CHIANCIANO, L’IMMOBILIARE TERME METTE IN VENDITA IL PATRIMONIO DI FAMGLIA. IL PD DICE NO
CHIANCIANO TERME – L’ Immobiliare Terme di Chianciano smobilita e mette in vendita i gioielli di famiglia. Il Pd che dal 2014 è all’opposizione lancia l’allarme e dice “meglio di no”. In un comunicato stampa a forma del segretario Giacomo Serini, il Pd chiancianese prende le distanze dall’operazione e chiede soluzioni diverse dalla vendita del patrimonio immobiliare. La critica del Pd parte dal bando per manifestazione di interesse pubblicato dalla Immobiliare Terme circa la vendita della storica Villa della Direzione delle Terme in viale Roma. Vendita verso cui il Pd “ribadisce la propria ferma contrarietà“. “La Villa in questione – scrive Serini – è un bene storico vincolato dalla Soprintendenza e rappresenta, con il Salone Nervi, uno dei pochi asset di pregio nell’ area centrale della Città e, per tale motivo, deve rimanere nella sfera pubblica – destinandola magari ad attività culturali e ricreative – e non certo essere ceduta a privati. Peraltro, la cifra eventualmente ricavata non sarebbe certo risolutiva delle criticità finanziarie dell’Immobiliare (i cui soci sono Regione Toscana, Comune di Chianciano e Finanziaria Senese di Sviluppo).
Il Pd di Chianciano ricorda, sempre nel comunicato citato, che nel gennaio scorso aveva chiesto alla Regione Toscana di valorizzare la Villa ed il Salone con l’acquisto di questi due beni. Adesso, scrive il Pd, “dopo la Villa cosa ci dobbiamo aspettare? Magari una manifestazione per la vendita dello Stabilimento Sillene? (Per il quale – ci auguriamo non risponda a verità – sembra che la Società di gestione non sia più interessata.) Per tacitare anche queste voci riteniamo sia venuto il momento che la Gestione delle Terme del Dr. Massimo Caputi renda noto agli operatori economici, ai dipendenti ed ai cittadini di Chianciano Terme a cosa è interessata, in quali tempi intende investire, quali asset vuol valorizzare.” In sostanza il Pd chiede a Caputi “il più volte ricordato piano industriale che speriamo possa risorgere come l’araba fenice”.
La nota di Giacomo Serini si conclude con “un nuovo appello ai Soci pubblici ed in particolare a Regione Toscana ed al Presidente Giani affinché aumentino gli sforzi ed accelerino i tempi, individuando soluzioni condivise per la tenuta del quadro generale. Queste soluzioni devono tenere conto sia degli interessi del Socio privato che di quelli della Città, evitando il rischio che la situazione Terme imbocchi una china pericolosa, senza possibilità di ritorno”.
Questo del patrimonio immobiliare, anche di pregio, delle Terme è tema strettamente collegato e non avulso dal “piano industriale” e dall’attività futura delle terme stesse e anche dal futuro di Chianciano nel suo complesso. La cittadina del “fegato sano” ha vissuto negli ultimi 20 anni una crisi profonda, strutturale, ha necessità di un nuovo inizio e di un restyling (diciamo pure di una riconversione) di buona parte di quello che era il tessuto alberghiero e commerciale. Tanti, troppi, sono gli immobili chiusi, inutilizzati, in qualche caso anche fatiscenti e degradati; tante, troppe, sono le vetrine spente e le saracinesche abbassate.
Il turismo congressuale e quello legate a gruppi e gite organizzate che pure ha fatto registrare nelle ultime stagioni numeri rilevanti, quello di “appoggio” alle cittadine dei dintorni in crescita turistica tumultuosa (vedi Montepulciano) o ad eventi sparsi nel territorio (da Chiusi a Pienza a San Quirico…) non compensano ancora il calo strutturale del turismo termale (quello legato alla cura, non solo al wellness).
La ormai imminente campagna elettorale amministrativa del 2024, non potrà prescindere da questi temi. Il doppio secondo mandato di Andrea Marchetti, sindaco civico appoggiato dal centro destra sta per scadere, Marchetti non potrà ripresentarsi. Il Pd e il centro sinistra proveranno a riconquistare il Comune dopo 10 anni di purgatorio. Marchetti non ha fatto né peggio né meglio di chi lo ha preceduto, la svolta dovuta al cambio dopo decenni di amministrazioni di sinistra, non si è vista. Il cambio di passo, non c’è stato, la scintilla non è scoccata… Il centro storico ha ritrovato una certa vitalità, con l’apertura di molti locali, ma per il resto Chianciano, nella parte termale, è un pianto. Fa tristezza a passarci dentro, fa male al cuore vedere quella che era una specie di Las Vegas tra la Valdichiana e la Valdorcia, ridotta ad una ghost town dove ormai passa solo qualche carovana o qualche cavaliere solitario con le pistole arrugginite.
C’è stato un momento in cui sembrava che la soluzione potesse arrivare dall’est, dai soldi degli oligarchi russi – si parlò con una certa insistenza anche di un interesse diretto di Medvedev – ipotesi anche questa tramontata sul nascere e adesso, con la guerra in Ucraina e le sanzioni neanche pensabile…