E’ MORTO VITTORIO MEONI, SCAMPO’ ALL’ECCIDIO DI MONTEMAGGIO

giovedì 17th, agosto 2017 / 16:08
E’ MORTO VITTORIO MEONI, SCAMPO’ ALL’ECCIDIO DI MONTEMAGGIO
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SIENA –  Ieri, 16 agosto, è morto Vittorio Meoni, partigiano combattente, dirigente comunista e presidente onorario dell’Anpi di Siena “Ha contribuito come pochi a ricostruire la democrazia ferita dalla dittatura fascista e dalla guerra in terra di Siena. Un punto di riferimento per intere generazioni, lucido combattente fino all’ultimo momento della sua vita. Per me era molto di più, un familiare a cui ero legato da profondi sentimenti di affetto ed ammirazione”.  Così lo ricorda il sindaco di Siena Bruno Valentini, che di Meoni era nipote. Messaggi di cordoglio sono stati espressi da molti sindaci, da dirigenti politici, dalle sezioni Anpi e dai consiglieri regionali Bezzini e Scaramelli. Quest’ultimo  in un post sul suo profilo facebook ha scritto: “Ciao Vittorio!#compagno e simbolo vivente della dimensione più vera e autentica dei #partigiani senesi” (vorremmo chiedere a Scaramelli: c’è anche una dimensione meno vera e meno autentica dei partigiani senesi? e quale sarebbe? ma non è questo il momento di fare polemiche…).

Per tutta la giornata di oggi, 17 agosto, sarà possibile rendere omaggio alla salma nella camera ardente allestita presso le Stanze della Memoria in via Malavolti e ad una cerimoinia voluta dalla famigli a La Lizza.  Il Comune di Chiusi ha annunciato la presenza dell’assessore alla memoria Sara Marchini, con fascia tricolore, in rappresentanza della città. E così molti altri comuni della provincia.  I funerali si svolgeranno doimani a Colle Val d’Elsa.

Vittorio Meoni era nato nel 1922, aveva 95 anni. Nel ’43 si unì ai partigiani della brigata “Spartaco Lavagnini” in Valdelsa, dopo esser stato due volte incarcerato per attività antifascista, da studente di Scienze Politiche a Firenze. Il 28 marzo del ’44 in seguito ad una soffiata il gruppo partigiano di cui faceva parte fu intercettato dai fascisti. Ci fu uno scontro a fuoco. I partigiani furono costretti ad arrendersi. Caricati su un camion furono portati a Badia a Isola nel comune di Monteriggioni, dove poi furono fatti scendere, costretti a togliersi le scarpe e fucilati sul posto. Tutti, meno uno, Vittorio Meoni, che nella concitazione del momento, mentre un compagno con una mano abbassò l’arma al fascista che stava prendendo la mira, riuscì a fuggire, dileguandosi in un boschetto. Il colpo l’aveva solo ferito ad un fianco. Ce la fece comunque a scappare.

Gli altri 19, compreso il compagno che aveva colpito il fascista, morirono tutti sotto il fuoco delle camicie nere inviate dal prefetto Chiurco. La strage avvenne in località Montemaggio. I fascisti credettero di aver assestato un colpo mortale alla resistenza armata nel senese, ma non fu così. Solo 10 giorni dopo, il 6 aprile, a Monticchiello subirono una cocente sconfitta. Andarono per “curare” e tornarono curati…

L’eccidio di Montemaggio, il più grave avvenuto in provincia di Siena, a differenza delle stragi naziste di Civitella Valdichiana, Sant’anna di Stazzema, o Marzabotto, fu compiuto non dalla SS, ma dai fascisti senesi, alcuni dei quali, probabilmente conoscevano gli stessi partigiani trucidati. Il nascondiglio in cui avevao trovato rifugio fu infatti scoperto dai repubblichini sulla base di una spiata.

L’episodio è raccontato nel volume dello stesso Meoni “Memorie su Montemaggio” e nel fumetto “Montemaggio una storia partigiana” disegnato da Sergio Staino e pubblicato nel 2003 in allegato a L’Unità, all’epoca diretto da Furio Colombo e Antonio Padellaro. Fumetto in cui il protagonista è appunto Vittorio Meoni, unico superstite dell’eccidio.

Vittorio è stato sempre uno spirito libero, una coscienza critica, senza alterigia o tracotanza, ma e rigorosamente coerente con le proprie idee, non solo nella resistenza ma anche nel suo lungo impegno politico nel P.C.I. e nei molti ed importanti incarichi pubblici svolti sempre con grande competenza, dedizione, moralità e autonomia. Impegno che non venne meno neppure quando V nei primi anni ’70, decise di dedicarsi all’insegnamento nelle scuole medie e concentrò il suo impegno nella Direzione dell’ANPI senese di cui era ormai da tempo presidente. Era un intellettuale Vittorio Meoni e è stato una figura importante e di riferimento per tutta la sinistra senese. Molto bella la sua autobiografia “La libertà è come l’aria” così come l’ultimo suo aforzo letterario: il libro “Alla macchia sempre”, dialogo sulla sua vita tra fascismo e democrazia.

Con Meoni se ne va uno degli ultimi partigiani combattenti, testimoni diretti di quell’esperienza straodinaria che fu la resistenza, esperienza che anche nelle nostre terre forgiò decine e decine di futuri dirigenti politici, amministratori pubblici, docenti. E’ stato, come dicevamo anche un comunista Vittorio Meoni, mai dogmatico, mai allineato e coperto a prescindere.

Ci uniamo anche noi al cordoglio degli amici, dei familiari, dei compagni che con lui hanno condiviso tante battaglie e lo ricordiamo come un esempio di impegno civile e democratico e di coerenza. Ciao compagno Vittorio. Buon vento!

m.l.

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