CHIUSI, UNA CITTA’ CON L’OROLOGIO FERMO (E SENZA FANTASIA)

GLI ESEMPI VIRTUOSI DI SANT’ANGELO NEL VITERBESE E GAIOLE IN CHIANTI, BORGHI RINATI SULL’ONDA DI UNA INTUIZIONE
CHIUSI – Alla stazione di Bologna l’orologio è fermo alle 10,25 del 2 agosto 1980. Lo fermò lì lo scoppio della bomba fascista che fece 85 morti. Alla stazione di Chiusi, le bombe arrivarono dal cielo il 21 novembre del ’43 e dell’orologio non rimase traccia. Quello della stazione attuale è fermo ugualmente, con le lancette bloccate alle 9,17 di un imprecisato giorno di novembre del 2022. Segna l’ora esatta solo due volte al giorno, come tutti gli orologi fermi
Non è fermo per ricordare qualcosa. E’ fermo semplicemente perché guasto. Rispondendo ad un commento su Fb qualche settimana fa il sindaco Sonnini spiegò che il problema sta in un meccanismo da sostituire e che la sostituzione spetterebbe ad RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Noi sommessamente suggerimmo al sindaco di metterci sotto un cartello “Orologio fermo perché RFI non sostituisce il meccanismo”. Se no la colpa la prende lui.
Ora, intendiamoci, l’orologio fermo alla stazione non è il primo dei problemi della città. Un orologio al polso o un telefonino per sapere l’orario ce l’hanno tutti. Ma vedere quell’orologio che è lì dall’immediato dopoguerra e a cui tutti, passando, gettano uno sguardo, per abitudine, fermo alle 9,17, sempre, non offre una bella immagine di Chiusi.
Dà l’idea di una città con l’orologio fermo, in cui il tempo è bloccato, immobile, triste. L’orologio fermo dà un’immagine di sciatteria, di impoverimento. E’ sparito anche il mega schermo che era stato piazzato lì davanti, per dare informazioni utili e qualche “consiglio per gli acquisti”. Altro segnale di impoverimento. Di regresso. Che poi la “colpa” sia dei tempi lenti di Rfi o di qualcun altro cambia poco. E’ Chiusi che ci rimette. Quanto ci vorrà mai a cambiare il meccanismo guasto di un orologio?
Quelle lancette ferme offrono la stessa sensazione che si ha nel vedere le panchine scolorite e screpolate, i segnali stradali “pendenti”, i lampioni spenti, le aiole poco curate, i marciapiedi pieni di merde dei cani, le facciate ingrigite, le saracinesche abbassate con la polvere alta, i negozi sempre vuoti… Alcune sono questioni frutto di situazioni esterne, generali, certamente, ma altre sono piccole cose cui si può ovviare con poco.
Quanti anni sono che da queste colonne proponiamo di ridare un tono all’ambiente utilizzando per esempio opere di Street art nelle facciate, trasformando l’abitato in una galleria d’arte a cielo aperto? almeno 5-6 anni. Cominciammo a parlarne nel 2017.
Ebbene, due giorni fa, lunedì 20 marzo, su Rai 3 all’ora di cena è andato in onda un lungo servizio su un paesino del viterbese (Sant’Angelo) che era avviato alla morte civile e allo spopolamento e che è letteralmente rinato grazie ad una intuizione: dipingere le facciate con opere che richiamano le fiabe… E’ diventato il paese delle fiabe dipinte, ora attrae migliaia di visitatori a settimana, grazie alla street art (a tema) sono sorti agriturismi, case vacanze, bed & breakfast, hanno aperto bar, ristoranti, salumerie, decine di giovani, ma non solo giovani, si sono inventati un lavoro che sta funzionando. Il borgo non solo è stato salvato, ma è diventato un esempio, un modello di rinascita.
Il giorno dopo, martedì 21, la stessa trasmissione ha proposto un servizio su un altro borgo salvato, stavolta in provincia di Siena (guarda un po’) sempre grazie ad una intuizione “visionaria”: Gaiole in Chianti è passata in 15 anni da poco più di zero a più di 1.500 posti letto per ospitare i ciclisti dell’Eroica, una corsa che non è una gara, ma un happening che sta facendo conoscere il Chianti, ma anche la Valdorcia, le Crete senesi in tutto il mondo e che promuove il vino, l’olio, salumi, i centri storici…
Senza l’Eroica non ci sarebbe oggi la “Strade Bianche” diventata in pochi anni una “classica” del ciclismo al pari della Parigi-Rubaix o del Giro delle Fiandre. Anche a Gaiole, grazie all’Eroica, sono cresciute le attività commerciali e ricettive, i bar e i ristoranti, i posti di lavoro, le opportunità, sono nate nuove passioni e addirittura un mercato specifico di magliette storiche, biciclette e pezzi di ricambio…
In entrambi i casi, Sant’Angelo e Gaiole, la rinascita ha portato non solo turisti, visitatori (anche quelli di prossimità, della domenica) e quindi reddito, ma ha anche favorito la rivalutazione degli immobili e una ripresa dello stesso mercato immobiliare. Scusate se è poco.
Possibile che Chiusi (che detto tra noi, per storia, posizione, numero di abitanti non è Sant’Angelo, nel viterbese, e nemmeno Gaiole in Chianti) non riesca ad inventarsi niente che possa invertire una tendenza al declino che sembra ineluttabile e inarrestabile? Possibile che ogni proposta (tra le poche che ogni tanto affiorano) cada inesorabilmente nel vuoto o nel limbo dei “vedremo”?
Possibile che riescano a risorgere a reinventarsi paesi che sembravano già morti e sepolti dalla globalizzazione, dalla modernità e faccia una fatica dannata una città che ha la storia e i giacimenti culturali di Chiusi? Qualcosa non torna.
Chiusi ha un patrimonio storico-archeologico-religioso che poche città delle medesime dimensioni possono vantare. Ha un tessuto ricettivo dignitoso (meno quello di “primo impatto”), ha collegamenti stradali e ferroviari di prim’ordine, una pista ciclabile tra le più note d’Italia (non sempre tenuta a regola d’arte purtroppo), ma nonostante questo non decolla. Ha un evento che si è fatto un nome nel panorama nazionale come il Lars Rock Fest e ha pure una squadra di basket in serie A2, e tanto fa fatica ad entrare in certi circuiti. Per questo serve una scintilla, qualcosa che faccia scattare un nuovo inizio. La street art su larga scala non sarebbe più molto originale, ormai la fanno tutti, ma potrebbe funzionare se pensata con criterio e con cognizione di causa. Noi rimaniamo convinti che sarebbe un modo intelligente per rivitalizzare comparti degradati e facciate tristi e potrebbe richiamare – con opere fatte bene – anche visitatori.
Siccome sui “colpi di culo” c’è poco da sperare meglio un “colpo di genio”. Il Comune ha rimesso in piedi la consulta delle associazioni, potrebbe essere quella la sede per una discussione aperta sul tema. Finora non si sa di cosa abbia parlato. E l’Amministrazione stessa appare, dopo un anno e mezzo dalle elezioni, troppo silenziosa, troppo dimessa: come l’orologio fermo alla stazione, dà anch’essa l’impressione di accontentarsi del piccolo cabotaggio, di una navigazione a vista e sotto costa, senza uno slancio, senza fantasia, senza un progetto su cui chiamare tutti a raccolta… Gli amministratori chiusini se li riguardino su Rai Play se non li hanno visti, i due servizi di Rai 3 su Sant’Angelo e Gaiole e prendano appunti. Poi ne riparliamo.
m.l.
Definizione lanciafiamme…. una città con l’orologio fermo!!! e ce n’è più di una tra Toscana e Umbria… addiritttura qualcuna fa girare il tempo all’indietro!
Mia zia era nata nel 1905 ed è morta centenaria.Lei l’orologio della piazza lo appellava con un nomignolo e lo chiamava ”l’Orologio dei Poveri” perchè quando era giovane lei non erano proprio tanti coloro che possedessero un orologio e quindi per vedere l’ora si servivano della visibilità che proveniva dall’orologio che era in piazza.Tu Marco dici che il Comune potrebbe appendere un cartello dove si evidenzi l’incuria ed il disinteresse delle Ferrovie ma pensi che sia possibile e lecito che le stesse accettino in un fabbricato che è di loro proprietà un cartello del genere ? Invece di proporre simili iniziative io credo che il Comune che non può disporre di appendere cartelli in casa d’altri, dovebbe invece pensare a darsi una regolata sulle spese inutili di iniziative che nulla lasciano alla città e che si esauriscono in tre giorni e vengono scambiate per ” apporti culturali”.Di cosa parlo lo hai capito ed è inutile rivangare le polemiche. Meccanismo dell’orologio rotto ? Non compete al Comune tale spesa ma al Comune competono tante altre situazioni e condizioni che evidenziano il degrado come quelle che hai citato a cominciare dal verde e dal controllo delle aiuole ai bordi delle strade che hanno la pretesa di chiamarsi ”verde cittadino”dove i cani vanno a depositare le loro deiezioni condotti dai loro padroni. Il degrado caro Marco prima che raggiungere le strutture pubbliche è presente nella mente dei cittadini validando il fatto che il privato è il privato e guai ad interferire con esso in nessun modo ed il pubblico non sia di nessuno e quindi nel pubblico tutto è permesso anche se vi siano segnali stradali che indichino dei divieti. Altra cosa che sottintende l’incuria ed i mancati controlli tanto per dirne una: nei giorni del mercato a Chiusi Scalo(il Lunedi mattina) Via Fabio Filzi viene aperta al traffico a doppio senso per poter accedere giustamente a parte del parcheggio ed ai garages privati di Via Volta ecc. ecc. e viene a tal fine messo un cartello di divieto di sosta nel lato sinistro della stessa strada per poter fruire dello spazio necessario al passaggio delle macchine.Invece normalmente c’è tutta una fila di auto in sosta i cui proprietari per mille ragioni loro(nota bene: per mille ragioni loro !) disdegnano tale avviso, in pratica se ne fregano altamente ! Li hai visti mai tu i vigili urbani controllare tali soste indebite in Via Fabio Filzi in tali occasioni ? Io non li ho mai visti, eppure si tratta di un solo giorno alla settimana quando si dovrebbe impedire il divieto di sosta.Nota bene che se si esce dai garages e si imbocca con la macchina per uscire da Via Filzi per raccordarsi in Via Mazzini e ci si imbatte in un altra macchina che viene in senso contrario non c’è spazio di manovra ed una delle due auto deve interrompere la corsa ed arretrare purchè abbia spazio dietro di se.Allora che segno è secondo te ? E allora quando parliamo di ” degrado” vuol dire che lo stesso non sia solo delle ferrovie dello stato che non ripristinano il meccanismo rotto di un orologio ma il degrado esiste anche indipendentemente da chi non provvede a far rispettare le regole per le quali le istituzioni funzionino e viene trascurato tutto il resto o gran parte di tale resto.Da questo allora vuol dire che chi si lamenta e basta quando gli si tocchi ”il proprio o quello che ognuno considera il proprio” è bene che continui a lamentarsi e che tutto questo di certo sia ancora troppo poco…..L’inerzia come vedi è cosa comune a tanti , ma inerzia è anche e soprattutto una cattiva amministrazione delle spese soprattutto quando si spende molto per il superfluo in mancanza del necessario. Ed in tale necessario è bene comprendere che ci debbano essere anche i controlli perchè se il personale che è deputato a controllare è poco è bene che i vasi comunicanti della spesa che portano l’acqua ad altri cespiti dovrebbero essere rivisti col criterio a cui sempre ci si richiama detto ”del buon padre di famiglia”. Ma la ”famiglia”- lo si sà- che oggi è un concetto estensibile….al pari dell’elastico delle mutande che dove lo tiri arriva….Non ci sono i soldi? Lo sappiamo tutti che non ci sono ma hai visto mai qualcuno incazzarsi e scendere in strada e sconfessare la politica di chi ci ha amministrato per anni fin’ora ? No, anzi succede il contrario e cioè che quando ci sono le elezioni venga riconfermato tutto e se per caso ci fosse qualche indizio che non potesse essere riconfermato si aprono le cataratte mediatiche dalla paura che tale sistema possa essere sostituito.Si usa tale metodo che ha assunto nel tempo carattere di ”normalità”.Osservo in questi giorni che in Francia succede il contrario anche se per politiche del tetto simili che drenano i soldi pubblici ma la gente scende in strada e protesta, anche sopra le righe mettendo strade e piazze a ferro e a fuoco, poi magari i governi dei nostri cugine d’oltralpe non cadono e tengono duro ma c’è il segno che le classi subalterne si facciano perlomeno sentire.Qui in Italia il vuoto assoluto a -273 ° sotto zero.L’ho detto diverse volte e lo ripeto ciò che vidi scritto in un muro di Rieti qualche anno fa e mi è rimasta impressa la battuta :”Italia, da un popolo di lotte ad un popolo di lotterie !”
Carissimi Buongiorno. Ci sono Paesi ( limitrofi a Chiusi ) con l’orologio più che fermo. (pensiamo solo a Chianciano Terme). Essendo nato in zona (precisamente a Sarteano nel 1955) ma vivendo a Siena da oltre 40 anni , faccio una breve riflessione. Se invece di piangere sul latte versato o sui tempi che furono ci si impegnasse tutti, dico tutti, (cittadini, associazioni, terzo settore, ecc.) a cercare con modestia, ma anche con determinazione, i punti di forza del territorio e valorizzarli insieme (bellezza del paesaggio, storia, cultura, tradizioni, enogastronomia, termalismo e acquee, ecc.) e si facesse rete e/o coordinamento sul serio si farebbero intanto vari passi in avanti…. Semplificando al massimo vi dico che il tarlo delle nostre zone: si chiama per me: CAMPANILISMO …Ogni Comune si crede “LU CENTRO DE LU MONDO” … Capisco che è facile a dirsi ma difficile da realizzare… Ci vorrebbe intanto un cambio di mentalità culturale e non solo… Invece di scomodare la vicina Francia (con paragoni quasi geopolitici)anche se interessanti, concentriamoci oggi su quello che tutti insieme ( nel rispetto delle tradizioni e autonomie Comunali) potremmo o possiamo fare fare con intelligenza e sinergia territoriale (termine abusato).
Buona giornata a tutti. mm
Caro il mio Morellini, buongiorno eh ? E…scusa se sono piccante ma concordo con te che il campanilismo sia una delle ragioni dell’arretratezza con la quale si affrontano le questioni, ma nella storia di Chiusi non ho mai visto dal dopoguerra ad oggi una pacifica unione di cittadini che tutti insieme determinassero le sorti del paese e la risoluzione dei problemi. Credo che ci sia una parola che riassuma la ragione di tutto questo e che possa identificare le condizioni in cui versa Chiusi e questa parola oggi è questa e lo dico senza offendere nessuno nè delle amministrazioni che si sono succedute ne’ i singoli cittadini: questa parola è avvicinandoci abbastanza alla realtà:”ignoranza politica”. e lo dico senza mettermi su uno sgabello e da lì sparare sentenze e lo dico a ragion veduta soprattutto raffrontantomi ai tempi trascorsi dove bene o male i cittadini e la cultura della popolazione era una cultura PARTECIPATIVA della cosa pubblica.Oggi è tutto il contrario perchè la mano di bianco che è passata sul muro della socialità e della partecipazione ha coperto tutto, e questo beninteso non solo a Chiusi ma anche altrove.E’ la concezione della politica che si è allontanata dalle menti dei cittadini e che ha lasciato ai partiti ed ai loro organigrammi i problemi da affrontare in momenti nei quali gli stessi partiti non ricevevano più sovvenzionamenti e queste macchine fatte da uomini che non avevano più il metro della situazione richiedevano denaro e le stesse macchine quindi si sono dovute piegare a ricavarlo dalle spese pubbliche accompagnando le richieste con iniziative disastrose come è stato nei nostri territori. Passami il tono Mario Morellini ma cosa pensi che ciò che dici ed auspichi non possa essere ritenuto giusto? E’ giusto teoricamente ciò che dici ma nella materialità di tale ricerca si annulla tutto e prendono piede solo o quasi interessi personali, scalate alla politica per assicurarsi il tergo al caldo attaccato alla poltrona ed è la ” poltrona” che come concetto viene perseguito.Dai uno sguardo alle carriere politiche fatte non per merito ma per furbizia.E’ la sottocultura divenuta cultura di governo che ha conquistato ogni cosa ! Quindi ma quale ”volemose bene”, quale campanilismo in una società di questo tipo….certamente ci sono persone che tutto questo lo sanno e partecipano alla politica spendendo il loro tempo personale poichè credono nei concetti che portano avanti ma la situazione intorno rigetta ogni proposizione e nel contempo la politica spesso usata dal complesso mediatico condiziona le menti e le scelte di tali menti. Guarda per esempio il campo culturale. Chiusi ha un patrimonio culturale notevole ma allo stesso tempo le condizioni economiche ed anche le idee di poter sfruttare tale patrimonio sono ridotte agli anni ’60, asfittiche , al punto che se un visitatore , un qualsiasi turista volesse visitare le tombe etrusche tanto per citarne una, si dovrebbe immettere in un andirivieni di condizioni che finiscono per scoraggiarlo e questi se ne va da Chiusi spesso maledicendo il tempo che ha perso per arrivarci. Allora, siccome credo che sia sempre valido il pensiero che dice :” sopravvive chi si aggiorna e chi sà cambiare” guardiamo per esempio diversi paesi del territorio senza andare lontano pur comprendendo che alcune discrasie nelle loro politiche permangono,ma paesi come Castiglione del Lago, Città della Pieve,Cortona, per esempio hanno inequivocabilmente staccato di diverse lunghezze la nostra Chiusi. Prima non era così perchè se ti ricordi come era Città della Pieve in passato il giudizio alla fine viene fuori. Ed allora siccome diciamo che la negatività non stà tutta da una parte, diciamo che sono anche le teste e la cultura che tali teste contengono riguardo al concetto ed alle idee di privilegiare certi settori che possono essere trainanti.Chiusi sotto questo aspetto come si è sviluppata ? : Spazio ai costruttori ed ai pochi studi tecnici del settore affiancati agli stessi costruttori, banche che permettevano lo sviluppo, ferrovie tagliate con famiglie che vivevano e consumavano che ogg non esistono più. Cosa ha fatto la ”cosa pubblica” e la politica per arrestare tali processi a Chiusi? Mi sembra che abbia fatto ben poco, anzi c’è stata una contesa fra i comuni confinanti ed una forza di attrazione che ha costretto molte aziende a trasferirsi ”al di la del fosso” impoverendo ulteriormente la socialità, per non parlare dei commercianti costretti a chiudere. E tu mi parli di solidarietà sociale fra i partiti per iniziative tese al miglioramento delle iniziative che la politica dovrebbe prendere ? Caro Mario, ti rispondo che purtroppo- e sottolineo purtroppo- il vento non è tirato forte abbastanza per sradicare tali radici che hanno impedito fin’ora che si manifestasse il minimo di una ripartenza, ed oggi soiamo spettatori che da parte dei partiti di maggioranza che conducono il valzer vi sia solo retorica e solo chiacchiere, di fatti pochi, anzi i fatti sono solo quelli che rivestono il consumo di soldi pubblici per investimenti non necessari e che in futuro potrebero ancora far peggiorare le situazioni di vivibilità del territorio . Ma tu queste cose a cui ho accennato io le hai considerate nel tuo discorso oppure gli dai un peso da nulla ? Ti ricorso sommessamente che soprattutto se guardiamo la storia i cambiamenti che hanno influito nelle epoche e che hanno veramente pesato affinche cambiasse la direzione delle cose e delle politiche sono stati pochi, pochissimi ed anche purtroppo con grandi tragedie che hanno coinvolto le parti più deboli della popolazione. Allora caro Mario i partiti guida che si circondano di retorica-spesso di un certo tipo di colore-ma che nella realtà consentono ed applicano con i loro comportamenti il modello di sviluppo che ha portato a tutto quanto dicevamo sono i primi responsabili di questa situazione e di questo indebolimento che vediamo oggi delle istanze di sinistra oppure sono io che ho preso un granchio ? Eppure se senti il complesso mediatico nei talk show televisivi e nelle tasmissioni questa la identificano come sinistra.Ma allo stesso tempo fai attenzione che i suoi uomini hanno contribuito al fatto che l’andazzo generale fosse questo.E allora il tuo appello pur essendo in linea teorica unificante, anticampanilista e finalizzato ad un benessere sociale, alla fine produce aria fritta dando fra l’altro anche spazio a forze che con la sinistra non hanno nulla a che spartire e che emettono fumo anche loro per farsi strada dentro alle istituzioni e da lì condizionare la politica.Questi discorsi appaiono noiosi e stantii-lo sò bene – oggi non c’è più la pazienza ed il tempo di riflettere sulle questioni, si dà tutto per scontato e per noioso e stancante fino all’esaurimento, ma è la malattia del secolo e proprio per tale strada la nostra società è una società alla fine che vedrà prevalerne altre, come sempre è successo nella storia e ricordati Mario, per chi programma a lungo termine ed ha imparato la lezione questa strategia è una strategia vincente che vedrà sovrapporsi tramite una società globalizzata altre popolazioni su di noi come è successo già in passato per tante altre civiltà. O vallo a dire questo alle teste che ci comandano poi vedi di quali sorrisetti di sufficienza e talvolta di scherno si colorino le loro labbra…..ma il tutto dipende come sempre da noi ed il fondo del tegame è ancora lontano anche se ci sembra vicino…Ti saluto Mario Morellini e come al solito perdonami la lunghezza !!
Bel pezzo
Purtroppo Chiusi sta attraversando un periodo buio. Periodo che dura da più di 50 anni !
Il livello ” culturale”, nel vero senso della parola, non è elevatissimo !
Noi abbiamo da valorizzare cose che in altri paesi non hanno. Sottovalutiamo le nostre risorse : centro storico, Cattedrale, Musei, tombe etrusche, il nostro bel lago,le catacombe . Tutto questo per spendere soldi pubblici in fondazioni che, lasciano il tempo che trovano, o pseudo-festival che durano un paio di giorni e buonanotte al secchio !
Abbiamo degli scavi aperti,nel centro storico che,sono abbandonati da anni ! Ancora ci sono facciate di palazzi poco presentabili.
Chiusi avrebbe da lavorare e valorizzare ma,i nostri governanti pensano ad altre cose !
Nessuna amministrazione si è data da fare per riportare attività commerciali,magari invogliandoli con un contributo,cospicuo, per l’ affitto !
Purtroppo a nessuno interessa un bel nulla ! L’ importante è spendere soldi pubblici e dare visibilità a pochi dormienti !
Speriamo in un colpo di coda !
Comunque a poche ore dall’articolo qualcuno ha già messo mano all’orologio, avviandone la riparazione. Ovviamente la questione dell’orologio era solo un pretesto per parlare del resto.
Domenica prossima devo passare da Chiusi Stazione. Speriamo che l’orologio della stazione sia riparato. Sarebbe un miracolo Crrdete Voi ai miracoli ? Carlo fatti trovare offro un aperitivo a te e agli Amici Chiusini…(detto da un Sarteanese sarebbe un Miracolo)…
Ora Morellini ”unt’allargà troppo” citando Sarteano perchè a Firenze dicono ”è cencio che dice male di straccio”, ma convengo su una cosa che dici evidenziando il campanilismo come fatto deteriore e cioè che anche Sarteano secondo me negli ultimi hanni una discreta mossa se l’è data nella corsa verso lo sviluppo se guardamo da dove era partita la tua cittadina.E questo devesi alle persone ed all’uso che ne hanno fatto dei soldi pubblici. Chiusi sotto questo aspetto mi sembra che abbia perso un po’ di posti nell’asticella perchè anche a Chiusi se facessimo i conti negli ultimi venti anni sono stati spesi milioni di euro per ” indorare le chiacchiere” e dare visibilità ai singoli che hanno fatto carriera politca anche anzitempo,spesso rinunciando al loro ruolo di eletti localmente e tale discorso è talmente penetrato nella ” supposta ritenuta normalità” che anche altri avrebbero seguito tale binario,ma caro Morellini tutto questo fa parte del bagaglio politico-culturale delle persone perchè se non lo si comprende questo,allora si continua a non mettere i puntini sulle ”i” e si va avanti con forza d’inerzia,affiancati anche e corroborati dal complesso mediatico che espleta la sua funzione dicendo e facendo apparire come cosa giusta che debbano essere presi ” treni ai quali quando passano non si possa rinunciare” .Hai capito come funziona la macchinetta cha avviluppa tutti ? E funziona in tal modo spandendo benefici a pochi e privandone altri e allora quando parliamo di ”civltà politica” della sinistra bisognerebbe fare ai discorsi delle tare di una grandezza sproporzionata,perchè l’educazione sociale e civica ci dice tutto il contrario, salvo poi leccarsi le ferite alle elezioni.Ma Mario Morellini, questo è il giuoco del potere, ed è sempre stato così,a cominciare dalla civiltà romana che nei contrasti sociali aveva giustificato l’andazzo con il detto fatto legge di ”mors tua,vita mea”. Ed ancora nel lungo cammino della civiltà ancora la nostra pretesa democrazia tramite la diffusione mediatica si arrogherebbe il privilegio di offuscare le menti facendo dimenticare in toto che la violenza è stato il metro applicato nella politica, soprattutto quella internazionale che ha prodootto prima le condizioni per le quali la gente stesse compressa, gestita da dittuature e da stati autoritari che non tolleravano opposizioni e partiti che le si opponessero, poi cercando di penetrare dentro le nazioni ed i comparti sociali con la propaganda della sacra libertà individuale rispetto alla quale noi ci poniamo dei difensori assoluti ed intransigenti per poi portare la libertà a quelle popolazioni sulla canna dei nostri fucili.E questo discorso caro Mario è validato da sempre, a cominciare nell’era moderna col moderno colonialismo e con le guerre moderne portate e gestite in modo tale da scardinare le nazioni prima sotto l’aspetto sociale ,religioso, etnico e gli Stati poi.Vogliamo farne un rapido elenco di tutto questo ? Viet-Nam,Cambogia, Iraq, Iran,Yemen, Siria, Tunisia, Libia ma si potrebbe continuare nella storia che riguarda ancor oggi i padroni del mondo e la loro etica di libertà e purtroppo il popolo bue che gli crede.Guarda caso che quando di popolo bue ce n’era di meno-e chi ha la nostra età si ricorda bene- le cose andavano meglio di oggi e non di poco….o no ? E allora ma quale libertà ? Ed è per questo che quando la sedicente sinistra parla della libertà e quando ragioni che nel tempo abbia dato adito ad abbracciare i concetti che da quella libertà provengono,rimango molto scettico e penso anche di fronte alla Condanna della Corte suprema dell’Aia di Putin come criminale di guerra, allora mi chiedo ma allora cosa facciamo condanniamo anche Bush ed Obama e li arrestiamo ? No, perchè anche loro sul piano dei crimini hanno fatto e prodotto tutto quello che ha frantumato la vita e le nazioni come Iraq,Siria,Somalia,Libia ed altri…E perchè loro no ? Perchè ”hanno portato la speranza della libertà dalle dittature ?”.Vedi come si risolve subito il dilemma che proviene dal controllo mediatico delle nostre menti quì nel libero occidente ? Ci fu qualcuno che negli anni ’60 dentro quel partito che si chiamava PCI ripeteva un monito :”Studiate, studiate, studiate, solo così non porterete il vostro cervello all’ammasso”. Ed oggi gli ammassi sono cresciuti e stanno crescendo e consentono sempre quegli equilibri che stiamo cavalcando e che portano il mondo verso la rovina, la guerra totale, la miseria, in nome di quella parola ” libertà” -ma che solo parola è – usata per fotterci. Se questo è l’andazzo ed alla fine non sia evitabile proprio per mantenere la supremazia sul mondo da parte di quelli di sempre,almeno moralmente c’è da dire secondo me ”NOT IN MY NAME ! ”.Ma a tale esclamazione una parte di quella che è giudicata essere come sinistra la pensa diversamente ed è platealmente schierata su di un fronte e questo fronte alla fine nella diversità con la destra percorre gli stessi fini e fa pagare sempre il prezzo ai soliti,ai poveri al proprio interno ed anche ai più poveri che invoglia ed usa con lo specchietto per le allodole a non far capire loro che il sistema che trovano al nostro interno è organizzato ai fini del profitto e non della sopravvivenza. Ed è per questo che quella parola tanto abusata per altri fini che è ” libertà” vuol dire essenzialmente ” libertà dal ricatto ”. E la sinistra-quella falsa e mascherata che oggi è quella numericamente maggiore- è schierata per continuare ad essere il mantenimento dello status quo ed a non cambiarlo insieme alla destra che vorrebbe ributtare a mare chi parte dalle coste del terzo mondo.Due forze che appaiono l’una contrastarne l’altra ma nella realtà tutte e due negatrici di quella libertà di cui dicono di farsi portatori. Questo vuol dire una sola cosa caro Morellini ed è quella che la nostra società è alla fine, e dentro a questa il principio base che l’ha guidata è uno solo e finisce con ”ismo” e non è certo ” il Comunismo” ben lontano da essere realizzato al limite dell’utopia, nè il socialismo che in quella forma che abbiamo visto è deflagrato dall”interno anche per azione fattagli dall’esterno, ma è il sistema che domina tutto il mondo e che si chiama ”Capitalismo” ed alle menti che chiamerei obliterate che pensano che quest’ultimo sia modificabile dico che prima di parlare guardino alla sua storia e pensino che se siamo arrivati a questi punti, il parto che lo ha generato viene da lontano ma che fin’ora per esso stesso e di modificabile non c’è stato nulla se non la modifica delle modalità che esso stesso ha usato per il suo mantenimento nel tempo. Ed è nient’altro che la fotografia di oggi.
E allora l’aperitvo che dici caro Mario Morellini lo prenderò volentieri insieme ,ma la situazione tanto diversa da quella che ho descritto così logorroicamente e che hai letto in questo intervento è quella che nel piccolo ci stia il grande e viceversa, come la storia dell’atomo e delle sue sub particelle dove si raffronti e si confronti la composizione universale.
sulla strata che da Chiusi porta a Sarteano, su un casotto dell’Anas per anni si notava la scritta “chiusino torna indietro”. Mai visto uno simile al contrario in direzione opposta. Ma la rivalità resta: l’ultimo derby, un mese e mezzo fa a Sarteano è finito a cazzotti e… 11 Daspo per i tifosi troppo “calienti”… Ma i cazzotti tra chiusini e sarteanesi sono come le litigate tra fratelli e cugini per chi sta nel letto di sopra o in quello di sotto…
Me la ricordo bene quella scritta ! E’ il campanilismo dei poveri come diceva Mario Morellini, non altro, se non quello che traspare dall’ignoranza che spesso si sfoga nel campanilismo e nella ricerca della prevalenza. Ma basterebbe pensare al fine di tutto questo ed al suo perchè per spiegarsi il fine ultimo di dove tendano tali manifestazioni spesso celebrate nel localismo e nel confronto, per molti invece rappresentanze di cultura.E dentro a questo tipo di manifestazioni spesso oltre che alla mano pubblica del sostegno economico c’è anche quella che pubblica non è, e si individua come l’attività di allenare le coscenze a questo, ma non solo. Zavorre che finchè permangono nulla producono se non letteralmente la diseducazione.Ma chiediamocelo il perchè sia tanto difficile per la gente persare diversamente da questo, e lo si comprende perchè la vulnerabilità quando si parla di socialità e nello stesso tempo di ricreare e proteggere le tradizioni si invade un campo dove semprepiù culturalmente è difficile distinguere dove finisca la cultura e la conoscenza storica e dove inizi la speculazione politica e l’uso di addestrare le coscenze ad averre un pensiero pro status quo ! E questi tempi bastardi permettono tutto questo dove le acque scure e chiare si confondono rendendo sempre più difficile il distinguere i connotati e si spinge così la gente a fare di tutta un erba un fascio mentre è proprio questo che concorre ad inficiare un pensiero di possibile riscatto mentre tutti a 360 gradi ne parlano con assoluta retorica che tale riscatto debba essere perseguito.Siamo a questi punti sia nella politica chè nei rapporti umani ! E la partita viene vinta quando soprattutto tutto questo avvenga in presenza della sottocultura e dell’allontanamento del confronto.