NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI. E NEMMENO I PRIMI MAGGIO (E I SINDACATI) DI UNA VOLTA

venerdì 03rd, maggio 2024 / 09:04
NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI. E NEMMENO I PRIMI MAGGIO (E I SINDACATI) DI UNA VOLTA
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CHIUSI – Non ci sono più le mezze stagioni. E non ci sono più neanche i primi maggo di una volta, né i sindacati di una volta. Sono bastate 4 gocce di pioggia (più minaccia che pioggia vera) per ridimensionare la manifestazione di zona del 1 maggio, mercoledì scorso a Chiusi Scalo. Niente corteo dei trattori, comizio improvvisato sotto alla pensilina della stazione e non in piazza Garibaldi come previsto. Eppure un tempo le manifestazioni e i corte si facevano anche sotto la pioggia. Piazza della Loggia a Brescia, quel maledetto 28 maggio del ’74, quando la bomba fascista fece 8 morti era piena di ombrelli… Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno avuto paura di 4 gocce. Anzi la Cgil, perché Cisl e Uil nessuno le ha viste. Nemmeno una bandiera. Nemmeno un fazzoletto…  Gli anni passati c’erano. Mercoledì no. Neanche l’odore. Come mai?

Il Comizio di Alice D’Ercole, segretaria provinciale della Cgil di Siena, da non molto, non è stato male. Già il fatto che a parlare fosse una donna segnalava una bella novità, ma anche il testo, seppur declamato un po’ frettolosamente ci è sembrato piuttosto robusto. Non solo appassionato, anche pieno di puntualizzazioni forti. Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulle morti bianche, vera e propria emergenza nazionale (tant’è che nelle ultime 24 ore ce ne sono state altre tre); sul salario minimo; sulla autonomia differenziata delle regioni che il sindacato giustamente avversa perchè farà regioni di serie A e regioni di serie B e C; sulla parità uomo-donna nella società e nel lavoro; sul precariato che sta dicventando la norma e non una eccezione…  Ma anche sulla guerra, sul “genocidio” in atto a Gaza (Alice D’Ercole ha usato il termine genocidio, non si è vergognata a farlo) e sull’invio di armi all’Ucraina, che ormai serve a poco, anzi a niente se non fare ancora più morti… Ha chiesto iniziative concrete  per il cessate il fuoco e per negoziati. Parole forti, da sindacato attento alle questioni del mondo, da sindacato di sinistra…  Perché la sinistra politica e sindacale non può smarrire i valori fondativi: il pacifismo, l’uguaglianza sociale, la giustizia e l’equità…

Alla fine, quando il cielo si è leggermente aperto un mini corteo, con in testa le bande di Chiusi, Cetona, San Casciano e Sarteano, e dietro i sindaci con la fascia tricolore c’è stato, da Piazza della stazione a Piazza Garibaldi… Dove la manifestazione si è conclusa un po’ in anticipo sui tempi prefissati. Non c’era molta gente. Colpa del tempo incerto, anche. Ma non solo. Non si poteva non notare come i partecipanti fossero in sostanza solo pensionati. Brutto segno. Dei lavoratori, cioè delle generazioni “in età lavorativa” (diciamo dai 20 ai 60 anni) solo sparute presenze. Assenza pressoché totale, come se quelle generazioni sentissero estraenei i sindacati e anche il Primo Maggio. Segno dei tempi? certamente sì. Ma non un buon segno.

In piazza Garibaldi la Cgil aveva allestito una mostra fotografica, bella, con immagini dei Primi maggio del passato, dagli anni ’50, diciamo, e di assemblee, cortei, fabbriche occupate. Un bel tuffo nella storia recente del paese e di questo territorio: la Bianchi occupata, con gli striscioni sui cancelli, le operaie della Boston, gli scioperi alle fornaci di Bettolle e Sinalunga, i cortei in Piazza del Campo a Siena…

Significativa una foto di una manifestazione del 2003 in cui dei giovani reggono uno striscione con scritto “Salam, Pace, Shalom”… chiaro riferimento alla questione israelo-palestinese. Ma anche quella mostra ha in qualche modo certificato lo scollamento avvenuto negli ultimi 20 anni… Tra e foto esposte, qualla cronologicamente più recente ritraeva una manifestazione del 2008…

Come a dire che da 15 anni a questa parte, niente è più successo di rilevante… E chi, dato il pomeriggio e la serata piovosi, si è soffermato a guardare in Tv il concertone di Roma al Circo Massimo, avrà notato che al di là di qualche “monologo” su Gaza, sulle guerre, sulle morti sul lavoro, sulla violenza sulle donne e qalche battuta poco elegante su Giorgia Meloni, in generale si è trattato di una sorta di Sanremo bis… stessi cantanti, stessi monologhi, stessi luoghi comuni, stessa atmosfera, unica differenza che all’Ariston non ci piove. Per il resto una fotocopia piuttosto imbarazzante, pensando a ciò che erano i concertoni del 1 Maggio qualche anno fa…  Una fotografia dell’omologazione e della regressione anche culturale del sindacato e della sinistra all’aria che tira… E non è una buona aria…

Viene da pensare che se una delle bande presenti alla manifestazione di Chiusi avesse intonato, oltre l’Inno dei Lavoratori, l’Inno nazionale e Bella Ciao, anche Bandiera Rossa o l’Internazionale come è successo a Portella della Ginestra (dove il 1 maggio del ’47 il bandito Giuliano mandato dai padroni fece una strage di contadini in festa) sarebbe successo un putiferio.

Poi che il sindacato – e in particolare la Cgil – resti un presidio di democrazia e di difesa della Costituzione e dei valori che ne costituiscono la base, è vero, ma è innegabile che anche il sindacato e la stessa Cgil abbiano perso gran parte della spinta propulsiva che avevano fino a 20 anni fa e che adesso i lavoratori, quelli che sono al pezzo e non in pensione, li rappresentano fino ad un certo punto, i precari e non tutelati, ancora meno… Ed è per questo che anche il Primo Maggio, al di là della pioggia fastidiosa che invita a stare in casa, è ogni anno più grigio e più moscio.

m.l.

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