SASSI SULL’AMBULANZA SULLA SIENA-BETTOLLE E PER POCO NON CI SCAPPA IL MORTO. COLPITO UN MEZZO DELLA PUBBLICA ASSISTENZA DI CHIUSI
SINALUNGA – Sono passate poche ore dalla pubblicazione dell’ultimo articolo su furti e atti vandalici a Chiusi che dobbiamo registrare un altro episodio. Più grave, perché questa volta non si tratta solo di danni a cose del patrimonio pubblico o privato (che sia una madonnina, una stele partigiana, un giardino pubblico o un edificio privato). Stavolta poteva scapparci il morto. O comunque qualcosa di molto pesante. Ieri mattina, mentre stava eseguendo un trasporto sanitario assistito, un mezzo della Pubblica Asistenza di Chiusi, in viaggio verso Siena, è stato oggetto di un lancio di sassi. Il fatto è successo sulla Siena-Bettolle, all’alteza di Rigomagno, nel comune di Sinalunga. Un sasso ha colpito e sfondato il parabrezza del mezzo della Pubblica Assistenza, un altro ha invece raggiunta una seconda vettura che seguiva… Per fortuna (o per miracolo) non è successo l’irreparabile. Solo un grande spavento pe rentrambi i guidatori. Le due vetture si sono fermate, il volontario della Pubblica Assistenza, poco più che ventenne, ha dovuto chiedere e attendere un mezzo sostitutivo per proseguire il viaggio con il malcapitato utente che aveva bisogno di controlli sanitari alle Scotte. A lanciare i sassi pare siano stati dei ragazzi che si sono subito dileguati, facendo perdere le proprie tracce. Un episodio molto grave. Che poteva avere conseguenze dolorose.Tanto più grave poi se si pensa che il sasso è stato lanciato contro un’auto medica, adibita al trasporto di malati, tra l’altro ben riconoscibile come tale.
Il sindaco di Chiusi, Bettollini, in un suo post su facebook, nel portare la solidarietà alle vittime del gesto e all’associazione Pubblica Assistenza di Chiusi, ha sottolineato come l’accaduto non possa essere considerato una “ragazzata”, ma un “tentato omicidio”. E in effetti poteva scapparci anche il morto. In casi analoghi è successo. Lo stesso Bettollini ha colto l’occasione per chiedere una “maggiore attenzione da parte dello Stato”. Che – dice Bettolini – “deve comprendere che la priorità ai tempi d’oggiè quiella di creare le condizioni affinché gli agenti delle forze dell’ordine non siano trattati come burocrati, ma abbiano la possibilità di uscire dagli uffici, di stare in mezzo alla gente, di essere più visibili, di espletare il loro servizio insieme ai cittadini”. Lo aveva già chiesto un mese quando convocò il Tavolo Provinciale per la Sicurezza Urbana, dopo una serie reiterata di danneggiamenti avvenuti a Chiusi.
Questo ennesimo episodio è avvenuto nel territrorio di Sinalunga, lungo una strada di grande transito e ci dice che i “vandali” non abitano solo a Chiusi. Che il problema della devianza giovanile, apparentemente senza motivi specifici, è ampio e diffuso. I responsabili – che siano davvero ragazzi o meno – devono essere individuati e sanzionati. Come quelli che deturpano e danneggiano lampioni, fioriere e panchine nei parchi pubblici, come quelli che hanno devastato il podere della famiglia Brignoli a Chiusi nel mese di luglio, come quelli che svaligiano le nelle auto dopo averne sfasciato vetri e serrature, come quelli che rubano le biciclette e i motorini…
I fatti del genere registrati negli ultimi mesi sono numerosi. Sembra quasi una escalation, come se ci fosse una strategia dietro, o quantomeno una voglia di emulazione, magari alimentata dai social media che ne amplificano gli effetti.
In questi casi il lavoro delle Forze dell’ordine, da solo, può non essere sufficiente. Anche le famiglie, la scuola, le associazioni debbono fare la propria parte. Non è solo un problema di sicurezza e di ordine pubblico, è anche un problema di convivenza civile, di rispetto per la vita e per i beni comuni. In una parola è un probema di civiltà.
m.l.
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