MISSILI DI HAMAS E ASSEDIO TOTALE ISRAELIANO A GAZA. COSI’ PERCOSSA E ATTONITA LA TERRA AL NUNZIO STA…

martedì 10th, ottobre 2023 / 11:38
MISSILI DI HAMAS E ASSEDIO TOTALE ISRAELIANO A GAZA. COSI’ PERCOSSA E ATTONITA LA TERRA AL NUNZIO STA…
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Qualche mese fa, visto che della guerra in Ucraina non ne parlava più nessuno, anche se lassù si continuava a morire e a produrre macerie, con Alessandro Lanzani, i Dudes e altri tre o quattro amici (Fabrizio, Daniele, Sergio…) decidemmo di portare la guerra in teatro. Prendendola larga, parlando di una guerra del 1500. Ma per molti versi identica a quelle di oggi. Uno spettacolo in cui si parla di un assedio, della notte prima dell’assedio. E che finisce (lo spettacolo) con una considerazione amara: “con le armi di oggi, tutto il mondo è sotto assedio. E ogni notte è la notte prima dell’assedio”. Ogni riferimento all’Ucraina tutt’altro che casuale.

Ma con ciò che sta succedendo a Gaza, in Palestina in questi giorni, quella frase sembra quasi profetica. Ma non ci voleva di essere profeti, né teatranti di prim’ordine per capirlo. Oggi a Gaza, il governo Israeliano parla di “assedio totale” e sta lanciando una controffensiva che può cancellare i palestinesi, per sempre. Controffensiva, perché stavolta sono stat quelli di Hamas, gli estremisti islamici palestinesi a sferrare l’attacco di sorpresa. “La guerra non è più una questione d’onore, caro Ascanio, è anche una questione di sorpresa, di ferocia”… E Davide a volte può essere molto più feroce di Golia. E i civili arruolati e armati per difendere la propria terra possono mostrarsi più feroci dei mercenari di professione…  Anche questo si dice in quello spettacolo. Ed è esattamente ciò che sta succedendo in terra santa. Quelli di Hamas non sono “tutti i palestinesi”, sono un movimento estremista e terrorista che la stessa Israele ha finanziato e armato in funzione anti OLP e ANP negli anni passati. Solo nel 2019, non un secolo fa, il premier Nethanyau teorizzava il sostegno ad Hamas, per dividere i palestinesi. Lo scrivono i giornali “liberal” e progressisti di Israele. L’attacco di due giorni fa da parte di Hamas è un atto di guerra vero e proprio, non un attentato, ma è il prodotto avariato della politica miope e militaresca di Israele e dell’Occidente. Perché se il popolo palestinese, uno dei popoli più giovani del pianeta e più laici, in 30 anni è passato dalle speranze di pace alla disperazione terroristica e al fondamentalismo jihadista, ciò non è avvenuto per caso.

Oggi tutti gridano al sacrosanto diritto di Israele a difendersi, pochi lo hanno fatto per i palestinesi, quando Israele bombardava sistematicamente Gaza e i territori palestinesi, quando ha alzato muri e filo spinato, quando occupava militarmente o con azioni dei coloni villaggi e campi dei palestinesi… quando Israele, con il placet delle “grandi democrazie” ha creato per le popolazioni palestinesi  una condizione di apartheid, senza acqua, senza luce, senza gas, quando Israele ha sistematicamente ignorato e disatteso le risoluzioni dell’ONU sulla convivenza con i palestinesi.

Hamas per anni è stato il braccio armato non dei palestinesi, ma contro le autorità palestinesi che volevano il dialogo e la pace. Il braccio armato dai Paesi già in mano al fondamentalismo islamico.

Rabin, il premier israeliano che strinse la mano ad Arafat, davanti a Bill Clinton, è stato assassinato da un estremista sionista. E anche sulla morte di Arafat, nel 2004, c’è il sospetto che non sia stata del tutto naturale…

In 30 anni l’Occidente democratico non ha fatto niente, se non appoggiare acriticamente ogni mossa di Israele, per impedire la deriva estremista e Jihadista di Hamas, che molti giovani palestinesi, nati e cresciuti sotto le bombe e  nei “campi profughi” simili alle  riserve in cui gli Stati Uniti chiusero gli indiani prima sterminati e cacciati dalle loro terre, ormai vedono come unica alternativa, come unica possibilità di riscatto. Adesso il rischio è la guerra totale a Gaza, nel Medio Oriente. Ma anche in Europa. Perché abbiamo già visto di cosa sono capaci i terroristi di matrice islamica fondamentalista. Abbiamo già sperimentato anche il terrorismo palestinese. A Monaco, a Fiumicino…

L’attacco di questi giorni da parte di Hamas presenta tra l’altro molte analogie con l’attacco alle Torri Gemelle del 2001 e anche – diciamolo – con altri fatti che hanno cambiato il corso della storia e della politica. Vedi il rapimento e poi l’uccisione di Aldo Moro. Il fatto che i servizi segreti israeliani, notoriamente i più efficienti al mondo, si siano fatti sorprendere senza intercettare nemmeno qualche “sentore” dell’azione che Hamas stava per compiere è alquanto strano. Che neanche Usa, Gran Bretagna e Francia abbiano captato qualcosa è altrettanto strano. Chi voleva la guerra e la soluzione finale nei confronti dei palestinesi, adesso ha la motivazione per farlo.  Ma il “buco” dell’Intelligence israeliana forse non è solo un “buco”.

Il sito di informazione Ynet ha infatti rilanciato la notizia che “lo Stato di Israele era stato avvertito dall’intelligence egiziana che Hamas stava preparando qualcosa di grosso, ma ha ignorato gli avvertimenti”.  Le autorità di Israele, secondo la fonte, avrebbero preferito concentrarsi sulla minaccia proveniente dalla Cisgiordania ignorando quella dalla Striscia di Gaza. “Li abbiamo avvertiti che stava per esplodere la situazione e anche molto presto. Hanno sottovalutato queste informazioni”, avrebbe detto un funzionario egiziano. Il quotidiano israeliano Haaretz si è scagliato duramente contro la gestione politica del primo ministro Netanyahu in uno dei suoi editoriali: “Il disastro che si è abbattuto su Israele durante la festività di Simchat Torah è chiaramente responsabilità di una sola persona: Benjamin Netanyahu. Il premier, che si è vantato della sua vasta esperienza politica e della sua insostituibile saggezza in materia di sicurezza, ha completamente omesso di identificare i pericoli a cui stava consapevolmente conducendo Israele quando ha istituito un governo di annessione ed espropriazione, quando ha nominato Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir a posizioni chiave, mentre ha abbracciato una politica estera che ignorava apertamente l’esistenza e i diritti dei palestinesi”. Haaretz è una prestigiosa testata israeliana, non un foglietto di propaganda filo Hamas.

“Settantacinque anni di occupazione israeliana e di una politica occidentale piena di doppi standard che ha lasciato incancrenire la situazione, uccidendo ogni possibile orizzonte politico per una mediazione israelo-palestinese, sono alla base dell’orrore odierno. Lo capirebbe uno studente liceale”, dice senza mezzi termini la scrittrice ed ex ambasciatrice italiana Elena Basile sul Fatto Quotidiano.  Ed è così: 70 anni di politiche sbagliate e sorde, risoluzioni non applicate e disattese, occupazioni che sono continuate anche dopo il riconoscimento dello Stato palestinese.

Intanto adesso a Gaza si combatterà casa per casa, e combattere casa per casa in una kasbah immensa, con una densità di popolazione tra le più alte al mondo sarà un massacro.

Noi, da qui, osserviamo attoniti. E stupiti anche di fronte al silenzio della politica nostrana.  Sono lontani i tempi in cui anche la nostra Chiesa si faceva interprete delle speranze di pace e di convivenza. In questa foto dei primi anni 2000, pescata nell’archivio di primapagina, l’allora vescovo di Montepulciano, Chiusi e Pienza Mons. Rodolfo Cetoloni, con il parroco di Chiusi Scalo Don Antonio Canestri e padre Ibrahim Faltas custode della Chiesa della Natività a Betlemme, insieme a Yasser Arafat, leader dell’OLP.

Adesso sono rimasti in campo solo i peggiori, gli estremisti. I fondamentalisti di una parte e dell’altra. La notte prima dell’assedio è già passata. Siamo già all’assedio conclamato. E come sempre a rimetterci saranno i civili innocenti. Sarà la speranza, non la protervia.

m.l.

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