E’ MORTO VITTORIO MEONI, SCAMPO’ ALL’ECCIDIO DI MONTEMAGGIO
SIENA – Ieri, 16 agosto, è morto Vittorio Meoni, partigiano combattente, dirigente comunista e presidente onorario dell’Anpi di Siena. “Ha contribuito come pochi a ricostruire la democrazia ferita dalla dittatura fascista e dalla guerra in terra di Siena. Un punto di riferimento per intere generazioni, lucido combattente fino all’ultimo momento della sua vita. Per me era molto di più, un familiare a cui ero legato da profondi sentimenti di affetto ed ammirazione”. Così lo ricorda il sindaco di Siena Bruno Valentini, che di Meoni era nipote. Messaggi di cordoglio sono stati espressi da molti sindaci, da dirigenti politici, dalle sezioni Anpi e dai consiglieri regionali Bezzini e Scaramelli. Quest’ultimo in un post sul suo profilo facebook ha scritto: “Ciao Vittorio!#compagno e simbolo vivente della dimensione più vera e autentica dei #partigiani senesi” (vorremmo chiedere a Scaramelli: c’è anche una dimensione meno vera e meno autentica dei partigiani senesi? e quale sarebbe? ma non è questo il momento di fare polemiche…).
Per tutta la giornata di oggi, 17 agosto, sarà possibile rendere omaggio alla salma nella camera ardente allestita presso le Stanze della Memoria in via Malavolti e ad una cerimoinia voluta dalla famigli a La Lizza. Il Comune di Chiusi ha annunciato la presenza dell’assessore alla memoria Sara Marchini, con fascia tricolore, in rappresentanza della città. E così molti altri comuni della provincia. I funerali si svolgeranno doimani a Colle Val d’Elsa.
Vittorio Meoni era nato nel 1922, aveva 95 anni. Nel ’43 si unì ai partigiani della brigata “Spartaco Lavagnini” in Valdelsa, dopo esser stato due volte incarcerato per attività antifascista, da studente di Scienze Politiche a Firenze. Il 28 marzo del ’44 in seguito ad una soffiata il gruppo partigiano di cui faceva parte fu intercettato dai fascisti. Ci fu uno scontro a fuoco. I partigiani furono costretti ad arrendersi. Caricati su un camion furono portati a Badia a Isola nel comune di Monteriggioni, dove poi furono fatti scendere, costretti a togliersi le scarpe e fucilati sul posto. Tutti, meno uno, Vittorio Meoni, che nella concitazione del momento, mentre un compagno con una mano abbassò l’arma al fascista che stava prendendo la mira, riuscì a fuggire, dileguandosi in un boschetto. Il colpo l’aveva solo ferito ad un fianco. Ce la fece comunque a scappare.
Gli altri 19, compreso il compagno che aveva colpito il fascista, morirono tutti sotto il fuoco delle camicie nere inviate dal prefetto Chiurco. La strage avvenne in località Montemaggio. I fascisti credettero di aver assestato un colpo mortale alla resistenza armata nel senese, ma non fu così. Solo 10 giorni dopo, il 6 aprile, a Monticchiello subirono una cocente sconfitta. Andarono per “curare” e tornarono curati…
L’eccidio di Montemaggio, il più grave avvenuto in provincia di Siena, a differenza delle stragi naziste di Civitella Valdichiana, Sant’anna di Stazzema, o Marzabotto, fu compiuto non dalla SS, ma dai fascisti senesi, alcuni dei quali, probabilmente conoscevano gli stessi partigiani trucidati. Il nascondiglio in cui avevao trovato rifugio fu infatti scoperto dai repubblichini sulla base di una spiata.
L’episodio è raccontato nel volume dello stesso Meoni “Memorie su Montemaggio” e nel fumetto “Montemaggio una storia partigiana” disegnato da Sergio Staino e pubblicato nel 2003 in allegato a L’Unità, all’epoca diretto da Furio Colombo e Antonio Padellaro. Fumetto in cui il protagonista è appunto Vittorio Meoni, unico superstite dell’eccidio.
Vittorio è stato sempre uno spirito libero, una coscienza critica, senza alterigia o tracotanza, ma e rigorosamente coerente con le proprie idee, non solo nella resistenza ma anche nel suo lungo impegno politico nel P.C.I. e nei molti ed importanti incarichi pubblici svolti sempre con grande competenza, dedizione, moralità e autonomia. Impegno che non venne meno neppure quando V nei primi anni ’70, decise di dedicarsi all’insegnamento nelle scuole medie e concentrò il suo impegno nella Direzione dell’ANPI senese di cui era ormai da tempo presidente. Era un intellettuale Vittorio Meoni e è stato una figura importante e di riferimento per tutta la sinistra senese. Molto bella la sua autobiografia “La libertà è come l’aria” così come l’ultimo suo aforzo letterario: il libro “Alla macchia sempre”, dialogo sulla sua vita tra fascismo e democrazia.
Con Meoni se ne va uno degli ultimi partigiani combattenti, testimoni diretti di quell’esperienza straodinaria che fu la resistenza, esperienza che anche nelle nostre terre forgiò decine e decine di futuri dirigenti politici, amministratori pubblici, docenti. E’ stato, come dicevamo anche un comunista Vittorio Meoni, mai dogmatico, mai allineato e coperto a prescindere.
Ci uniamo anche noi al cordoglio degli amici, dei familiari, dei compagni che con lui hanno condiviso tante battaglie e lo ricordiamo come un esempio di impegno civile e democratico e di coerenza. Ciao compagno Vittorio. Buon vento!
m.l.
Mi rincresce moltissimo aver letto la notizia della scomparsa di Vittorio Meoni, un personaggio del quale ho ricordato una citazione tratta da ”Introduzione ad una vittoria partigiana” e che fa oggi parte di una mia personale postfazione nel libro di Janet Kinrade Dethick ”La battaglia Dimenticata”(Uguccione Ranieri di Sorbello Fundation 2004) che si avvale dell’introduzione di Roger Absalom ,anche lui recentemente scomparso.Ecco quello che ho riportato a pag.285 e 286 su quanto è stato il dopoguerra non solo nel nostro territorio ma anche e soprattutto in tutta italia e mi preme riportarlo, poichè in diretta connessione con i valori etici di Vittorio Meoni ”….altro fu invece l’immediato dopoguerra, dove si produsse quella tendenza allo snaturamento di ciò che erano stati i motivi politici,culturali, etici della Resistenza.Forze potenti, silenziose, ma ben dirette,che fruivano di personaggi inseriti nei gangli vitali dell’ordinamento giuridico, economico,che riuscirono ad inserire rimestatori persino nelle commissioni per il riconoscimento delle brigate partigiane, riuscendo a snaturarne il valore e l’appartenenza. Era il vecchio stato liberale dal cui crollo era sorto il fascismo,che riprendeva forza,giovandosi di un trasformismo spesso celato a dovere, che nascondeva agli occhi dei più sprovveduti di tutti gli schieramenti il suo carattere votato alla ”supremazia di classe”.Avrebbe incondizionalmente goduto dell’appoggio di quella stessa chiesa che qualche decennio prima avrebbe voluto distruggere,poichè un nuovo nemico si era manifestato all’orizzonte ed adesso occorreva unire le forze per arginare e battere quel regime che era il vincitore ad Est.Voglio appunto concludere con la citazione a cui prima ho fatto riferimento-anche se in genere le citazioni non le ami- proprio di Vittorio Meoni che mette in evidenza il valore della sua conoscenza etica e storica dei fenomeni del suo ” vissuto”,che secondo me è la piu concisa ed esplicativa di tutte e che fa riferimento a quanto successe con la fine della guerra e di come si sia riformata l’intelaiatura che aveva dato origine al fascismo e non solo, è l’Italia di oggi è una continua e diretta derivazione di tutto questo :” …..Una classe dirigente Europea,formata dagli esponenti dell’alta finanza,dalla grande industria,dall’aristocrazia agraria e dalle logge massoniche internazionali, la quale ha servito con disgusto il fascismo ed il nazismo,nell’imminenza della disfatta,ormai convinta che sia inevitabile,cerca le vie della salvezza,scaricandosi di responsabilità ed errori, e con atti gratuti di solidarietà e tolleranza.Non a favore, s’intende, di operai, contadini o piccoli borghesi sprovveduti, ma a favore di coloro che domani potranno contare, e con i quali domani sarà possibile ritessere,sotto qualunque governo ed in nome di qualunque bandiera,le tele di una supremazia,appunto ” di classe”.(VITTORIO MEONI).E così è stato, con tutte le più diverse sfumature,con tutte le più diverse peculiarità,sotto l’egida delle innegabili libertà individuali-represse anche nel sangue quando ”scantonavano”,ma così innegablmente è stato.( carlo sacco) Ed allora quelle parole di Scaramelli che tu Marco hai riportato, sotto questa luce e vedendo il partito che oggi lo sostiene e come ha contribuito ad abbattere e disntegrare nel tempo la forza ideale dei nostri ” Resistenti”, diventano parole vuote, prive di significato, ed emesse solo per ”apparire e non essere”, ed autocospargersi di una dignità che non hanno, sia nei confronti delle libertà, sia nei confronti degli sforzi che quella lotta ha richiesto.Basterebbe l’etica che ha animato Vittorio Meoni a smentirle.Il tuo non ”facciamo polemiche” non lo condivido perchè queste non sono polemiche-possono sembrarlo agli occhi degli sprovveduti e che non ragionano con l’etica della politica e dei bisogni veri della gente,che emettono fumo per coprire ogni loro passo, ma secondo il mio pensiero i primi detrattori valoriali di tutto questo processo- storicamente da 20 anni a questa parte- sono stati questi di cui si parla e che si cospargono di alloro nelle celebrazioni. Quelli che hanno scalato i resti del PCI dall’esterno grazie all’ignavia politica e culturale dei suoi dirigenti,di cui i nomi si sanno- compartecipi dell’azione continua dell’etica della nuova democrazia cristiana,che pesca nel torbido dell’ignoranza e del qualunquismo di che li vota..Ed oggi governano nel nome di una sinistra che infligge all’Italia più danni di quella destra che avevano per anni criticato e combattuto,mentre si ricoprono di fatti come quello della ripartita economica dell’Italia grazie ai loro governi.Bugiardi seriali.Non è cambiato nulla in italia da quel lontano 1948, governano sempre gli stessi grazie al trasformismo ignorato dal popolo che li vota, perchè il popolo culturalmente è sempre lo stesso.Questo è il retaggio culturale inevitabile che tocca a chi si dimentica della storia.E sono parecchi in quel partito, anzi oggi quasi tutti,sia da centro destra che da sedicente sinistra. Scusa lo sfogo,ma è proprio questo che non mi dà pace.
……P:S:….e non mi dà pace anche perchè uomini come Vittorio Meoni o le centinaia di migliaia di altri come Solismo Sacco e tanti,tantissimi altri anche prima di loro,anche militando in partiti diversi, hanno sacrificato la loro vita per un ideale,che oggi questo ”nulla culturale” che anima chi la politica dirige,ha contribuito direttamente od indirettamente a disintegrare per uno scopo preciso,che era quello che identificava Meoni:la supremazia di classe. eterna ed inviolabile.Poi vengono a lanciare i loro discorsi, quelli che a Firenze dicono in gergo siano rivolti a coloro che sono usciti dal ” ribaltamento del camion del grullaio”….ma l’italia sostanzialmente è questa,grazie alla loro azione,conscia od inconscia che sia.
Io credo che Scaramelli abbia voluto come si suol dire “marcare il territorio” con una rapida nota, facendo notare che lui sta ancora con Renzi e con la Boschi la quale in piena campagna referendaria sulla riforma costituzionale (persa) polemizzò con l’Anpi facendo distinzioni tra i “partigiani veri” e quanti oggi, anche dietro le bandiere dell’Anpi sostengono la difesa della Costituzione e l’anfifascismo come valore assoluto e non derogabile… Una distizione che ormai fanno in pochi e che anche gli attuali rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Chiusi, successori di Scaramelli, non hanno mai sposato… E’ rimasto indietro anche rispetto ai suoi, il giovane Scara…
Anche qui permettimi di dissentire, relativamente, ma di dissentire, in quanto credo a giudicare da quanto mi faccia vedere il passato e giudicando quanto si abbia dagli atti osservati e criticati sotto lente d’ingrandimento,che Scaramelli come tantissimi altri a cui è comune il matrimonio renziano celebrato in mezzo e per conto dell’aria di sagrestia,si sia comportato strumentalmente rispetto all’etica valoriale della Resistenza.Per quale motivo? Il motivo è il seguente e credo di non potermi sbagliare più di tanto: che tale generazione sia per costituzione e relativa appartenenza politica, faccia parte di una fascia che ha fiutato benissimo che ci si possa servire di meccanismi all’oupo evocati per far apparire una appartenenza che ormai non esiste ma che può sempre tornare utile (vedi il minuscolo caso di Meoni per esempio, che è minuscolo perchè riguarda cose del passato, ormai lontane, cose alle quali anche i più giovani sostanzialmente avvisano come lontane e talvolta anche ostiche perchè la politica nel tempo grazie ad interessate posizioni,anche quest’ultime tutte politiche chiaramente, abbia tramite i media svalutato tali avvenimenti e li abbia relegati a cose d’altri tempi).Ci sono state intere campagne di denigrazione da parte dei media, in cui si è evocato di tutto di più per sotterrare la resistenza, anzi -come rilevavi tu stesso Marco- anche all’interno delle feste dell’Unità la presenza dell’ANPI è stata sopportata e non incoraggiata.Il suo no alla riforma costituzionale voluta dai renziani e sonoramente battuta, è stata lì per lì un trauma,mentre oggi, nessuno ne parla più- e questo grazie a chi ha la proprietà dei media-che volutamente se ne dimentica, ed il peso di tale no chiaramente non esiste quasi più, anche se all’indomani dei risultati, tutti quanti tirati con i capelli sopra la realtà si affannavano col dire che non era vero il fatto che in Italia non sia successo qualcosa…Oggi per loro non è successo nulla, tant’è che non ne parla più nessuno del Referendum, anche se il pericolo per loro è sempre latente.Quindi-come si suol dire- siamo in presenza di una pantomima che ai loro occhi serve a gettare il fumo a scopo di consenso elettorale. Ed in tale fila si raggruppano Renziani ede altri votanti Pd, SEL, PSI, Centro Destra, e rami che vanno da Casini ad Alfano passando per Lupi,ma anche per una rosa di partiti e partitini che stando vicino al fuoco del caminetto perennemente acceso e distrubuente prebende, hanno sempre creduto di sentire più caldo.Quindi il teatro serve ed anche lì serve alla fin fine per lo scopo che annoverava Meoni e che oggi celebrano nella sua persona inondandola di alloro,gli aspetti etici della sua vita che ieri contribuivano a reprimere e calpestare.Qualcuno si ricorda forse le campagne elettorali del 1948 dove la SPES (Ufficio Propaganda della Dc e del Vaticano) affiggeva i manifesti dove si diceva: ” elettore avvisato mezzo salvato.Vota anticomunista, in Russia i figli non sono i tuoi, in Russia i figli sono dello stato”. Ecco sono cambiate tante cose oggi, non davvero grazie a coloro che affiggevano tali manifesti,ma solo ed esclusivamente alle lotte degli operai e dei contadini e delle classi subalterne e di coloro che stavano dietro ad esse,che con grandi sacrifici e prove anche di pressione hanno garantito a loro stessi ed ai propri figli oggi anziani 70 enni un avvenire di dignità.Oggi nel rispondere alla domanda : cosa di SOSTANZIALE sia cambiato fra ieri ed adesso cosa potreste rispondere che il mondo negli ultimi 25-30 anni sia cambiato in meglio? Chi ha conservato il vero potere politico e d’intervento nelle grandi questioni interne ed internazionali? La sinistra forse? O non si sia invece affermato e consolidato il principio che sia il centro l’ago della bilancia di ogni questione e che agisce nei meccanismi che riproducano la ricchezza senza intaccare il privilegio? Ed allora, questi che blaterano distribuendo ed assegnando meriti a parole,dando corone di alloro alle persone che hanno dato la vita per un ideale,non sembra che lo facciano per far perdurare in maniera consapevole tale stato di cose?
A coloro che sono realmente i depositari di un pensiero di sinistra dentro le loro coscienze ed anche- perchè nò, anche un pensiero autentico cristiano- io dico una sola cosa: siete stati fottuti da prestigiatori anche di scarsa qualità. E per forza, perchè per appartenere a certe parti politiche, occorre essere solo di scarsa qualità ed avere una visione del mondo tale da lasciare l’iniziativa ad altri, che sono da sempre dierto le vostre quinte e dei quali voi non vi siete accorti,grazie a quel poco di benessere che vi ha fatto dimenticare che la lotta non doveva mai essere abbandonata.Il nemico subdolo che avevate di fronte è stato ed è ancora oggi più forte, è sempre quello che non ha mai tollerato la laicità dello Stato e della Costituzione. Questi, se avessero potuto,dove l’ignoranza e la separatezza delle classi e della gente glielo avesse permesso ,avrebbero fondato stati di natura confessionale.Come è stato in certe parti del mondo e lo è ancora oggi.Non dimentichiamoci che dentro i confini d’italia esiste uno Stato con il quale volendo o nolendo tutti i regimi da 2000 anni sono dovuti venire ai patti, retto da una monarchia assoluta che non si discute, e da una oligarchia estesa e consapevole che per reggere si affida a consolidare quanto di più recondito e debole sia dentro la costituzione umana : il pensiero e la speranza della sopravvivenza all’eternità.E’ quanto – a mio modo di vedere e di sentire- uno dei meccanismi più alti di ricatto alla limitatezza umana, fondato sulla base di un naturale egoismo umano e quasi mai sulla ragione.E’ da tali principi che viene indicata la strada da percorrere.Ti dicono che ti venga lasciata la libertà di decidere, ma ti fanno vedere LORO quello che sia giusto o sbagliato già appena dopo che sei stato partorito.A te la scelta quindi e se nei secoli avevi scelto di andargli contro te ne potevi pentire amaramente. Oggi non per fortuna o per caso o per loro benevolenza, ma perchè nella storia degli ultimi secoli c’è stata gente che ha sfatato tale meccanismo ogni giorno di più e che ha lottato creando altri mondi, più umani, più a misura d’uomo.Ma tale processo lo si deve a quest’ultimi come Meoni nel nostro piccolo e come centinaia e migliaia di altri, milioni, non certo agli strumenti del potere come coloro che concedono allori e che dietro fanno parte di fasce etiche e culturali ed anche politiche che certi processi nella realtà li hanno sempre cercati di arrestare con le decisioni dei loro governi eletti con la democrazia della menzogna.Le distinzioni vanno fatte, sennò si perde il lume della ragione.Si fa un miscuglio di tutto dal quale esce alla fine una sola cosa : la vittoria dell’ignoranza.Ed oggi sempre più la nostra Italia si dibatte in questa situazione: ”divide et impera” è il loro motto recondito ma che invece appare che possa essere un motivo di democrazia e di libero pensiero.Ed il loro terrore più grande è quello che la gente non possa essere divisa.Anzi tutto questo sono arrivati a chiamarla come velonasa tendenza al populismo. Beh,potremmo anche liberamente osservare e dire che anche di fronte a tale populismo, gli aspetti negativi sono quelli che derivano dalla loro cultura che ha imperato da secoli, e se gli uomini diventano populisti non lo devono tutto a loro stessi ma all’educazione ed alla sottocultura che ha imperato grazie a loro.Intere masse umane schiacciate fra i loro bisogni e la risoluzione della loro esistenza.Questo tanto per dirlo a tutti coloro che si sono affannati a dire che la lotta di classe non esista più. Tanto per ricordare un esempio a Moiano ai tempi neri della repressione fascista c’era un iscritto al PNF, violento e spia costante dei carabinieri, poverissimo al punto che si ”appizzava di fame” con tutta la sua famiglia,alla quale era garantita la sopravvivenza materiale solo per la sua partecipazione alla funzione di informatore della autorità costituite sui movimenti e le frequentazioni dei sorvegliati. Bene, tale persona andava sempre in giro gridando ”abbasso i poveri”.Questa è stata in gran parte l’Italia, ieri ed anche oggi per fortuna non tutta così, una volta così nella forma, oggi nella forma non più, ma ugualmente ed in gran parte nella sostanza.Ecco contro chi ha combattuto Vittorio Meoni.
Vittorio Meoni, negli ultimi anni aveva aderito a SEL e questo ci aveva resi tutti contenti ed orgogliosi..
Per Michele Logi. Non per essere polemico e con tutto il rispetto e la deferenza per Vittorio Meoni,ma se prendessimo vari personaggi di Sel che sono passati al Pd a livello nazionale ed anche locale per puro mantenimento del loro status e non certo per i motivi ideali di cui si circondavano, forse il povero Meoni sarebbe stato un po’ meno orgoglioso……