ACQUAVIVA, LA FRAZIONE ON THE ROAD CHE DIVENTA WOODSTOCK. E NON E’ UNA METAFORA…

lunedì 11th, settembre 2017 / 15:46
ACQUAVIVA, LA FRAZIONE ON THE ROAD CHE DIVENTA WOODSTOCK. E NON E’ UNA METAFORA…
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ACQUAVIVA – Ci sono paesi e città noti per una inziativa che si tiene lì… A Locarno c’è un festiva di cinema. A Sant’Arcangelo di Romagna un festiva di teatro, anzi “dei teatri”, Pieve Santo Stefano è diventata famosa per un archivio dei diari inventato da Saverio Tutino… Acquaviva di Montepulciano ormai è… il Live Rock Festival. E il Live Rock Festival di Acquaviva che ieri sera ha visto calare il sipario sull’edizione 2017, è la manifestazine culturale (anche  il rock è cultura) più partecipata, con più pubblico di tutto il Comune poliziano, che pure è città famosissima peR essere una delle più riuscite “prove d’autore” del ‘500, per essere la città del Bravìo delle Botti e del Cantiere Internazionale d’Arte. Per essere patria del noto umanista che fu istitutore di Lorenzo il Magnifico,  del Cardinale Bellarmino e pure del Vino Nobile. Acquaviva uber alles, insomma.

Acquaviva non fa neppure comune. E’ frazione. Popolosa, ma frazione. Una frazione on the road. Tutta lungo la ex Statale, ora regionale, 326 Chiusi-Rapolano. Ad Acquaviva c’è un collettivo giovanile che da vent’anni più uno organizza un festival rock. Inizialmente era anche della birra. Perché si sa, la musica c’entra fino a un certo punto, che sia rock duro e puro, punk, post punk, new wave, ethnic music o quello che vi pare…Tira più un boccale di “Lager” fresca o una rossa artigianale che cento canzoni.

I ragazzi vanno dove ci sono altri ragazzi, al di là e indipendentemente da chi è sul palco e da cosa si suoni… E ad Acquaviva, ogni volta che c’è il Live Rock Festival, c’è un sacco di gente. Giovani e giovanissimi per lo più.
Perché il piacere oltre ad ascoltare musica è quello di stare insieme, e poi dire “io c’ero”… Se poi ci sono anche buona cucina e vino e birra, tutto ciò aiuta. E così un paesotto della Valdichiana che non fa nemmeno comune diventa Woodstook. Anzi da vent’anni più uno, ad ogni inizio di settembre diventa Woodstock. E non è una metafora, un modo di dire. La foto è stata scattata sabato sera al Live Rock Festival.  E dire che era anche freddino. E umido…

La location si chiama ex fierale. Cioè ex campo della fiera, dove un tempo si vendevano buoi e vitelli. A colpo d’occhio, sembra il “Campo volo” di Reggio Emilia, famoso per i concerti di Zucchero, Pavarotti, Vasco e Ligabue…  E’ solo il Fierale di Acquaviva. Ma il pubblico del Live Rock Festival è fatto da migliaia di ragazzi e ragazze. Di questi trempi, scusate se è poco.

Per quei ragazzi e quelle ragazze chi è che suona e canta conta poco, alla fine uno vale l’altro. Non c’è oggi la tensione che c’era negli annni ’60 e ’70 quando si discuteva e si litigava su chi fosse meglio non solo tra i Beatles e i Rolling Stones, ma anche tra i Credence e gli Steppenwolf, o tra i Led Zeppelin e i King Crimson, tra i Pink Floyd e i Deep Purple. O anche tra Guccini e De Gregori. Non è detto però che siano del tutto insensibili le nuove generazioni e digeriscano tutto alla stessa maniera, tra un tweet e l’altro, tra un selfie e l’altro. Perché il Live Rock Festival di Acquaviva – come anche il Lars Rock Fest di Chiusi – propone sempre cose interessanti, anche dal punto di vista musicale. Cose magari un po’ fuori circuito, commercialmente parlando, ma senza dubbio emblematiche di certe tendenze in voga in giro per il mondo.

Ed è il caso di dire che anche chi – come noi – è di un’altra generazione e si è fermato ai Led Zeppelin e ai Pink Floyd e al massimo arriva a Springsteen, con il festival di Acquaviva si è potuto fare una cultura nuova. Un corsettino di aggiornamento, diciamo. E per di più a costo zero. Lo abbiamo definito il padre di tutti i festival rock della zona, perché è stato il primo. E in effetti il Live Rock Festival ha fatto e sta facendo scuola. Il Lars di Chiusi sta crescendo bene, per esempio. La Festa della Musica di Chianciano si conferma appuntamento sempre di rilievo. E in tutti e tre la roba buona non è solo in tavola. Nè è quella che gira un po’ furtivamente tra la folla… E’ roba buona anche quella che si ascolta, che esce dagli amplificatori a palla. E per roba buona intediamo non solo nuove sonorità, ma anche certi messaggi che ormai solo la musica può lanciare e tenere vivi.

Complimenti vivissimi, amici e compagni Piranha… Ventuno anni non sono uno scherzo, sono un bel traguardo. Ma siete ancora nel pieno della gioventù. Cento di questi giorni!

m.l.

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