IL MASSACRO DI GAZA E QUELLE MATITE FUORI DAL CORO: LA PROTESTA DI ZEROCALCARE

sabato 28th, ottobre 2023 / 15:47
IL MASSACRO DI GAZA E QUELLE MATITE FUORI DAL CORO: LA PROTESTA DI ZEROCALCARE
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Il famoso disegnatore Zerocalcare non va a Lucca Comics, perché Lucca Comics è patrocinata dall’Ambasciata d’Israele in Italia. La notizia sta rimbalzando sui social. E’ una notizia? Sì. E’ una notizia. E anche un atto politico. Che nel silenzio generalizzato della politica, è un grido di dolore. Contro l’inutile strage (il termine inutle strage lo usò il Papa Benedetto XV per la Prima Guerra Mondiale) che si sta perpetrando in Palestina. Qualcuno, come il giornalista scrittore perugino Giovanni Dozzini ha definito il gran rifiuto di Zerocalcare come l’atto politico più forte compiuto in Italia in questi giorni. E non ci è andato lontano. Ecco, di seguito la nota diffusa da Zerocalcare:

“Senza troppi giri di parole: Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema. In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco -il minimo davvero- che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire.

Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro.
Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.
Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci.
Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese”.

Le lettera di Zerocalcare è in qualche modo un manifesto. Un manifesto di protesta, di indignazione. Il nostro amico Carlo Pasquini, regista teatrale di Montepulciano, sul suo profilo fb lo comemnta così:

“Ora che persino Zero Calcare boicotta Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana non voglio assolutamente far parte della schiera dei pro e dei contro.
Non boicotto Israele, mi limito a detestare la politica suicida del suo incapace governo di estrema destra (così simile al nostro), e non lascio soli i miei fratelli ebrei circondati dall’odio di milioni di musulmani”. 
Anche questa è una presa di posizione comprensibile, dopo l’attacco criminale di Hamas del 7 ottobre e per molti versi condivisibile. Il problema è che il governo israeliano sta isolando Israele e gli israeliani. Dice – Netanyahu che “l’appello dell’Onu per il cessate il fuoco è ridicolo”.
E’ vero che Hamas usa i civili come “scudi umani” e sostanzialmente li tiene in ostaggio dentro le mura di Gaza, ma è anche vero che quello Israele ha trasformato Gaza in un lager a cioelo aperto, da cui non si può uscire, ha messo Gaza sotto assedio, come facevano i mercenari nel ‘500, tagliando viveri e acqua (e adesso anche luce, comunicazioni telefoniche, rifornimenti di medicinali e carburanti). E’ vero che se Hamas ha acquisito consenso è grazie alla disperazione e all’apartheid in cui Israele ha costretto i palestinesi, è grazie all’occupazione indebita dei territori palestinesi da parte degli israeliani, ai muri, ai reticolati che impediscono ai palestinesi di entrare e uscire da decenni. E’ grazie ai finanziamenti che i governi israeliani hanno concesso ad Hamas in funzione anti Olp e ANP.
E’ probabile che i macellai di Hamas abbiano come obiettivo quello di esasperare la situazione e fare in modo che Israele faccia più morti possibile tra i palestinesi, per isolare Israele dalla comunità internazionale. che non può assistere in silenzio ad un massacro di civili di proporizioni immani e senza precedenti. Ma è certo che con quello che sta facendo in queste ore a Gaza, Israele si sta mettendo da sola contro tutto il mondo. Con rischi altissimi di escalation del conflitto.
Le piazze che in queste ore manifestano per il cessate il fuoco chiedono ciò che chiede l’Onu e ciò che chiede il Papa. Non sono piazze che manifestano a favore dei terroristi di Hamas. Dire: “due popoli, due stati” e “Palestina libera” non significa “morte a Israele” e “azzeramento dello Stato ebraico”,  significa solo che i palestinesi hanno gli stessi diritti (in primo luogo il diritto alla vita, poi quello ad avere una patria) degli israeliani e di tutti gli altri popoli del mondo. La diplomazia internazionale sta dimostrando tutta la sua debolezza, ma la via del massacro è la peggiore possibile.
m.l. 
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