RICORDATE IL PANE E OLIO ALLA MENSA SCOLASTICA? IL SINDACO DI MONTEVARCHI DENUNCIA PRIMAPAGINA
CHIUSI – Ieri mattina,venerdì 15 dicembre, sono stato convocato a Commissariato di Ps di Chiusi, dove mi è stato notificato in qualità di direttore responsabile di Primapagina on line un avviso di garanzia, in seguito ad una querela per diffamazione a mezzo stampa. Non è la prima e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. Un tempo si diceva che le querele, per un giornale, sono medaglie al merito. Soprattutto quando non portano a condanne. E il sottoscritto e primapagina non sono mai stati condannati.
Quella notificata ieri è stata presentata dal sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, per un articolo del 10 novembre scorso (in realtà è uscito il 9) in cui si parlava di una sua iniziativa che è finita su tutti i giornali e anche nei Tg nazionali. Ricordate il famoso “pane e olio” dato alla mensa scolastica, agli alunni figli di genitori “morosi”? Primapagina ne parlò,come tutti gli altri giornali.
La sindaca di Montevarchi si è sentita diffamata e si è rivolta al magistrato. Non sappiamo, al mo mento,quali siano nello specifico le frasi o i termini “incriminati”. E non sappiamo se la sig.ra Chiassai ha denunciato anche il Manifesto, il Fatto Quotidiano, la Repubblica, il Corriere della Sera, la Rai, la 7, le Tv regionali toscane o solo Primapagina. Anche questo non sarebbe la prima volta che succede.
Lo appureremo se il Gip deciderà di dare corso alla querela e quindi al procedimento giudiziario. Nel caso, come sempre ci difenderemo, convinti di non aver offeso o diffamato nessuno. A meno che non si considerino diffamazione anche argomentazioni e critiche politiche e giornalistiche ad un atto amministrativo legittimo (forse), ma quantomeno anomalo (altrimenti non sarebbe assurto alla cronaca nazionale) compiuto da un sindaco.
Il diritto di cronaca e di critica, come la libertà di stampa, nei limiti della continenza (terminologia non offensiva, anche se “dura”) sono sanciti dalla Costituzione. Ma spesso ci vuole il tribunale per affermarli. E non è buon segno. Vedremo se coloro che anche su primapagina, nei commenti all’articolo in questione, avevano espresso apprezzamento per l’iniziativa del sindaco di Montevarchi, giudicandola legittima e giusta, apprezzeranno anche l’iniziativa della querela contro questo giornale.
Marco Lorenzoni
Mi domando se le spese legali saranno pagate dai cittadini di Montevarchi? Io avrei cambiato residenza pur di non avere un primo cittadino così.
Le sue non so, le mie le pagherà Primapagina. In sostanza sempre io…
Tutta la mia solidarietà Marco
Profonda tristezza nel leggere di questo fatto oltre, naturalmente, alla piena solidarietà a Marco.
Non ho ravvisato nell’atteggiamento della sindaca, riguardo alla vicenda dei bambini messi a pane e olio, alcunché di fascistoide; chi invece ce l’ha visto e l’ha scritto viene ora trascinato in Tribunale.
Si vogliono processare le opinioni? Non credo, e allora, quale è il senso di questa decisione?
Sarà che uno invecchia ma sono sempre più convinto che, in politica, non esista “la via giudiziaria”.
Sulla suscettibilità dei politici e sull’uso delle querele, che entrò in voga negli anni ottanta, scrisse parole decisive il vecchio Giorgio Bocca, ricordando che tra comunisti e democristiani se ne dicevano di tutti i colori ma senza mai passare dai tribunali.
Spero vivamente che il Gip archivi questa brutta storia.
La mia più profonda solidarietà a te Marco. E’ incredibile che si possa essere rappresentati da una simile persona spero che i cittadini del suo Comune traggano le auspicabili conseguenze.
Caro Marco, la mia più profonda solidarietà. Se ti serve qualche consiglio o una mano, noi ci siamo. A differenza di alcuni, quello che hai scritto in quell’articolo, l’ho condiviso totalmente. Facci sapere.
Ho riletto l’articolo:non c’e’ niente di particolare a carico della Sindaca,ma considerazioni politiche generali del momento italiano,sicuramente cupo.Solodarieta’ a prima Pagina ed ai suoi giornalisti della Stampa Libera.
Questa volta l’avventura giudiziaria, se ci sarà, la vivrai da solo. In società ne abbiamo altre in corso io e te. Alla fine queste persone, che si sentono offese per lesa maestà, voglio sperare che paghino il conto. Sono tempi cupi per la libertà di stampa. Il tuo ultimo caso, e quello che abbiamo in società, non avendo avuto la testata, non sono passati per le grandi reti nazionali, ma raccontano ugualmente il clima che circola, nei confronti di chi cerca di raccontare storia di vita quotidiana, vissute dai cittadini. Un abbraccio e un grande augurio, purtroppo in questa occasione non ti posso fare compagnia, ma la mia solidarietà c’è tutta.
La querela è una legittima arma con il quale il cittadino può difendersi dalla stampa che a volte può esagerare o trascendere. Ma può essere e spesso è anche un’arma per intimidire, zittire, o ricattare la stampa stessa, soprattutto quando la stampa querelata è la stampa locale o “minore”, una stampa che ha pochi mezzi e fatica a tirare avanti. Sostenere una battaglia legale, anche se alla fine vincente, è sempre uno sforzo in più, uno sforzo che può risultare pesantissimo e addirittura letale. La facilità con cui si querelano giornali e giornalisti fa pensare più alla seconda che alla prima ipotesi. Comunque è di ieri la notizia che Belpietro è stato assolto per il titolo “bastardi islamici!!” che fece su Libero dopo una delle stragi di Parigi… Noi, nel caso in questione, abbiamo usato termini certamente meno truculenti e meno offensivi…E anche a proposito di Maria Elena Boschi (quasi conterranea della sindaca di Montevarchi) abbiamo letto tutti cose ben più pesanti di quelle scritte su primapagina per il “pane e olio” alla mensa scolastica deciso dalla sig.ra Chiassai. Per questo personalmente, sono molto tranquillo. Ringrazio comunque tutti coloro che hanno espresso solidarietà. Fa bene al cuore…
Le opinioni politiche non possono essere zittite a colpi di querela. Troppe volte ormai si vorrebbe far tacere chi non ha le stesse nostre idee alle volte minacciando di adire alle vie legali, altre volte passando direttamente alle vie di fatto.Piena solidarietà a Primapagina e a Marco Lorenzoni