NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI. E NEMMENO I PRIMI MAGGIO (E I SINDACATI) DI UNA VOLTA
CHIUSI – Non ci sono più le mezze stagioni. E non ci sono più neanche i primi maggo di una volta, né i sindacati di una volta. Sono bastate 4 gocce di pioggia (più minaccia che pioggia vera) per ridimensionare la manifestazione di zona del 1 maggio, mercoledì scorso a Chiusi Scalo. Niente corteo dei trattori, comizio improvvisato sotto alla pensilina della stazione e non in piazza Garibaldi come previsto. Eppure un tempo le manifestazioni e i corte si facevano anche sotto la pioggia. Piazza della Loggia a Brescia, quel maledetto 28 maggio del ’74, quando la bomba fascista fece 8 morti era piena di ombrelli… Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno avuto paura di 4 gocce. Anzi la Cgil, perché Cisl e Uil nessuno le ha viste. Nemmeno una bandiera. Nemmeno un fazzoletto… Gli anni passati c’erano. Mercoledì no. Neanche l’odore. Come mai?
Il Comizio di Alice D’Ercole, segretaria provinciale della Cgil di Siena, da non molto, non è stato male. Già il fatto che a parlare fosse una donna segnalava una bella novità, ma anche il testo, seppur declamato un po’ frettolosamente ci è sembrato piuttosto robusto. Non solo appassionato, anche pieno di puntualizzazioni forti. Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulle morti bianche, vera e propria emergenza nazionale (tant’è che nelle ultime 24 ore ce ne sono state altre tre); sul salario minimo; sulla autonomia differenziata delle regioni che il sindacato giustamente avversa perchè farà regioni di serie A e regioni di serie B e C; sulla parità uomo-donna nella società e nel lavoro; sul precariato che sta dicventando la norma e non una eccezione… Ma anche sulla guerra, sul “genocidio” in atto a Gaza (Alice D’Ercole ha usato il termine genocidio, non si è vergognata a farlo) e sull’invio di armi all’Ucraina, che ormai serve a poco, anzi a niente se non fare ancora più morti… Ha chiesto iniziative concrete per il cessate il fuoco e per negoziati. Parole forti, da sindacato attento alle questioni del mondo, da sindacato di sinistra… Perché la sinistra politica e sindacale non può smarrire i valori fondativi: il pacifismo, l’uguaglianza sociale, la giustizia e l’equità…
Alla fine, quando il cielo si è leggermente aperto un mini corteo, con in testa le bande di Chiusi, Cetona, San Casciano e Sarteano, e dietro i sindaci con la fascia tricolore c’è stato, da Piazza della stazione a Piazza Garibaldi… Dove la manifestazione si è conclusa un po’ in anticipo sui tempi prefissati. Non c’era molta gente. Colpa del tempo incerto, anche. Ma non solo. Non si poteva non notare come i partecipanti fossero in sostanza solo pensionati. Brutto segno. Dei lavoratori, cioè delle generazioni “in età lavorativa” (diciamo dai 20 ai 60 anni) solo sparute presenze. Assenza pressoché totale, come se quelle generazioni sentissero estraenei i sindacati e anche il Primo Maggio. Segno dei tempi? certamente sì. Ma non un buon segno.
In piazza Garibaldi la Cgil aveva allestito una mostra fotografica, bella, con immagini dei Primi maggio del passato, dagli anni ’50, diciamo, e di assemblee, cortei, fabbriche occupate. Un bel tuffo nella storia recente del paese e di questo territorio: la Bianchi occupata, con gli striscioni sui cancelli, le operaie della Boston, gli scioperi alle fornaci di Bettolle e Sinalunga, i cortei in Piazza del Campo a Siena…
Significativa una foto di una manifestazione del 2003 in cui dei giovani reggono uno striscione con scritto “Salam, Pace, Shalom”… chiaro riferimento alla questione israelo-palestinese. Ma anche quella mostra ha in qualche modo certificato lo scollamento avvenuto negli ultimi 20 anni… Tra e foto esposte, qualla cronologicamente più recente ritraeva una manifestazione del 2008…
Come a dire che da 15 anni a questa parte, niente è più successo di rilevante… E chi, dato il pomeriggio e la serata piovosi, si è soffermato a guardare in Tv il concertone di Roma al Circo Massimo, avrà notato che al di là di qualche “monologo” su Gaza, sulle guerre, sulle morti sul lavoro, sulla violenza sulle donne e qalche battuta poco elegante su Giorgia Meloni, in generale si è trattato di una sorta di Sanremo bis… stessi cantanti, stessi monologhi, stessi luoghi comuni, stessa atmosfera, unica differenza che all’Ariston non ci piove. Per il resto una fotocopia piuttosto imbarazzante, pensando a ciò che erano i concertoni del 1 Maggio qualche anno fa… Una fotografia dell’omologazione e della regressione anche culturale del sindacato e della sinistra all’aria che tira… E non è una buona aria…
Viene da pensare che se una delle bande presenti alla manifestazione di Chiusi avesse intonato, oltre l’Inno dei Lavoratori, l’Inno nazionale e Bella Ciao, anche Bandiera Rossa o l’Internazionale come è successo a Portella della Ginestra (dove il 1 maggio del ’47 il bandito Giuliano mandato dai padroni fece una strage di contadini in festa) sarebbe successo un putiferio.
Poi che il sindacato – e in particolare la Cgil – resti un presidio di democrazia e di difesa della Costituzione e dei valori che ne costituiscono la base, è vero, ma è innegabile che anche il sindacato e la stessa Cgil abbiano perso gran parte della spinta propulsiva che avevano fino a 20 anni fa e che adesso i lavoratori, quelli che sono al pezzo e non in pensione, li rappresentano fino ad un certo punto, i precari e non tutelati, ancora meno… Ed è per questo che anche il Primo Maggio, al di là della pioggia fastidiosa che invita a stare in casa, è ogni anno più grigio e più moscio.
m.l.
Tutto vero, verissimo e….allora resta solo una cosa da fare da parte delle giovani generazioni, e cioè prendere atto di ciò che hai detto e capire che l’adesione a questa sinistra che ha portato il paese ed i valori della stessa sinistra fino a questi punti e che voglia dire che quando si parla di etica e di valori del capitalismo-dove tutti siamo immersi sia chiaro-sono la via principale per essere ancora più subalterni all’idea dell’economia che oggi fà concentrare la ricchezza sempre in minor mano ma mano più consistenti.Certamente il governo di destra stà facilitando tutto questo anche e soprattutto a livello di richiesta istituzionale di tentare riuscendoci di minare le basi che sono costate lotte, sangue e lutti, miseria ed indietreggiamenti individuali e sociali questo è palese,e allora personalmente spesso vivo tutta questa ”aria”- quando scrivo i miei discorsi interminabili e prolissi sul tuo giornale-da parte anche di persone conoscenti che la parola capitalismo la snobbano, pensando che sia un concentrato di concetti di vecchiume e che non si possa giudicare la realtà come quasi sempre è stato detto-anche da te Marco-io mi sento di accettare la critica ma dopo ciò che hai detto in questo post ne vedo la conferma di ciò che ho sempre sostenuto.E di fronte c’è un partito che dice di ispirarsi ai concetti della sinistra ma favorisce con i suoi uomini e le sue pedine l’affermarsi di tutto quello che giustamente hai criticato. Che la destra lo voglia non c’è problema a capirlo ma il problema a capirlo è quello da parte degli elettori del PD che dovrebbero rimboccarsi le maniche ed organizzarsi all’interno del loro partito e sbugiardare con i dati di fatto quelle zecche che Togliatti aveva descrtto che si potevano anche normalmente annidare nella criniera di un cavallo di razza.Il cavallo di razza oggi non c’è più e non ne nascerano più, perchè un cavallo di razza non farnetica, ma sà riconoscere chi possa parlare di verità oggettiva e con i dati di fatto che anche tu Marco hai detto.Ed allora l’aver scalato un partito da parte del centro che storicamente ha sempre lavorato per affermare l’egemonia non dei ceti meno abbienti ma di quelli abbienti,possessori di industrie, piccoli proprietari che agiscono molto spesso ragionando con lo stesso alfabeto dei grandi proprietari perchè credono di autoproteggersi e spaccando consapevolmente la sinistra ed i suoi concetti,allora occorrerebbe che tutta questa gente alzi la testa all’interno della sinistra e faccia valere certi concetti, non avendo paura che sarà certamente criticata perchè diranno che questi sono concetti pieni di vecchiume, mentre loro il vecchiume di quello che hanno prodotto i loro dirigenti oleando ed untando le ruote della divisione e nello stesso tempo del capitalismo corruttore,quello secondo loro non è vecchiume. E allora sai che ti dico? Che al peggio non c’è mai fondo e quando si troveranno a non dover più dar da mangiare ai loro figli-perchè la via è quella e non è molto lontana- avranno di che ragionare sui loro errori culturali,non solo ispirati e fatti proliferare dalla destra ma anche da quegli ambienti che in casa nostra (anche nel nostro piccolo paese)hanno deciso i nomi di chi mettere in lista per le maggioranze che hanno da decenni ormai rispecchiato quel detto che le scuole economiche di quel ” laissez faire, laissez passer, le monde va de lui meme” per i quali concetti validi anche oggi e sponsorizzati dalla società in cui viviamo ed essendoci ripetuti ogni giorno ad ogni ora del giorno e della notte dal complesso mediatico si possa pensare che ” l’azione del singolo alla ricerca del proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperità economica della società”.Questo è il principio che non tollera critiche di sorta e che ci hanno inculcato, falso e che serve a validare lo schiavismo economico e culturale che fa funzionare la nostra società.E allora se a questo non si ribella chi in primis ne venga schiacciato vuol dire che hanno vinto quelle strutture e forme di osservanza culturale al mondo che ci circonda e che a parole pensiamo che possa cambiare.Ma ne siamo smentiti su questo dalla storia perchè i pochi cambiamenti veri che da almeno tre secoli nell’era moderna sono successi si chiamano RIVOLUZIONI (quella americana, quella francese, quella russa).Quelle hanno cambiato il mondo caro Marco e quelle secondo me devono essere osannate e percorse non quella del Rock tanto per ricadere e trescare sul bagnato, perchè quest’ultima intesa come strumento culturale esula e porta i cervelli in zone franche dove fa scaricare le tensioni affinchè non costituiscano pericolo per il sistema dominante che ti fà apparire invece il contrario di quello che i più oggi vanno ripetendo pensando di marciare uniti contro il sistema che li opprime.Ed a questo concorrono tutti, anche coloro che dovrebbero essere le punte culturali trainanti di un sistema che richieda il cambiamento ed invece grazie a tale sistema che essendo anch’esso divisivo usa le armi che gli dovrebbero essere rivolte contro, le usa per abbattere ogni resistenza.Non aver paura che lo spazio,soprattutto quello culturale o pseudo-culturale, il sistema te lo darà sempre per certe forme perchè ormai è storia.Solo che a non averlo capito sono semprepiù coloro che lo subiscono.Ma è sempre stato così fino a quando i vinti non ne prenderanno coscenza e passeranno dalla parte della rivoluzione che non è quella di scendere in piazza con i forconi ma di abbracciare certi concetti e creare percorsi istituzionali per i quali gli stessi vengano difesi contro ogni volontà di annullarli,mentre vanno consolidati ed applicati.Per far questo occorre la cultura politica necessaria che oggi manca in maniera disastrosa a questa che tutti i media chiamano col nome di ” sinistra” e che nemmeno i suoi aderenti sanno cosa sia, e basta vederli in tv ed anche quelli di casa nostra come dondolano il capo quando sentono che ” l’aria” possa essere loro contraria.