SIENA VERSO LE COMUNALI DI MAGGIO: DESTRA DIVISA E LITIGIOSA, IL CENTRO SINISTRA PROVERA’ A RICONQUISTARE IL PALAZZO

martedì 21st, marzo 2023 / 16:51
SIENA VERSO LE COMUNALI DI MAGGIO: DESTRA DIVISA E LITIGIOSA, IL CENTRO SINISTRA PROVERA’ A RICONQUISTARE IL PALAZZO
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SIENA – Tra le città che andranno alle urne per la tornata elettorale amministrativa del 14-15 maggio c’è anche Siena. Nel 2018 dopo il tracollo del Monte dei Paschi, la vicenda David Rossi, la crisi del sistema imperniato sul Pd, vinse la destra con il candidato civico-leghista Luigi De Mossi. Una debacle epocale per il centro sinistra in quella che per decenni era stata la città più rossa d’Italia. Che poi non era del tutto vero: la provincia sì, era molto rossa. La città un po’meno. Era molto massonica, lo è sempre stata, forse per antiche tradizioni ghibelline. E non a caso dal 2014 è un senese il Gran Mastro del Grand’Oriente d’Italia.

Ha avuto sindaci comunisti (Ilio Bocci nell’immediato dopoguerra, Luciano Mencaraglia e Fazio Fabbrini negli anni ’60, si deve a lui la prima zona blu d’Italia), poi più recentemente sindaci Pds e Pd (Pierluigi Piccini, Maurizio Cenni, Franco Ceccuzzi, Bruno Valentini), nel mezzo qualche democristiano (Bruno Bottai, Ugo Laini) e molti socialisti come Ugo Bartalini, Canzio Vannini, Mauro Barni, Vittorio Mazzoni della Stella, Roberto Barzanti, che però era del Psiup. Dopo la caduta rovinosa del 2018, adesso il centro sinistra proverà a riconquistare il Comune che è famoso non solo perché fisicamente è alloggiato in uno de palazzi pubblici più belli e più famosi d’Italia. ma anche perché nelle sue sale è dal 1300 che i dipinti di Ambrogio Lorenzetti ci dicono quali sono gli effetti del buono e del cattivo governo nella città e nelle campagne.

Bene, a 25 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste la griglia di partenza è più confusa di una una “mossa” del Palio. Il quadro delle alleanze appare “scomposto” come un piatto di Carlo Cracco.

Ad oggi la situazione è la seguente: il centro destra, dopo aver scaricato il candidato Emanuele Montomoli, dopo che lo stesso ha dichiarato la sua appartenenza alla Massoneria, si presenta con Nicoletta Fabio, sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ma senza lo stesso Montomoli che pare intenzionato a candidarsi comunque e quindi a fare “concorrenza” in casa, e anche senza la lista capeggiata da Massimo Castagnini sostenuto dal sindaco uscente De Mossi e da Italia Viva, con Scaramelli che fa un bel salto della quaglia rispetto alla regione Toscana, per esempio. Italia Viva dunque con Castagnini, ma non Azione di Calenda, che va da sola, con Roberto Bozzi, ex sindaco di Castelnuovo Berardenga. Insomma il centro destra si presenta ai canapi frazionato e scomposto, con qualche stampella anche di area centro sinistra (Italia Viva). Si ricompatterà in caso di ballottaggio? probabile.

Il centro sinistra dal canto suo sembra, una volta tanto, più compatto: la candidatura uscita dalle primarie è quella di Anna Ferretti, esponente dell’associazionismo e del mondo cooperativo di area cattolica. La sostengono il Pd, la lista di Ernesto Campanini, che aveva fatto le primarie con lei, Articolo 1, Sinistra Italiana, Verdi, Partito Socialista, Sinistra Civica ed Ecologista.

Non Potere al Popolo che correrà in proprio sotto le insegne di “Siena Popolare” con Alessandro Bisogni e per ora neanche il M5S che sembra anch’esso intenzionato a presentare una lista autonoma, con candidata a sindaco Elena Boldrini e sta aspettando l’ok dal nazionale. Nel 2018 l’ok non arrivò.

Per il centro sinistra un fattore di concorrenza può essere rappresentato dal Polo Civico, che candida Fabio Pacciani ed è sostenuto da sette liste civiche e da Pierluigi Piccini e varie figure della società civile senese.

Può darsi che da qui al 14 aprile, data in cui andranno presentate le liste e i candidati, qualcosa cambi e ci siano nuove fratture o avvicinamenti. Il quadro, come dicevamo è “scomposto”, ma anche in divenire. Possono scapparci anche sgambetti, colpi bassi e matrimoni improbabili o inusitati.

Intanto ciò che salta agli occhi è:

1) la frammentazione e la litigiosità del centro destra attualmente al governo della città, nonostante la destra sia anche al governo nazionale;

2) la scomparsa di ogni ipotesi di “campo largo” nel centro sinistra, con il M5S, ma anche con il Terzo Polo, a favore di una coalizione piuttosto marcata a sinistra;

3) la scomposizione del Terzo Polo con i renziani da una parte e i fans di Calenda da un’altra, nessuna delle due componenti comunque con la sinistra;

4) la marginalità di fondo della sinistra più a sinistra, che non ha il coraggio neanche di utilizzare il “brand” delle Politiche, cioè Unione Popolare, facendovi riferimento, ma solo parzialmente con la dicitura “Siena Popolare”. E questo è il segnale inequivocabile, un timbro di certificazione, che anche quella esperienza (Unione Popolare) è da mettere in archivio come l’ennesima operazione sbagliata e venuta male;

5) la nebulosità del Polo Civico: si può definire civico un movimento che ha la benedizione e l’imprinting di un personaggio potente e non certo nuovo come Piccini?

m.l.

 

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