COOP CENTRO ITALIA CEDE 29 NEGOZI TOSCANI A UNICOOP FIRENZE. CGIL PREOCCUPATA PER IL FUTURO DEL CENTRO DIREZIONALE E LOGISTICO DI CASTIGLIONE DEL LAGO
E’ di qualche giorno fa la notizia di un accordo per il passaggio a Unicoop Firenze di 29 punti vendita di Coop Centro Italia presenti nelle province di Siena e Arezzo. L’operazione che dovrebbe concretizzarsi nel prossimi 3-4 anni e si riferisce alla solo “nuda proprietà” delle strutture ha un valore di circa 85 milioni di euro. Nel frattempo Coop Centro Italia continuerà a gestire i 29 negozi che rappresentano quasi metà della sua rete commerciale (62 in tutto) e il 37% delle vendite.
Secondo i contraenti, “il passaggio a Unicoop Firenze dei 29 punti di vendita si inserisce in un percorso che vede impegnate le due cooperative a sviluppare nuove forme di collaborazione che consentano di ottimizzare i risultati operativi e le future strategie di crescita”. Secondo il Sole 24 Ore, invece si tratterebbe di una ciambella di salvataggio (in attesa di tempi migliori) a favore di Coop Centro Italia che nel 2016 ha chiuso l’esercizio con un calo dei ricavi da 578 a 568 milioni e una perdita netta di 55 milioni. Perdita generata – sempre secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore – soprattutto dalla maxi svalutazione per circa 75 milioni dei titoli Mps in portafoglio. Dal 2012 i titoli Mps sono stati svalutati per almeno 215 milioni. Non solo, Coop Centro Italia nel 2016 ha visto diminuire anche il prestito sociale bene nemmeno il prestito sociale, il cui ammontare è scivolato da 552 milioni a 504 con 67.711 risparmiatori.
La cooperativa umbra che ha sede a Castiglione del Lago, opera con 62 punti vendita e realizza la metà delle vendite in Umbria, il 37% in Toscana e il resto tra Abruzzo e Lazio.
La potente Unicoop Firenze invece vanta un fatturato di 2,4 miliardi (+1,8%), 1,55 miliardi di patrimonio netto, 104 punti vendita in 7 province per 8.133 dipendenti e oltre un milione di soci.
La vicenda ha messo sull’allarme i sindacati. La Cgil di Perugia esprime preoccupazione per il futuro del centro direzionale e logistico di Castiglione del Lago e per eventuali contraccolpi occupazionali.
“Quando nel febbraio 2016 definimmo il piano industriale di Coop Centro Italia penalizzante per l’economia del territorio del Trasimeno fummo, purtroppo, facili profeti. Lo spostamento di due importanti reparti del Magazzino da Castiglione del Lago a Terni non poteva che essere l’inizio dello smembramento di un sito produttivo fondamentale per l’economia dell’intero territorio”. Comincia così una nota firmata da Mauro Moriconi, responsabile Cgil per la zona del Lago Trasimeno.
“Oggi – continua la nota di Moriconi – a due anni di distanza dalla presentazione del fantasmagorico piano industriale (avvenuta all’indomani dell’acquisizione del gruppo Superconti) che prevedeva l’apertura di 20 nuovi punti vendita, un incremento significativo del fatturato (dai 600 milioni di vendite conseguiti nel 2014, agli 800 milioni previsti per il 2016, per raggiungere nel 2019 il traguardo del miliardo di euro, pari ad una crescita del 66%) un incremento stratosferico dell’occupazione: dai 2.700 lavoratori del 2014 ai 4.000 previsti nel 2019, Coop Centro Italia presenta come piano di riorganizzazione commerciale un’intesa con Unicoop Firenze che prevede un piano di sinergie – così le definiscono – sostanziato col passaggio della nuda proprietà dei rami d’azienda rappresentati dai 29 punti vendita della rete toscana di Coop Centro Italia ad una società di scopo interamente posseduta da Unicoop Firenze, denominata Terre di mezzo Srl.
In una situazione siffatta esprimere preoccupazione per la tenuta occupazionale del centro direzionale e logistico di Castiglione del Lago è un eufemismo. Oggi più che mai è necessario che ognuno faccia la sua parte a partire dalla direzione aziendale che deve dare (non solo ai lavoratori, ma all’intero territorio) garanzia che l’operazione in atto non abbia alcuna ripercussione sui livelli occupazionali. Un invito va anche alle rappresentanze politiche e istituzionali a non sottovalutare una situazione che potrebbe essere foriera di esiti non sopportabili dalla già debole struttura economica del Trasimeno”.
Preoccupazione per il mantenimento dei livelli occupazionali? Scusate ,ma i vertici politici non sono tutti tracotanti di speranza e dicono che l’economia abbia ricominciato a tirare e che ci sia 7n milione di posti di lavoro in più? Adesso non si crede nemmeno più ai capi?
in questo caso il problema sembra essere interno al mondo Coop e la preoccupazione dei sindacati riguarda certi assetti e un’operazione che potrebbe ridimensionare il peso e ruolo della struttura castiglionese nel mondo Coop. I “capi” mi pare c’entrino poco. Anche niente. Se mai i capi della Coop… E poi Carlo, ora che anche Di Maio ha dichiarato che non è più il caso di uscire dall’euro (e che prima scherzava) l’economia tutta tirerà un sospiro di sollievo. Se dovesse essere lui il nuovo capo dopo le elezioni di marzo, non ci saranno retromarce o fughe in avanti. Tutto come prima…
Innanzitutto chiedo scusa per l’errore ortografico sul numero dei posti di lavoro(di cui mi sono accorto di aver battuto erroneamente il n.7..milioni….anzichè 1 -magari lo fossero stati 7 mln-….) bensì volevo dire 1 milione-se non erro 1.029.000 per la precisione.Chiaramente lo sò benissimo che si parla di Coop nel Post e perdipiù del centro italia ma la mia uscita voleva chiaramente essere provocatoria sia nel tono ma anche nella sostanza. Provocatoria però non più di tanto perchè in quei posti di lavoro che riguardano l’italia(1.029.000 posti in più) e non la Coop centro italia che come si afferma nell’articolo avrà i suoi problemi, mi riferivo al fatto che l’insicurezza che si paventa del possibile ridimensionamento dei posti di lavoro in ”centro italia” qualche idea contraria nelle coscenze di chi ci lavora forse la farà sorgere, dopo aver udito per mesi che ” l’italia si sia rimessa in moto”, ed avendolo udito come fonte dal principale partito politico che è stato nel tempo il principale creatore del cooperativismo. Nel numero proferito da Renzi credo che per circa al 50% vi sia da comprendere anche il lavoro a tempo indeterminato con la logica conseguenza che se un operaio o dipendente possa fare anche 5 ore di lavoro alla settimana quel dato fotografa una situazione falsata se intendessimo che siano 1.029.000 posti di lavoro in più.A parte poi che ancora peggio si andrebbe se si guardasse alle ore di cassa integrazione( che in Italia sono abbondantemente oltre un miliardo all’anno se non erro ). Quindi un ridimensionamento è bene che se lo diano sui contenuti coloro che interpretano i dati esatti forniti dall’Istat e che poi vengano sparati in televisione ampiamente ”rivisitati” come una propaganda vetusta che sentiamo tutti i giorni ha in uso fare a mo’ di stillicidio…. Gli italiani ci cascano sempre di meno, ma veramente non se ne può più….Io però non ho compreso bene una cosa: chi sia che dica od abbia esortato in tale situazione riferita al nuovo assetto Terre di Mezzo che ” ognuno debba fare la propria parte”…Chi è che dice questo? I vertici di Coop oppure della nuova creatura ? Non vorrei che pensando ad una redistribuzione ed a un ridimensionamento delle attività che seguono quasi sempre a bilanci non tanto confortanti come tendenza , tale voce suoni come un avviso ai lavoratori che a quando mi consta hanno fatto sempre la loro parte, anzi nel caso di Coop anche di più, se raffrontati a quelli delle maestranze che sovraintendono al funzionamento di processi industriali paragonabili per natura di impiego a coloro che nelle coop lavorano.Bisognerebbe forse pensare che in base a quello che diceva Totò quando parlava che ”o pesce feta da a capa” possano essere i vertici ad essere chiamati a fare la parte che a loro compete.Guarda caso si ragiona e si ritorna sempre lì, al fatidico punto che se le scelte aziendali non ottengono il risultato voluto o sperato, l’unica cosa che sia possibile fare è quella di tagliare e di comprimere il lavoro. Cosa questa di stampo ed etica e per modo di pensare tipicamente liberista ed anche diciamolo di sapore destrorso. Bah, guarda caso, o non erano di sinistra le coop? E tale certezza ha sempre avuto la gente, i clienti a milioni che si sono associati, che hanno versato i loro risparmi e sacrifici di vite semplici ed operaie nelle loro casse sentendo che lì c’era un etica diversa da quanto passava al di fuori e nella società e nel privato ?Ognuno faccia la propria parte ? Appunto, ma chi ci lavora quale parte dovrebbe ancora fare per ottemperare ai fini che una società cooperativa di quel tipo si propone ?
E…quanto a Di Maio,credo che siamo al punto che qualsiasi cosa lui dica si crede che lo faccia dibattere in una contraddizione e vedo che si lavora perchè passi tale idea.Sull’euro ha fatto una precisazione che forse non aveva mai fatto in maniera completa quando ha detto che il Mov.5 Stelle non è per l’uscita dell’Italia dall’Euro ma che,se in caso di assunzione di responsabilità di governo dopo le elezioni,se nei confronti dell’Europa fosse accertata la volontà di non cambiare musica di natura soprattutto monetaria, il nostro di Maio sarebbe per sottoporre a referendum tale decisione. Prima chi guidava il Governo era contro la possibilità di uscire dall’euro e tale decisione era comune ai più grandi schieramenti( partiti di centro Destra chè centro Sinistra) di maggioranza.Ora che lo dice anche l’opposizione dei 5 stelle, la cosa fà scalpore? Dovrebbero essere contenti, oppure sia in un caso sia nell’altro la cosa adesso non và più bene ? E’ la polemica questa che maggiormente è presente in questi giorni e che fà scalpore, tradotto al negativo da interviste,giornali,articoli di fondo, interviste di baroni dell’economia………… Quando siamo a corto di argomenti si intenderebbe cadere sempre in piedi addossando colpe al nemico: ” Toh, meno male che è rinsavito…….”Ma mica sempre riesce tale cosa?
La sai qual’è Marco la verità vera? Che negli apparati dei partiti si incomincia ad inoltrare un terrore tale che sembra di stare in Vandea nel 1789 ! Ed il sistema ricorre a tutto.Ed il sistema – e fra le righe di qualche giornale è apparsa la notizia che l’abbia proferita anche Padoan- non si vedrebbe poi poi tanto male una alleanza di governo Renzi-Berlusconi.Bisognerebbe che se nel caso tale cosa si verificasse, nelle teste di chi possa subire i ridimensionamenti lavorativi di cui parlavamo qualche cosa cambi, perchè ad essere cornuti e mazziati,la cosa sarebbe dura….
Per Carlo: identica forte preoccupazione per ilvfuturo del centro direzionale e logistico di Castiglione del lago, dopo la CGIL, è stato espresso dai consiglieri regionali umbri e dai consiglieri comunali Castiglione si del movimento 5 Stelle. I quali hanno anche diramato una nota congiunta molto allarmata. Ora la preoccupazione è più giustificata di due giorni fa? Così, per sapere…