COMUNI ED EUROPEE, SABATO E DOMENICA SI VOTA: PARTITE APERTE E POCO ENTUSIASMO. IL TEMA GUERRA E PACE UNO SPARTIACQUE

venerdì 07th, giugno 2024 / 17:29
COMUNI ED EUROPEE, SABATO E DOMENICA SI VOTA: PARTITE APERTE E POCO ENTUSIASMO. IL TEMA GUERRA E PACE UNO SPARTIACQUE
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Domani dalle 15 alle 23,00 e domenica dalle 7 alle 23 si vota. A Chiusi, Sarteano, Trequanda, solo per le Europee, a Montepulciano, Chianciano, Cetona, San Casciano Bagni, Torrita di Siena, Sinalunga, per quanto riguarda la Valdichiana senese e a Castiglione del Lago, Città della Pieve, Panicale, Piegaro, Paciano, Magione per quanto riguarda il Trasimeno anche per le comunali. Tranne forse Cetona e Sinalunga dove il centro sinistra sembra al sicuro, tutti gli altri comuni sono contendibili. Anche i due non a guida Pd, ovvero Chianciano e Città della Pieve, dove le rispettive coalizioni di centro sinistra, oggi all’apposizione, sembrano aver recuperato posizioni e anche un po’ di orgoglio. Vedremo.

Come abbiamo già scritto in altri precedenti articoli, se Pd e alleati possono stavolta riconquistare Chianciano e la città del Perugino o quantomeno se la giocano, possono invece perdere a Panicale e a Montepulciano, in entrambi i casi più per divisioni e lacerazioni interne che per merito degli avversari. A San Casciano la giovane sindaca uscente e ricandidata Agnese Carletti dovrà vedersela con un avversario invisibile e per questo più subdolo: l’astensionismo. E’ sola sulla scheda, non ha competitors. Ma per essere eletta deve votare almeno il 40% degli aventi diritto e prendere almeno il 50% dei voti validi. Con la destra sull’Aventino non sarà facilissimo. A Castiglione del Lago, unico paese sopra i 15 mila abitanti e quindi unico con elezione a doppio turno, per la prima volta potrebbe scapparci il ballottaggio. Per vincere al primo turno Matteo Burico o uno dei suoi competitors dovranno ottenere almeno il 50+1 per cento dei voti validi. Stando ai sondaggi e ai risultati delle elezioni politiche 2022, ultima tornata elettorale in termini di tempo, il gap tra centro destra e centro sinistra è irrisorio poi c’è il terzo incomodo Brancaleoni che può fare da ago della bilancia, ma oggettivamente, può portare via più voti a Burico che alla destra di Filippo Vecchi.

Per quanto riguarda invece il voto europeo, si è assistito ad una campagna elettorale moscia, praticamente nulla. Pochi anche i manifesti affissi negli appositi spazi. L’incognita maggiore è quella dell’astensionismo. Soprattutto nei comuni dove non si voterà per eleggere sindaco e consiglio comunale. Il rischio d una percentuale di votanti inferiore al 50% (forse anche al 40) è molto alto.  In particolare le giovani generazioni sembrano poco interessate e lontane dalla politica, dai partiti, dal dibattito pubblico.

Alle Europee si vota con il sistema proporzionale puro. Sulla scheda, non ci sono coalizioni, ma solo i singoli partiti. L’offerta numericamente è ampia. Dal punto di vista dei contenuti un po’ meno. Comprensibile il disorientamento generale e anche la disaffezione al voto. Quando non si trovano riferimenti precisi e votabili al 100% anche il NON VOTO diventa una opzione praticabile. Non può stupire, con una politica ridotta così, che molti non votino o facciano fatica a trovare un simbolo e dei nomi su cui mettere una croce a cuor leggero e con convinzione.

Fatta questa premessa, una cosa ci sentiamo di dirla a chi comunque andrà a votare: 1) votare è giusto, c’è gente che ha dato la vita per conquistare il diritto al voto, negato da una dittatura, quindi anche se è una opzione possibile, non votare può essere una scelta, ma non una scelta da fare a cuor leggero; 2) con una guerra in corso tra Ucraina e Russia con rischio di allargamento del conflitto e con un’altra guerra pressoché unilaterale nella striscia di Gaza, con Israeele che sta perpetrando un vero e proprio genocidio del popolo palestinese l’unica cosa da fare è votare per partiti e candidati che siano dichiaratamente CONTRO LA GUERRA e per l’immediata apertura di negoziati di pace; 3) a chi voterà per antica appartenenza, per una scelta di campo tra destra e sinistra diciamo di votare almeno per quei candidati che dentro quei partiti hanno assunto posizioni chiare contro la guerra e adesso anche contro l’escalation nell’invio di armi e magari anche truppe, che alla fine faranno solo più morti.

Sono su questa linea per esempio l’Alleanza Sinistra-Verdi e anche la lista Pace Terra e Dignità di Michele Santoro. In entrambi i casi però il problema sta non  nelle cose che dicono, tutte condivisibili, ma nella mancata “unione di forze e di intenti”, nel leaderismo che sconfina spesso e volentieri nel familismo e nella politica da conventicola. Nel caso della lista Santoro anche nell’operazione in sé, ennesima riproposizione delle esperienze fallimentari già sperimentate con Ingroia, Tsipras, Unione Popolare, cioè nella solita listarella di testimonianza che nella migliore delle ipotesi mette un culo al caldo, massimo due. Tutto ciò senza un rogetto politico, senza un’idea di futuro partito strutturato: un nulla condito di belle parole e brave persone.

Nel Pd è certamente votabile l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Solo che è nel Pd, che sulla guerra da due anni e mezzo balbetta. E anche sul resto (quale Europa) sembra avere idee poche, ma confuse. E nel caso della segretaria Elly Schlein, candidata capolista, anche spiegate male. Poi, certo, in giro c’è di peggio.

A destra, negli ultimi giorni sui vemti di guerra e la linea Nato, ha assunto posizioni coraggiose e nette il leader della lega Salvini, ma poi se voti Lega ti ritrovi ad eleggere uno come Vannacci che inneggia addirittura alla Decima Mas… E allora meglio evitare.

Che dopo il voto l’Europa si trovi ancora più a destra è una prospettiva abbastanza probabile e per nulla allettante. Almeno dal nostro punto di vista. Quindi se si decide di andare a votare, meglio votare per chi proverà a fare argine alla deriva post fascista, perché poi di questo si tratta. Non solo Giorgia Meloni, ma anche gente come quelli di Vox in Spagna, della AFD in Germania, come quelli di Marine Le Pen in Francia da quella parte spingono… E questo anche sulle politiche economiche, sulla sanità, sui trasporti, sulle politiche alimentari, sull’immigrazione, sull’ambiente

Certo, l’Europa “liberale” di Ursula Von der Leyen, di Draghi, di Macron non è quella sognata da Altiero Spineli ed Ernesto Rossi, Non è l’Europa dei popoli, ma l’europa dei mercati e dei mercanti, come ai tempi dei Medici… Ora non è più neanche l’Europa terra di pace che è stata dal 1950 al 2022 (con la parentesi balcanica); è un continente sempre più vecchio e sempre più piccolo rispetto al resto del mondo, in preda a venti di guerra e succube, fino alla sudditanza, del grande fratello americano.

Purtroppo all’orizzonte e neanche sulla scheda delle Europee di sabato e domenica è difficile scorgere voci di una sinistra capace di pensiero e di eleborazione di un modello diverso. In passato c’era. Le socialdemocrazie di Olaf Palme, Willy Brandt, Mitterrand, l’utopia della terza via del Partito Comunista Italiano, la cultura moderata ma attenta al welfare dei partiti popolari avevano disegnato una prospettiva che adesso è passata totalmente in mano ai banchieri, all’industria delle armi, alle multimnazionali che controllano produzione e flussi di denaro e pensano ancora di controllare il mondo intero, che invece sta andando da tutt’altra parte. Buon voto a tutti, ma senza illusioni. E senza entusiamo. Purtroppo.

m.l.

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