MUORE DARIO FO. E BOB DYLAN PRENDE IL NOBEL. INCREDIBILE PASSAGGIO DI CONSEGNE

Certo, la morte di Dario Fo, premio Nobel 1997 , offusca e in qualche modo toglie qualcosa alla notizia del premio Nobel per la letteratura 2016 a Bob Dylan. Forse sarebbe stato più forte il boato del premio al menestrello di Blowing in the wind, senza l’alone di tristezza per la scomparsa del maestro del teatro civile, dello sberleffo al potere, del teatro di strada che ci ha lasciato. E’ una coincidenza triste, ma straordinaria allo stesso tempo.
Sembra quasi una sostituzione nella stessa squadra. Un campione esce di scena ed entra in campo un altro. Un passaggio di testimone e di consegne. Perché alla fine la motivazione del premio, in entrambi i casi un premio alla carriera, all’impegno politico e civile, all’aver trasformato l’arte, che sia teatro o musica, in qualcosa di più, è la stessa. O quantomeno simile.
Dario Fo, icona del teatro contro, della controinformazione, dell’impegno dalla parte di chi non ha voce e ha meno anche in termini di denaro, di risorse, di opportunità. Di un teatro di affabulazione che affabula e incanta e si fa capire, spariglia le carte, anche quando vine proposto in una lingua che non è una lingua, non è neanche dialetto, ma è “gramelot”, invenzione che mischia sonorità e gestualità al punto da diventare linguaggio.
E Dylan, menestrello certo, ma anche rock star ombrosa, a volte scostante, ma anch’egli icona di un’epoca, di un modo di fare musica, di proporre, in musica temi e riflessioni di grande attualità. Capace di diventare per 20 anni la voce di un’America diversa, di un’America pacifista, antimilitarista, capace di battersi per i diritti dei bianchi e dei neri, delle minoranze. Capace di guardare nei bassifondi delle città e delle coscienze. Insieme ad altri certo, come Joan Baez, Jimi Hendrix, John Lennon, i Creedence, ma forse più di tutti è l’immagine di un rock graffiante, strascicato, che è folk e blues, suonato con armonica e chitarra, che però ha avuto ed ha ancora la forza della letteratura, con canzoni che sono non solo icone di un tempo, di determinate stagioni, ma inni generazionali planetari immortali che bisognerebbe riascoltare più spesso, per rendersi conto di quanti errori siano stati fatti negli ultimi 40 anni nei suoi States e di qua dell’oceano.
Dylan insomma come Dario Fo, ma anche come Garcia Marquez, come Steinbeck, come Kerouac, come Camus… O come Quasimodo. “ha creato una nuova espressione poetica”. Ora si può dire che certa musica, così come certo teatro, è letteratura e letteratura alta. Da premio Nobel. A 75 anni un premio imprevisto, ma meritato. Avrebbe forse potuto prenderlo anche John Lennon, ma è morto troppo presto. Robert Allen Zimmermann, in arte Bob Dylan, invece per fortuna sua e nostra è ancora qui. Ancora sale sul palco con la sua chitarra… Non aveva certo bisogno dell’assegno allegato al Nobel, di soldi ne ha fatti abbastanza, ma il premio è un riconoscimento, oltre che all’artista, ad una visione delle cose, forse, in fondo anche a tutta una generazione di fenomeni di cui Bob Dylan è stato ed è un alfiere schivo, ma di una forza gigantesca. Il “capitano” della squadra…
m.l.
In una giornata di grande lutto per la cultura Italiana, arriva inaspettata la notizia del conferimento del nobel a Bob Dylan. Inaspettata non perchè non lo meritasse ( per me lo doveva avere prima) ma il timore che si era ingenerato tra gli appassionati di musica era che Bob Dylan non lo meritasse in quanto fosse un menestrello, un cantante, certamente bravo ma non nel rango dei nomi della letteratura. Ecco perchè la sua affermazione ovviamente farà felice lui i suoi fans e chi dagli anni 60 lo segue comprando dischi e vedendo i suoi concerti. Ma è la rivincita di tutti gli appassionati di musica quella d’autore e chi studia e si appassiona alla cultura musicale. E Bob Dylan è stato e continua ad esserlo un cantore straordinario di questa epoca , un folksinger che è stato capace di influenzare la cultura occidentale di fine 900. Spesso si ricordano le sua canzoni, ma meno è conosciuto di lui almeno dai più giovani il fiuto di che seppe cogliere ed interpretare l’ aria di rivoluzione ed i fermenti culturali dell’epoca e che seppe essere di esempio per la sua battaglia dei diritti civili. Bob Dylan è gia nella storia della musica rock e oggi diventa a tutti gli effetti un grande della letteratura e della cultura. E in epoca di xfactor o di talent show dove la musica viene massificata e ridotta tutta ad un contorno dove non si premiano artisti veri ma solo marionette, questa assegnazione deve fare riflettere. Pensate voi che Bob Dylan sarebbe mai uscito da un talent ? Credo proprio di no cosi come mai abbia potuto vincere qualcosa lui, Bruce Springsteen, Fabrizio De Andre, Francesco De Gregori etc. Sono proprio curioso di vedere la cerimonia di premiazione dove il nostro Bob Dylan uomo schivo e sempre lontano dalla carta patinata si presenterà al mondo a ricevere il premio. Spero che continui ad essere quel personaggio che si è creato e che fedele e coerente continuerà a scrivere e cantare capolavori di letteratura. Ora lo possiamo finalmente dire !!!!