SERGIO BATINO ELETTO SEGRETARIO DEL PD DEL TRASIMENO. BATTUTI I RENZIANI, MA…
PASSIGNANO SUL TRASIMENO – Si è svolta ieri, domenica 3 dicembre, l’assemblea congressuale del Pd del Trasimeno. Una sorta di mini federazione provinciale, costituitasi ai tempi dei Ds e tra alti e bassi arrivata anche ai tempi del Pd… Si trattava di eleggere il segretario politico di area. Cioè il “capo politico” del comprensorio lacustre, da sempre serbatoio fondamentale di voti per la sinistra umbra. Dopo gli anni del compianto Edoardo Gobbini, di Palmiro Giovagnola, di Danilo Fonti (tutti moianesi), adesso la situazione è un po’ cambiata. La geografia è la stessa, ma la storia no.
E nel Pd lacustre si sfidavano per la segreteria un esponente della vecchia guardia post comunista come Sergio Batino, 63 anni, sindaco di Castiglione del Lago, ma anche ex presidente della Comunità Montana quando ancora la Comunità Montana contava e Fabrizio Puggioni, castiglionese pure lui, esponente della nuova generazione iper renziana, senza un passato alle spalle, ma con la voglia e la determinazione di entrare in campo e spaccare la partita. Un po’ come Babacar, per dire… Che non è come dire Cristiano Ronaldo, ma comunque un giocatore che due spallate le sa dare e se capita l’occasione la butta pure dentro…
Ha vinto Sergio Batino. Con margine esiguo, di poco sopra al 50%. E ha vinto grazie alla compattezza sul suo nome dei delegati di Magione, Tuoro e Passignano. La curva nord, diciamo. Anche i sindaci pare abbiano votato tutti per lui. I delegati di Castiglione del Lago, Città della Pieve, Panicale però hanno votato in maggioranza per Puggioni. O per meglio dire “contro Batino”. Ma non è bastato. Il no non era motivato da una avversione personale, ma – stando ad alcuni interventi – soprattutto dal fatto che affidando la guida del partito a Batino, il partito si sarebbe esposto ad un appiattimento sulla ‘linea governativa’ degli amministratori.
Se fosse stato eletto segretario il sindaco di Paciano o di Piegaro magari la cosa sarebbe stata meno evidente, ma avendo eletto segretario del Pd il sindaco del Comune più grande e più forte del comprensorio, il rischio è palese. E dietro l’angolo.
Tanto più che Batino non ha ricevuto un plebiscito, ma dovrà fare i conti con quella maggioranza di delegati del suo comune (Castiglione del Lago) e di altri comuni (Città della Pieve e Panicale, per esempio) che gli ha votato contro e non lo ha sostenuto.
Batino è segretario, ma un segretario dimezzato. O comunque con una maggioranza risicata… Però non è renziano. Non lo è mai stato. Quindi anche nel Trasimeno, come in altre realtà non lontane (vedi Siena) il Pd non è più in mano ai renziani. Che sia un segnale di “riscossa” della componente ex e post comunista? Un segnale che dentro il Pd il vento sta cambiando direzione?
Intanto in Umbria, dopo questa tornata congressuale più d’uno ha fatto notare come ormai nel Pd comandi l’area ex Dc capeggiata da Bocci. Tutti i segretari delle principali realtà sono da ascriversi alla componente Bocci, Brega e C. Un Partito Democratico quasi democristianizzato e decomunistizzato. Al centro come i periferia.
Anche Batino, nel Trasimeno, pare sia stato appoggiato e sostenuto dalla componente ex Dc che fa capo a Bocci. Perché i democristiani tra un ex avversario, ma esponente della vecchia guardia governista, e un giovane meno esposto ideologicamente, ma anche meno controllabile perché fuori dai giochi, non hanno avuto titubanze. I democristiani non le hanno mai in certi frangenti. L’area ex Pci-Pds-Ds però in gran parte è già uscita dal Pd e sta lavorando alla lista alternativa di sinistra per le elezioni politiche. Nel partito di Renzi di sinistra ce ne è rimasta ben poca, anche numericamente. E situazioni come quelle di Siena o del Trasimeno, con la vittoria di candidati non renziani, vanno valutate più attentamente, senza semplificare. C’è un voto “più di sinistra” e c’è anche un voto contro, al di là del posizionamento politico. Poi ci sono le “cordate” che offrono appoggi in cambio di qualcos’altro.
Ora toccherà a Batino dimostrare di non essersi convertito al democristianismo pur di rimanere in qualche modo in sella e assicurarsi un futuro da “decisore” anche dopo la fine dell’esperienza da sindaco, nel 2019. In fin dei conti non manca molto: un anno e mezzo di “interim”… Ma il Pd – come lo conosciamo adesso – ci arriverà al 2019?
Giampiero Bocci, Pd Trasikeno, SERGIO BATINO, Umbria
La tendenza mi sembra incoraggiante. Secondo me non è una questione di post comunisti e post democristiani insieme, ma la ricerca di una linea politica diversa da quella che si appiattisce, questa si davvero, sulla propaganda renziana.
“anno votato”
Ci vuole l’acca…
Mi trovi abbastanza d’accordo sul giudizio che hai dato sui ”democristiani” che non hanno avuto remore a votare per le componenti ex PCI-PDS-DS, però secondo il mio parere si farebbe meglio se si spiegasse fino in fondo il giuochetto,al quale loro sono stati nei ”secoli fedeli” molto avvezzi ben sapendo che in caso di rivolgimento sia meglio non essere estromessi e conservare la seggiola sotto il sedere,perchè è da quella che si possa pesare sulle iniziative che debbano essere prese, mentre gli altri diventano non affidabili perchè non controllabili. Mi sembra logico che questa sia una forma mentis ormai rodata e che le componenti di sinistra non hanno mai avuto e che ha segnato in parte la loro rovina. Tutto questo, se esaminato alla luce del peso del voto e di quanto attiene alle componenti di Bocci la dice lunga sul vertice che si è formato e da chi sia sostenuto e di quale anima e cibo si possa nutrire.Quindi, secondo me, l’avviso che Batino passi di far parte per ”una componente” vicino a quelli della riscossa da sinistra, non stà ne in piedi nè in terra nè appoggiato al muro.Le cose e le posizioni si giudicano dagli atti delle passate amministrazioni.Mi sbaglio od il territorio che è una delle cose che a detta loro che stia più a cuore, ha avuto la tendenza ad essere pienato dal mattone in perfetto stile anni ’70 rispondendo pienamente alla visione di sviluppo che le casse comunali occorreva nutrirle e che non si doveva indietreggiare di fronte a nulla, di fronte ai vincoli, come del resto non è una novità che la stessa cosa sia successa col territorio attiguo al nostro come è quello di Città della Pieve? Quindi, ma cosa si va a rimestare sulle componenti e sugli equilibri che sembra alla fin fine che si facciano la guerra fra loro ?
Fanno parte di un partito ben definito e questa è la scelta fondamentale che hanno fatto. Punto.All’interno di tale scelta si giuocano le posizioni personali e le carriere, i successi e gli insuccessi. parlare dello 0,6% in più per il quale uno l’ha spuntata sull’altro è puro fumo, evocato da chi
ha interesse che così sia.Tutto l contrario dall’interesse di una gran parte della popolazione e fra l’altro anche da quella parte che non va più a votare perchè disamorata.Sostenere tali diversità in pratica inesistenti in raffronto al preteso estremismo totalizzante oppure dello stesso ”populismo” è una operazione di dissuasione di massa che porta acqua ancora a chi resiste assediato nel fortino della politica che ha la concezione che questa siffatta possa risolvere gli interessi ed i problemi delle persone.
Carlo è vero che Batino, sia da dirigente politico che da sindaco si è sempre contraddistinto per posizioni “sviluppiste”, per una certa “manica larga” rispetto a al mattone e alle imprese. Ma storicamente non può essere considerato un democristiano. Né un iper renziano della prima o della seconda ora.E le differenze dentro il Pd ci sono. Come c’erano dentro la Dc e dentro il Pci. Mi sembra francamente riduttivo ridurre tutto – come fai tu – ad una disputa d facciata tra gente che fa come i ladri di Pisa (che fa finta cioè di litigare e poi però sulle logiche spartitorie è sempre d’accordo) e mi sembra riduttivo, ingeneroso e anche molto superficiale pensare che tra le centinaia di persone che nel Trasimeno hanno partecipato al congresso Pd non ce ne sia neanche una che lo ha fatto in buona fede e con passione, con la convinzione di dare un contributo alla risoluzione dei problemi. Il Pd, nel suo complesso, è un partito perso a battaglie di sinistra, probabilmente, ma il tuo “approccio” mi sembra troppo snobistico e anche un po’ razzista perché sottintende che tu hai capito tutto e TUTTI gli altri non hanno capito un cazzo. O sono conniventi con i malversatori e i padroni del vapore. Possibile che tutti quelli che hanno partecipato al congresso Pd lo abbiano fatto solo per interesse personale e per qualche spiraglio di carriera? E nemmeno uno per convinzione e passione? Una cosa del genere non la pensavano neanche i nobili dell’ancient régime…