LA GARA A CHI LE SPARA PIU’ GROSSE: SCARAMELLI LANCIA LA STAZIONE SOPRAELEVATA, IL SINDACO DI SIENA VUOLE DEMOLIRE E RICOSTRUIRE EX NOVO LE SCOTTE

UNA NOTA DI LAURA VIGNI E ANTONELLA BUSCALFERRI CONTRO IL SINDACO SENESE. A CHIUSI LA STAZIONE C’E’ GIA’…
E’ partita la corsa alle elezioni. Le Europee di sicuro, le politiche può darsi. E così ecco che insieme alle grandi manovre per posizionarsi in vista dell’appuntamento, molti politici, anche tra quelli di casa nostra, lanciano anche un’altra gara. Quella a chi le spara più grosse. Tanto per fare boom e magari assicurarsi il classico quarto d’ora di celebrità, confidando soprattutto su giornali compiacenti che pubblicano ormai solo veline e comunicati stampa e giornalisti “a gettone” che scrivono quello che lorsignori vogliono leggere. E pazienza se poi gli articoli vengono fuori “per sentito dire” o costruiti a tavolino…
Qualche giorno fa è stata la volta del sindaco di Chiusi Scaramelli che, su la Nazione si è lanciato nella battaglia per la stazione in linea dell’alta velocità. Non più a Montallese (come si diceva qualche mese fa), ma – alzando l’asticella – direttamente a ridosso dell’abitato di Chiusi Scalo. Precisamente nell’area dismessa dell’ex Centro Carni. Certo l’area è nella disponibilità del Comune e non ci sarebbe da fare nemmeno un esproprio, ma, guarda caso (e questo Scaramelli non lo dice) in quel punto preciso la linea Alta Velocità ci passa, ma su viadotto. Quindi la stazione in linea dovrebbe essere sopraelevata. Con la necessità di realizzare i bue binari di scambio nelle due direzioni, su viadotto…
In seguito all’assemblea del Pd sullo stadio incompiuto e finito oltre che in … primapagina anche su Striscia la Notizia, dopo che una serie di interventi la sconsigliavano, lo stesso Scaramelli ha detto che l’idea Stazione in linea andrà rivista e valutata bene. Ma intanto la sparata l’aveva già fatta. E su Facebook continua a stamburare con la claque che lo incita: “Bravo, avanti così, sei tutti noi, facci sognare…”. Qualcuno cerca di fare presente che l’A.V. non è per i pendolari, che i treni Av potrebbero tranquillamente fermarsi alla stazione di Chiusi, uscendo ed entrando a Montallese e Ponticelli, che il tempo di frenata e fermata sulla linea AV (anzi sugli appositi binari di scambio necessari ) sarebbe più o meno lo stesso perché i treni che corrono a 300 all’ora non si fermano di colpo, ma i più vogliono la modernità e i collegamento con l’Europa. Vuoi mettere?
E di ieri un’altra sparata. Sempre di un sindaco, renziano pure lui, della prima ora, come Scaramelli. Si tratta del sindaco di Siena Bruno Valentini che non potendo chiedere una stazione AV sopraelevata perché a Siena i treni vanno ancora a gasolio, ha spostato il cannone sull’ospedale e ha mirato ad alzo zero: Le Scotte? L’ospedale va abbattuto e ricostruito di sana pianta. “E’ obsoleto” dice Valentini, ce ne vuole uno nuovo… E giù anche in questo caso paginate di giornale. Senza che l’idea sia stata nemmeno lontanamente presentata e discussa in Consiglio Comunale. Valentini dice di averne parlato con il governatore Rossi. Come Scaramelli per la Stazione. E il bello è che Rossi, nei suoi giri per il contado (la settimana scorsa era in Valdichiana) non avrebbe detto di no, anzi avrebbe addirittura incoraggiato le cannonate… Chissà, forse avere i renziani dalla propria parte a Siena e altrove può tornargli utile.
Vedremo se anche Valentini, come Scaramelli, ai primi colpi della contraerea, farà anche lui marcia indietro dicendo che “la cosa andrà valutata meglio”… Certo che se questo è il nuovo che avanza. Se questo è il cambio di verso, stiamo freschi.
Sulla proposta di demolire e ricostruire ex novo l’ospedale de Le Scotte, fatta da Valentini, ecco di seguito la presa di posizione congiunta di Laura Vigni e Antonella Buscalferri. Consigliere comunale della Sinistra per Siena la prima e neuroanestesista alle Scotte, già componente della Deputazione Generale della Fondazione Mps la seconda… La nota non è tenera con il sindaco:
“Il Sindaco Valentini ha deciso: l’Ospedale delle Scotte va abbattuto e ricostruito. Ne ha addirittura già parlato con il Presidente della Regione, ma non ne ha discusso nel Consiglio Comunale, ritenendolo evidentemente superfluo. Questa ennesima sortita a chi la spara più grossa, rivela ancora una volta il suo disprezzo verso i rappresentanti eletti dai cittadini e un’idea di governo improvvisata. In primo luogo, se davvero non si tratta di una boutade, lo vogliamo invitare a discuterne nelle sedi preposte e non solo sulle pagine dei giornali.
Quanto poi al contenuto della proposta, è chiaro che gli edifici del complesso ospedaliero rivelano le pecche di una progettazione antiquata, ma non per questo l’unica soluzione è l’abbattimento.
A Marsiglia c’è un ospedale quasi identico alle Scotte, sul quale vengono effettuati regolari interventi di manutenzione e funziona perfettamente. Da noi invece manca un’idea di adeguamento generale del Policlinico, che valuti insieme l’economicità e la funzionalità, visto che anche negli ultimi anni sono stati svolti costosi lavori in alcuni reparti, che così andrebbero sprecati.
In primo luogo quindi bisogna riflettere sulla possibilità di migliorarne l’efficienza con interventi di ristrutturazione, mentre sembra affrettato e semplicistico ipotizzarne l’abbattimento e la ricostruzione, aprendo la strada a qualche grosso costruttore.
Già nel momento in cui si è proceduto alla riduzione di posti letto e alla riorganizzazione di alcuni reparti, era stato chiesto alla Direzione delle Scotte di poter visionare un piano di razionalizzazione degli spazi, ma inutilmente. Il Direttore, in un incontro con la Commissione consiliare Assetto del Territorio, ha parlato di un progetto di ampliamento dell’area di ingresso dell’Ospedale, prevedendo quindi solo nuove costruzioni, non un intervento sull’esistente.
Molto invece c’è da fare per migliorare gli edifici delle Scotte, ma non si parte da una situazione così disastrosa e in questi anni sono fatti investimenti che rendono la struttura sicura e per molti versi all’avanguardia. Di più si può fare per ridurre il consumo e la dispersione di energia impiegando nuove fonti rinnovabili, così come per migliorare la situazione dei parcheggi distribuendone l’utilizzo in tutta la giornata. Se i medici prestassero servizio negli ambulatori anche al pomeriggio, senza concentrare tutta l’attività nella sola mattinata, i pazienti potrebbero trovare posto più facilmente. Per riutilizzare meglio le strutture esistenti si potrebbe ad esempio destinare la nuova palazzina dirigenziale ad Hospice, al posto dell’attuale ospedale di comunità in Campansi, e spostare tutto il personale amministrativo negli spazi liberi del vecchio edificio.
Pensare che una nuova costruzione servirebbe ad attrarre medici migliori e più pazienti da fuori – come ha detto il Sindaco – mi sembra superficiale, perché i posti letto e le attrezzature già ci sono: semmai i primi sono stati ridotti e le seconde sono male utilizzate. A peggiorare la situazione interviene anche la crisi dell’Università di Siena, che determina l’allontanamento delle professionalità più affermate ma anche – con la riduzione dei posti per la Specializzazione – una diminuzione dell’attrazione verso i giovani medici. Eppure la tendenza che sembra affermarsi in Toscana, di diminuire sempre di più gli ospedali più piccoli, imporrebbe al Policlinico delle Scotte di diventare un punto di eccellenza per una zona più ampia, e non rinsecchirsi come sta accadendo.
Le problematiche sono quindi molte e complesse e il Sindaco Valentini, anche nel suo ruolo di Presidente della Conferenza dei Sindaci, dovrebbe muoversi con più cautela nel trattare questi argomenti ed assumere maggiore consapevolezza sulla delicatezza del momento per assicurare ai cittadini il miglior servizio sanitario.
Infine è indispensabile che i lavoratori ed i loro rappresentanti siano coinvolti in questo dibattito, perché sono i primi in grado di dare un contributo basato sull’esperienza e sulla conoscenza dell’organizzazione sanitaria”.
“…ma l’impresa eccezionale è di essere normale”.
E a questi non gli riesce.
Tutti Capitan Fracassa…
Scusate, ma se la politica ha esaurito tutto, ormai la spinta propulsiva si riversa sulle grandi opere perchè sono le uniche che danno da mangiare ai partiti.C’è qualcosa di strano su questo? Queste sono le nuove teorie sullo sviluppo di questa classe dirigente che si dice di sinistra,abusando di tale termine.Quando non esiste più discussione e controllo dal basso e le claques sono quelli degli addetti ai lavori che sperano di esserne toccati dalle briciole che cadono dalla tavola, tutto questo corrisponde al concetto che loro hanno dello sviluppo.Purtroppo l’italia è questa, io l’ho detto tante volte, ma appare purtroppo un discorso da distruttori, mentre invece c’è bisogno di ”nuove spinte in avanti” alla Renzi, che arrivino a prospettare queste novità, affrontate con velocità, pragmatismo,senza tener conto di come possano incidere sul già colore rosso dei bilanci(soldi di tutti) ? Ma per una riflessione semplice a portata dell’uomo della strada non v’è posto ? I miliardi assotterrati nelle Scotte a cosa sarebbero serviti e potrebbero ancora servire ? Ma un discorso in tempi così foschi di bilanci in rosso si può mettere in atto assistendo a questo scandalo, che prima di ogni altra cosa è scandalo culturale ? C’è bisogno di una stazione nel Centro Carni, c’è bisogno di un Ospedale da abbattere e di costruirne un altro? Ma crediamo che il bisogno sociale si possa coniugare con tutto questo? Io credo che in mancanza di ogni prospettiva seria e con la miseria che ha già toccato gli strati del ceto medio e che avanza ancora,se poi in futuro escano dei medici che invece di lavorare alle Nuove Erigende Scotte si facciano chiamare Guillotin la loro funzione sia ampiamente meritata.Da lì una riflessione sulle cause che potrebbero stare alla radice di un nuovo futuro estremismo che tanti giustamente aborriscono ma che invece non si degnano o ne sorvolano ben miratamente sul capirne le cause.E’ un Italia che produce la classe politica che si merita le cui responsabilità affondano nell’humus socio-culturale che stà alla base di coloro che per più mezzo secolo ne hanno deciso la direzione e la qualità dello sviluppo,pardon del sottosviluppo.Ma non è tutto questo la più valida rappresentazione del ciclo economico della società del cosiddetto ”Mercato” ?: creazione,,consumo, distruzione,e di nuovo creazione ? Il sinusoide è in salita, scende,c’è la crisi e di nuovo riprende,senza che nessuno però ponga l’accento sulla distruzione delle risorse produttive che vanno perdute.Tale teoria trova sempre grandi schiere di sostenitori, ma non si cura della limitatezza delle risorse,e negli anni che stiamo vivendo si pensa di pompare ossigeno nel circuito distruggendo quello che già è stato creato per crearne del nuovo.Andrebbe quasi tutto bene teoricamente, se i bisogni non aumentassero dal momento che la ricchezza creata non è per tutti.Ma questo modo di ragionare è proprio l’opposto di quello dei Renziani perchè appare ”ideologico”, e la guerra all’ideologia è stata da tempo dichiarata dal renzismo e quindi si preferisce la sua cancellazione perchè foriera di immobilismo preferendone al suo posto il pragmatismo.Ce n’era un altro che era pragmatico, un grande leader che aveva preso in affitto un detto partorito da un suo amico compagno di tante battaglie il cui nome ricordava il verso il verso del gatto, ma che era applicato ad un preciso periodo storico della Cina, e che recitava che non era importante se il gatto fosse stato bianco o nero, l’importante era che avesse preso i topi.Il Risultato ? :100 milioni di ricchi ed un miliardo e trecento milioni di poveri.Un popolo amministrato da una classe politica che si dice comunista ma che è quasi più repressiva dei feudatari che combatteva 60 anni prima. Ogni classe politica tende a mantenere e riprodure se stessa, ma quando arriva a comprimere in tal modo la gente conservando la politica e nello stesso tempo liberalizzando pragmaticamente l’economia è solo questione di tempo perchè salti il tappo della bottiglia. Non m’intendo di cinema ma una volta ricordo che c’era un film dal titolo ” la Cina è Vicina”. Quel Deng appare sempre più essere il Sindaco fiorentino e con lui i milioni che l’hanno votato.Ce n’era un altro al quale volevano costruire un monumento a Carrara,ma fu esule in Tunisia….segretario per acclamazione, ricercato da parte della magistratura dello stato Italiano, amico del nostro ex presidente del Consiglio col quale oggi Deng si appresta a parlare,forse non considerando in base al pragmatismo che ci sia una sentenza già passata in giudicato sul suo conto da parte dello stato Italiano.Ma si sà, il pragmatismo porta a tali ”normali” comportamenti.Avanti compagni, d’altra parte c’avete fatto il governo insieme, o no ?
Comunque, come abbiamo visto per il faraonico stadio fantasma di Chiusi, i nodi prima o poi vengono al pettine. E qualcuno prima a poi dovrà pure chiedere scusa per le scelte scellerate. Purtroppo i nodi al pettine ci arrivano sempre dopo 10 anni…
Eh sì Marco, ma codesto succede perchè ”i poveri’ non sono poveri perchè non hanno soldi (i soldi non c’entrano nulla) i poveri sono poveri perchè si dimenticano facilmente di quale acqua sia passata sotto i ponti e di quale natura sia stata quell’acqua e da quale fiume sia uscita, anzi spesso pur provando materialmente le condizioni del loro sottosviluppo non ne capiscono le cause,ed anche se li per li le comprendono se ne dimenticano subito. Vi son menti sopraffine che si rendono ben conto di questo e che giuocano dietro le quinte manovrando affinchè tutto sembri cambiare.E’ destino della storia e delle generazioni che le le condizioni si ripetano ma spesso le battaglie purtroppo riprendono dal punto di partenza perchè sono quegli stessi poveri a non aver imparato nulla nè dai loro avanzamenti nè dalle loro sconfitte e ritorni indietro. Adesso siamo in quest’ultima fase dei ritorni indietro e tutti pensano che andranno finalmente avanti.Sono loro che hanno votato a milioni per le privatizzazioni, per la diversificazione che il sistema ha in procinto di attuare in materia del lavoro ed anche in moltri altri settori, perchè per loro questo porta sviluppo.Chissà a far loro la domanda su quale possa essere stata la ragione principale del loro relativo benessere portato dai contratti collettivi nazionali del lavoro dagli anni ’70 in poi,- tanto per citarne una-,cosa risponderebbero?:Al massimo forse ” Acqua passata” …ma chi si dimentica del proprio passato è destinato a riviverlo, e quel passato è tutt’altro che bello.E questa classe politica dove dentro c’è tutto, è formata da milioni di questi, ma in mezzo a loro ci sono anche coloro che sono destinati a versare l’olio negli ingranaggi, osannati dai seguaci, dalle clap e da coloro che ne ricavano vantaggio.In mancanza di controllo dal basso prendono spazio i rimestatori che fanno il giuoco di coloro che vogliono che nulla cambi.Sono loro il vero olio e se non ci fosse l’olio il sistema s’incepperebbe.E quegli ingranaggi purtroppo non producono ricchezza come parecchi credono, ma il l’esatto contrario.Essere ”povero” vuol dire principalmente credersi innovatore, ma essere- se pur spesso incoscientemente- arnese diretto della propria condizione e trasmetterla ad altri.Una volta esistevano anche le scuole della politica, intere strutture dove si studiava.Oggi si usa la sottocute della testa per spargere a distanza motivazioni indotte da chi ne sa approfittare, ritenendo anche che così sia giusto.Il futuro non mi sembra roseo.
Cambiare vuol dire ben altro !