per parecchi decenni, è stata messa in vendita e venduta la Casa dei Popoli, che dalla metà degli anni ’90 ha ospitato la sede di Rifondazione Comunista. Non si tratta della famosa Casa del Popolo, quella della bomba del 23 aprile ’74, dei comizi di Togliatti e Longo, e di quello mancato – dopo la bomba – di Enrico Berlinguer. Si tratta di un edificio ristrutturati appunto una ventina di anni fa e che fu inaugurato con Paolo Pietrangeli che cantava “Contessa”. Nello spazio adiacente si sono tenute anche delle feste di Rifondazione e iniziative diverse. A segnalare a chiunque si trovasse a passare lì davanti che cosa fosse quell’edificio a mattoncini, un grande mosaico sulla facciata. L’immagine riproduce una vecchia foto del 1913 con i fondatori della prima Casa del Popolo nella vicinissima frazione di Palazzolo. Con la vendita e la diversa destinazione dell’edificio anche quello dovrà sparire. La Casa del Popolo (quella più nota, dove c’è anche il famoso Salone delle Feste) si è detta disponibile ad ospitarlo e a tutelarlo, trovandogli una sistemazione… C’è da sperare che l’opera di “distacco” non lo danneggi. Non perché sia un’pera artistica di inestimabile valore, ma perché è un tassello di memoria collettiva. Simbolo del lavoro, dei sacrifici, delle lotte de centinaia di uomini e donne che volontariamente spesero giornate di fatica per costruire i luoghi di aggregazione e di azione politica del movimento operaio e contadino, dei partiti della sinistra.
Pur essendo più recente della Casa del Popolo inaugurata da Togliatti nel ’64, la Casa dei Popoli fu anch’essa costruita dai militanti (foto) che lavoravano nelle ore libere, sotto alla bandiera rossa che sventolava sul tetto insieme a quelle del Cile e della Palestina e per Rifondazione Comunista fu anche motivo di orgoglio e segno tangibile di autonomia e ritrovato vigore. Sembra sia passato un secolo. Sono poco più di 20 anni… Quella sinistra adesso non c’è più. Non in quella forma almeno.
Oggi, in vista delle lezioni del 4 marzo, c’è un qualche fermento a sinistra del Pd, ma anche divisioni: Liberi & Uguali, Potere al Popolo, Partito Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori… Quella di rimettere insieme i cocci e provare a costruire un soggetto unitario sembra un’utopia che nessuno coltiva. Perché è più facile alla fine coltivare ognuno il proprio orticello. Le varie formazioni a sinistra del Pd, al di là del superamento da parte dei vari soggetti del quorum per eleggere deputati e senatori, potrebbero raggiungere e superare complessivamente il 10% dei voti… Forse anche il 12. Ma la marcia in ordine sparso e addirittura in conflitto l’un contro l’altro (anche perché la legge elettorale proporzionale porta a individuare il “nemico” principale nel partito più vicino, quello più concorrenziale rispetto al potenziale bacino di voto) ne limita l’appetibilità e favorisce la percezione del voto inutile…
in questo quadro la vendita e la chiusura di luoghi simbolo come la Casa dei Popoli di Moiano non è che lo specchio impietoso dello sgretolamento e della fine non solo dell’utopia, ma anche della speranza.
Per quella casa sia mio zio Solismo Sacco che io stesso versammo al tempo ben 1.000.000 di lire perché il patrimonio che rappresentava per Moiano e zono limitrofe era grande e non poteva essere disperso.Io stesso qualche anno fa ho fatto una presentazione di immagini e di documenti della storia di Moiano e delle sue lotte.Sul muro di quella casa come hai già detto tu Marco c’ e’ una composizione in ceramica che rappresenta una foto ormai divenuta una icona nel territorio del Trasimeno e che è quella dei primi socialisti di Moiano schierati con altri simpatizzanti davanti alla prima Casa del Popolo che era quella nella piazzetta del Palazzolo a poche centinaia di metri sopra Moiano,lungo la strada che va verso Piegaro.In quella foto da cui è stata tratta quella composizione in ceramica si vede mio nonno Benito Sacco al centro che tiene in mano la bandiera della sezione socialista da lui fondata nel 1892 A Villastada poi divenuta la bandiera dei socialisti di Moiano,la cui asta fu fatta e composta in tre pezzi metallici fabbricati dal fabbro Biribicchi della stessa Villastada il quale fra l’altro aderì al fascismo durante gli anni venti del 900…Tale bandiera fu nascosta durante tutto il periodo fascista in casa di contadini e poi ando’ persa dopo il passaggio della guerra sul territorio del Trasimeno.Io stesso l’ho ricercata senza addivenire a nessun risultato una ventina di anni or sono.Un luogo mi è rimasto da controllare e sul quale non ho potuto giungere a conclusione di questa ricerca: ho ipotizzato che possa essere stata usata nel dopoguerra dalla sezione socialista di Moiano che si trovava nel locale di una costruzione detta e conosciuta col nome di “Il Palazzo”dove quando ero piccolo esisteva appunto la sezione socialista che rimase chiusa per decenni dopo gli anni 50 e che aveva anche ospitato il laboratorio di un calzolaio che era il padre di mio cugino Tiberi Tito di Moiano.Quella porta credo sia chiusa da decenni sicuramente per almeno 50 anni nessuno credo sia entrato in quei pochi metri quadrati del locale che si trova all’angolo destro guardando il fabbricato e sul piano stradale.Ritornando con la memoria alla composizione in ceramica che spero proprio non venga considerata un rifiuto poiché quell’immagine rappresenta un contenuto valoriale nella storia delle lotte dei lavoratori e dei contadini non solo di Moiano ma di tutto il Trasimeno. Accanto a mio nonno che regge l’asta della bandiera e co-fondatore con altre due persone della Casa del Popolo. c’è Alessandro Marchini padre di Alfio ed Alvaro Marchini ( l’altro dei co-fondatori fu Lombroni ma in quella foto non esiste) Per rispett9 della verità storica dirò anche che la foto fu scattata da un fratello di mio nonno di nome Emilio Sacco nel settembre del 1920 e non nel 1905 come riporta la data scritta sulla ceramica in basso a destra della composizione che ho cercato di far cambiare poiché e’ comunque un “falso storico” in cui è caduto chi ha commissionato l’esecuzione di quella composizione.Emilio Sacco nativo di Castiglione del Lago era carabiniere e fu inviato in Sardegna ai primi del 900 e qui lascio’ l’arma e divenne capotreno delle ferrovie che collegavano Macomer con Sassari passando per Bosa.Divenne al tempo un provetto fotografo usando una Kodak a lastre pancromatiche ed ogni tanto negli anni qualche volta
era tornato a visitare la sua famiglia a Moiano dove nel 1903 era nato suo nepote Solismo Sacco dal rispettivo fratello Benito-mio padre- e le rispettive sorelle Bruna e Libera entrambe madri di Bruno Rocchini ( oggi defunto) e di Tito Tiberi tutt’ora vivente.In quell’o casione nel Settembre 1920 fu scattata quella foto ed io ho conservato i nomi di tutte quelle persone che vi appaiono poiché dettimi da mio zio che era presente al momento di quello scatto.Il mestiere di fotografo fu tramandato da tale occasione a mio zio Solismo Sacco che poi fece partecipe anche mio padre.Ci sarebbero da dire molte cose che quell’immagine ha portato con se poiché il giorno dell’inaugurazione di quella cas del popolo mio nonno riuscì a chiamare dalla direzione del Partito Socialista nientemeno che Angelica Balabanoff amica strettissima di Anna Kulishoff moglie di Turati l’as quale a Moiano fece un comizio incredibile esortando gli animi dei socialisti presenti a centinaia nel piccolo borgo di Palazzolo e da quel momento proprio quel comizio straordinario dette il via alle rivendicazioni dei lavoratori della zona che riuscirono a conquistare la rappresentanza comunale a Città della Pieve nel 1914.Angelica Balabanoff si dice sia stata l’amante di Lenin e di Mussolini durante il loro esilio in Svizzera attorno al 1905.Angelica Balabanoff era presente nel nostro territorio e precisamente a Villastada nel 1909 e nell’occasione di uno sciopero del bestiame dove i contadini portavano in piazza il bestiame senza dare da mangiare alle vacche ed ai buoi facendo sentire a tutti i loro muggiti che richiedevano il foraggio battezzo’ mia zia nata da qualche mese e madre di Tito Tiberi nella fontana del paese poiché il prete di Vaiano rifiutò di battezzarla perché figlia di un socialista( lo stesso Benito Sacco che tiene l’asta della bandiera in quella composizione di ceramica di cui si parla). Angelica Balabanoff prese questa bambina in braccio e rivoltarsi alla folla con forza ed a voce alta esclamò: “ se non la battezza il prete la battezziamo noi !!! E la chiamo’ con il nome di Libera Ribelle Germinale.Tutta questa storia l’ho raccontata poiché contiene se pur nel suo piccolo e nelle sue peculiarità un messaggio di natura storica e sociale che è l’espressione diretta della lotta dei lavoratori per una vita più degna,più dignitosa e più libera che è il sacrificio di chi ha lottato e speso tutta un’altra vita per degli ideali.Quegli ideali che oggi sono venuti a mancare perché il sistema di chi ha fato politica nella sinistra soprattutto ha fatto affievolire la forza fornendo falsi ideali e falsi scopi e soprattutto ha dato in pasto alla gente il falso credo che il capitalismo sia la ricetta meno peggiore per far progredire il mondo.Con questo tema oggi la sinistra si deve confrontare e coloro che parlano della caduta degli ideali come un fatto positivo intendendo che il solo ideale alternativo alla società socialista sia il capitalismo che oggi ci si vergogna a chiamarlo anche con tale nome ma si identifica col il termine “mercato” oppure che l’alternativa possa essere rappresentata dalla Religione Cristiana perché nella società moderna ha occupato spazi che gli sono stati lasciati dalla mancata presenza di certe idee fondate su valori riconosciuti come il materialismo storico a tutto vantaggio di coloro che si sono sapientemente e furbescamente inseriti facendo le veci politiche della sinistra e chiamandosi con tale nome.Oggi quelle forze sono al governo ed hanno impostato ed imbastito un sistema saldo di controllo in tutto l’occidente sia sul,a mente che sull’operato delle persone e sul loro modo di pensare grazie ai media che usano e di cui sono i padroni.Ed hanno sconfitto anche “ i Liberi, i Ribelli ed i Germinali “” ma hanno costruito e continuano a difendere una società che alla fine non piace nemmeno a loro e che per mantenersi quella farebbero saltare anche la ragione umana a suon di bombe nucleari.Questo è ciò che hanno creato, altro che il futuro degli uomini usando anche le parole e gli atti di chi ci appare il più progressista di tutti i tempi ma che è il controllore morale ed assoluto delle menti e degli animi degli uomini.
Chiedo scusa ai lettori se quanto sopra ho scritto presenta parole dimezzate e che possono fornire un significato inesatto a ciò che volevo esprimere come per esempio la frase “ dove nel frattempo era nato Solismo Sacco dal rispettivo fratello Benito-mio padre-. In tal caso leggasi invece mio nonno al posto di mio padre.Da notare che mio padre si chiamava ugualmente col nome di Benito come mio nonno e mi preme dirlo poiché molti tutt’ora viventi lo hanno conosciuto e quindi non deve essere fatta confusione: colui che tiene l’asta di quella bandiera e’ mio nonno.Purtroppo ho la pessima abitudine di non rileggere quanto scrivo e così anche diversi errori proprio di battitura non si risparmiano.Spero che la conservazione di questa memoria spinga chi di dovere a conservare i valori che provengono da quelle immagini ma oggi io stesso vedendo il panorama che c’e intorno specialmente nel territorio a cui si riferisce nutro molti dubbi.
Mi sono riletto il testo a distanza di diversi giorni e le cose magari alla prima lettura non si notano o diciamo si notano di meno.Mi riferisco alla chiusura del testo che in gran parte condivido ,ma tutto questo mi fa sorgere un interrogativo, proprio sulla legge elettorale siffatta, e dall’interrogativo si può passare alla riflessione ma anche alla risposta sulla natura delle legge elettorale che si dice abbia favorito la frantumazione-in questo caso-della sinistra. Chi sono stati i maggiori artefici di tale legge e chi si è battuto fino allo spasimo perchè fosse approvata così come è stato detto ben sapendo che avrebbe prodotto i cocci dei quali sembra che il mondo si lamenti ? Allora vedremo che la parola sinistra che viene correntemente usata,soprattutto dai media, ha un significato artificiale, usato solo per confondere le idee alla gente.e quello che è più tragico è che la gente crede a queste fandonie,venute in uso nel vocabolario comune per identificare un mondo di idee e comportamenti che nulla hanno a che fare con la sinistra.Ed è certo che per partire da questo-vedendo tutta l’acqua che è passata sottto i ponti ormai da anni-la gente ed i fatidici ”omini degli orti e della coop” dei quali discutevamo prima in altro Post,mi dite cosa devono capire? Sono diventati ormai da tempo immemorabile l’oggetto di una manovra che tende proprio a sfaldarla la sinistra pur chiamandosi con tale nome.Ed allora se pensiamo a tutto e soprattutto alla storia locale, mi sia permessa una battuta : ” a parecchi di quel gruppo di uomini raffigurati nel mosaico, compreso mio nonno Benito Sacco, Alessandro Marchini e diversi altri con loro che raffigurano il ceppo dal quale è scaturito il socialismo moianese e la storia della stessa Moiano,occorrerebbe che fossero messe le sbarre d’acciaio davanti alle loro lapidi, perchè se avessero la percezione di come è stato permesso dai propri dirigenti la riduzione in polvere della sinistra,dopo essersi rivoltati nella tomba uscirebbero,andrebbero a cercare quei dirigenti che hanno accettato a capo chino le politiche dei loro vertici nazionali e regionali,e presenterebbero loro il conto : in pratica detto sarcasticamente tali vertici dopo l’incontro avuto con quei fantasmi che non trovano pace ”starebbero bene e spenderebbero poco….” e credo che una gran parte della popolazione di Moiano,almeno quella che si ricorda di come funzionavano le cose dal dopoguerra agli anni ’70, non farebbe che approvare….ed allora ” i discorsi stanno in poche parti” come dicono a Firenze…