ENNESIMO SCANDALO RIFIUTI IN TOSCANA: MATERIALI TOSSICI SMALTITI IN DISCARICA COME “ORDINARI”, 6 ARRESTI.

venerdì 15th, dicembre 2017 / 19:03
in Cronaca
ENNESIMO SCANDALO RIFIUTI IN TOSCANA: MATERIALI TOSSICI SMALTITI IN DISCARICA COME “ORDINARI”, 6 ARRESTI.
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FIRENZE –  Un tempo la chiamavano “Toscana Felix”, e per qualità ambientale e buongoverno la Toscana era davvero un’isola felice. O quasi. Non ci riferiamo ai tempi lontanissimi del dipinto di Ambrogio Lorenzetti che campeggia nel Palazzo Pubblico di Siena, ma anche a tempi più recenti. Fino ad una trentina di anni fa, diciamo. Poi anche in Toscana, come in tutto il resto del Paese l’aria è cambiata e si è fatta meno limpida e pulita…  Sul fronte rifiuti per esempio, pur non essendo mai arrivata a situazioni di emergenza gravissime come è successo in Campania o a Roma, è successo di tutto: discariche abusive, occultamento di rifiuti tossici, sversamenti di materiali pericolosi, rifiuti tossici e nocivi usati (o nascosti) nelle massicciate stradali, inchieste, arresti, aziende pubbliche e private del settore decapitate dalla magistratura… Di felix in tutto questo c’è rimasto ben poco. E anche laddove non si registrano infiltrazioni vere e proprie della ‘ndrangheta, della Camorra o di Cosa Nostra, i metodi nella gestione dei rifiuti sono spesso gli stessi. E’ di ieri la notizia dell’ennesimo caso, con arresti, sequestro di documenti e accuse gravissime. In manette sono finite 6 persone, tra manager, dirigenti e dipendenti di alcune ditte di Piombino, Rosignano Marittimo e Prato. I capi di imputazione sono: traffico di rifiuti, associazione per delinquere e truffa aggravata ai danni della Regione Toscana. I Carabinieri hanno perquisito case, sedi legali e discariche in varie zone della Toscana, ma anche nelle province di Chieti, Cuneo, Bologna e La Spezia. Sono stati sequestrati documenti informatici, fatture, bolle e altro materiale amministrativo.

Secondo gli inquirenti i rifiuti da speciali e pericolosi diventavano “ordinari”, ma solo sulle bolle di accompagnamento.  E così finivano in discarica. Ma in mezzo non c’era nessun trattamento. La Regione Toscana non incassava l’ecotassa, rimettendoci un bel po’ di quattrini. Da qui l’accusa di truffa ai danni dell’ente. Ma soprattutto a rimetterci era (è) la salute dei cittadini  residenti nei pressi delle discariche che smaltivano illegalmente e senza alcun intervento rifiuti tossici e nocivi.

Agghiaccianti alcune intercettazioni telefoniche: “Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano… “Mi importa una sega dei bambini che si sentono male””, dice uno degli indagati, con chiaro accento livornese. Un altro intercettato si lamenta di un conferimento anomalo: “Mi ci hanno messo tre o quattro big bag tipo toner – dice – me lo devono dire quando fanno queste cose, bisogna parlarne”. Ma non fa nulla per evitare che quel carico finisca in discarica. E questa è la prova che i rifiuti speciali venivano mischiati a quelli ordinari.

Si parla di oltre 200 mila tonnellate di rifiuti illeciti smaltiti in due discariche del livornese tra il 2015 e i 2016 con un profitto altrettanto illecito di circa 26 milioni di euro, con una evasione della Ecotassa della Regione per oltre 4 milioni. Coinvolta nel “giro” anche una ditta di Prato specializzata nel trattamento dei rifiuti tossici e speciali, dove i tir carichi di materiale pericoloso entravano, facevano un giro del piazzale e ne uscivano così come erano entrati, ma con i documenti che attestavano l’avvenuto “trattamento”…

Secondo il Procuratore di Livorno “si tratta di episodi che non hanno nulla a che fare con la Camorra, ma il modus operandi dell’organizzazione criminale è paragonabile a quello usato dalla Camorra nella Terra dei Fuochi”.

Siccome in Italia e anche in Toscana succedono queste cose,  è sempre bene tenere gli occhi aperti e la guardia alta quando si parla di discariche, di impianti per lo smaltimento o il trattamento di rifiuti, di depuratori per acque reflue, liquami o residui industriali. Ogni riferimento all’imminente realizzazione di un depuratore con annesso impianto industriale di Acea nell’area dell’ex Centro Carni di Chiusi non è affatto casuale. Ciò non vuol dire che Acea tratterà fanghi e liquami pericolosi in modo inadeguato o illecito o pericoloso. Nè significa alzare polveroni preventivi. Visto come va il mondo in questo settore e come certi tipi di business si sviluppano è però opportuno e fondamentale avere ben chiara la situazione.

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