Castiglione del Lago: 1.600 tonnellate di rifiuti speciali smaltiti illegalmente. Otto persone denunciate per reati ambientali, truffa e frode in pubblica fornitura

Castiglione del Lago: 1.600 tonnellate di rifiuti speciali smaltiti illegalmente. Otto persone denunciate per reati ambientali, truffa e frode in pubblica fornitura
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Doveveno smaltire terre e rocce da scavo, provenienti dai cantieri di rifacimento du due stazioni di servizio nell’A1, precisamenmte quelle dii Lucignano Est e Ovest, nel trattro aretino. E dovevano farlo secondo precise procedure di legge contemplate anche dal contratto di appalto. Invece 1.600 tonnellate di quei “rifiuti” invece di finire in apposito impianto di trattamento, sono finiti in un terreno qualunque nel comune di Castiglione del Lago. Una vera e propria discarica abusiva. Questo è ciò che hanno scoperto i Carabinieri del NOE, che hanno sequestrato l’area in questione e notificato 8 denunce, in ottemperanza ad una direttiva emessa dal Gip di Perugia dopo un’inmdagine coordinatra dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Gli indagati che fanno capo a 4 società  (tre umbre, di Perugia e una Toscana, di Siena), devono rispondere dei reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata e frode in pubblica fornitura. Da verificare se c’è anche un danno ambientale. Almeno dal punto di vista normativo” sì, perché il terreno castiglionese non era e non è destinato a tale scopo.

Non solo: l’area posta sotto sequestro è risultata essere di proprietà di una società.il cui legale rapprsentante ricopre la stessa carica nella società che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti. Insomma le 1.600 tonnellate di terre di scav sarebbero state illegalmente “dirottate” nel terreno di Castiglione del Lago dagli stessi soggetti che si dovevano occupare del regolare smaltimento, in vilazione sia delle norme contrattuali con la Socoetà Autostrade, sia del Testo Unico ambientale. I carabinieri del Noe avrebbero anche accertato come gli indagati – rappresentanti legali e dipendenti delle quattro società coinvolte – abbiano falsificato numerosi documenti tra ‘formulari di identificazioni dei rifiuti’ e ‘documenti di trasporto’, nel tentativo di dimostrare, alla società appaltante e ai militari, di aver rispettato le procedure contrattuali e di legge.

Insomma l’ennnesimo caso di gestione disinvolta e scorretta di materali configurabili come rifiuti speciali. Il tutto nell’ambito di un appalto pubblico. Con il rischio, cosa non secondaria, di procurare una situzione di inquinamento di una zona decisamente delicata come quella  intorno al lago Trasimeno.

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