CHIUSI, PROGETTO PER UN FORNO CREMATORIO AL CIMITERO. MA C’E’CHI DICE NO

martedì 19th, settembre 2017 / 17:54
CHIUSI, PROGETTO PER UN FORNO CREMATORIO AL CIMITERO. MA C’E’CHI DICE NO
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CHIUSI –  Nell’ordine del giorno del Consiglio Comunale convocato  per mercoledì 20 settembre (domani), figura al punto 10 un progetto di cui nessuno aveva parlato prima. Neanche en passant nei vari incontri con gli amministratori,compresi quelli estivi alla festa del Pd. Qualche giorno fa la  cosa è  diventata di dominio pubblico con l’avviso della seduta del Consiglio e anche per un articolo dell’urbanista Paolo Scattoni su Chiusiblog.  La notizia,anzi il progetto, in questione è  quello di un “tempio crematorio” da realizzarsi in area attigua al cimitero comunale. L’opera verrebbe costruita con il sistema del project financing, ovvero con l’intervento di una azienda privata in accordo con il Comune. L’azienda rientrerebbe dei costi di realizzazione con le tariffe del servizio, un po’ come avviene di norma e quasi ovunque per posteggi, palasport e varie strutture pubbliche…

Ora, che il Comune  si predisponga a realizzare un “crematorio” è sicuramente cosa buona e giusta. Si tratta d una pratica da incoraggiare, per molte ragioni, compresa quella di ridurre il consumo di suolo per gli ampliamenti o riadattamento del cimitero e la manutenzione dello stesso. Diciamo che può rappresentare anche un risparmio per i cittadini per quanto riguarda appunto le spese cimiteriali… Da queste colonne lo avevamo proposto già in campagna elettorale, chiedendo alle forze in campo (e in particolare ai Podemos, che il giornale sosteneva) di farsene carico. Anche come scelta culturale e non solo meramente utilitaristica.  Da allora, però,come dicevamo, nessuno è mai tornato sull’argomento. E il punto all’ordine del giorno del Consiglio del 20 settembre arriva come un fulmine a ciel sereno. Ancora una volta sembra che l’assemblea elettiva e i cittadini si trovino ad affrontare un problema con le carte già smazzate sul tavolo. A cose fatte o quasi, diciamo.

A sentire in giro, c’è chi è  d’accordo e chi no. Paolo Scattoni, per esempio, sembra essere piuttosto perplesso, per l’esigua domanda di cremazioni (una decina l’anno) e soprattutto per le dimensioni  (900 mq circa di superficie), per l’ubicazione in zona a vincolo paesaggistico, per i rischi di inquinamento legati anche al traffico e all’impatto ambientale.

Anche i 5 Stelle, pur dicendosi favorevoli al crematorio e alla pratica della cremazione delle salme, trovano il progetto elefantiaco e quindi fuori scala. “Un obbrobrio” lo definisce la consigliera Bonella Martinozzi,che avrebbe preferito un luogo meno “ameno”.

Chiaro che la domanda, al momento esigua, potrebbe crescere una volta realizzata la struttura. Oggi si deve andare a Siena o Perugia. E non a caso il progetto, nello schema di convenzione del project financing, prevede la possibilità di realizzare non un solo crematorio, ma anche un secondo, un terzo e un quarto forno qualora appunto la domanda di cremazioni dovesse crescere strada facendo.  

La questione è  seria, riguarda tutti. La gestione dei cimiteri è una cosa complicata e gli spazi disponibili sono sempre meno. La manutenzione  e la “rotazione” dei campi di sepoltura hanno costi elevati. Il crematorio può essere una soluzione avanzata. Che ha pure implicazioni culturali però. Perché quindi presentare il progetto a cose fatte, senza discuterne prima apertamente e democraticamente con la popolazione? La discussione in Consiglio non esaurisce il nodo della partecipazione e non può  essere considerata sufficiente. Soprattutto perché anche quella arriverà come una minestra bell’e scodellata e già nel piatto. Il nodo non è se fare o meno il tempio crematorio, quanto, se mai il come farlo e dove. Su questo si poteva e doveva aprire il confronto.

m.l.

 

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